30 Ago 2023

Storie di Lana, uno spazio di cura condiviso attraverso l’arte e le parole

Scritto da: Elena Rasia

Uno spazio – per ora solo virtuale, domani chissà... – in cui qualunque persona può cercare rifugio insieme alla sua storia, leggera o pesante che sia. Storie di Lana si occupa di intrecciarne i fili, trasformandola in una piccola opera d'arte che cura e lo fa attraverso il suo stesso processo di genesi. Tutto ciò è stato possibile grazie ad Anastassia, che ci racconta tutti i dettagli del progetto.

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Ho conosciuto virtualmente Anastassia e la sua umanità dilagante e ho subito capito che proveniva da quella parte di mondo che non può rimanere al buio e che merita di essere raccontata. Essa è nata e continua a crescere custodendo quella preziosa visione verso ciò che ci circonda che non è esclusiva ma è inclusiva e aperta verso l’altro, in particolare verso chi sta “in fondo alla fila” e ha difficoltà a esprimersi.

Un giardino che Anastassia coltiva con dedizione e fiduciosa determinazione, tanto che non poteva rimanere solo suo ma doveva essere anche di quella collettività nascosta e penalizzata che aveva vissuto all’ombra e all’oscurità per troppo tempo. Di tutte quelle donne che avevano subito violenza e che da quella cenere soffocante volevano solamente liberarsi e rinascere, proprio come delle Fenici. 

storie di lana 1

Storie di Lana nasce a fine aprile del 2020, come un regalo, in occasione del venticinquesimo compleanno di Anastassia, e tesse sensazioni, sentimenti e racconti su lana dando vita a opere d’arte che diventano veri e propri quadri. «Nasce dall’esigenza e dall’urgenza di dare luogo, tregua e conforto a qualcosa che spesso confortante non è: la vita, nelle sue sfaccettature, nei suoi desideri troppo spesso silenziati da altro e da altri, troppo spesso vissuta senza ascolto, perché incapaci di riceverne e darne, articolare parola, emozioni, orecchio», mi racconta.

Storie di Lana è una tana, un cerchio di racconto attorno a un fuoco generativo in cui arte e autobiografia tessono un tappeto prezioso, insieme. Tutto ciò che si prova ha in serbo qualcosa da raccontare e ha un luogo cucito su ognuno di noi che ci conduce a ritrovare il nostro colore più intimo, stimolando tutti i sensi che ci appartengono. 

Ma come nasce nello specifico Storie di Lana e di cosa si occupa?

Storie di Lana nasce come un progetto che dona voce alle persone, quelle di ogni giorno, nella piccolezza del quotidiano e nelle sue meraviglie di tutti noi che contribuiamo, silenziosamente, a fare di questo mondo un luogo migliore in cui abitare. Ricamiamo la vita e la delimitiamo nel tempo per essere di ispirazione agli altri, per non dimenticarci di noi e di tutto ciò di cui siamo capaci. Usiamo le mani, per ricordarci quanto bene possono fare e che possiamo accarezzare e non solo ferire fino a uccidere, come la parola. La parola si fa fisica e diventa un quadro realizzato da te, un dove in cui raccontare che il cuore esiste e porta il tuo nome.

storie di lana 2
In che modo le persone che vivono un momento buio entrano in contatto con questo rifugio sicuro e come incominciano a dialogarci?

Il progetto è aperto a tutti. Le persone che si approcciano a Storie di Lana hanno tanto da dire ma molto spesso nessuno le ha mai ascoltate. Non è facile all’inizio perché prendersi cura di sé non è semplice, soprattutto se non lo si è fatto mai. Ma nel momento in cui ci sia addentra in questo mondo e ci si dà il permesso di lasciarsi portare, è lì che si compie la magia. Posso dire, con orgoglio, che chi si rivolge a Storie di Lana è sicuramente molto coraggioso, speciale e con un cuore enorme: mettersi in discussione, darsi parola, non è da tutti.

E poi che succede?

Condividere una parte preziosa di sé, portarla alla luce e regalarla a qualcuno, donarla alla comunità o tenerla per sé per non dimenticare è un atto di estrema generosità. Direi anche un atto politico. Ognuno diventa artista di sé stesso e si può, tutti possono: scrivere e creare non è prerogativa di grandi scrittori o grandi artisti. Gli appassionati ci scrivono su Instagram o sulla mail, ci mandano audio, ci regalano pezzi di vita preziosi da cui trarre un’opera d’arte, traduciamo i silenzi e li reinterpretiamo. 

A volte è il timore a parlare, altre volte la paura, non c’è un modo per creare o per arrivare qui: qualsiasi cosa tu stia passando sei il benvenuto. Nessuno ti giudica, nessuno ha bisogno di dirti “io ti curo, ti salvo, ti insegno”. Hai solo tu il potere di salvarti, noi ti stiamo accanto, se hai voglia. 

storie di lana 3
Che ruolo ha l’arte in questo percorso?

