30 Giu 2023

A Crotone Kairos lancia un social housing tutto al femminile per rimettersi in sesto, insieme

Scritto da: Tiziana Barillà

Giovani e donne. Sono le ragazze della cooperativa Kairos, che a Crotone lavorano quotidianamente per favorire l'inclusione sociale e l'abbattimento delle barriere culturali. Fra i loro progetti più significativi c'è DaMe, un social housing che vuole essere uno spazio sicuro e accogliente per le donne in difficoltà.

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Crotone - Gli antichi greci usavano due parole diverse per definire il tempo. Se Chronos indicava lo scorrere quantitativo dei minuti, Kairos ne indicava la qualità, la personificazione del momento opportuno, il tempo del cambiamento, del rinnovamento. Nella Kroton di oggi, è diventato anche il momento dell’emancipazione dalla precarietà e dall’emergenza che soffocano la vita di molte, troppe, donne. Kairos è una cooperativa under 35 e interamente al femminile che lavora alacremente affinché ogni donna abbia la «stanza tutta per sé» di wolferiana memoria.

Ho incontrato Francesca Zimatore, che lavora per Kairos. Da lei è partita l’idea del primo e più grande dei progetti: DaMe. «Sta per “vieni da me” ma anche per “mi faccio da me”», spiega Francesca. «È un social housing e non un co-housing. Per immettere nel territorio il concetto di housing abbiamo lavorato un anno intero. Mentre il cohousing nasce direttamente dai beneficiari, persone spesso abbienti che decidono di investire in periferia, l’housing sociale è una struttura condivisa costruita da un ente e messa a disposizione della cittadinanza, con diverse forme di contributi. Noi operatrici infatti non abitiamo lì con le ospiti. E chiediamo un contributo di 100-150 euro, perché è un percorso di autonomia, non assistenziale».

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Housing sociale, spazio educativo e casa di quartiere. Un modello socioeconomico messo in piedi da queste giovani donne osservando e attingendo da altre esperienze. L’housing è affiancato da progetti come Woomanity, che offre corsi di formazione, training, supporto, borse di studio. La missione è sempre una e inequivocabile: sviluppo dell’empowerment femminile e superamento del gender gap. In altre parole, un sostegno all’emancipazione dentro un ambiente accogliente, lontano dalla solitudine.

Nel 2017 la cooperativa Kairos ottiene in comodato d’uso dalla diocesi di Crotone una palazzina abbandonata da vent’anni nel quartiere della Marina. Proprio in centro, sul lungomare che oggi ospita il monumento a Rino Gaetano. L’anno dopo vince un bando di Fondazione per il Sud diretto proprio agli housing. Dopo un anno di lavori di ristrutturazione, apre a Natale del 2020. Al primo piano troviamo l’housing con 7 camere diverse – singole, doppie o familiari – con spazi comuni. Sono camere aperte, messe a disposizione per l’emergenza Ucraina e all’indomani della strage di Cutro. Al piano terra c’è lo spazio educativo, mentre in quello superiore un piccolo appartamento e le aree comuni come la dispensa, la lavanderia e la zona studio/relax. 

DaMe è una casa, non solo un’abitazione. «L’idea è partita da me», sorride Francesca. «Ho vissuto dei momenti di difficoltà e avrei tanto volto avere una porta aperta in cui trovare aiuto, compagnia, accoglienza. E poi, soprattutto, un tempo e uno spazio tutti per me, per rimettermi in sesto. Questa cosa non l’ho avuta, perciò abbiamo pensato di fare in modo che non manchi più per le ragazze da 18 anni in su, sole o mamme, da qualunque parte d’Italia, di qualunque terra d’origine».

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«Vogliamo fare in modo che abbiano un anno da destinare alla propria autonomia», prosegue Francesca. «Perché so che finita la tempesta resta un deserto di macerie e non sai da dove ripartire. Allora, avere un punto dal quale ripartire è prezioso, vitale, essenziale. Altrimenti ricominciare è impossibile. Crediamo che un anno sia sufficiente, non è un tempo a scadenza ma è importante definire il tempo. E l’esperienza di questi tre anni, ci dice che un anno è sufficiente». 

Per chi varca la soglia di DaMe, i primi mesi sono dedicati al riposo, un periodo defaticante per rendersi conto che si può uscire dalla situazione di precarietà ed emergenza. Dopo inizia l’affiancamento per l’iscrizione a scuola o all’università, per la formazione professionale, per la stesura del curriculum ma anche per un aiuto nel riprendere i contatti con la propria famiglia. Fin qui tutte le sfide sono andate a buon fine. 

Alle donne che si rivolgono a noi diciamo: prendi questo tempo che ti offriamo e il nostro supporto

Ascolto con attenzione Francesca Zimatore, appassionata ma non per questo meno precisa e consapevole. È evidente che dietro questo progetto non c’è solo volontà ma anche sapere. C’è un’equipe pronta a intervenire non solo per le ospiti ma per tutte le donne in difficoltà. Non è solo un abitare, ma un abitare ricco di servizi. Se ti stanno ristrutturando casa e non sai dove andare con i tuoi bambini o hai difficoltà economiche o relazionali, qui puoi trovare rifugio. In questi tre anni sono passate da qui tantissime ospiti ma molte di più sono state le donne che hanno trovato un supporto – psicologico, educativo, assistenza sociale, assistenza legale e penale, carrier coaching – grazie allo sportello in presenza e/o da remoto.

«Ogni pomeriggio, in presenza o da remoto, la nostra equipe è disponibile non solo per le donne che abitano l’housing sociale ma per tutte. Nel nostro territorio c’è chi non ha l’automobile e non può raggiungere facilmente lo sportello oppure chi ha timore a esporsi», spiega Francesca. «Per loro lo sportello funziona anche da remoto. Non rispondiamo alle emergenze, per quello ci sono i servizi sociali, ma ci confrontiamo comunque con le emergenze e proviamo a fare il passo successivo. Diciamo a queste donne: prendi questo tempo che ti offriamo e il nostro supporto».

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I soldi ci sono, anche in Calabria, la fatica è mantenere la continuità. “Voi come fate?”, chiedo a Zimatore. «Kairos è un’impresa sociale», risponde. «I finanziamenti pubblici ci permettono di partire ma non di andare avanti. Spesso il finanziamento dura poco, arriva tardi, necessita di un investimento iniziale come anticipo. Perciò non lavoriamo solo con i finanziamenti pubblici, ma investiamo soprattutto in economia circolare, in modo che ogni progetto non si fermi lì dove finisce la rendicontazione ma possa proseguire, riuscendo a sostenersi da sé». Sportelli, housing sociale, corsi di formazione, campi estivi. Tutte le attività sono collegate tra loro, seguono un ragionamento unico. Tutto si collega a Kairos e ognuno contribuisce alla crescita del tutto.

Non stranirti lettrice, lettore. Chi ha la fortuna di avere una famiglia al Sud, è lì che torna quando la vita da emigrante diventa insostenibile per mille ragioni diverse. Lì ritrova un tessuto sociale, una dispensa piena, un letto pulito, abbracci, sostegno, protezione. Accoglienza, empatia e solidarietà sono di casa, nel dna. Chi scrive sa che tornando può contare su tutto questo, quello che fa Kairos è estendere questo privilegio a chi non lo ha. In fondo la sfortuna è parente stretta della solitudine. 

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