30 Dic 2021

12 cose belle successe nel 2021 – #436

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Manca poco alla fine dell’anno, e come alla fine di ogni anno è il momento di ripercorrere le notizie più importanti. Il mondo dell’informazione quest’anno è stato monopolizzato da un unico argomento, il Covid, trattato spesso in maniera superficiale, allarmistica, sensazionalistica. Ma nel frattempo sono successe anche altre cose, e alcune di queste cose sono bellissime notizie. Perciò ecco a voi una raccolta in ordine sparso delle 12 notizie più importanti che magari ci siamo persi per via del Covid.

1. Nascita di nuovi coralli

Partiamo con due notizie legate alla salute degli ecosistemi. A novembre I coralli in Australia si sono riprodotti in proporzioni record. La barriera corallina è un ecosistema chiave del pianeta ma è minacciata dall’azione dell’uomo, in particolare, sembra, dal riscaldamento delle acque e dall’acidificazione degli oceani, entrambi fenomeni connessi con il cambiamento climatico. Tant’è che negli scorsi anni si è assistito all’allarmante fenomeno dello sbiancamento dei coralli. Quest’anno, nella notte di martedì 2 novembre, i coralli che formano la Grande Barriera hanno rilasciato in massa, in modo simultaneo, sperma e uova, dando vita ad un fenomeno riproduttivo di proporzioni enormi. Tutte le specie di coralli presenti nella barriera hanno contribuito a questo spettacolo, riproducendosi in sequenza una dopo l’altra, in un valzer di colori incredibile, che dimostra ancora una volta la resilienza della natura.

2. Specie non più a rischio estinzione

Restando in tema, quest’anno diverse specie hanno dato forti segnali di ripresa. A luglio la Cina ha dichiarato il Panda gigante non più a rischio estinzione. ll miglioramento delle condizioni di vita della fauna selvatica cinese è dovuto all’impegno del Paese nel creare un sistema piuttosto ampio di riserve naturali, con lo scopo di proteggere vaste aree di ecosistemi naturali in modo sistematico e completo. Già alla fine del 2019 la Cina aveva 11.800 riserve naturali, che coprivano il 18% della superficie del Paese.

Assieme al Panda Gigante, in Cina la popolazione di diverse specie rare e minacciate è gradualmente in ripresa, fra cui tigri siberiane, elefanti asiatici, ibis crestati, antilopi tibetane e cervo milu. Ricordiamoci che al di là del dispiacere per gli animali carini che scompaiono, ogni volta che si estingue una specie, il suo patrimonio genetico unico, frutto di milioni di anni di evoluzione si perde per sempre, rendendo, gli ecosistemi un po’ più fragili e il nostro Pianeta un po’ più povero e inadatto a ospitarci.

3. End of Cage Age

Il 30 giugno è stata una giornata storica per la protezione degli animali. In quella data infatti, la Commissione Europea si è impegnata a eliminare le gabbie negli allevamenti di animali in tutta l’Unione entro il 2027, facendo seguito a un’iniziativa dal basso dei cittadini europei chiamata End of Cage Age, che ha raccolto 1,4 milioni di firme. Non c’è ancora una proposta legislativa vera e propria, ma la commissione si è impegnata a presentarla entro il 2023. È un passo in avanti verso l’eliminazione degli allevamenti intensivi, una delle principali cause della crisi climatica, oltre che fonte di sofferenze atroci per gli altri animali.

4. Vaccino contro la malaria

A ottobre, per la prima volta, l’Oms ha approvato un vaccino contro la malaria. Di vaccini si è parlato fin troppo, e male, quest’anno. Ma oltre a quelli tanto dibattuti sul Covid, c’è stato altro vaccino che potenzialmente può avere un impatto persino maggiore, ovvero il vaccino per la malaria. La malaria Malattia miete 400mila vittime ogni anno, 2/3 delle quali di età inferiore ai 5 anni. Bambini. Con la differenza, rispetto al Covid, che il 94% dei casi si registra in Africa. Il nuovo vaccino non sembra molto efficace, previene il 39% dei contagi e il 29% dei casi gravi. Ma sembra che se unito ai comuni farmaci antimalarici, può ridurre fino al 70% i ricoveri ospedalieri e i decessi. Dopo l’annuncio dell’Oms, la società che lo produce, la GSK, si è impegnata a fornire fino a 15 milioni di dosi all’anno ai paesi in cui la malaria è considerata una malattia ‘endemica’ con una maggiorazione sul prezzo che non superi il 5% del costo di produzione. 

