16 Ott 2024

La Regione Gela i cacciatori, la prima legge contro il crack, siccità e agricoltura – INMR Sicilia #7

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Settima puntata di Io Non Mi Rassegno Sicilia. Oggi vi raccontiamo cosa è accaduto nella riserva naturale nella piana di Gela dove non è più possibile cacciare, parleremo dell’emergenza crack e della legge che la Regione Sicilia ha approvato che prevede l’adozione di misure ed iniziative contro la tossicodipendenza. Non può mancare, purtroppo, un aggiornamento sull’emergenza siccità, e poi ancora G7, agricoltura e finanziamenti che non sempre arrivano nelle mani giuste. In chiusura alcune delle notizie più importanti pubblicate su Sicilia che Cambia.

L’1 settembre si è aperta la stagione di caccia in Sicilia, tra tante proteste da parte delle associazioni nella puntata precedente di Io Non mi rassegno Sicilia, a distanza di poco più di un mese con immensa gioia possiamo comunicarvi che nella piana di Gela si è già conclusa. No, non è uno scherzo, è una notizia vera che abbiamo verificato. Siamo a Geloi Wetland, la Riserva naturale privata, su Sicilia che Cambia ve ne abbiamo parlato più volte, se non avete ancora letto la storia trovate il link sotto tra fonti e articoli. È una zona di protezione speciale, Un punto strategico per le rotte di molti uccelli migratori che qui trovano un luogo di sosta per fermarsi, per nutrirsi e ripartire, ma anche per svernare e nidificare.

Un territorio ricchissimo di biodiversità che negli anni è stato vandalizzato e distrutto dall’agricoltura, ma grazie al lavoro del Centro di Educazione Ambientale ODV di Niscemi, sono stati recuperati 150 ettari attraverso un processo di riforestazione e di salvaguardia. L’1 settembre anche in questo territorio la caccia aveva aperto i battenti, nonostante fosse comunque una riserva, ma dopo una serie di sopralluoghi da parte dei forestali dall’1 ottobre è stata vietata. Cosa è accaduto?

La riserva è stato ufficialmente riconosciuta dalla Regione Siciliana quale “Fondo Chiuso” ai sensi dell’art. 24 della Legge Regionale n. 33 del 1 settembre 1997 e ogni forma di caccia verrà vietata in qualsiasi periodo dell’anno. Un provvedimento che consente di creare un ambiente sicuro e protetto per la fauna selvatica, favorendo la conservazione delle specie più vulnerabili e promuovendo la rigenerazione degli ecosistemi locali, quali gli acquitrini temporanei mediterranei.

La costituzione del Fondo Chiuso presso Geloi Wetland è un esempio concreto di gestione sostenibile del territorio e di cooperazione tra enti pubblici e privati per la tutela del patrimonio naturale, ma anche un modello che può essere preso da esempio da chi ha a cuore la conservazione e la gestione della natura e pensa che sia impossibile. Questa storia dimostra pure che le leggi esistono e si possono applicare e che come diciamo da anni, non bisogna chiedersi se ma come fare le cose. 

Circa un anno fa vi abbiamo raccontato della gravissima emergenza crack nelle strade di Palermo e di altre città siciliane. Per addentrarci meglio, metaforicamente e non, nei vicoli dei quartieri dove ogni giorno si consuma questo dramma, avevamo incontrato Antonino Napoli, rappresentante della Rete Regionale Diffusa sulle Dipendenze in Sicilia, operatore di strada de La Casa di Giulio e attivista di SOS Ballarò, che, tra le tante cose, ci aveva parlato di una proposta di legge scritta in collaborazione con l’Università di Giurisprudenza di Palermo in attesa di essere approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana.

Finalmente quel momento è arrivato. La Sicilia è tra la prime regioni in Italia ad approvare una legge che punta in maniera specifica all’adozione di misure ed iniziative contro la tossicodipendenza ed in particolare contro la diffusione del crack, droga “a basso costo” sempre più diffusa tra i giovani specialmente nei quartieri popolari di diverse città siciliane. 

La legge regionale, che stanzia circa 11 milioni di euro l’anno, prevede diverse misure sia a livello informativo che socio-sanitario: attività educativa e di sensibilizzazione nei luoghi di aggregazione giovanile, attività sanitaria di primo intervento sul territorio anche tramite unità mobili, rafforzamento delle strutture di servizio con ambulatori con appositi sportelli, sostegno alle comunità terapeutiche, promozione di specifiche attività nelle scuole.

Un lavoro di squadra che ha visto coinvolti l’associazionismo, il mondo cattolico e la politica e che premia l’impegno e la costanza, ma soprattutto dà speranza a tutte le persone impegnate nella difficile lotta contro le dipendenze. 

Sul sito di Siciliacque, la società mista partecipata per il 25% dalla Regione Siciliana, che si occupa della gestione sul territorio regionale del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione dell’acqua potabile, si legge “al via la riduzione dei prelievi dell’Ancipa”. Detto in parole più semplici e brutali, siamo giunti a quel momento che tanti speravano non arrivasse mai.

