13 Lug 2023

Il rogo della Venere degli Stracci, il dualismo tra distruzione e rinascita nell’opera di Pistoletto

Un incendio divampato ieri all’alba ha distrutto l’istallazione di arte contemporanea realizzata dall’artista Michelangelo Pistoletto in Piazza Municipio, a Napoli. Le fiamme hanno completamente sciolto la Venere degli Stracci e ridotto in cenere gli indumenti che ne facevano parte. Vi proponiamo una cronaca e un’analisi di ciò che è accaduto, arricchita dalle considerazioni di Paolo Naldini di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.

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Campania - Non il migliore dei risvegli, quello di ieri mattina, per Napoli. Una densa coltre di fumo si è innalzata in cielo, visibile da diversi punti della città. La tetra luminosità di fiamme altissime ha attirato l’attenzione dei passanti, che hanno potuto vedere la Venere degli Stracci rasa in pochi minuti completamente al suolo. Dell’istallazione artistica di Michelangelo Pistoletto resta solo lo scheletro metallico, che opaco mostra i segni di quella lotta contro la distruzione a favore di un’idea di rigenerazione che l’opera intendeva rappresentare.

La struttura in ferro che sembra così svuotata di senso piuttosto ne acquisisce di nuovi e si erge, nel suo triste epilogo, come un monito. Un atto vandalico compiuto in pubblica piazza, in un luogo che è cuore pulsante di rivolte e proteste per l’emergenza climatica, per la lotta contro la disoccupazione e il lavoro nero, per i movimenti che si battono ogni giorno per l’inclusione sociale di immigrati e senzatetto.

Venere degli Stracci

Quando l’arte scende in piazza si fa vettore di una serie di azioni sociali, inserendosi come attore in un ambiente da cui non può essere isolata, in cui vive con le sue rappresentazioni e attraverso il quale può trasformarsi secondo diverse attribuzioni di significato. L’istallazione artistica diventa così un’opera collettiva della comunità e di essa si trova ad accogliere tanto l’ammirazione quanto il rischio di farsi oggetto dei suoi conflitti latenti.

«Non sappiamo ancora cosa sia successo, stiamo facendo degli esami per comprendere se si tratti di un evento doloso o meno. Certo è che non è facile fare un rogo di un’istallazione con degli stracci che non sono poi così infiammabili, dubito che sia un evento spontaneo o accidentale», ci dice Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto a proposito dell’incendio della Venere degli Stracci.

LA VENERE È LA MEMORIA, GLI STRACCI SONO IL CONTINUO PASSARE DELLE COSE

La Venere degli Stracci dell’artista e scultore piemontese è stata per due settimane al centro della “nuova” piazza Municipio – riaperta di recente dopo lunghi lavori – in posizione centrale, tra il palazzo del Comune, la Fontana del Tritone, il Maschio Angioino e l’area del porto. «La Venere rappresenta l’umanità di oggi, chiamata a esprimere il suo lato migliore»: così Michelangelo Pistoletto aveva definito il significato della sua opera lo scorso 28 giugno, durante la sua inaugurazione nell’ambito del progetto “Napoli Contemporanea” curato da Vincenzo Trione. «La Venere che viene dalla storia della bellezza rigenera questi stracci che, di colpo, diventano opera d’arte e ritornano a vivere».

Venere degli Stracci

L’opera di Michelangelo Pistoletto rappresenta la dea dell’amore e della bellezza – in una riproduzione della statua Venere con mela dello scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen – appoggiata su un cumulo di stracci multicolore che la nascondono quasi completamente. L’equilibrio e la purezza della Venere contrastano con il disordine variopinto dei “panni”, diventando simbolo delle contraddizioni della città di Napoli, una città in cui l’arte e la bellezza guardano impotenti il degrado e l’abbandono da cui vengono circondate e nascoste. 

«La Venere degli Stracci è un simbolo dal 1967 del rapporto tra il pianeta e questa umanità stracciona e iper-consumista», spiega Paolo Naldini e la sua versione originale è conservata presso la Fondazione Pistoletto di Biella, mentre altre sono esposte al Museo Madre di Napoli, nella Tate Gallery di Liverpool e nel Museo d’arte contemporanea del Castello di Rivoli.

CHE SIGNIFICATO ACQUISISCE LA VENERE DEGLI STRACCI PER NAPOLI?

La Venere degli Stracci, manifesto dell’arte povera, riunendo in sé la coerenza dell’arte classica e il disordine della vita moderna rappresenta non solo i problemi e le contraddizioni della città di Napoli, ma di tutta la nostra epoca contemporanea. Tuttavia, il messaggio che porta con sé è di speranza. La Venere regala a quegli indumenti una nuova vita, trasformandoli in un’opera d’arte. Non più rifiuti, ma parte di quella storia e di quella bellezza che la stessa dea rappresenta.  

