28 Mar 2023

Nasce a Torino SUTURA, nuovo spazio che fa dialogare arte contemporanea e benessere

Le sfide della medicina, il rapporto con i nostri sensi, le tante storie che si manifestano all’interno degli ambulatori sono osservate dagli artisti per costruire immaginari, relazioni e ascolto. Così nasce SUTURA, un nuovo spazio culturale e centro espositivo nato dall'idea di Virginia Moniaci, che a Torino esplora il rapporto tra salute e cultura. L’articolo fa parte di una serie di approfondimenti, realizzati in collaborazione con Hangar Piemonte, per raccontare la trasformazione culturale di persone, organizzazioni e comunità.

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Torino - Le stazioni sono spesso paragonate alle ferite delle città: sono tagli nel tessuto urbano che sezionano quartieri e creano geografie, sono ferite che espongono il corpo urbano all’esterno e lasciano entrare, come aperture, agenti esogeni che scombinano equilibri. Zone di passaggio spesso associate a focolai, a volte di rischio, ma anche di nuovi fermenti vitali.

In questa prospettiva, assume una risonanza ancora più specifica la nascita di un nuovo spazio culturale nella zona della Stazione Porta Nuova di Torino che sceglie di chiamarsi SUTURA: una semantica da cui emerge la centralità tra i propri obiettivi di promuovere il benessere sociale anche attraverso rigenerazione dei luoghi. Nato in rete con l’associazione Rilanciamo i portici di Via Sacchi, SUTURA è una spinta propulsiva al cambiamento che mette al centro il benessere sociale e personale: un luogo dove ricucire relazioni e rimarginare lesioni del corpo individuale e del corpo sociale grazie al dialogo tra arte e benessere.

Sutura
UN PROGETTO CHE UNISCE CULTURA E SALUTE

SUTURA è uno centro espositivo no profit aperto nell’autunno 2022 da un’idea dell’imprenditrice torinese Virginia Moniaci, Direttrice Generale di due strutture sanitarie, con esperienza in management culturale e fundraising e Procuratrice di IFT – Istituto Fisicoterapico di Torino, che ha sede nella palazzina liberty in cui sorgono i locali di SUTURA. Facendo convergere un percorso professionale in cui arte contemporanea e management nel settore medico si intrecciano, Virginia Moniaci ha trasformato le sale vuote del piano terra dell’edificio storico in un luogo in cui innescare uno scambio di idee tra artisti, il pubblico dell’arte contemporanea, i medici, i collaboratori e i pazienti dell’IFT.

L’intuizione della fondatrice e del gruppo di lavoro è infatti nella comprensione che il rapporto tra cultura e salute possa far emergere bisogni, fragilità, paure e necessità correlate ad un terreno comune ai due linguaggi, il benessere personale e sociale che è anche tema urgente e di rilevanza sociale e politica. Rinforzando il dialogo tra il mondo degli artisti e il settore della salute, le arti possono stimolare curiosità, portare alla riscoperta relazionale dei nostri sensi e la possibilità di generare nuove risposte che aiutano a risolvere le domande e le sfide con cui si confronta la medicina, l’arte e la società in senso ampio.

Rinforzando il dialogo tra il mondo degli artisti e il settore della salute, le arti possono stimolare curiosità, portare alla riscoperta relazionale dei nostri sensi

IL PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ

Il programma di attività attraversa formati e linguaggi artistici diversificati. Ogni anno sono proposti tre artisti “mid career” che sono ospitati per un processo di ricerca che sfocia in mostre, workshop, performance, talk e presentazioni. Gli artisti costruiscono immaginari, relazioni e percorsi come dispositivi di ascolto e di reciproco arricchimento e rielaborano le immagini con materiali e interventi di volta in volta differenti, creando opere in edizioni limitate.

Si tratta di un processo creativo che, mostra dopo mostra, andrà a comporre il nucleo della collezione permanente dello spazio. Ad affiancare gli artisti nello sviluppo delle loro ricerche e produzioni, oltre a stimolare una progettazione specifica sul dialogo tra l’arte contemporanea e il mondo imprenditoriale, è Qwatz, piattaforma per l’arte contemporanea che completa l’ampia rete di relazioni che lo nutre lo spazio.

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Oltre all’identificazione di tematiche che toccano la sfera del corpo e del sensibile, comune alla dimensione medica, gli artisti scelti da SUTURA sono chiamati a confrontarsi con l’attività dell’Istituto. Le ricerche artistiche vengono veicolate verso i pazienti e il personale sanitario dell’IFT, con l’obiettivo di avvicinarli al linguaggio dell’arte contemporanea. Durante le mostre, una selezione di lavori degli artisti coinvolti è esposta anche all’interno di alcune sale dell’IFT, dove l’arte incontra un pubblico eterogeneo e promuove strumenti diversi per la crescita personale e la condivisione.

ESPLORARE LA DIMENSIONE CORPOREA E SENSORIALE

Insistendo sull’importanza della dimensione corporea e sensoriale per risignificare relazioni sociali, SUTURA ha inaugurato la propria programmazione nell’autunno 2022 con la ricerca di Matteo Nasini che si concentrava sul tema dell’ascolto: ascolto del proprio corpo e dei segnali spesso ignorati ma anche ascolto reciproco, tra persone e nello specifico nella relazione medico-paziente.

La ricerca di Nasini, che tende a incarnare il suono in forme attraverso sculture, performance, ricami e installazioni sonore, intendeva restituire una dimensione plastica a ciò che è invisibile nel quotidiano dando voce all’invisibile. Queste incarnazioni sono state protagoniste della mostra Grafomanie che ha presentato cinque nuovi lavori assimilabili a partiture che formalizzano nuove grammatiche e linguaggi che ci permettono di comunicare in modo reciproco con il mondo sensibile.

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Attualmente, passando dal tema dell’ascolto al tema del tatto, SUTURA prosegue la sua esplorazione con l’artista Francesca Grilli.
Il tatto e il contatto, con persone e oggetti, sono stati a lungo uno stigma sociale e un divieto, danneggiando la dimensione percettiva tanto quanto quella relazionale. Nasce da questo interrogarsi If the future was an object in your hand, la mostra aperta fino al 3 maggio 2023 in cui Grilli sceglie la mano e le traiettorie nascoste che essa suggerisce come metafora del rapporto quotidiano con il proprio fare, la conoscenza, l’incontro e lo scambio con l’altro.

Dalla chiromanzia all’anatomia, negli ultimi anni l’artista ha creato una serie di lavori in cui funzioni, uso quotidiano della mano ed esoterismo si intrecciano: in questo caso, grazie al processo intrapreso presso SUTURA e IFT, adotta la cura come terreno di incontro tra queste dimensioni apparentemente lontane. Il tema del tatto è stato un ponte per un dialogo con i pazienti dell’IFT sul loro rapporto con questo senso, che sarà ulteriormente articolato grazie a un questionario disponibile nel periodo della mostra e aperto a tutte. Perché le risposte collettive siano approdi temporanei e fonte delle prossime domande.

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti frutto della collaborazione fra Hangar Piemonte e Italia Che Cambia che ha lo scopo di raccontare la trasformazione culturale che stanno mettendo in atto persone, organizzazioni e intere comunità intorno a noi.

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