Le riserve dell’Ancipa, la diga che alimenta molti comuni della provincia ennese, sarebbero sufficienti fino al 20 novembre, a meno che non ci siano piogge sufficienti in grado di riempire l’invaso. Un allarme soprattutto per quei Comuni a cui è stata già imposta una turnazione pesantissima per l’approvvigionamento idrico: acqua ogni 7 giorni, contro le 6 di Enna e le 5 di Calascibetta. Non è che altrove se la passino meglio. Gli altri invasi, in assenza di precipitazioni, esauriranno i volumi utili tra novembre e gennaio. È solo questione di qualche mese in più.

Il coordinatore della Cabina di regia, Salvo Cocina, da tempo sollecita i sindaci a trovare nuove fonti idriche. Alcuni Comuni dell’ennese sono riusciti a trovarli, affrancandosi dalla diga. Sembra una situazione assurda se si tiene conto della gestione delle dighe in Sicilia. A tal proposito vi rimandiamo all’articolo pubblicato qualche tempo fa. 

E come dicevamo sopra non va meglio altrove. A Catania e provincia, oltre 38 milioni di euro in fondi destinati alla riduzione delle perdite nelle reti idriche sono stati persi per l’assenza di un gestore unico. La notizia si legge in una delibera dell’Assemblea territoriale idrica, l’ATI, l’organo politico in cui siedono i 58 sindaci.

Il Pnrr, infatti, prevede che i finanziamenti vadano a soggetti riconosciuti come gestori unici; una condizione che in provincia di Catania manca da vent’anni, dopo che l’esito della maxi-gara d’appalto vinta da Sie, Servizi Idrici Etnei, a metà anni Duemila è stato frenato da una querelle giudiziaria risoltasi a fine 2022, ma che ha portato alla firma della convenzione con l’Ati soltanto a luglio scorso. Tutto questo richiederà ancora diverso tempo per cominciare a controllare porzioni di territorio fino a oggi sotto la responsabilità di altri gestori. La sensazione è che si stia veramente giocando con il fuoco sulla pelle di tutti e tutte, ma anche sul futuro economico e sociale di chi vive sull’isola. Che Dio ce la mandi buona! soprattutto di acqua senza fare danni però.

Il G7 dell’Agricoltura e della Pesca che si è svolto a Siracusa dal 26 al 28 settembre si è concluso tra sfarzi, passerelle e buoni propositi, ma anche tante proteste da parte di imprenditori agricoli che sottolineano come il problema dell’agricoltura non sia stato trattato come merita. La grande distribuzione, che orienta i prezzi sia per i piccoli produttori sia per il consumatore, gli alti costi di produzione, la concorrenza sleale, i milioni di euro dati all’Algeria, i loro prodotti che cancelleranno in Europa le piccole e medie imprese sono solo alcuni dei tanti quesiti posti. 

Un sistema che fa acqua da parecchie parti come racconta Simone Oliveri su Quotidiano di Sicilia, se si pensa che ininterrottamente per otto anni lo Stato italiano e, per il tramite di esso, l’Unione Europea hanno dato denaro ai familiari più stretti di Matteo Messina Denaro. L’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, ente posto sotto il controllo del ministero guidato da Francesco Lollobrigida, ha accredito sui conti di Rosalia e Anna Patrizia Messina Denaro, due delle sorelle del boss, dei finanziamenti.

Non si parla di cifre esorbitanti, ed è anche questo il punto, perché per la legge sotto ai 25 mila annui euro non si prevedono controlli approfonditi. A questo punto sorge spontanea la domanda, quante altre persone direttamente collegate a Cosa Nostra hanno ricevuto fondi UE? Un numero difficile da individuare. Una assurdità oltre al grave fatto in sé. E c’è di più, nel caso delle sorelle Messina Denaro, peraltro, i titoli Agea risultano validati anche per le campagne della nuova Pac, avendo dunque sulla carta la possibilità di presentare le domande di pagamento fino al 2027. Speriamo che questa notizia possa essere utile a rivedere le tante debolezze del sistema.

Concludiamo come sempre la nostra rassegna commentando alcuni degli articoli pubblicati nell’ultimo mese, sono storie di cambiamento, riscatto e valore. Voglio iniziare con quella di Verbumcaudo, un antico feudo delle Madonie, confiscato alla mafia da Giovanni Falcone e restituito alla collettività. Oggi è coltivato da una cooperativa di undici giovani madoniti che, senza conoscersi, si sono formati negli anni e hanno avuto il coraggio di scrivere una nuova storia di restanza, legalità e agricoltura. Come ho scritto nell’articolo, in una terra dove spesso la diffidenza può regolare le relazioni umane, pensare che un bene confiscato alla mafia possa essere gestito da una cooperativa di giovani, fino ad allora sconosciuti, con l’aiuto della comunità locale scardina molti dei luoghi comuni a cui, noi per primi, siamo abituati.

