13 Giu 2023

Alla scoperta di Copenaghen: tre anni di scambi europei con Emerging Communities

Scritto da: Lorena Di Maria

Eccoci giunti alla tappa finale del progetto Emerging Communities: questa volta la destinazione è la Danimarca e la sua capitale Copenaghen, dove abbiamo passato quattro giorni con i nostri partner – e amici – provenienti da tutta Europa. Un viaggio fatto alla scoperta della cultura scandinava e per ricordarci ancora una volta l’importanza dello scambio e dei progetti comunitari.

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Copenaghen è una città plasmata dall’acqua: il modo più bello di visitarla è attraverso i suoi canali, percorrendo i suoi ponti, costeggiando l’ampio porto o ancora osservando la libertà della popolazione danese che durante il periodo caldo non si fa mancare un tuffo o un’ora di abbronzatura lungo le strutture balneari, come la nota Islands Brygge, appositamente progettate nell’area portuale in pieno centro città.

Sì, perché se l’idea che abbiamo di questo paese scandinavo è fatta di un cielo grigio e giornate buie per buona parte dell’anno, bisogna sapere che qui basta un raggio di sole per rendere l’inverno un lontano ricordo. Ammettiamo che questi giorni di primavera riscaldati da un sole caldo e da un cielo pulito un po’ ci hanno colti alla sprovvista. La sensazione che però più ci accomuna è l’entusiasmo nel rincontrarci proprio qui, nel periodo dell’anno dove la luce si prende tutto il suo tempo.

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Il gruppo di Emerging Communities

Questa volta la mia compagna di viaggio è Caterina, con la quale abbiamo trascorso, esattamente un anno fa, alcuni giorni alla scoperta di Mantova e del progetto R84 di cui fa parte, che ci ha ospitati nel viaggio “italiano” di Emerging Communities. Con noi questa volta ci sono Petar, Branka, Zoran, Luca, Clara, Emma e Stefanos, amici e membri delle organizzazioni partner del progetto.

ETHOS, L’ORGANIZZAZIONE CHE STA DALLA PARTE DEGLI ULTIMI

Questa volta a guidare il gruppo alla scoperta della città è Stefanos, fondatore di Ethos: un’associazione umanitaria, indipendente e volontaria che nasce in Danimarca nel 2010 e successivamente in Grecia nel 2017. In questi anni Ehtos ha lavorato in diverse parti del mondo per dare una risposta alle sfide e ai cambiamenti sociali che colpiscono prima di tutto le fasce più povere e fragili della società.

Da sempre infatti è coinvolta in diversi progetti che guardano al benessere dei bambini e dei giovani, degli emarginati e degli “ultimi”, aiutandoli a sostenere i loro sforzi per superare le barriere sociali e creare un cambiamento positivo nella loro vita. La sua missione più profonda è poter vivere in un mondo pacifico dove i diritti umani e le pari opportunità siano alla base della vita di tutti e tutte.

CHRISTIANIA, UN ESPERIMENTO SOCIALE

Così, in virtù dei concetti di solidarietà e aiuto reciproco che rappresentano le fondamenta di Ethos, questi giorni di visita danesi hanno avuto inizio con la visita di un progetto che fin dagli anni ’70 parla di collettività e condivisione: parlo di Christiania, una vera e propria città “libera”, nonché esperienza pionieristica di successo di una comunità indipendente. Siamo nel quartiere di Christianshavn, poco distante dal centro città. Nata come occupazione dagli squatters in un’area navale ormai inutilizzata, la comunità di Christiania ha contribuito alla creazione di un esperimento sociale, conosciuto in tutto il mondo, che sopravvive ancora oggi.

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La mobilità ciclabile a Copenhagen

Nel momento in cui la visitiamo infatti scopriamo che nella zona residenziale del quartiere, caratterizzata da casette colorate, staccionate in legno e cargo bike, vivono stabilmente circa 1000 abitanti. Come vale per qualsiasi casa, le centinaia di turisti e visitatori che ne varcano la soglia sono quindi invitati a rispettare cosa è permesso o non permesso fare, come nel caso delle fotografie, che sono vietate in alcune specifiche zone.

