23 Giu 2023

Mediterraneo Antirazzista di Scampia: la periferia rinasce attraverso sport e inclusione

Dal 6 all'8 luglio a Napoli si svolgerà l'undicesima edizione del Mediterraneo Antirazzista. Non si tratta solo di una manifestazione di sensibilizzazione verso una cultura dell'inclusione, ma anche di un momento fondamentale per fare rete fra tutte le realtà che animano la periferia partenopea – e non solo – e per ribaltare dal basso il paradigma centro periferia.

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Campania - “Lo sport è lo strumento per abbattere frontiere e costruire diritti”. È questo il motto del Mediterraneo Antirazzista. È questa la filosofia a cui si ispirano migliaia di attivisti e attiviste, bambini e bambine, associazioni e gruppi informali che da anni, partendo dalle sterminate periferie italiane, stanno portando una cultura di inclusione e solidarietà e sovvertendo i paradigmi in maniera libera, indipendente e autofinanziata.

LA NASCITA

Ad accompagnarmi in questo viaggio è Monica Riccio, abitante e attivista del quartiere di Scampia, tra i fondatori del Mediterraneo Antirazzista e fondatrice della BandaBaleno. La partenza non è da Napoli, ma da Palermo. Già, perché è qui che nel 2010 «andammo per partecipare al Mediterraneo Antirazzista come artisti di strada, prendendo parte alla parata nei quartieri dello Zen e di Ballarò», racconta Monica. «Portammo con noi un gruppo di una decina di ragazzetti scalmanati ROM e non ROM. Conoscemmo i ragazzi di Zen e Ballarò e ci rendemmo conto che tutte le periferie hanno voglia di riscattarsi e di attivarsi dal basso».

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Monica Riccio

Prese piede l’idea di una manifestazione sportiva e culturale che attraversava i quartieri per affrontare il tema dell’antirazzismo attraverso lo sport, che unisse tutte le persone, che fosse un momento di festa e di sensibilizzazione. «Con il Mediterraneo Antirazzista facciamo tutto questo attraverso la pratica sportiva e non competitiva. Abbiamo infatti un regolamento diverso rispetto a quelli ufficiali degli sport». La disciplina principale è il calcio, ma solitamente ci sono anche pallavolo, basket e cricket. «Il regolamento è volto al fair playing, alla non competitività, al posto dell’arbitro c’è un moderatore di campo, che è diverso», sottolinea Monica.

IL MEDITERRANEO ANTIRAZZISTA A SCAMPIA

A Napoli il torneo di calcetto Mediterraneo Antirazzista inizia con una parata della murga del quartiere, la BandaBaleno, che ha una valenza fortemente simbolica. Si attraversa via Bakù, nel cuore di Scampia, con una bici-parata, con la murga che balla e suona, con tante persone in bicicletta e con striscioni e cortei di bambini e bambini. «Il primo giorno è dedicato al torneo dei piccoli, il secondo giorno si fa quello dei grandi», specifica Monica.

Sia a Napoli che a Palermo il Mediterraneo Antirazzista è uno strumento per abbattere la dicotomia centro-periferia: «Per tre giorni Scampia diventa il centro e persone di tutte le età – ma soprattutto bambini e ragazzi – vengono da tutta la città per partecipare al torneo, che per loro è come un mondiale».

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Alla fine vengono premiati tutti, ogni squadra ha una menzione, e vengono consegnate le medaglie a tutti bambini che attraversano la città e giocano la loro partita. Le medaglie del torneo di pallavolo e di calcio per adulti sono coniate dal laboratorio di ceramica del centro diurno di salute mentale Gatta Blu gestito dalla Cooperativa Era. I ragazzi e le ragazze del centro di salute mentale di Scampia realizzano con amore e con le loro mani ogni anno delle medaglie bellissime.

Il Mediterraneo Antirazzista è una manifestazione autofinanziata, tutte le realtà della rete di Scampia si auto-tassano e con i soldi raccolti pagano medaglie, ambulanza, cene e merende, tutta la logistica. «Non accettiamo sponsorizzazioni», ci tiene a evidenziare Monica per sottolineare il fatto che la rete solidale di Scampia è libera e indipendente e in grado di camminare con le proprie gambe.

Per le associazioni è un momento di comunità molto importante. Si tratta prevalentemente della rete afferente al progetto Pangea. «Qualche anno fa – ricorda Monica raccontandone la genesi – attraversando le strade vicino al parco urbano di Scampia ci trovammo davanti a una discarica a cielo aperto e ci chiedemmo “perché non riqualificarlo?”. Da quel momento, da un processo di abbattimento di confini e barriere, è nato il progetto Pangea».

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GLI SPAZI

Il torneo di pallavolo si terrà a Casa Arcobaleno, un centro educativo gestito dai Fratelli Lasalliani e da volontari laici che propone tante attività importanti fra cui scuola per ragazzi che hanno difficoltà a seguire il percorso scolastico ordinario, ma anche percorsi di avviamento al lavoro e doposcuola per i bambini ROM. Si trova all’Oasi del Buon Pastore, uno spazio di Scampia molto complesso.

All’ARCI Scampia si svolgeranno i tornei di calcio a 5 per bambini e adolescenti. «Durante la settimana – spiega Monica – l’ARCI ospita circa 400 bambini e bambine e propone un modello che unisce l’aspetto sportivo con quello educativo, i ragazzi sono seguiti da entrambi questi due punti di vista, è una comunità educante a tutti gli effetti».

Prese piede l’idea di una manifestazione sportiva e culturale che attraversava i quartieri per affrontare il tema dell’antirazzismo attraverso lo sport

Poi c’è Parco Corto Maltese, che si trova nei palazzi della 167, il primo nucleo residenziale popolare di Scampia costruito negli anni ’70. «Per molti anni questi “giardinetti” erano devastati e abbandonati, preda di tossicodipendenti e discariche abusive. Una decina di anni fa gli abitanti si sono rimboccati le maniche e lo hanno riqualificato rendendolo un paradiso con sculture in legno, vasche coi pesci, casette per i gatti, campi sportivi pubblici di tennis, calcio, basket e pattinaggio. Hanno poi dato vita all’associazione I Pollici Verdi. Tutto è stato fatto dal basso, ma anche mobilitando le istituzioni». Qui si terranno i tornei di calcio e basket degli adulti e l’assemblea, con dibattito a tema che quest’anno sarà “Fuori luogo, fuori gioco”.

Un altro luogo importante è la piazza da dove parte la parata. Il nome ufficiale è piazza Giovanni Paolo II, ma tutti la chiamano piazza Ciro Esposito «perché quando il giovane morì – racconta Monica – tutte le persone sensibili a questa vicenda si riversarono nella piazza per ricordarlo. Qui c’è anche Mammut, un luogo di aggregazione cittadina ma anche un centro di sperimentazione e ricerca pedagogica che si impegna nel rivitalizzare la piazza». Un altro germoglio di speranza, inclusione e innovazione che è sbocciato a Scampia, non più periferia di Napoli e d’Italia.

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