Un’altra storia di resistenza è quella dell’associazione Piano Terra – Orti Sociali che tiene alta l’attenzione su quanto accade nel territorio a partire dalla cura e dal rispetto per la terra. Siamo proprio nei dintorni del polo petrolchimico, di cui vi abbiamo più volte parlato, un contesto molto complesso, eppure Andrea, Giovanna e Daniele, che sono i soci più attivi, sono sempre in prima linea a denunciare la speculazione edilizia, le discariche approvate a cuor leggero, l’inquinamento. Piano Terra è uno spazio di ascolto e confronto per contribuire a una città più eco-sostenibile e rispondente ai veri interessi dei suoi abitanti. 

Una storia da conoscere e far conoscere è quella  Silvia Calcavecchia, meglio nota come Sissiland su Instagram, che tutti i giorni condivide le sue esperienze quotidiane, diffondendo messaggi di inclusione e resilienza, decostruendo l’idea che una persona sia definita solo dalla sua disabilità o malattia.

Ancora un’altra storia che decostruisce un luogo comune secondo il quale in Sicilia sia difficile cooperare. Il Consorzio Kore Siciliae che riunisce artisti, produttori, artigiani e guide che scommettono sulle proprie eccellenze locali. Ancora una testimonianza che sovverte il termine competizione in collaborazione, dimostrando che anche in Sicilia, nonostante un forte individualismo, è possibile cooperare e collaborare insieme.

Voglio concludere ricordandovi che lunedì è stata la giornata internazionale contro l’incenerimento dei rifiuti. Zero Waste Italy, Associazione Rifiuti Zero Sicilia e Transistor hanno organizzato a Catania il primo di una serie di incontri sul piano regionale dei rifiuti. Un’occasione per far conoscere e riflettere sulla politica regionale che vede nella costruzione di due nuovi termovalorizzatori la soluzione problema rifiuti in Sicilia, dimenticando quindi quanto invece sia fondamentale la  prevenzione, riduzione, riutilizzo, riciclo e compostaggio. Speriamo che questo incontro sia un’occasione per contribuire anche ad una visione di quella che è e può essere la gestione rifiuti in Sicilia.

#Caccia
Siciliaunonews – Vietata la caccia nella Piana di Gela, successo nella riserva Geloi Wetland
Italia che Cambia – Geloi Wetland, il paradiso della biodiversità in Sicilia

#Crack
Ansa – Sicilia tra le prime regioni ad approvare legge contro il crack
Regione Siciliana – Legge anti-crack, Schifani: «Bene Ars, Regione in prima linea nel contrasto a tutte le droghe»
Italia che Cambia – A Palermo è emergenza crack o emergenza sociale?

#Acqua e siccità
Siciliacque – Siccità, al via la riduzione dei prelievi dall’Ancipa
ilSicilia.it – Siccità, in diga Ancipa acqua solo fino al 20 novembre. I comuni dell’Ennese alle prese con la crisi idrica
QdS.it – Servizio idrico etneo, in fumo 38 milioni di euro per i progetti sulle perdite nelle reti
Italia che Cambia – Siccità in Sicilia, la gestione della rete idrica tra irregolarità e lavori mai realizzati

#G7, agricoltura e mafia
BlogSicilia.it – Protesta al G7 dell’Agricoltura e della Pesca, “Troppi problemi non affrontati”
QdS.it – Mafia e pascoli, per otto anni lo Stato e l’Ue hanno dato sussidi alle sorelle Messina Denaro

#SCC
Italia che Cambia – Verbumcaudo, una storia di restanza tra legalità e agricoltura
Italia che Cambia – Con Piano Terra ad Augusta si promuove il cambiamento a partire dagli orti
Italia che Cambia – Kore Siciliae, a Enna aziende dell’agroalimentare si raccontano per lo sviluppo del territorio 
Italia che Cambia – Silvia Calcavecchia: “È sbagliato definire una persona in base alla sua disabilità”
Italia che Cambia – Incenerimento dei rifiuti: nella giornata mondiale a Catania un evento contro i termovalorizzatori
Italia che Cambia – Polo petrolchimico, il sogno dell’industria tra inquinamento e tumori
Italia che Cambia – Don Palmiro Prisutto, il prete ambientalista che si batte per il diritto alla vita tra veleni e petrolio
Italia che Cambia – Il mare colore veleno: tutto ciò che non sappiamo sul dramma del polo petrolchimico di Siracusa
Italia che Cambia – Polo petrolchimico di Siracusa, una storia di mala politica tra immobilismo e disastro ambientale
Italia che Cambia – Favola Industriale Blues: con l’arte si racconta cosa accade intorno al polo petrolchimico di Siracusa
Italia che Cambia – L’ex ministro Costa: “Dalle bonifiche alla lotta agli ecoreati, salvare Siracusa è possibile”

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