4 Lug 2023

Mensa scolastica: come migliorare il suo impatto ambientale e ridurre gli sprechi?

Scritto da: Valentina D'Amora

L’infanzia è il momento migliore per interiorizzare tutte quelle corrette abitudini alimentari che prevengono le patologie cronico-degenerative, dall’obesità al diabete, passando per le malattie cardiovascolari. A casa quindi, ma anche a scuola. Ecco perché oggi parliamo di ristorazione scolastica, che deve contemplare non solo l’equilibrio della dieta proposta, ma anche la sostenibilità delle pietanze in menu: Genova, secondo l’ultimo report di FoodInsider, si posiziona trentanovesima su cinquantasette città italiane. Come migliorare la qualità e l'impatto della mensa scolastica genovese?

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Genova - L’ultima campanella per tantissimi bambini e bambine è suonata ormai da qualche settimana e, sentendo le loro risate e i loro giochi ad alta voce dalla finestre, mi sono ritrovata a pensare a come cambierà il mio quotidiano dal prossimo anno, quando mia figlia quasi seienne entrerà nel mondo della scuola: dai nuovi orari all’approccio educativo – che mi auguro sia il più possibile outdoor –, dal diverso rapporto che avrà con le insegnanti rispetto alla scuola infanzia alla nuova mensa scolastica.

E proprio riflettendo su quest’ultimo aspetto che, chiacchierando con altre mamme, mi imbatto nella classifica nazionale della ristorazione scolastica di FoodInsider dal punto di vista dell’equilibrio della dieta, della qualità dei piatti proposti e dell’impatto ambientale del servizio. Scorrendo le città italiane vedo che Genova è in trentanovesima posizione su 57. Non bene direi.

Quello che salta all’occhio, in ambito nazionale, è che nonostante l’Italia sia un Paese orgoglioso dei propri prodotti agroalimentari, nei menu i piatti che valorizzano le tradizioni locali sembrano merce rara. In più – e questo è un dato ancora più sconfortante – pare che i bambini consumino meno della metà del pasto servito in refettorio. Proprio su questo è importante soffermarsi, perché il tema degli sprechi sembra andare al di là della qualità del pranzo.

Ecco perché ho deciso di fare due chiacchiere con Susanna Neuhold, vicepresidente di tRiciclo – Bimbi a Basso Impatto, l’associazione nata nel 2017 da un gruppo di genitori che vogliono ridurre l’impatto delle proprie famiglie attraverso la promozione della cultura ambientale di grandi e piccoli, una minore produzione di rifiuti legati alla crescita dei bimbi e il riuso degli oggetti per maternità e infanzia.

mensa
Mensa scolastica. Foto tratta da Pixabay

Dalla app gratuita per lo scambio di vestiti e oggetti alla creazione di gruppi di acquisto, passando per le iniziative di promozione di mobilità sostenibile, l’associazione è attiva su più fronti sul territorio genovese. Recentemente i volontari hanno anche iniziato a occuparsi più attivamente di alimentazione e ristorazione scolastica, ben consapevoli del suo impatto su ambiente e salute.

Susanna, secondo l’ultimo report di FoodInsider, Genova è stata classificata al 39° posto su 57 città italiane nell’ambito della refezione scolastica. Come tRiciclo, cosa pensate di questo risultato?

La classifica di FoodInsider, basata su criteri nutrizionali ma anche ambientali, recepiti dai Criteri Ambientali Minimi istituiti dall’ex Ministero della Transizione Ecologica, mostra per Genova una situazione non molto positiva, considerando che la posizione in classifica è addirittura peggiorata rispetto all’anno prima. Il che conferma il trend generale dell’aumento della forbice tra i comuni più virtuosi e quelli peggiori.

Dalla nostra esperienza personale, notiamo un grande spreco di alimenti nelle mense scolastiche genovesi. Da Ricibo, una realtà di eccellenza nel panorama nazionale da cui stiamo imparando molto, sappiamo che nelle gare di appalto locali è prevista la collaborazione con le associazioni che recuperano e redistribuiscono le eccedenze, tuttavia, non è prevista alcuna forma di tracciatura e controllo, che vanifica quindi spesso l’obiettivo del recupero, il quale molte volte non viene applicato. Inoltre in alcuni casi – per fortuna non frequentissimi – notiamo ancora l’uso di stoviglieria monouso e il menù risulta “muto”, ovvero non presenta la possibilità di conoscere gli ingredienti delle pietanze, con particolare riferimento a quali siano di tipo biologico o locale.