5. Stop a imballaggi

Molte nazioni hanno introdotto norme stringenti per quanto riguarda gli imballaggi, e stanno sperimentando sistemi di deposito cauzionale. Non in Italia, purtroppo, dove il recepimento della normativa europea Sup (single use plastics) è stata un bel pastrocchio. Ma in altri paesi è andata decisamente meglio: la Francia ha annunciato lo stop agli imballaggi usa e getta per molti prodotti ortofrutticoli da gennaio 2022, e l’eliminazione della plastica usa e getta da tantissimi prodotti e tutti gli imballaggi entro 2040, oltre a misure per favorire il riutilizzo degli oggetti, la lotta all’obsolescenza programmata e il miglioramento dei sistemi di produzione. 

In Spagna dal 2023 non saranno più vendute in imballaggi di plastica frutta e verdura confezionate in lotti di peso inferiore a un chilo e mezzo. Quindi spariranno quelle miniconfezioni iperimballate di frutta e verdura.

In Germania dal 2023 ristoranti, bistrot e caffetterie dovranno poter vendere (anche a domicilio) bevande e cibo da asporto anche in contenitori riutilizzabili, senza che vi sia un costo aggiuntivo. 

6. Piantare alberi

E’ stato anche un anno importante per la riforestazione. Prima di volare a Glasgow per partecipare alla Cop26 – di cui qui non parleremo perché non è che sia stato questo gran successo – i leader dei 20 paesi dalle economie più grandi e inquinanti, riuniti nel G20, hanno condiviso l’ambizioso obiettivo di piantare collettivamente mille miliardi di alberi, concentrandosi sugli ecosistemi più degradati del pianeta, sollecitando altri paesi a unire le forze per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030 con il coinvolgimento del settore privato e della società civile.

Intanto a Basilea sono usciti i primi studi che sugli effetti della strategia di rinverdimento della città. A Basilea infatti da 15 anni è necessario predisporre un tetto verde per qualsiasi nuova costruzione o grossa ristrutturazione. Ce ne sono più di 4000 in città e la qualità dell’aria è aumentata incredibilmente, e gli orti urbani sui tetti iniziano a svolgere anche un ruolo interessante nella resilienza alimentare della città

7. Rinnovabili da record

Nonostante la crisi energetica il 2021 è stato ancora un anno record per le rinnovabili. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale per l’energia le nuove installazioni di energia pulita in tutto il mondo avrebbero raggiunto quota 290 gigawatt, battendo così il 2020 e toccando un livello mai raggiunto prima. Le rinnovabili sono anche ormai incredibilmente economiche rispetto alle fonti fossili e convenienti da tutti i punti di vista. 

8. Divestment dalle fonti fossili

Tant’è che, e arriviamo al punto numero 8, anche la finanza se n’è accorta. Il 2021 è stato un anno record anche per il cosiddetto divestment, ovvero il disinvestimento dalle energie fossili. Al punto che potrebbe essere l’anno in cui il fenomeno ha superato il punto critico e si avvia a diventare la norma. Pur con tutti i loro limiti, i grandi fondi d’investimento hanno iniziato a spostare risorse e capitali con una velocità senza precedenti dalle energie fossili verso la cosiddetta Green economy. La Harvard University, la Ford Foundation, la banca francese Banque Postale e tanti altri fondi e istituzioni finanziarie pubblici e privati hanno annunciato che avrebbero disinvestito dai combustibili fossili. Il che significa un sacco di soldi in meno per estrarre e bruciare petrolio, carbone e gas (anche se sul gas siamo un po’ più distanti e qualcuno prova ogni volta ad infilarlo fra le rinnovabili) e un sacco di soldi in più per fare cose potenzialmente sensate. Poi certo, la finanza fa quel che sa fare, soldi. Può farli un po’ meglio o un po’ peggio, ma sempre quello fa. Non possiamo chiedergli di cambiare il sistema economico, cosa di cui c’è altrettanto bisogno. Ma anche da quel punto di vista ci sono segnali interessanti, come dimostra la prossima notizia.

