30 Lug 2020

5G, parliamone (prima parte) – Io Non Mi Rassegno #191

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Fa male, non fa male, lo useranno per spiarci, è un’operazione militare, salverà il mondo, è all’origine dell’epidemia di Covid-19. Il 5G è innegabilmente al centro del dibattito. Ecco la prima parte dello speciale dedicato all’argomento, in cui andiamo a smontare alcune teorie infondate e analizziamo la complessa relazione fra 5G e salute, da vari punti di vista.

Che cos’è il 5G

Fa male, non fa male, lo useranno per spiarci, è un’operazione militare, salverà il mondo, è all’origine dell’epidemia di Covid-19. Il 5G è innegabilmente al centro del dibattito ed era un po’ che vi promettevo uno speciale dedicato. E vista la complessità dell’argomento ho deciso di dedicarcene due di speciali, quello di oggi e quello di domani. So già che queste puntate faranno arrabbiare un po’ di persone, da una parte e dall’altra, quello che vi posso assicurare è che ho cercato di studiare il più possibile per vederci chiaro nella faccenda al di là delle fazioni di tifoserie opposte. 

In questa prima puntata capiamo che cos’è il 5G, smontiamo alcune teorie che stando alle mie ricerche non hanno fondamenta e parliamo della relazione fra 5G e salute. Nella prossima parleremo invece di quelle che a mio avviso sono i principali rischi e anche i possibili benefici di questa tecnologia. 

Che cos’è il 5G? Tecnicamente è la nuova rete di trasmissione di dati per la telefonia mobile, la quinta generazione di questo tipo di rete (da cui l’acronimo). È il sistema con cui i nostri smartphone (e non solo) si connetteranno a Internet, che sostituirà l’attuale 4G. Tutto qui? Non proprio. Infatti il miglioramento delle prestazioni sarà talmente grande da permettere di fare cose fin qui impensabili.

L’aumento della velocità di connessione rispetto all’attuale 4G è di proporzioni enormi, all’incirca come passare da una bicicletta a un Boeing 747. Stesso discorso per il tempo di latenza, ovvero il ritardo nella risposta ai comandi. Queste caratteristiche daranno una grossa spinta propulsiva a settori come la realtà aumentata e la sensoristica e permetteranno l’esplosione definitiva del massive Internet of Things (l’Internet delle cose o IoT) che prevede una totale interconnessione tra oggetti, rete e utenti. Anche il giro d’affari è imponente: per il 2026 si prevedono introiti pari a 1307 miliardi. Insomma è una roba grossa. 

5G e fake news

Ora, perché ci fa così paura? Ho passato in rassegna le principali critiche e teorie legate al 5G e devo dire che si spazia molto da quelle prive di fondamenta o comunque molto fantasiose alle critiche sensate. Per cui per partire vorrei liberare il campo dalle prime. Innanzitutto, quella che vede una relazione fra covid e 5G, diventata famosa grazie a un Tweet di Gunter Pauli, che forse è in assoluto quella che ha meno basi scientifiche. Non c’è granché da aggiungere in realtà. Non c’è nessuna ragione per affermare che ci possa essere questo collegamento.

Anche la teoria che dietro al 5G ci sia in realtà l’esercito e che sia tutta un’operazione sembra avere poche fondamenta. È vero che la nuova tecnologia consentirà di governare a distanza delle nuove generazioni di robot bellici e potrà essere usata per fare esercitazioni più immersive nella realtà aumentata, ma leggendo i vari report sembrano più degli effetti collaterali che la causa scatenante, anche perché molte delle attrezzature belliche tipo missili viaggiano a una velocità superiore a quella in cui la trasmissione del segnale 5g funziona bene.

Infine la correlazione fra il 5G e il taglio degli alberi in molte città. Anche qui, è vero che le frequenze del 5G sono talmente piccole che anche le foglie degli alberi fanno interferenza, ma non avrebbe comunque senso tagliare gli alberi perché il vero ostacolo per le onde sono gli edifici, e quelli non puoi buttarli giù. E se si vanno a vedere i casi specifici citati, i tagli di alberi in città sono da attribuirsi ad altre cause e spesso pianificati prima dell’introduzione del 5G. In molti casi sono dovuti a delle strategie di rinnovo (quindi abbattimento e ripiantumazione) delle alberature stradali, che è una strategia fondamentale per mantenere la sicurezza in città, a maggior ragione in vista della sempre maggior frequenza di eventi meteorologici estremi dovuti ai cambiamenti climatici. Poi spesso questi rinnovi vengono fatti male, e questo è un altro discorso.

5G e salute: fa male?

