22 Set 2023

Carla La Placa, la seed saver che coltiva grani antichi e legumi

Carla La Placa è un'agricoltrice di Catania che ha trovato il suo posto nel mondo nell'azienda agricola di famiglia a Villarosa, in provincia di Enna. Lì, da più di vent'anni, coltiva grani siciliani antichi e legumi autoctoni in biologico e li trasforma in farine, paste e prodotti a marchio proprio. Un modo per tutelare la biodiversità del suo territorio e per avere la possibilità di mangiare sano e condividere con più persone possibile una filosofia di vita.

Salva nei preferiti

Enna - Non sempre il luogo in cui si nasce è il luogo del cuore. A volte ci si sente fuori posto e c’è bisogno di trovare la propria postazione felice. È successo a Carla La Placa, catanese classe 1979 che già da adolescente nella movimentata e ridente Catania non si sentiva del tutto a suo agio e a vent’anni ha trovato la casa dell’anima a Villarosa, in provincia di Enna, tra i campi di grano dell’azienda agricola di famiglia, San Giovannello.

«Sin da bambina – racconta – vivevo con difficoltà la città. Ne comprendevo le comodità ma era in campagna che trovavo veramente me stessa. Così, subito dopo il diploma, mio padre decise di affidarmi l’azienda agricola appartenente da generazioni alla mia famiglia, a Villarosa, in provincia di Enna. Qui ho cominciato tutto da zero, imparando dalla terra, da autodidatta e ascoltando i consigli di tutti quelli che potevano insegnarmi qualcosa».

Carla La Placa
Carla La Placa tra i campi di grano della sua azienda agricola San Giovannello
CARLA LA PLACA, AGRICOLTRICE A TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

L’esperienza di San Giovannello inizia di fatto con un agriturismo. I genitori di Carla, entrambi insegnanti, avevano sempre sognato di aprire un’attività di ricezione in campagna. E così a vent’anni Carla si ritrova a vivere questa avventura. Un’avventura che lei coniuga al suo amore per la terra e per il mangiar sano e vivere bene, tanto da pensare che ai suoi ospiti avrebbe dovuto far mangiare cibo di qualità, della tradizione e che parlasse del territorio. Così, anno dopo anno, comincia a inserire la coltivazione di questi prodotti nel proprio terreno e a utilizzarli per le proprie ricette.

«Ho cominciato a produrre cereali di alta qualità e dal 2001 coltivo in biologico grani e legumi antichi. In realtà li coltivavo ma poi non sapevo a chi farli lavorare perché vent’anni fa non c’era neanche tutto questo interesse per questi grani. In questo modo ho iniziato a lottizzare il terreno trasformandolo da monocoltura a vero e proprio scrigno di biodiversità del territorio». L’azienda agricola di Carla infatti è per circa la metà in produzione di cereali, intervallata da piccoli appezzamenti coltivati a ulivi e mandorli.

Sono un’agricoltrice e amo profondamente la mia terra e mi piace pensare che nel mio piccolo contribuisco alla salvaguardia della biodiversità di questi territori

«Nel tempo ho dedicato piccoli spazi alla coltivazione dello zafferano e dei ceci e ho scoperto l’esistenza di legumi e cereali tipici del territorio ennese e siciliano, decidendo di intraprendere nuovi percorsi produttivi. Oggi la mia specialità è la proprio coltivazione di legumi e grani antichi siciliani, che contribuisco a preservare dall’estinzione». Carla può ben definirsi una seed saver quindi, perché il suo lavoro fa sì che varietà autoctone vengano salvaguardate e mantenute. Un’attività che ha intrapreso avvicinandosi anni fa al mondo della stazione consorziale di Granicoltura per la Sicilia e conoscendo Giuseppe Li Rosi e Simenza.

«Peraltro – aggiunge – nel 2005 la stazione mi regalò un chilo di preziosissimi semi della lenticchia nera delle colline ennesi [oggi presidio Slow food e coltivata anche dall’azienda Agrirape, ndr]. Non conoscevo né la forma delle piante né la pratica culturale e soprattutto non conoscevo i loro baccelli ma ho imparato da autodidatta, osservando e migliorando a partire dai miei errori. Tra l’altro, man mano, ho imparato a realizzare ricette antiche e a sostituire i prodotti industriali con prodotti del territorio. Una cosa che continuo a fare e che codivido sul blog del mio sito».

Carla La Placa
Nell’azienda agricola San Giovannello si produce anche olio d’oliva

«Pian piano – continua Carla – ho iniziato a seminare varietà antiche, ormai in via di estinzione, come la cicerchia di Aidone o la fava larga di Leonforte, il cece rosso di Cianciana, il grano Timilia. E coltivo tutto in biologico. Le pratiche colturali nella mia azienda seguono i ritmi dell’agricoltura naturale, alternando produzioni di cereali e legumi. “Bio” per me non è solo un marchio per rendere i miei prodotti più costosi ma un impegno costante e duraturo per essere sicuri che la terra continui a essere fertile».

CON I CLIENTI CARLA LA PLACA CONDIVIDE UNA FILOSOFIA DI VITA E MANGIAR SANO

Al momento però l’agriturismo è chiuso perché l’imprenditrice, dopo la pandemia e la morte del papà, ha deciso di prendersi del tempo per capire meglio se andare avanti con la ricettività o continuare a seguire solo la parte della produzione di cibo di qualità. «Sono un’agricoltrice, amo profondamente la mia terra e mi piace pensare che nel mio piccolo contribuisco alla salvaguardia della biodiversità di questi territori. Lo faccio con passione e determinazione ma è soprattutto l’amore per la Natura che mi spinge a fare del mio meglio anche per migliorare il mondo in cui viviamo e il modo in cui mangiamo».

Carla La Placa
Ceci neri coltivati nell’azienda agricola San Giovannello

«Quella dell’agriturismo per me è stata un’esperienza incredibile. Amavo accogliere gli ospiti e dar da mangiare pane e dolci che realizzavo con le mie mani impiegando le mie farine. Un modello che risponde a un’idea di turismo relazionale integrato che amo particolarmente e che mi piacerebbe poter riprendere presto». Al momento Carla continua a produrre grani e legumi di qualità che vengono trasformati in pasta e farine in laboratori extra aziendali con i quali, dopo anni di collaborazioni, ha instaurato un forte legame di fiducia.

E per arrivare anche ai clienti più lontani , ora ha messo su un e-commerce. «In effetti, oltre a trovarmi al mercatino A Fera Bio di Catania e in qualche piccolo negozio in città, in molti casi, per esempio quando si tratta di Catania o di zone limitrofe all’azienda, sono io stessa a consegnare i prodotti, perché questo mi permette di mantenere un bellissimo rapporto con i miei clienti con i quali condivido una vera e propria filosofia del mangiar sano e vivere bene. Per me quella della terra non è semplicemente un lavoro e un modo per vivere ma una vera missione».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”
Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

Santa Maria La Palma, quando nel vino batte un cuore sardo – Io Faccio Così #401
Santa Maria La Palma, quando nel vino batte un cuore sardo – Io Faccio Così #401

Chiusa Grande e i vini biologici concepiti con “vinosophia”
Chiusa Grande e i vini biologici concepiti con “vinosophia”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(7) "sicilia"