19 Lug 2023

Resistere al caldo record: guida a un utilizzo consapevole del condizionatore (anche d’inverno!)

Da sempre bistrattato e osteggiato nei mondi ambientalisti, il condizionatore si sta rivelando una specie di congegno salvavita in molte situazioni. Ma esiste un modo responsabile di utilizzarlo? E ha senso impiegarlo anche d'inverno per scaldarsi? Ne parliamo con Alessandro Rossi, responsabile Energia di Anci Emilia Romagna.

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Il condizionatore è spesso considerato, in una certa narrazione ambientalista, un male assoluto. Energivoro e superfluo, un vezzo per gente poca attenta alla sostenibilità. Questa narrazione, che poteva essere valida trent’anni fa, oggi è costretta a cambiare di fronte alle evidenze del nuovo clima, in cui le ondate di calore estremo sono all’ordine se non del giorno perlomeno dell’anno e il condizionatore può diventare una specie di congegno salvavita. Ma esiste un modo responsabile di utilizzarlo? Abbiamo chiesto a Alessandro Rossi, responsabile Energia di Anci Emilia Romagna, di darci qualche informazione in più, utile per riappacificarci con questo elettrodomestico. 

Partiamo dalle basi: come funziona un condizionatore? 

Prima fammi dire che oggi, in quella che probabilmente è l’estate più fresca dei prossimi anni, il condizionatore più che un elettrodomestico qualsiasi è diventato un dispositivo medico. Nelle case che abbiamo costruito in un clima diverso, senza condizionatore potrebbero esserci dei pericoli per la salute. Il pericolo più rilevante non è legato solo all’elevata temperatura, ma a un indice che si chiama indice di Thom, che combina temperatura, umidità e velocità del movimento dell’aria. 

In casa in città queste condizioni possono raggiungere valori estremi: chiudo la finestra per non far entrare il caldo, ma poi non gira l’aria e l’umidità aumenta. Va poi considerato che non tutti reagiamo allo stesso modo: per alcuni le condizioni sono insopportabili, per altri non c’è nessun discomfort. Sono famose, anche a casa mia, le diatribe tra familiari sulla necessità o meno di accendere il condizionatore: io soffro molto, mia moglie sta benissimo. Anzi, la sventolata del condizionatore le produce discomfort. Ma oltre un certo limite anche per lei, come per tutti, viene il bisogno di accendere. E non era così vent’anni fa. 

alex rossi
Quindi, al di là delle sensazioni personali, esiste un limite di stress fisico oltre il quale è meglio non andare?

Sì e da questo punto di vista il pericolo maggiore è la durata di queste condizioni. Tutti noi abbiamo un ritmo circadiano – come quello del sonno-veglia – in cui il benessere bioclimatico è parte integrante. Di giorno possiamo sopportare anche condizioni critiche, ma abbiamo bisogno di ricaricarci con una notte con condizioni diverse. Se la casa, che ha assorbito calore per tutto il giorno, continua a emanare calore dai muri anche durante la notte, noi rimaniamo in condizioni di disagio bioclimatico anche durante la notte. E questo ha impatti sul fisico e sull’equilibrio psichico delle persone.

Più questa permanenza si allunga più i sintomi si fanno rilevanti. Non avere una “pausa” adeguata tra un momento di caldo e l’altro genera disagi. Bastano due giorni di discomfort continuo che in alcuni individui – ricordiamoci che tutto è soggettivo – si cominciano a manifestare problemi. Quindi dire che “con il caldo si sbrocca” ha evidenze scientifiche. Misurare l’indice di Thom e la sua permanenza a valori elevati per più di due giorni è un indicatore rilevante che ci dice cosa sta succedendo al clima e dei suoi impatti sulla salute delle persone

Ottimo, non mi hai spiegato come funziona il condizionatore, ma hai introdotto diversi concetti rilevanti: non è solo la temperatura, ma l’umidità e il movimento dell’aria che generano comfort o meno, ogni persona reagisce diversamente, ma la cosa più importante è che se la situazione di assenza di benessere bioclimatico si prolunga nel tempo iniziano problemi seri, sia sul piano fisico, sia su quello psichico.

