17 Nov 2023

A Ragusa torna il Maccia Festival: “La Sicilia brucia? Noi la riforesteremo!”

Scritto da: Selena Meli

L'11 e il 12 novembre a Ragusa si è tenuta la seconda edizione del Maccia Festival, un evento organizzato dalle associazioni delle rete Carato per riflettere sull'importanza di rinverdire le nostre città. Percorsi di apicoltura, escursioni in bici, passeggiate guidate, un bibliobus attrezzato con una libreria itinerante e un passaporto verde per premiare i partecipanti.

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Ragusa - L’estate del 2021 rimarrà sempre impressa nei miei ricordi. È stata una stagione di vasti incendi in Sicilia, quella in cui è andata a fuoco la riserva di Calaforno a pochi chilometri da casa mia e in cui per la prima volta ho visto le fiamme divorare in pochi minuti le colline che circondano il cretto di Burri, a Gibellina, durante una vacanza in quelle zone. Le cose purtroppo non sono migliorate negli anni successivi, come abbiamo raccontato più volte su queste pagine.

Quell’estate la ricorderò anche perché ricevetti una telefonata importante da parte di Kutluhan Özdemir che, allarmato per la stessa situazione incendi in Grecia e con lo sguardo e il cuore tesi alla Sicilia, terra che più volte lo ha accolto per la sua attività di divulgazione, fece un chiaro invito all’azione: se la Sicilia brucia, noi la riforesteremo!

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Da quella telefonata si susseguirono messaggi, chiamate e riunioni che sfociarono in una bella e partecipata edizione del Seedball Festival a Ragusa, accolta dalle associazioni della rete Carato. Quell’esperienza non si è fermata lì: è continuata dando vita al Maccia Festival, una manifestazione dedicata ai temi della riforestazione e della cultura del verde che, anche quest’anno, per la seconda volta ha animato e rinverdito la città di Ragusa.

Un’edizione particolarmente ricca, dedicata al rapporto tra ambiente e società, con un forte accento sulla importanza di piantumare e di farlo bene. Del perché sia importante piantare alberi vi abbiamo parlato più volte, ma vale la pena ricordare che gli alberi producono ossigeno, assorbono CO2, sono una fonte di cibo, legna, donano frescura alle nostre città nei periodi estivi e frenano l’erosione e il consumo di suolo per cui la provincia di Ragusa detiene un triste primato.

Allo stesso tempo piantare un albero può diventare il pretesto per avvicinarsi alla cura della terra e colmare quel divario tra essere umano e natura che le nostre città, sempre più cementificate, hanno contribuito a creare. In tal senso mi è sembrata particolarmente azzeccata la scelta di convogliare molte attività di questa edizione al Bimbosco, un angolo di verde in continua crescita nel quartiere Selvaggio di Ragusa, fortemente voluto e realizzato da un residente.

Un’edizione particolarmente ricca, dedicata al rapporto tra ambiente e società, con un forte accento sulla importanza di piantumare e di farlo bene

Nel raccontarlo a Giampiero si illuminano gli occhi. Lui che quel luogo lo ha sognato e coltivato mettendo a dimora il primo albero, ma lo ha anche donato alla comunità invitando gli abitanti della zona ad arricchirlo di piante, alberi, cartelli colorati, panchine, materiali di scarto trasformati in fioriere. «Questo luogo è di tutti – ha ribadito più volte domenica nel suo discorso di fronte a decine di persone armate di zappe e picconi e pronte a lasciare la loro impronta – e tutti se ne prendono cura». A dimostrarlo sono proprio gli alberi che in questi tre anni sono diventati centinaia. Carrubi, querce, mandorli, fichi, ulivi, meli, ma anche tante erbe commestibili.

Il Bimbosco è stato solo uno dei vari luoghi toccati dall’energia verde di tanti adulti e bambini che hanno partecipato alle numerose attività del Maccia Festival. Percorsi di apicoltura, pranzi condivisi, escursioni in bici, passeggiate guidate e laboratori di cosmesi naturale, persino un bibliobus attrezzato all’interno di un camper per portare la lettura anche negli angoli della città dove la cultura fa più fatica ad arrivare, ma anche dibattiti per pensare e progettare insieme nuove azioni per la città.

I tavoli tematici sono stati una della novità di questa edizione, anche se per per via di una partecipazione forse meno numerosa rispetto alla previsioni si sono trasformati in unico cerchio condiviso e diversificato, ma sicuramente unito da proposte concrete avanzate da associazioni, aziende, cittadini e cittadine e da una nutrita parte dell’amministrazione comunale che ha teso le orecchie per accogliere nuove idee.

maccia festival bibliobus

Il movimento antincendio ibleo, ad esempio, ha sottolineato l’importanza di rafforzare le reti di vicinato nelle attività di segnalazione degli incendi. Nello Coco di Attrazione Elettrica ha parlato di mobilità sostenibile, evidenziando come soprattutto nei tragitti quotidiani ripetuti casa-lavoro-scuola ci sia ancora troppa dipendenza dall’automobile, giustificata anche da una carenza del trasporto pubblico. L’agrotecinico Michael Cabibbo ha insistito sulla necessità di colmare la distanza tra essere umano e natura, utile anche ad attenuare episodi di ecoansia che, in base alle stime, sembrano aumentare vertiginosamente soprattutto tra le giovani generazioni.

Di amore e passione per la cura della terra ha parlato invece Peppino Lissandrello, riflettendo su com’è cambiato il lavoro in lavoro nelle nostre campagne. «Prima si viveva più a contatto con la natura, senza interferenze di macchinari, avvalendosi di uno spirito di osservazione come ci insegna la permacultura. Dobbiamo provare a scardinare alcuni meccanismi che il mercato capitalistico ci ha inculcato e recuperare un approccio circolare alle risorse».

Cosa avverrà dopo questa edizione del Maccia festival? Per Gaia Nicastro – co-organizzatrice del festival – è stato il punto di partenza per far comunicare generazioni diverse. «Per questo abbiamo scelto il Centro Teatro Studi come spazio principale di questa edizione frequentato generalmente da persone più adulte, legandolo con un filo invisibile al Bimbosco. È stato il nostro tentativo, credo riuscito, di far comunicare generazioni spesso in disaccordo sul tema della crisi climatica. Abbiamo provato a dare un segnale forte sull’importanza di curare gli spazi verdi ma anche informarsi, studiare, analizzare e proporre nuove idee per la città». Perché lo sappiamo: ognuno di noi può fare la sua parte.

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