5 Set 2023

Well Impact: quando la partecipazione culturale è salute

Tra il 2020 e il 2022 la Fondazione Compagnia di San Paolo ha promosso il programma Well Impact per sperimentare gli effetti della partecipazione culturale sul benessere e la salute delle persone attraverso formazione e interventi prototipali sul territorio ligure e piemontese. Ne parliamo in questo articolo, che fa parte di una serie di approfondimenti, realizzati in collaborazione con Hangar Piemonte, per raccontare la trasformazione culturale di persone, organizzazioni e comunità.

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Torino - La programmazione europea del periodo 2021-2027 è caratterizzata da una forte attenzione alla relazione tra cultura e salute. Le politiche culturali europee riconoscono l’importanza di investire sul tema, così come le politiche di coesione che intendono sperimentare “modalità di promozione del benessere mediante pratiche fondate sulla cultura”.

Questa attenzione non ha radici storiche antiche. Soltanto nel 2018 la Nuova agenda della cultura europea ha posto tra i suoi pillars le interazioni tra partecipazione culturale, benessere e salute, aprendo un orizzonte di lavoro rilanciato nel 2019 da un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contenente evidenze empiriche sull’impatto positivo della cultura nei percorsi di prevenzione e di cura.

In pochi anni dunque, il tema ha assunto centralità nelle agende politiche. In questo breve arco di tempo alcuni enti italiani hanno fatto da pionieri, sostenendo delle sperimentazioni sul rapporto tra partecipazione culturale e salute. Tra questi, la Fondazione Compagnia di San Paolo, che nel 2020 ha avviato il programma Well Impact.

Well Impact
WELL IMPACT, UNA RICERCA TRA CULTURA E SALUTE

Well Impact è composto da diverse linee di azione. Il programma è stato avviato con la scrittura di in un position paper commissionato al professore Pierlugi Sacco, contenente precise indicazioni programmatiche. È proseguito con la ricerca “Cultura e Salute”, una mappatura di progetti già esistenti sulla cultura per il benessere e la salute, condotta da Fondazione Medicina a Misura di donna, alla quale hanno risposto 247 soggetti raccontando 389 progetti.

L’azione più consistente per numero di attività è stato il Cultural Welfare Lab (CWLab), un laboratorio sperimentale triennale che la Fondazione ha creato per co-progettare e implementare 4 progetti pilota, 4 webinar tematici e 4 laboratori territoriali sul rapporto tra partecipazione culturale, salute e benessere. Nell’ambito del programma, la Fondazione ha inoltre sostenuto un piano di sviluppo triennale per la fase di start up del Cultural Welfare Center, un centro di elevate competenze esperte nel campo dei cross over culturali. Well Impact ha coinvolto circa 2800 soggetti dal mondo della cultura, del sociale, della sanità e dell’educazione.

Il primo passo del CWLab è stato la creazione di un comitato scientifico presieduto da Pierluigi Sacco, economista della cultura, e composto dall’economista della cultura Annalisa Cicerchia, dal giornalista Luca De Biase, dal neuroscienziato Vittorio Gallese, dal medico e ricercatore Enzo Grossi e dalla biologa Donatella Tramontano. «Il comitato scientifico ha avuto il ruolo di aiutarci a prendere decisioni, a capire alcune declinazioni del tema e dei risultati. I membri hanno fatto da tutor ai progetti, aiutando i gruppi di lavoro a strutturarsi e funzionare», racconta Beatrice Sarosiek, project manager del CWLab.

In ogni progetto si è dimostrato un nesso causale tra le attività e un miglioramento misurabile e statisticamente significativo in alcune dimensioni del benessere e della salute

I PROGETTI COINVOLTI

Le diverse attività del CWLab hanno operato su piani e con strumenti diversi. I webinar hanno messo in dialogo esperti di cultura e di salute tra loro e practioner operanti in diversi contesti, i laboratori territoriali hanno alternato momenti teorici a workshop in presenza in 4 città diverse, i 4 progetti prototipo hanno indagato diverse declinazioni della relazione tra partecipazione culturale e salute.