Da sempre il progetto di Christiania è controverso, come la dibattuta questione legata allo spaccio delle droghe leggere o il rapporto conflittuale con l’amministrazione. Christiania allo stesso tempo è l’esempio di una resistenza collettiva che, al di là dei più turistici percorsi che portano a piccoli ristoranti, aree concerto dove ascoltare musica dal vivo, bancarelle, market di oggetti di recupero, spazi verdi o murales, è sintomo di un affascinante e concreto esempio di progettualità che guarda all’integrazione, a partire da una libertà individuale e collettiva, dal mutuo aiuto e dalla reciproca solidarietà dei suoi abitanti.

La visita a Christiania ci prende una giornata intera e così passiamo il resto del tempo a visitare la città di Copenhagen, perdendoci tra le sue strade, protagoniste di una pianificazione urbanistica all’avanguardia e accompagnata dal flusso continuo di bici da città, bici elettriche, pieghevoli o cargo bike. Nella nostra esplorazione della città, sempre accompagnata dalle spiegazioni di Stefanos, abbiamo visitato il centro e la zona del porto, abbiamo percorso il fiume Nyhavn e ammirato lo storico quartiere di Nyboder, composto da case a schiera dal tipico colore arancione che un tempo erano caserme navali e dove viveva il personale della Marina militare, fino a giungere ai confini del quartiere di Nørrebro.

Attraverso lo scambio possiamo guardare al di là dei singoli luoghi in cui viviamo e scoprire quanto la diversità abbia da insegnarci

EMERGING COMMUNITIES: UN VIAGGIO LUNGO TRE ANNI

Inutile dire che viviamo questa esperienza a Copenaghen come un’occasione speciale: è infatti l’ultimo viaggio del progetto Emerging Communities a cui Italia che Cambia partecipa insieme ai nostri amici provenienti da tutta Europa, come nel caso di Potsdam, Berlino, Barcellona, Novi Sad, Atene, Salonicco e, ovviamente, Copenaghen. Come vi abbiamo già raccontato in precedenti occasioni, Emerging Communities è un progetto finanziato con i fondi europei Erasmus+ e composto da realtà e persone che proprio come noi, in diverse parti di Europa, si stanno impegnando in progetti sociali, ambientali, di attivismo e di promozione della solidarietà.

Ripercorrendo le esperienze vissute in questi tre anni, possiamo dire con certezza che questo progetto è stato per noi un’occasione unica: ci ha dato la possibilità di visitare i rispettivi Paesi, di essere ospitati e guidati dalle singole organizzazioni, di immergerci nei diversi contesti sociali toccando con mano sfide e difficoltà a cui tutti i giorni queste realtà coraggiose e virtuose si impegnano a far fronte.

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Visita a Christiania

Oltre a Ethos, a Postdam e a Berlino con Inwole e ImWandel abbiamo visto un’esperienza concreta di abitare sociale; ad Atene con Communitism abbiamo imparato che attraverso l’arte e la cultura si possono riattivare edifici abbandonati trasformandoli in beni comuni gestiti da una cittadinanza attiva; a Novi Sad con Conceptual Politics ci siamo addentrati nella vita politica, economica e sociale della Serbia confrontandoci sul concetto di democrazia; a Barcellona con Open Cultural Centre abbiamo conosciuto i progetti di innovazione sociale rivolti all’inclusione dei rifugiati e dei migranti e a Salonicco con Pervolarides abbiamo conosciuto persone ricche di umanità che si prendono cura della propria comunità a partire dal cibo.

Se è vero che lo scopo del progetto Emerging Communities è quello di “far emergere” le comunità locali, noi siamo sicuri che a emergere è stato molto più: innanzitutto amicizie che ci auguriamo di continuare a coltivare e poi la consapevolezza che attraverso lo scambio possiamo guardare al di là dei singoli luoghi in cui viviamo e scoprire quanto la diversità abbia da insegnarci.

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