9. Decrescita sempre più istituzionalizzata

Già lo scorso anno ne abbiamo visti i primi spiragli, che ora iniziano ad essere dei varchi interessanti. Di cosa parlo? Del superamento del concetto di crescita economica, a livello istituzionale. Se da un lato il pil del mondo non è mai stato così grande e si appresta secondo le stime a superare quota 100mila miliardi nel 2022, dall’altro la sua popolarità è in calo, e la pandemia ha mostrato ulteriormente e in vari modi che ricchezza non vuol dire per forza benessere. 

L’agenzia europea per l’ambiente ha prodotto ben due documenti rivoluzionari in cui dicono chiaro e tondo (per quanto chiare e tonde si possano dire queste cose in ambito istituzionale) che la crescita economica potrebbe essere inconciliabile con la sostenibilità ambientale. E che quindi tutto il paradigma della crescita verde su cui si basa anche il Green Deal europeo, andrebbe perlomeno rivisto. Concetti come decrescita, post crescita, economia della ciambella, sono passati da essere appannaggio di “quelli che volevano tornare a vivere nelle caverne”, come li hanno definiti più di un politico tempo fa, a essere modelli d’ispirazione per alcuni organismi istituzionali sui cui report si basano politiche dell’Unione. 

10. Cambiamento nel lavoro

Il lavoro ha cambiato faccia radicalmente. Ne abbiamo parlato da poco, ma ridiciamocelo per essere sicuri di sedimentare l’informazione. Negli Stati Uniti abbiamo osservato il Big Quit, una ondata di dimissioni di massa dal lavoro, per giunta in un periodo di stagnazione economica. In Islanda la sperimentazione della settimana lavorativa corta ha dato risultati incredibili, con le persone che hanno mostrato di lavorare meglio e persino di più, riducendo gli orari di lavoro. In Portogallo è stato proibito ai datori e le datrici di lavoro di mandare messaggi di lavoro dopo l’orario previsto. Il lavoro è uno degli ultimi tabu, in Italia lo abbiamo messo anche al primo articolo della Costituzione, ma il tabu inizia a scricchiolare. Fra i tanti modi in cui dobbiamo trasformare la nostra società, uno è di sicuro un ripensamento del lavoro, per abbandonare il concetto di lavoro in quanto tale e ricollegarlo al senso. Siamo l’unica specie al mondo che si inventa modi inutili per impiegare il tempo. Il leone una volta che ha lo stomaco pieno riposa, noi cerchiamo lavoro. 

11. Reddito di base universale

Certo, non possiamo riversare questa responsabilità solo sulle spalle dell’individuo, perché, per quanto sia possibile (e come ci mostra Daniel Tarozzi nel suo nuovo libro Cambia-menti anche più facile di quanto pensiamo), è difficile immaginare che tutti possano trasformare di punto in bianco le proprie vite, lasciare i propri lavori per cercarne altri più sensati. E allora è importante, al tempo stesso, creare sistemi che facilitino questo passaggio. Tipo un reddito di base universale. Ed ecco che il 2021, zitto zitto, anche da questo punto di vista ci ha portato delle novità interessanti. In Galles, Spagna, Germania e nei paesi scandinavi stanno partendo e sono partiti esperimenti molto interessanti da questo punto di vista, in Kenya invece sono stati analizzati i risultati dell’esperimento condotto negli scorsi anni, risultati decisamente promettenti. 