Va bene, passiamo a parlare invece del tema più dibattuto: 5G e salute perché qui le cose si fanno più complicate. Provo a riassumere molto perché non abbiamo tutto il tempo di dilungarci, ma vi lascio vari articoli per approfondire. Innanzitutto il problema qui è che non sappiamo molto. Fino al 4G i sistemi cellulari hanno occupato alcune bande di frequenza tra i 900 MHz e i 2,6 GHz, quindi onde più vicine ai 10cm di lunghezza, il 5G in Italia utilizza tre bande di frequenze, di cui le più alte arrivano anche a 27,5 GHz. Parliamo quindi di frequenze molto più elevate, che consentono grandi velocità di trasmissione e grosse quantità di dati, ma che hanno una lunghezza d’onda molto più piccola, di pochi millimetri. Essendo queste onde fin qui poco usate perlomeno in questa quantità non si sa molto. 

C’è chi sostiene, ad esempio, che essendo onde lunghe millimetri potrebbero interagire con le cellule del nostro corpo, andando ad alterarle. Una delle principali preoccupazioni è che tali onde possano causare danni o modificazioni alle cellule o persino al nostro Dna. Tuttavia ad una maggiore frequenza è associata una minore capacità di penetrare nei tessuti, quindi le alte frequenze utilizzate dal 5G non sembrerebbero in grado di superare lo strato della pelle. Inoltre la potenza con cui verrà diffuso il segnale dai ripetitori, essendo più numerosi, è più bassa rispetto alle tecnologie precedenti.

Sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche in generale vengono spesso citati due studi, quello del National Toxicology Program degli Stati Uniti, e quello l’altro dall’Istituto Ramazzini di Bologna. Entrambi gli studi evidenziano un’associazione tra l’esposizione di topi e ratti a onde nelle frequenze del 2G e 3G e lo sviluppo di tumori. Tuttavia se analizziamo i risultati più da vicino emergono non poche incongruenze e alcuni dei risultati sembrano più il frutto del caso che di una reale correlazione.

Complessivamente i dati che abbiamo a disposizione sembrano indicarci che le onde elettromagnetiche, nelle modalità emesse dalle antenne attuali, non sono particolarmente pericolose. Lo sono per esposizioni molto più elevate (dalle dieci alle cento volte superiori) paragonabili all’esposizione prolungata alle onde elettromagnetiche del telefono, più che delle antenne. In Italia, peraltro, i limiti per la densità elettromagnetica sono piuttosto cautelativi, visto che la media europea è di 60 volt/metro, mentre da noi il limite è di circa 40 (in realtà ci sono 3 fasce diverse di limiti, ma approssimando possiamo dirla così). E non ci sono motivi particolari per cui il 5G dovrebbe fare eccezione.

Tuttavia il fatto di non avere prove che siano nocive non equivale a sapere con certezza che non lo siano. Per i danni dovuti all’uso del tabacco e per la tossicità da amianto, ad esempio, ci sono voluti anni di ricerche pubblicate, per decretarne la pericolosità. E quanto sono affidabili le prove realizzate su ratti e topi? Insomma, sebbene non ci siano segnali lampanti della sua pericolosità, il principio di precauzione che vige in campo medico suggerirebbe di attendere.

Ma  i tempi della tecnologia difficilmente collimano con il principio di precauzione e qui non siamo di fronte ad un nuovo medicinale, ma ad un’innovazione tecnologica dalla portata epocale, e dai risvolti potenzialmente enormi che vanno ben aldilà della presunta pericolosità per la salute e che riguardano proprio il tipo di società in cui viviamo. 

Articoli su 5G

#esercito
DEFENSE INNOVATION BOARD – THE 5G ECOSYSTEM: RISKS & OPPORTUNITIES FOR DoD

#Salute
AltroConsumo – 5G: che cos’è e perché non c’è da allarmarsi
International Journal of Oncology – Comments on the US National Toxicology Program technical reports on toxicology and carcinogenesis study in rats exposed to whole-body radiofrequency radiation at 900 MHz and in mice exposed to whole-body radiofrequency radiation at 1,900 MHz
Business Inseider – Il 5G fa male? In molti, scienziati compresi, sono preoccupati: ecco a che punto sono gli studi
The Guardian – 5G confirmed safe by radiation watchdog

#aspetti tecnici
Time – Everything You Need to Know About 5G

#Scontro Cina-Usa
Valigia Blu – Huawei e 5G: la guerra fredda tecnologica con la Cina e cosa teme davvero l’America di Trump

#Dati
U.S. Department of State – Europe Must Put Security First With 5G

#IoT
Huawei – 5G for IoT and Mobile

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