Come può essere migliorabile la posizione delle mense scolastiche di Genova secondo voi?

Anche grazie al confronto con la rete Ricibo, tre sono le linee di azione che abbiamo individuato. Innanzitutto, ripetere la mappatura, già svolta qualche anno fa, sull’uso della stoviglieria monouso o lavabile nelle scuole, per poi chiedere interventi specifici alle istituzioni. Ad esempio, in alcune scuole, ancora si utilizzano bicchieri monouso per bere durante la giornata, invece di promuovere l’uso di borracce.

Vogliamo attivare un confronto con le istituzioni e con chi si occupa già del problema degli sprechi sul territorio

In seconda battuta, vogliamo incentivare la candidatura a commissari mensa dei genitori soci di tRiciclo, in modo da avere un osservatorio capillare in tutta la città su quello che succede nelle nostre mense, soprattutto rispetto agli sprechi, e attivare un confronto con le istituzioni e con chi si occupa già del problema sul territorio, come Ricibo.

Il nostro motto è “Il miglior rifiuto è quello non prodotto”, quindi, al di là della possibilità di recuperare le eccedenze a favore di persone indigenti, individuare la possibilità di attivare sperimentazioni come quelle di ormai diversi Comuni italiani delle doggy bag, l’applicazione del cosiddetto “fruttometro“, ovvero il consumo della frutta a metà mattina e non alla fine del pasto, quando i bambini sono già sazi e spesso lasciano la frutta. E poi vorremmo anche fare una valutazione delle porzioni servite.

Abbiamo notato, ad esempio, che spesso gli alimenti sono in eccedenza per permettere gli eventuali bis, eppure sul tema le indicazioni del Ministero della Salute e dell’ex MIUR sono molto chiare: “È opportuno non somministrare una seconda porzione, soprattutto del primo piatto, per evitare un apporto eccessivo di calorie e per modificare le abitudini alimentari, nell’ambito della prevenzione dell’obesità”1. Servire una seconda porzione di pasta significa spesso saziare il bambino, che non consumerà il secondo o peggio la verdura di contorno, che diventeranno dei rifiuti da smaltire.

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Foto tratta da Pixabay

Infine, individuare iniziative di autoformazione per le famiglie, per comprendere l’impatto che la nostra alimentazione ha sul pianeta, sia in termini di utilizzo di risorse – consuma il 38% delle terre emerse, il 48% delle acque disponibili e produce il 30% della CO2 mondiale – 2, di sprechi – si stima che addirittura un terzo del cibo prodotto nel mondo venga sprecato – sia in termini di scelte alimentari, per promuovere una alimentazione a base vegetale.

Quali strumenti ha la famiglia per una efficace rivoluzione dal basso in questo ambito?

Il mettersi in gioco in prima persona e l’attivismo sono le strade in cui crediamo. Pur nella consapevolezza della vita frenetica che caratterizza ormai la nostra società, è sufficiente dedicare qualche ora del proprio tempo a fare volontariato in associazioni come la nostra o a fare i Commissari mensa, per essere parte attiva e consapevole di quel processo di sviluppo della nostra comunità verso stili di vita sostenibili. Senza dimenticare l’esempio, strumento educativo fondamentale per trasmettere alle nuove generazioni il rispetto del cibo e il suo valore.

  1. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3131_allegato.pdf, Capitolo 6, La mensa scolastica, de “La nutrizione giocando, Principi base per una corretta alimentazione”, Ministero della Salute – Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – Ufficio 5 “nutrizione e informazione ai consumatori. Progetto realizzato nell’ambito del Comitato MIUR – Salute per favorire l’apprendimento di tematiche nutrizionali, privilegiando la circolarità fra la dimensione del fare, quella del sapere e quella del piacere.
  2. www.ricibo.org

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