Già, il nostro corpo è sottoposto a uno sforzo in modo prolungato, come tenere sollevato un bilanciere per fare ginnastica: se lo teniamo sollevato per qualche minuto non succede niente, ma se lo facciamo per due ore anche il fisico più allenato ha dei problemi. Non solo per lo sforzo, ma per anche il disagio del mancato cambiamento di posizione.

condizionatore - indice di Thom
Indice di Thom, numero di giorni superiori alla soglia 25, dal 2001 al 2022 in Emilia-Romagna, calcolati come media regionale del territorio di pianura. Fonte: Arpae
Però adesso ci spieghi come funzionano i condizionatori? 

Come ogni cosa l’acqua è soggetta alla gravità e va dall’alto verso il basso e non viceversa. Eppure a noi l’acqua arriva in casa anche se abitiamo ai piani alti. Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini dell’alluvione con le idrovore che portano l’acqua da un punto più basso a un punto più alto. Questi oggetti li chiamiamo pompe, che utilizzando energia meccanica spostano l’acqua facendola andare contro la gravità. Se passiamo al calore, anche questo risponde alle leggi della fisica e in particolare al primo principio della termodinamica: un corpo più caldo cede calore a quello più freddo e non viceversa.

Ma come per far andare l’acqua in salita ci siamo inventati pompe che, consumando energia, riescono a fare andare il calore al contrario. Il frigo è l’esempio più conosciuto. E così, affinando le tecniche, sono nati i condizionatori che estraggono il calore da un ambiente – quello interno – per cederlo a un altro ambiente – quello esterno. Per questo abbiamo due scambiatori: uno dentro che estrae calore, l’altro fuori che cede il calore all’ambiente. Poi da alcuni decenni abbiamo anche le pompe di calore reversibili, che sono cioè in grado di funzionare nei due sensi, raffreddando o riscaldando un ambiente. Quando vogliamo riscaldare casa estraiamo calore dall’esterno e lo cediamo all’interno.

La cosa che in pochi sanno è che il bilancio energetico è positivo: spendiamo 1 in energia elettrica e riscaldiamo o raffreddiamo 4-5 fino a 6 volte tanto. Magia? No! È che le pompe di calore spostano solo il calore da un ambiente all’altro e la quantità di calore che riescono a spostare è superiore ai consumi elettrici per spostarlo. Di fatto la differenza tra l’energia elettrica consumata e il calore spostato è tutta energia rinnovabile: è il calore dell’aria. 

Non avere una “pausa” adeguata tra un momento di caldo e l’altro genera disagi

Per quanto riguarda il raffreddamento, come consigli di utilizzare il condizionatore?

Va usato consapevolmente. Ad esempio, si può impostare la temperatura a 28°, con un consumo energetico ridotto, ma mantenendo un clima confortevole in casa. Questo vale soprattutto per i modelli nuovi, che hanno sensori ben fatti. Con quelli vecchi bisogna fare delle prove. Poi ci sono i consigli classici: chiudere le finestre e oscurare. E cercare di diminuire al minimo i consumi. Questo sempre e in generale, non soltanto adesso che fa caldo.

Insomma, sono consigli di buon senso. Come al solito poi è importante farsi domande sulla propria situazione specifica e trovare le soluzioni migliori, avendo però in testa questa doppia sfida: stare bene e non morire di caldo – letteralmente – e al tempo stesso fare dei passetti verso una maggiore sostenibilità dei consumi energetici a 360 gradi.

Mi sembra di capire che consigli di usare i condizionatori anche per riscaldarci. Questo ha un senso dal punto di vista ambientale? 

Come tu sai io sono il presidente del sindacato dei condizionatori disoccupati d’inverno e dico che vanno fatti lavorare anche d’inverno [ride, ndr]. Dobbiamo ridurre o meglio evitare qualsiasi combustione. E possiamo scaldarci d’inverno usando i condizionatori che ormai sono in moltissime case. Tutti quelli più nuovi sono reversibili e hanno la funzione riscaldamento. Quelli più recenti sono molto efficienti, quelli meno recenti lo sono meno. Ma sempre più efficienti della caldaia a gas, anche a condensazione. Se uso il gas consumo 1 di energia e scaldo quasi per 1. Se uso la pompa di calore consumo 1 di energia e scaldo 3, 4 o 5 volte di più.

condizionatore

Dipende da quanto è efficiente il mio condizionatore nel trasportare il calore. L’indice di efficienza del condizionatore si chiama COP: Coefficiente di Prestazione ed è scritto sull’etichetta energetica. In realtà, visto che le etichette sono europee e valgono anche per paesi più freschi del nostro, viene indicato come SCOP e la S sta per stagionale. Perché nei paesi più freschi l’efficienza in riscaldamento cala. È come sollevare l’acqua di un metro e sollevarla di dieci metri: serve più energia. Così nei paesi più freschi riscaldare case è meno efficiente che nei paesi più caldi. Però loro già oggi ne installano tantissime, mentre noi siamo ancora culturalmente legati al gas.

