4 Lug 2023

Human Library, la biblioteca dove i libri sono le persone

Scritto da: HRYO

Anche in Sicilia, come in altre regioni italiane, stanno prendendo sempre più piede le Human Library, biblioteche dove al posto dei libri ci sono le persone. L'iniziativa, nata nel 2020 a Copenaghen dall'omonima organizzazione no profit e ormai diffusa in tutto il mondo, aiuta ad abbattere stereotipi e pregiudizi tramite l'ascolto e il dialogo. Oggi vi raccontiamo della Human Library organizzata da Hryo, che si è tenuta a Palermo durante la 14° edizione di "Una Marina di Libri".

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Palermo - «In un mondo distrutto e pauroso vedo umanità. Persone vere, reali, niente idee, se non le loro: belle. La mia speranza, quella del mondo. Un mondo fatto di rinascite». Lo scrive Gabriel sul libricino della Human Library Palermo 2023 al termine del colloquio con il libro umano che ha scelto di leggere. E poi: «Grazie per questa bella esperienza. Una donna che si rialza e che rinasce ogni giorno». E ancora: «Poter guardare negli occhi, oltre a sentire una voce, è speciale. Grazie!». Ma anche: «Sono devastata, ma è stato bellissimo.»

Sono alcuni dei messaggi lasciati dai lettori e dalle lettrici che hanno partecipato alla Human Library Palermo 2023 il 10 giugno scorso a Villa Filippina. L’evento è stato ospitato all’interno della 14° edizione di Una Marina di Libri, importante festival del libro e dell’editoria che si svolge ogni anno a Palermo.

human library
Foto di Giuseppe Fontana.

Cos’è una Human Library? Si tratta di un’iniziativa nata in Danimarca nel 2000 e da allora diffusa in moltissimi paesi. Sul sito ufficiale dell’associazione danese si legge che si tratta di “a library of people”, una biblioteca vivente, in cui il rapporto non avviene tra un lettore o una lettrice e un libro, ma tra due esseri umani, su base volontaria. La lettura quindi si trasforma in uno scambio comunicativo, in un’apertura nei confronti dell’altro.

Le linee guida fornite dalla Human Library® Organization sono il modello di riferimento, perché offrono chiare indicazioni sugli scopi e sulle modalità per ottenere gli obiettivi prefissati. Ma queste regole di base possono essere modificate da una serie di variabili che entrano in gioco nel momento in cui si decide di avviare un evento di biblioteca vivente: dalla struttura organizzatrice al contesto a cui si rivolge, dalle risorse, sia umane che finanziare, a disposizione, a una mappatura del territorio e dei suoi reali bisogni.

Coi suoi ventitré anni di esperienza, la Human Library® Organization si può ben descrivere come un luogo sicuro, un posto in cui le domande difficili sono attese, apprezzate e ricevono risposta: uno spazio in cui abbattere i pregiudizi. Ogni libro umano rappresenta un gruppo della nostra società che è spesso soggetto a pregiudizi, stigmatizzazione o discriminazione a causa del suo stile di vita, delle sue convinzioni, della sua disabilità, del suo status sociale, della sua origine etnica o altro.

I libri sono persone in carne e ossa che si mettono a disposizione dei lettori per raccontare la propria vita, spesso caratterizzata da esperienze di minoranza e di discriminazione

In questi ultimi anni HRYO ha sviluppato per la Human Library Palermo un modello di processo, mai spontaneo, ma coordinato e facilitato in tutte le fasi del suo svolgimento. Il processo culmina con l’evento in cui avviene il dialogo tra libri umani e lettori. Tanti i temi affrontati finora, dalla multiculturalità alle dipendenze, dalla disabilità alla malattia mentale, dall’orientamento orientamento sessuale alle religioni. Per ognuno di questi temi, Human Library Palermo contribuisce ad abbattere i pregiudizi diffusi, facilitando il dialogo e la comprensione della complessità delle persone e delle loro storie.

Così, in questa edizione di giugno Annamaria e Pietro hanno parlato di poliamore; Antonella, malata di sclerosi multipla, ha condiviso le difficolta di non potere più fare quasi nulla di quello che amava; Carlo ha raccontato della sua tossicodipendenza; Ceren la sua storia di rinascita dopo anni di disturbi alimentari. Chadli con la sua esperienza legata alla migrazione ci ha fatto riflettere sul diritto alla cittadinanza; Emilio, monaco Zen, ha deciso di raccontare di come ha scoperto il silenzio nel caos di una città; Ivano e Giuseppe, forti della loro esperienza di omogenitorialità, hanno donato ai lettori la loro storia e la storia di Bianca, così come Valentina e Vera, le mamme di Chiara.

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Un momento della Human Library di Palermo. Foto di Giuseppe Fontana.

Ci si è accostati pure alla religione con Luisa, ovvero suor Maria Teresa, che dopo 16 anni di clausura in monastero ora abita a Casa Àncora, una casa tra le case a Piazza Ponticello nel centro storico di Palermo. Manuela invece ha condiviso la sua esperienza di maternità, di diritti e tutele, tema poco discusso nel nostro sistema quando si tratta di monogenitorialità e femminismo.

Tra i libri umani c’era anche Mario, che affronta ogni giorno i pregiudizi e i giudizi sulla schizofrenia; Nicoletta, che è stata vittima di violenza di genere; Simona sieropositiva, che ha ripreso in mano i fili della sua esistenza con la presa di coscienza di sé, l’arte e l’associazionismo; Sonia, segnata dall’esperienza tremenda del cancro. E Vincenzo, a disposizione dei lettori riguardo al tema dell’invisibilità della disabilità.

«La Human Library è una vera e propria biblioteca con lettori, bibliotecari e un catalogo di titoli – racconta la vicepresidente di HRYO, Senem Kalafat, che è pure la referente palermitana per la Human Library –, la differenza sta nel fatto che per leggere i libri non bisogna sfogliare le pagine ma parlarci, perché i libri sono persone in carne e ossa che si mettono a disposizione dei lettori per raccontare la propria vita, spesso caratterizzata da esperienze di minoranza e di discriminazione».

«Questi libri umani vengono “presi in prestito” per la conversazione: ogni lettore sceglie il suo libro. Il metodo della Human Library® Organization è stato ovviamente da noi recepito e trasformato – conclude SenemKalafat –, dando vita a eventi e incontri che hanno saputo adeguare il modello alle esigenze di questa nostra comunità e allargando la possibilità di dialogo e ascolto.»

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