11 Lug 2023

Giacinto Festival Nature Lgbt+, a Noto si riflette su diritti e spazio sociale

L'attore e operatore culturale Luigi Tabita, direttore artistico del festival di approfondimento sulle tematiche Lgbt+, parla della nona edizione dell'evento che, come sempre, si tiene a Noto e che quest'anno sarà dedicato allo "spazio sociale". E non nasconde qualche preoccupazione per il clima che sta cambiando e verso quei diritti acquisiti che vengono costantemente presi di mira e minacciati.

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Siracusa - «L’atmosfera in Italia è proprio cambiata, è inutile negarlo. Quando abbiamo organizzato la prima edizione del Giacinto festival Lgbt+ parlavamo di unioni civili, che sono diventate finalmente realtà nel 2016. Oggi invece ci ritroviamo in un momento di oscurantismo». L’attore e operatore culturale Luigi Tabita, direttore artistico di Giacinto Festival Lgbt+ , che si tiene a Noto ormai da 9 anni – la nona edizione è in programma sabato 5 e domenica 6 agosto – non ha dubbi: bisogna mantenere altissimo il livello di attenzione sul tema dei diritti civili.

Soprattutto in un momento come questo in cui l’impugnazione da parte della procura di Padova di 33 certificati di nascita di bambini e bambine, registrati dal Comune dal 2017 a oggi come figli di coppie omogenitoriali, mette in discussione i diritti acquisite dei minori e delle loro famiglie con azioni dal valore retroattivo. «Pensare che i diritti di una famiglia vengano messi in discussione deve preoccupare tutte e tutti, perché oggi attaccano questi diritti e domani quali verranno messi in discussione? L’orientamento sessuale di un genitore non influenza la crescita dei bambini e gli studi scientifici l’hanno ampiamente dimostrato. È l’amore l’unica cosa che conta».

Luigi Tabita direttore artistico Giacinto festival
Luigi Tabita direttore artistico Giacinto festival
TEMA DELLA NONA EDIZIONE DEL GIACINTO FESTIVAL È LO SPAZIO SOCIALE

C’è quindi da aspettarsi che la questione di Padova, come tante altre, sarà tra gli argomenti affrontati in questa nona edizione del festival, che quest’anno è dedicato allo spazio sociale – ovvero l’ambiente dove gli individui esplicano la propria vita – come luogo da rivendicare e difendere.  «I nostri corpi, i nostri generi e le nostre sessualità – sottolinea Tabita – determinano immaginari e saperi che impregnano la produzione spaziale. Ho pensato che in un momento storico così critico per i diritti fosse urgente una riflessione su questa determinazione anche come azione politica».

«Attraverso il nostro agire – continua – influiamo sugli spazi pubblici che i governi e la cultura dominante cercano di gestire e di ricreare in una visione spesso eteronormativa, patriarcale e sessuofobica. Oggi più che mai i diritti continuano a essere messi in discussione e quindi è importante porre l’attenzione su come noi possiamo incidere per salvaguardarli e determinarli perché, come sappiamo bene, i diritti anche se acquisiti non sono mai definitivi».

I diritti sono di tutti e un Paese dove alcune persone sono discriminate, non è un paese civile e sicuro

«Sarà un momento di riflessione e informazione importante», conclude Luigi Tabita. «È essenziale capire che quella sui diritti non è una “battaglia lgbt+” e non appartiene di certo solo alle famiglie arcobaleno. I diritti sono di tutti e un Paese dove alcune persone sono discriminate, non è un paese civile e sicuro. Friedrich Hegel diceva: “Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono”. E io ne sono convinto».

LUIGI TABITA E LE BATTAGLIE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

E ne è convinto da sempre Luigi Tabita, soprattutto da quando ha intrapreso le sue battaglia per i diritti di tutti e in particolare per le minoranze, non lesinando attivismo e impegno nel sindacato, in politica e come educatore. Un impegno che è diventato più determinato soprattutto 15 anni fa quando, di fronte a una violenta aggressione omofoba, si ritrovò prima costretto a scappare ma poi, a mente fredda, decise che era arrivato il momento di impegnarsi pubblicamente nella difesa dei diritti umani.

Da allora di battaglie in difesa dei diritti ne ha fatte davvero tante, accostandole alla sua ormai ventennale carriera in teatro (tra le ultime il ruolo di Egeo nella tragedia Medea a Siracusa) e sullo schermo.  E “Giacinto-nature lgbt+”,  festival di informazione e approfondimento culturale è proprio una di queste. «Si tratta di un momento di riflessione importante e inclusivo che, sin dalla prima edizione del 2015, ha riscosso grande coinvolgimento da parte del pubblico chiamato a partecipare a questo confronto collettivo sulle differenze come valore».

Giacinto festival a Noto
Flashmob delle associazioni al Giacinto festival

«Penso ci sia un grande bisogno di informazione per offrire alle persone la possibilità di comprendere, riflettere e accogliere. La mia ricetta del Giacinto è sempre stata l’unione tra il pop e i contenuti perché penso che sia importante parlare alla gente, senza issare pulpiti da cui elargire verità assolute ma fornendo spunti di riflessione. Anche per questo credo che la tv generalista, negli ultimi anni, abbia avuto il grande merito di sdoganare alcuni messaggi di accoglienza e di rispetto per le differenze».

TRA GLI OSPITI DI GIACINTO FESTIVAL 2023, ALESSANDRO ZAN

«Le battaglie – conclude – non possono rimanere relegate nell’ambito delle convention Lgbt+, spesso ci parliamo solo tra noi mentre chi fa della paura il proprio vessillo arriva attraverso i media alla pancia della gente. Non nascondo che ho paura che si possa tornare indietro sui processi culturali innescati e per i quali si era molto lavorato in passato. C’è una frase che ripeto spesso ed è quella di Tina Anselmi “nessuna conquista è definitiva” e penso che non si debbano mai dare i diritti per scontati».

Di questo e di tanto altro si parlerà, attraverso i vari linguaggi artistici al Giacinto festival 2023 con una due giorni che comprende il dibattito – con il deputato nazionale Alessandro Zan, l’attrice e conduttrice Barbara Foria – dal titolo Senza paura: l’Italia e i diritti civili, mostre, flashmob, proiezioni e la presentazione editoriale del libro Trauma dell’attivista Daphne Bohémien.

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