Caccia, una nuova proposta di legge di iniziativa popolare per abolirla
Alcune associazioni ambientaliste hanno depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione della caccia.
Lunedì 23 giugno le associazioni Animalisti Italiani, ENPA, LAC, LAV, LNDC Animal Protection e OIPA hanno depositato in Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione della caccia in Italia. L’iniziativa è una risposta al DDL Caccia promosso dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, tra le varie cose, punta a estendere l’attività venatoria anche nelle aree oggi protette.
La proposta di legge di iniziativa popolare mira, oltre all’abolizione della caccia, a rafforzare la tutela di lupi e orsi, ampliare le aree parco e vietare l’ingresso dei cacciatori nelle proprietà private. «Questa proposta dà voce alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani, da sempre contrari alla caccia. Bastano 50mila firme sulla piattaforma ufficiale del governo perché il Parlamento sia obbligato a discuterla», ha dichiarato Massimo Vitturi (LAV).
Le azioni non finiscono qui. All’indomani della presentazione del DDL Caccia al Senato avvenuta lo scorso 21 giugno, 46 sigle ambientaliste rappresentative del mondo ambientalista, animalista, scientifico e del comparto economico sostenibile, hanno chiesto formalmente di essere ascoltate da tutti i Gruppi parlamentari confidando nella sensibilità e nel senso di responsabilità delle forze politiche di maggioranza. In realtà avevano già avanzato la medesima proposta al Ministro senza mai ricevere risposta.
Secondo le 46 sigle, questo disegno di legge non è solo grave ed inaccettabile nei contenuti, ma è anche incompatibile con la volontà della maggioranza degli italiani che vogliono più tutela per l’ambiente, più sicurezza, a partire da chi può accedere alle loro proprietà, più benessere animale, più rispetto per i beni comuni.
Il testo del DDL presentato in parlamento ricalca quasi integralmente la bozza ministeriale già resa pubblica dalle associazioni. Le modifiche apportate sono minime e del tutto insufficienti a mitigare la gravità del provvedimento. Un esempio emblematico è il caso della caccia in spiaggia: viene mantenuta la possibilità di cacciare nelle aree demaniali escludendo esplicitamente solo il demanio marittimo.
Come evidenziato dalle 46 sigle, il disegno di legge impone una visione distorta della caccia, indicandola come strumento di tutela della biodiversità, introduce una sanatoria per i trafficanti di uccelli usati come richiami vivi, ribalta il principio di prevalenza della protezione della natura, come stabilito dalla Costituzione, dalla normativa europea e dalla giurisprudenza italiana, e trasforma le aree protette da valore da difendere a “problema” da contenere.
A questo link trovate l’analisi dettagliata del WWF al DDL Caccia.
Clicca qui per ulteriori approfondimenti e per firmare la proposta di legge di iniziativa popolare.






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