A livello di “comfort” ci sono delle differenze rispetto al classico termosifone?

Il caldo che fa la pompa di calore con lo split è diverso dal caldo a cui siamo abituati con i termosifoni. La pompa di calore scalda l’aria e l’aria si muove e scalda noi. Il radiatore irradia calore e residualmente scalda l’aria circostante. E come abbiamo detto all’inizio, il senso di comfort è molto soggettivo. Il movimento dell’aria potrebbe dare fastidio a qualcuno ed è bene non essere sottoposti direttamente al flusso d’aria, la pompa di calore scalda molto in fretta l’aria ma non scalda pareti e oggetti se non con tempi lunghi, insomma bisogna fare delle prove e abituarsi al nuovo modo di riscaldarsi.

Poi ci sono anche le pompe di calore che scaldano l’acqua per far funzionare i vecchi termosifoni. Qui il discorso è più complesso e lungo, ma il titolo di questo articolo riguarda i “condizionatori”, quindi concentriamoci su questi. Quelli con lo split interno e l’unità esterna: i più diffusi che usiamo solo pochi giorni all’anno e poi ci dimentichiamo di averli.

Ecco, torniamo all’uso del condizionatore per il riscaldamento. Si consuma comunque energia. Ne vale proprio la pena? 

Se l’alternativa è usare il gas, sicuramente sì. La cosa migliore è quella di coibentare la casa e ridurre lo scambio termico con l’ambiente esterno, ma sono cose costose e complicate e non sempre fattibili. La pompa di calore poi non possiamo metterla in tutte le stanze, sicuramente non in bagno: in quelle stanze il calore non arriverà, ma in bagno ci stiamo poco e una stufetta elettrica per qualche minuto risolve il problema senza disastri energetici: stufetta elettrica è il meno efficiente sistema di riscaldamento, ma usata poco non deve preoccupare. Dobbiamo anche essere coscienti che se fa molto freddo – cosa che può sempre succedere anche con il nuovo clima – il rendimento della nostra pompa di calore cala e a volte non riesce a trasportare all’interno tutto il calore che serve. In quel caso possiamo accendere la vecchia caldaia a gas e integrare così l’apporto di calore.

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È un nuovo modo di scaldarci di cui abbiamo cominciato a parlare pubblicamente solo in occasione dell’ultima crisi energetica. ENEA nel suo vademecum sollecitava l’impiego delle pompe di calore come sistema alternativo o integrativo della caldaia a gas. Se poi vogliamo ridurre al minimo il nostro impatto è sufficiente che convertiamo la nostra fornitura di energia elettrica in un contratto di energia verde, cioè prodotta da fonti rinnovabili. Tutti i fornitori di energia elettrica hanno a listino almeno un contratto di questo tipo. E il GSE ci garantisce che l’energia venduta come verde sia pari a quella prodotta ogni anno da fonti rinnovabili. 

Quindi, riassumendo, che consiglio dai a chi legge?

Se in questa caldissima estate – ma forse comunque la più fresca dei prossimi anni – state cedendo alla tentazione di usare il condizionatore, lasciatevi tentare da una pompa di calore efficiente. Tutti i nuovi condizionatori sono pompe di calore reversibili. Vi potete rinfrescare quando serve, almeno per ridurre la durata dell’esposizione a condizioni bioclimatiche pericolose: ricordiamoci l’indice di Thom e i suoi effetti sulla salute.

Poi, lo stesso elettrodomestico vi può aiutare a integrare il riscaldamento tradizionale a gas, riducendo i consumi di energia fossile in modo permanente nella vostra abitazione.  E così magari potete evitare di cambiare la vecchia caldaia a gas con una nuova più efficiente. Se la usate poco, quella vecchia, consumerete comunque meno gas, anche se meno efficiente. Cominciate a pensarci e togliamoci il senso di colpa nell’utilizzo dei condizionatori: le pompe di calore, usate bene, sono l’unica opzione che abbiamo per difenderci dal nuovo clima e per ridurre le nostre emissioni da combustione.

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