L’istallazione artistica diventa così un’opera collettiva della comunità e di essa si trova ad accogliere tanto l’ammirazione quanto il rischio di farsi oggetto dei suoi conflitti latenti

Quest’installazione potrebbe dar vita a numerose riflessioni sulla povertà, sulla sostenibilità, sulla direzione su cui ci stanno portando le nostre abitudini e persino sul ruolo dell’arte stessa. E di fatto ci riesce talmente bene da scatenare una violenta reazione di opposizione della coscienza collettiva, che si è fatta atto con il rogo della scorsa notte.

Se la Venere degli Stracci è stata realizzata – dalla scelta dei materiali alla sua collocazione nell’area della piazza – in modo da scongiurare il rischio di danni accidentali o legati alle elevate temperature previste dalla stagione, la sfida che ci proponiamo oggi è di cercare di dare un senso a ciò che è successo. Questo perché anche le azioni che possono sembrare caratterizzate da una certa irrazionalità non sono altro che il frutto di un disagio che non ha trovato altro modo di esprimersi se non attraverso l’atto di distruzione.

Progetto senza titolo 58

Diversi spunti di riflessione interessanti, a tal proposito, sono emersi dal confronto con Paolo Naldini, a cui abbiamo posto qualche domanda in merito all’accaduto e alla reazione della Fondazione Pistoletto alla notizia. «Il rogo di questa Venere degli Stracci diventa un simbolo di quel futuro che rischiamo di consegnare al resto della storia, un pianeta in fiamme e i suoi resti bruciati. Credo che paradossalmente anche questo rogo diventi una straordinaria, ancor che imprevista e purtroppo malaugurata, operazione che non penso chi l’ha appiccata si fosse determinato a realizzare».

«Oggi ci troviamo con un simbolo potentissimo di una situazione ormai sotto gli occhi di tutti, forse ci aiuta ancora di più a vedere che cosa stiamo realizzando», prosegue Naldini. «Tra l’altro, è significativo che, in realtà, gli stracci, prodotto dell’iperproduzione, fossero fino a pochi anni fa effettivamente bruciati negli inceneritori. Una recente direttiva europea prevede, invece, che le filiere produttive tessili si facciano carico dello smaltimento idoneo degli invenduti, degli stock e anche dell’end-of-life».

«In qualche modo chi ha operato sulla Venere degli Stracci ha fatto un po’ un passo indietro rispetto a quello che la popolazione civile, le istituzioni e le imprese stanno realizzando, cioè, prendersi cura dei nostri scarti in maniera responsabile. Oggi c’è una legislazione che ci aiuta a fare questo ma c’è chi ancora nelle pubbliche piazze agisce su questi scarti alla vecchia maniera, come quando sembrava che tutto potesse essere assorbito dal pianeta e dalla natura».

Progetto senza titolo 57
FIORI E DEDICHE SULLE CENERI, LA PROPOSTA DELLA RACCOLTA FONDI

Il rogo della Venere degli Stracci ha generato un clima di profondo sgomento tra i cittadini napoletani, che hanno adornato con mazzi di fiori e dediche la zona sotto sequestro penale della Polizia di Stato, tra auguri di rinascita – “Parole e idee possono cambiare il mondo!” – e prospettive più nostalgiche – “In memoria di quella Napoli che ha partorito artisti, filosofi e poeti”.

Intanto che proseguono le indagini, che avrebbero portato a trattenere come primo sospettato un uomo di 32 anni senza fissa dimora intercettato dalle telecamere di sorveglianza, si pensa già alla ricostruzione dell’istallazione, che risorgerebbe così dalle sue stesse ceneri nel luogo del suo disfacimento.

«Questo è un grande simbolo di rigenerazione, rappresenta la ripartenza della società e non può essere fermata, né dal vandalismo, né dalla violenza, ma dev’essere portata avanti. Lanceremo una raccolta di fondi, proprio per fare in modo che questa ricostruzione avvenga anche da una partecipazione popolare. Ne rifaremo tante, finché l’arte e la bellezza non prevarranno come già prevalgono nella nostra città». Questa la proposta di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, per il ripristino della Venere degli Stracci.

Venere degli Stracci

«Sento un forte dispiacere per i napoletani, che io amo profondamente, come penso un po’ tutto il mondo, e che mi dispiace vedere mortificati in questo momento. Nella piazza del Municipio è bruciata un’opera che metteva in luce questioni importanti e che sono sicuro corrispondesse alla loro visione, al loro impegno e alla loro creatività», conclude Paolo Naldini.

«Ma sono anche sicuro che riusciranno a trovare il loro modo di rispondere. Li immagino portare stracci sui resti fumanti della struttura rimasta e riformare e rigenerare un monito, non solo come quello che già la Venere degli Stracci rappresentava, ma anche verso coloro che provano a intimidire l’impegno per un mondo migliore, per una responsabilità sociale, per il rispetto dell’ambiente e del pianeta. Dico sempre che “l’opera, opera” e in qualche modo questa sciagura è comunque un’operazione. Bisogna vedere che cosa ne faremo noi, come risponderemo a questa operazione. E sono convinto che potremmo rispondere in maniera molto significativa e anche positiva, proprio perché siamo a Napoli, nella piazza del Municipio».

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