La scrittura e l’arte manuale, soprattutto insieme, hanno un potere spesso sottovalutato. Non hai bisogno di avere la conferma di qualcuno per essere capace di fare qualcosa, lavoriamo molto su questo aspetto, lo scopri cammin facendo, nessuno conosce meglio di te la tua vita, i tuoi perché e la tua voglia di farcela. Un quadratino di lana è capace di accogliere la tua grandezza. Sei tu che hai tanto da insegnare. 

Sembra banale, è forse lo è, ma è di banalità che siamo fatti e su quella affondiamo le radici. Ci tengo sempre a ricordare come il progetto accolga con cura e delicatezza sia la sofferenza che gli altri stati d’animo, proprio perché la vita non è solo dolore. Certo è che di dolore e di lavoro profondo su di esso siamo abbastanza esperti e qui, di certo, non si è soli per iniziare a farlo.

Com’è strutturato il vostro lavoro? 

Il vero lavoro si fa nelle ore lontane dalla lana e dai colori, quella è in qualche modo la parte più bella e forse anche la parte finale del viaggio. Prima bisogna ascoltare, prima bisogna cardare, prima bisogna immedesimarsi, fare spazio, capire ciò di cui vuoi parlare, districare i nodi e la fitta rete di maglie, per far entrare la luce. Rompere, talvolta. Si prende spunto da ciò che si vede, da quello che accade attorno e dentro di noi, poi – e solo poi – si cuciono i lembi di vita ancora vitali, lasciando andare ciò che non serve.

Cura per noi significa articolare parola. Fare spazio, esserci, tenere conto dell’altro, sempre

Seguendo il flusso delle parole, delle emozioni e l’ascolto del proprio silenzio attraverso suggestioni e spunti preziosi la scrittura biografica e autobiografica si fa largo in queste storie di vita, di lotta e di nuove opportunità di ripartenza che vengono scritte cucite e pubblicate quasi quotidianamente su Instagram e sul nostro sito.

Ogni storia ha un sapore diverso e solo allora entra in una stanza-categoria del sito apposita in base a ciò che la trama ci comunica: Le malinconiche, Le ostriche, Le sarde, Le scritte, Le rigeneranti… fino ad arrivare alla sezione del sito dedicata esclusivamente alla vita che si è salvata dalla violenza domestica, all’interno del progetto trasversale di Storie di Lana chiamato “Ma io ce l’ho fatta – Storie di vita strappate alla violenza”.

 Che significato ha per voi la parola “cura”? 

Che domanda meravigliosa, grazie. Cura per noi significa articolare parola. Fare spazio, esserci, tenere conto dell’altro, sempre. Cura è carezza. Coccolarti, ascoltarti, dare importanza a ogni cosa che dici e ogni cosa che fai. Sopra ogni cosa, restare. Restare quando tutti vanno via, noi, a tutto cuore, facciamo il tifo per te dietro le quinte quando la festa è finita, quando nessuno ti guarda, quando la festa non è per te ma sei tu che dovresti festeggiare. Ogni giorno è motivo per festeggiarti, perché è importante, perché sei importante. Cura è prendersi cura di sé. Ma è anche presa di coscienza, onestà intellettuale e responsabilità.

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State lavorando a nuovi progetti?

Stiamo continuando a portare il nostro libro in giro per l’Italia, collaborando con belle realtà, Comuni e Associazioni attenti alla salute mentale e alla cura esistono, ma bisogna cercarle e fare molto, molto di più. È un lavoro quotidiano che non si arresta mai, avere un libro in mano è strumento reale per conoscere nuove persone e farci conoscere sul territorio. Le parole delle persone sono preziose ed è importante che arrivino lontano. 

Devo ammettere che non è facile, soprattutto parlare di violenza di genere oltre un certo canone e oltre un certo godimento da talk show. Fare rete resta il caposaldo del nostro operare. Solo insieme si può costruire qualcosa di solido, solo togliendo terreno fertile all’indifferenza e all’omertà possiamo aspirare a un presente più vivibile e questo da soli non si può fare. Da soli si può fare la propria parte ed è fondamentale, ma è quando si uniscono insieme le goccioline che tutti trovano inutili che il mare può fare onda. 

Il 13 settembre saremo coinvolti nella Rome Future Week un’occasione di confronto tra quattordici professioniste provenienti da tutta Italia, di conoscenza e scambio tutto al femminile. Proseguiamo la nostra formazione continua all’Università dell’Autobiografia di Anghiari e speriamo di riuscire quanto prima a ritagliarci un luogo fisico in cui portare Storie di Lana. E questo può diventare realtà solo sperando che sempre più possano fermarsi tra i nostri fili e che possano portare le nostre parole con sé. È importante per me e per tutti quelli che credono in questa rivoluzione gentile.

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