Il progetto Dedalo Vola, con capofila l’ASL di Vercelli, ha lavorato sulla relazione tra partecipazione culturale e prevenzione primaria. Ha promosso esperienze attive di lettura, teatro, musica e altre attività culturali per favorire l’invecchiamento attivo. Il progetto Verba Curant, dell’azienda ospedaliera di Alessandria e Scuola Holden, si è concentrato sulla relazione tra partecipazione culturale e relazione di cura. 90 professionisti sanitari hanno partecipato ad un corso sulle tecniche della narrazione per rendere più empatica la comunicazione con i pazienti.

Il progetto Cultura di base, con capofila la Fondazione per l’architettura, invece, si è occupato della relazione tra partecipazione culturale e umanizzazione dei luoghi di cura. 5 studi di medicina generale sono stati spostati in luoghi della cultura (musei, biblioteche, presidi culturali) per migliorare il benessere di medico, paziente e la relazione tra i due, attraverso la permanenza in “architetture intense”, di qualità, capaci di comunicare emozioni.

Infine, il progetto Danzarte, con capofila il Dibris dell’Università di Genova, ha operato sul tema del benessere e della cura nelle istituzioni culturali. 148 persone over 65 a rischio fragilità hanno partecipato a laboratori di danza in cui riproducevano movimenti di alcune opere pittoriche. L’analisi istantanea della qualità del movimento generava suoni e manipolazioni dell’immagine, secondo un piano di stimolazione definito dallo staff clinico per migliorare le condizioni psicofisiche dei partecipanti. 

LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI

Il CWLab è stato oggetto di due valutazioni: una complessiva di processo, affidata a Codici Ricerche, e una valutazione per i progetti prototipali, affidata ad ASVAPP. «La particolarità di questi progetti – racconta Simone Martino della Direzione Pianificazione, studi e valutazione della Fondazione – è che sono nati con l’obiettivo di essere valutati, di vedere se ci sarebbe stato un impatto statisticamente significativo, misurandolo con la metodologia più rigorosa possibile. Ci siamo posti due obiettivi: imparare e dialogare con la comunità scientifica portando risultati costruiti secondo standard rigorosi».

Per la valutazione dei risultati, condotta da ASVAPP, è stata utilizzata la metodologia controfattuale in 3 casi e la metodologia pre post in un solo caso, la misurazione è avvenuta su diverse scale del benessere, dell’empatia e della resilienza (tra cui WEMSBS Warwick-Edinburgh mental well-being scale, PGWBI-S psychological general well-being index short, MHC-SF mental health continuum short form, JES jefferson empathy scale, RS-14 resilience scale). «In ogni progetto si è dimostrato un nesso causale tra le attività e un miglioramento misurabile e statisticamente significativo in alcune dimensioni del benessere e della salute, il che non è poco, considerando che erano tempi di pandemia», sostiene Simone Martino.

Well Impact1

E poi ci sono altri risultati, più difficili da misurare: «Ci sono stati momenti molto emozionanti, come l’infermiere che si è commosso durante il laboratorio di narrazione», racconta Beatrice Sarosiek. La valutazione di processo invece è stata sviluppata «come una pratica riflessiva con un impianto partecipativo», spiega Simona Colucci di Codici Ricerche, «per questo, tutti i punti di vista sono stati valorizzati». E con questo approccio sono stati valutati gli scostamenti tra obiettivi ed esiti, individuando elementi di processo correttivi in corso d’opera.

Adesso che la relazione tra partecipazione culturale e salute ha preso spazio nelle agende politiche, il lavoro della Fondazione Compagnia di San Paolo sul tema continuerà sostenendo la trasferibilità dai progetti pilota alle policy, accompagnando i territori alle candidature a bandi pubblici attraverso risorse progettuali o finanziarie, divulgando ricerche sul tema e aggiornando la mappa perché diventi patrimonio collettivo. L’intento rimane quello di abilitare enti e persone a pensare e agire in modo crossettoriale per moltiplicare le opportunità di benessere attraverso la cultura.

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti frutto della collaborazione fra Hangar Piemonte e Italia Che Cambia che ha lo scopo di raccontare la trasformazione culturale che stanno mettendo in atto persone, organizzazioni e intere comunità intorno a noi.

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