14 Giu 2023

Come sta il mar Ligure? Male, ma in miglioramento

Scritto da: Emanuela Sabidussi

Tra bellezze paesaggistiche e una biodiversità tanto unica quanto fragile, il mar Ligure risulta essere tra i mari più inquinati da plastiche e sversamenti di sostante nocive. A ciò si aggiunge lo sfruttamento intensivo perpetrato dalla pesca e un traffico via mare in aumento. Che fare dunque? Sono tante le realtà che in questi anni si sono attivate per cambiare rotta e sensibilizzare ognuno di noi a sviluppare un rapporto più armonioso con il mare.

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Savona - Blu intenso, dai fondali particolarmente profondi, dalla vasta biodiversità, il suo litorale regala scorci e spiagge tra le più belle della nostra penisola: parliamo del mar Ligure e del suo stato di salute. Sì, perché non tutti sanno che si tratta di uno dei mari più inquinati d’Europa, nonostante le piccole ma significative rivincite che in questi ultimi anni si sta prendendo attraverso il miglioramento suffragato dei dati raccolti e dal numero sempre crescente di persone coinvolte in diversi progetti di monitoraggio e salvaguardia.

L’INQUINAMENTO MARINO

Dai monitoraggi costanti da parte dei tecnici di Goletta Verde e dai rilevamenti dell’Arpal, l’agenzia regionale per la protezione del mar ligure, risulta infatti una fotografia di acque inquinate a causa di molteplici – ma conosciuti – elementi. Recentemente Goletta Verde ha monitorato alcuni punti sulla costa, cinque dei quali risultano inquinati oltre i limiti di legge. Analizzando infatti acque derivanti da canali e foci, è emerso un importante inquinamento microbiologico causato da cattiva depurazione o scarichi illegali che arrivano poi in mare.

mar ligure

Ma non solo. Elemento centrale dell’inquinamento del mar Ligure, come di molti altri mari, è la quantità di plastica, presente ormai sia sui fondali che in superficie e di conseguenza nelle spiagge, causa di danni a flora e fauna marine. La quantità risulta essere talmente elevata, da essere oggetto di un allarme lanciato dal WWF.

L‘organizzazione nazionale ha infatti richiamato l’attenzione sugli alti livelli di contaminazione da microplastiche e sulla presenza di piccoli frammenti di plastica che molte specie marine che vivono nel Santuario Pelagos ingeriscono nella loro alimentazione. Viene inoltre spiegato che la concentrazione odierna di microplastiche nel Mediterraneo è di circa quattro volte superiore a quella dell’isola di plastica scoperta nell’Oceano pacifico. A questa minaccia se ne aggiunge anche un’altra, di cui si parla ancora poco: l’inquinamento acustico.

IL TRAFFICO VIA MARE

Con un tasso di crescita del 3-4% l’anno, il traffico marittimo è quasi raddoppiato dal 2002 e continuerà ad aumentare. Un impatto non sostenibile che concentra in uno specchio d’acqua il 19% del traffico mondiale e che, allo stesso tempo, ospita il 7,5% di tutte le specie marine del pianeta. La crescita del traffico nella zona Pelagos, soprattutto in termini di trasporto merci, aumenta ulteriormente la necessità di definire gli interventi per limitare questi rischi di collisione.

Dobbiamo limitare i nostri rifiuti: se è pur vero che alcune azioni devono partire dall’alto, ognuno di noi può e deve agire nella sua quotidianità

La conferma arriva anche da Sabina Airoldi, biologa e ricercatrice, capo missione di Tethys nel Santuario Pelagos «Purtroppo, nonostante quest’area sia ad altissima produttività – quindi molto ricca di vertebrati e invertebrati marini –, è anche altrettanto antropizzata. Un esempio è il traffico marittimo molto intenso, che crea inquinamento acustico che disturba in modo particolare i cetacei che vivono e comunicano con i suoni, ma anche la balenottera comune e il capodoglio, spesso vittime di collisioni con grandi imbarcazioni».

LA PESCA

A causa della tipologia di fondale – particolarmente profondo – e del suo territorio, il mar Ligure è tra i più pescosi in Europa, e ciò determina uno sfruttamento intensivo delle sue risorse ai fini commerciali e, sempre più, anche turistici attraverso attività come la pesca sportiva.

Nel mirino anche la pesca di frodo, per cui la Liguria è negli anni stata sul podio, “guadagnando” nel 2017 il terzo posto dei mari italiani con più infrazioni, ovvero il 16% del totale. Ma se lo scenario appare complesso e con poco margine di speranza, sappiate che così non è: in questi ultimi anni sono molte le associazioni e i progetti ambientali che hanno dato il loro contributo per migliorare la situazione.

mar ligure plastica
L’ATTIVAZIONE

Tra questi vi abbiamo già parlato di Sea-ty, progetto ideato dall’European Research Institute per sviluppare maggiore conoscenza sulla funzione e l’interazione che il mare ha con la città, con la vita umana e con l’equilibrio dell’intero pianeta. Ma non solo: vi abbiamo da poco presentato PROMPT, progetto dedicato alla creazione di strumenti per monitorare e tracciare gli sversamenti in mare di petrolio e materiali inquinanti, il cui obiettivo è proprio quello di salvaguardare il più possibile gli ecosistemi marittimi.

E ancora i Deplasticati, il gruppo che libera le città e le spiagge dai rifiuti. E così sono tante le realtà che con gesti piccoli ma costanti cercano ogni giorno di rendere migliore il nostro mare, proponendo un nuovo modo di vivere il nostro rapporto con esso: non una discarica, bensì un prolungamento del nostro habitat, della nostra casa, che come tale ha bisogno di essere curata, protetta e ripulita. Il passato del mar Ligure lascia a desiderare, ma il futuro è da scrivere e abbiamo la possibilità, ognuno del suo piccolo, di essere coautori di un cambiamento importante.

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