6 Lug 2023

Lelio Bonaccorso: “Nelle mie vignette No Ponte, il mio dissenso al progetto”

Scritto da: Maria Enza Giannetto

Il fumettista e illustratore messinese Lelio Bonaccorso ha voluto esprimere le sue ragioni a un convinto "no al ponte sullo Stretto" con il linguaggio del fumetto pubblicando sui suoi social 13 vignette. «Ci sono ragioni legate alla sicurezza, visto che è una zona ad alto rischio sismico, e alla vivibilità della mia città, che verrebbe trasformata in un cantiere. Inoltre non apprezzo che si utilizzi il ponte quasi come ricatto per poi avviare i lavori di altre infrastrutture necessarie alla mia Isola».

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Messina - Cortei, assemblee, riunioni e adunate. Mentre i tempi della costruzione del Ponte sullo Stretto cominciano a delinearsi, con tanto di scadenze e tabelle di marcia, le ragioni del no, radunate sotto il grande unico slogan “No ponte”, si intensificano. Dal gruppo invece del ponte alle associazioni ambientaliste, dai comitati spontanei ai cittadini che si schierano a difesa della spiaggia di Punta Faro, fino agli intellettuali che dicono la loro, come Lelio Bonaccorso con le sue Vignette no ponte.

Tante e variegate le ragioni e le espressioni del No al Ponte, con il rischio che l’estrema sintesi non dia il giusto spazio alle motivazioni. Per questo, Sicilia che Cambia ha pensato di dar voce, man mano, alle varie motivazioni di chi si sta mobilitando, non solo partecipando ai cortei e organizzando dibattiti e momenti di confronto ma anche con scelte artistiche come quella del fumettista, illustratore e autore messinese Lelio Bonaccorso, che ha deciso di illustrare in 13 vignette no ponte le sue ragioni del dissenso.

Il fumettista Lelio Bonaccorso, autore delle vignette No Ponte
Il fumettista Lelio Bonaccorso, autore delle vignette No Ponte
NELLE VIGNETTE NO PONTE ANCHE MOTIVAZIONI LEGATE ALLA SICUREZZA

«Il dibattito ora sta entrando sempre più nel vivo e così ho pensato che fosse arrivato il momento di dire la mia. Fino ad ora, pur essendo da sempre convintamente per il no e non avendone mai fatto mistero, non mi ero ancora “esposto” perché non  volevo che le mie parole potessero essere strumentalizzate e non amavo l’idea di entrare nella grande baraonda degli insulti», dice il fumettista la cui produzione editoriale ha sempre avuto anche una connotazione attivistica, con i suoi libri sulla mafia, sulle migrazioni e tanto altro, e che nella sua Messina si espone spesso a sostegno di cultura e legalità.

E così, in un pomeriggio di giugno, Lelio Bonaccorso si è dedicato a “disegnare” quelle che ritiene le questioni più importanti per dire no al ponte, pubblicando le sue vignette no ponte con un post sui suoi canali social. In particolare, Lelio ha dato spazio alla questione sicurezza. «Io penso che per un’opera del genere non debbano sussistere dubbi o remore di alcun genere sulla sicurezza. E invece su questo collegamento stabile fra le due sponde persistono varie opinioni negative che riguardano il rischio sismico su una zona che in passato ha avuto a che vedere con terremoti davvero disastrosi».

Non solo: le vignette no ponte di Lelio parlano della situazione infrastrutturale nel Mezzogiorno, della frana di Letojanni, dello svincolo di Giostra. «Diciamo che ho messo insieme alcuni dati e materiali in cui mi sono imbattuto in questi mesi e a cui spesso non viene dato abbastanza spazio, come se il parere di geologi o ingegneri che manifestano dubbi rispetto alla fattibilità e alla sicurezza dell’infrastruttura fosse solo un delirio di pazzi e complottisti».

Il ponte non è la ricetta dello sviluppo della nostra isola. Prima dovrebbe esserci il raddoppio della rete ferroviaria e la miglioria di strade e autostrade

13 FUMETTI PER SEMPLIFICARE CONCETTI COMPLESSI

E non poteva che farlo se non con il linguaggio del fumetto. «Ho voluto rendere semplici e fruibili concetti che sono estremamente complessi ma che non sono di certo campati in aria. Ciononostante le critiche non sono mancate, come se mi fossi inventato tutto. Onestamente però, anche se le mie vignette possono alimentare il dibattito e far riflettere anche uno solo dei convinti del sì, lo ritengo già un successo».

Vignette no ponte
La prima delle vignette No ponte di Lelio Bonaccorso

Lelio, come pensatore indipendente – «anche se probabilmente parteciperò al prossimo corteo», dice – ha voluto dire la sua. «Ci tengo a sottolineare di non aver aderito ad alcuna associazione, comitato o sigla e che le vignette non mi sono state commissionate. Lo dico non perché ritengo ci sarebbe qualcosa di male in caso contrario, ma proprio per rimarcare quello che credo sia il compito di un artista e intellettuale: esporsi e usare la propria arte anche a scopo sociale e civico».

«Penso che l’arte – dice – non abbia solo la funzione di evoluzione personale ma abbia anche una “funzione” di utilità sociale e civica. Quando ti rapporti con la comunità devi anche cercare di migliorarla e, se è il caso, di denunciare le storture altrimenti si tratterebbe solo di uno strumento di intrattenimento che può anche avere un senso se lo fai solo per camparci, ma tutti noi abbiano diritti e doveri civici. E io non so stare a guardare».

NELLE VIGNETTE SPAZIO ANCHE AL PARERE DEI GEOLOGI

Ma quali sono allora le ragioni espresse nelle vignette no ponte di Lelio Bonaccorso? «Innanzitutto ne faccio un discorso di sicurezza, perché non c’è assolutamente unanimità su questo argomento. Ho voluto riportare alcune considerazioni del presidente dell’ordine dei Geologi della Calabria che ha manifestato dei dubbi e ho voluto riportarli nella vignetta numero 6». Ricordiamo infatti che lo Stretto di Messina è attraversato da un sistema di faglie attive, responsabile tra l’altro del terremoto del 1908 che distrusse Reggio e Messina.

Vignette No ponte
Una delle vignette No ponte riporta le constatazioni del presidente dell’ordine geologi Calabria

«Un’altra motivazione è quella dell’impatto sulla città devastante sia dal puto di vista ambientale che della vivibilità: rischiamo di trasformare questa città in un cantiere per tantissimi anni. E poi, non nascondo che mi dà enormemente fastidio pensare che si usi l’idea del ponte come una sorta di ricatto quasi a dire: facciamolo e poi pensiamo alle altre infrastrutture. Il ponte non è la ricetta dello sviluppo della nostra isola. Prima dovrebbe esserci il raddoppio della rete ferroviaria e la miglioria di strade e autostrade».

«Poi – conclude Lelio Bonaccorso –, forse, si potrebbe pensare a un’opera futuristica come il ponte, ma sempre a patto che si rispettino le norme di sicurezza e di vivibilità della città. Insomma, i motivi sono tanti. Qualcuno dice che gli isolani che dicono no al ponte sono solo una minoranza. Mi piacerebbe proprio vedere chi calcola questi numeri. Io non so come andrà finire, ma spero prevalgano le ragioni della sicurezza e del buon senso».

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