12. Sperimentazioni modelli democratici

E stato anche un anno di cambiamento politico e dei sistemi democratici. Almeno un pochino su. Innanzitutto è apparso lampante, perlomeno a chi aveva occhi per osservare, come gli attuali modelli democratici, basati sulle elezioni, i partiti, i concetti di maggioranza e minoranza, siano obsoleti e profondamente inadatti a gestire situazioni di crisi come quella pandemica attuale. E, spoiler alert, avremo altre crisi, anche più gravi da affrontare nel prossimo futuro. Citando E. O. Wilson, fondatore della sociobiologia, colui che ha coniato il termine biodiversità e che ha immaginato per primo la biofilia, e che è scomparso quattro giorni fa, “il principale problema dell’umanità è che abbiamo emozioni del paleolitico, istituzioni medioevali e tecnologie da semidei”.

Sulle emozioni del paleolitico possiamo farci poco, e sembra difficile in questo istante invertire la corsa tecnologica. Sulle istituzioni invece ci possiamo lavorare. E da questo punto di vista ne 2021 abbiamo visto un seppur piccolo avanzamento nella diffusione di strumenti democratici diversi, dove le diversità di opinioni e visioni del mondo possano convergere in decisioni più ricche e stabili, senza che tutto si riduca a una questione di tifoseria o di fede. 

Alcuni esempi? Il Cile ha avviato un processo molto partecipato di riscrittura della costituzione, con un’assemblea costituente in cui hanno trovato ampio spazio rappresentanti di culture diverse, come quelle indigene. In Francia il governo Macron ha accolto con un pacchetto di leggi le proposte emerse dall’assemblea dei cittadini per il clima, un’assemblea deliberativa da cui erano emerse proposte molto interessanti. Che poi sono state accolte così così dal governo eh. Ma meglio di niente. In tutto il mondo XR sta proponendo le assemblee deliberative dei cittadini come strumento decisionale per affrontare la crisi climatica. Il movimento della Transizione ha sperimentato in diversi paesi la metodologia LTT (Local Transformation Toolkit), che utilizza in maniera integrata la Sociocrazia 3.0 assieme a un’altra miriade di strumenti di analisi e intervento sistemici. La sperimentazione è in fase molto avanzata e i risultati sono davvero incoraggianti. 

Fonti e articoli:

#1 #barriera corallina
GreenMe – La Grande Barriera Corallina prende vita in un “magico” evento di deposizione delle uova

#2 #estinzioni
National Geographic – Il panda non è più una specie a rischio di estinzione: ma le minacce persistono

#3 #allevamenti in gabbia
Animal Equity – La Commissione UE annuncia: basta gabbie negli allevamenti, giornata storica per la lotta per i diritti animali

#4 #malaria
Ispi Online – Un vaccino contro la malaria

#5 #imballaggi
Il Fatto Quotidiano – Addio alla plastica? L’Italia rinvia, gli altri accelerano. In Francia vietati imballaggi per frutta e verdura dal 2022, in Spagna dal 2023. E la Germania vara il riuso

#6 #alberi
la Repubblica – Mille miliardi di alberi, la Realpolitik dei leader che annuncia la svolta
Euronews – Basilea, la città più green d’Europa: i tetti “verdi” combattono il cambiamento climatico

#7 #rinnovabili
la Repubblica – Iea: 2021, l’anno record delle rinnovabili. Destinate a crescere del 95% nei prossimi 5 anni

#8 #divestment
Fast Company – Was 2021 the tipping point for fossil fuel divestment?

#9 #decrescita
EEA – Reflecting on green growth
EEA – Growth without economic growth

#10 #lavoro
Morning Future – Cosa c’è dietro la grande ondata di dimissioni dal lavoro

#11 #reddito di base
il Post – In Germania ci sarà un esperimento sul reddito universale
Vita – Reddito universale di base: è in Kenya il più grande esperimento della storia
Bin Italia – Regno Unito: Il reddito di base universale in Galles potrebbe dimezzare la povertà

#12 #modelli democratici
Ispi – Cile: la svolta a sinistra per riscrivere la costituzione
Italia Che Cambia – Al via le proteste di Extinction Rebellion Italia per chiedere giustizia climatica

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