23 Gen 2023

Che cosa sono le false plusvalenze nel calcio e il caso Juventus – #657

Salva nei preferiti

Seguici su:

La Serie A è stata scossa dall’ennesimo scandalo. La Juventus è stata penalizzata di 15 punti e rischia altre conseguenze a livello societario per il caso delle false plusvalenze. Cerchiamo di capire che succede. Parliamo anche della presunta scarcerazione dei manifestanti in Iran, del calo demografico in Cina e delle conseguenze giuridiche dell’attivismo climatico.

CASO JUVENTUS, CHE SUCCEDE?

Ve ne sarete accorti se frequentate almeno un bar, o avete un account su almeno un social network, o avete una televisione o semplicemente esistete, ad ogni modo c’è stato un nuovo scandalo, piuttosto grosso, nel mondo del calcio. Che riguarda nuovamente la Juventus. 

Venerdì la Juventus è stata penalizzata di 15 punti in campionato e una decina tra suoi dirigenti, ex dirigenti ed ex consiglieri non potranno ricoprire incarichi in ambito calcistico per un periodo che va dagli otto mesi a un massimo di trenta, come effetto della nuova inchiesta della procura della Federcalcio (FIGC) sulle plusvalenze false. 

Ora che cosa sono queste plusvalenze false? Me lo sono chiesto anche io, perché le plusvalenze sono di quelle cose, di quei termini che se mastichi un po’ di calcio devi utilizzare, anche se nessuno sa esattamente cosa siano, ma se le butti là in un discorso alla fine ci stanno sempre bene. Tipo: eh, il calcio di oggi non è più come una volta, oggi fanno le plusvalenze. Nessuno oserà contraddirvi. 

Ad ogni modo, cogliendo l’occasione di questo ennesimo scandalo, mi sono detto vediamo di capire una volta per tutte, e di farvi capire, che diamine sono queste plusvalenze false. Detta in brevissimo, sono un modo per sistemare i bilanci delle società. Per dirvela un po’ più approfonditamente, invece, prendo spunto da un articolo di Repubblica che mi pare la spieghi in maniera molto chiara. 

In pratica i club sportivi mettono a bilancio il costo di un atleta, alla voce “diritti pluriennali alle prestazioni sportive”. Inizialmente, questo valore corrisponde al prezzo d’acquisto, ma viene ammortizzato in un numero di esercizi pari agli anni di contratto. Un calciatore pagato 20 milioni che firma un contratto quinquennale verrà ammortizzato in cinque anni e ogni anno si svaluterà di 4 milioni. Se questo calciatore dopo un solo anno venisse ceduto per la stessa cifra, 20 milioni, genererebbe a bilancio una plusvalenza di 4 milioni, in quanto il suo valore residuo nel frattempo sarà sceso a 16. E questo indipendentemente dal rendimento che può aver avuto in campo in quella stagione, ovviamente: potrebbe essere esploso o aver deluso, questo non incide sul suo valore contabile.

Questo giochino contabile, come si può intuire, si presta a diversi trucchetti. Anche perché quando si acquista un calciatore, non esiste una stima del suo valore come per gli immobili, né un listino ufficiale di mercato come per le materie prime. Il prezzo lo fanno le società. Quindi che succede, che due società scelgono due giocatori simili, di solito giovani di media qualità, con un valore residuale molto basso a bilancio, e combinano uno scambio attribuendo ai due atleti un valore più alto di quello che avrebbero sul mercato. 

Prendiamo due giocatori mediamente scarsi, che nel bilancio delle due società valgono poco o niente che vengano scambiati valutando ciascuno dei due 20 milioni. Lo scambio è alla pari, le società non sborsano un euro, ma entrambe potranno scrivere nel bilancio che hanno una plusvalenza di quasi 20 milioni. 

Ecco. Ora, spiegato il meccanismo, andiamo a vedere che cosa è successo. Leggo dal Post che “Nel 2021 la procura federale aveva ricevuto dalla Covisoc, la commissione di controllo economico-finanziario del calcio, una segnalazione su 62 operazioni di mercato ritenute sospette in quanto identificabili come plusvalenze false, ossia gli scambi sistematici di giocatori a prezzi ritenuti non congrui al loro valore fatti per sistemare artificiosamente i bilanci delle squadre coinvolte.

In 42 di queste operazioni segnalate era coinvolta la Juventus, e questo aveva spinto la procura federale a indagare. Venne fuori che nelle operazioni ritenute sospette rientravano sia scambi di giocatori di livello internazionale con squadre estere, sia di giocatori semisconosciuti, con valori piuttosto alti, conclusi con le stesse otto squadre, quelle poi coinvolte nell’inchiesta: Genoa, Sampdoria, Empoli, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e Novara.

Le inchieste avevano poi portato al processo dello scorso maggio, ma in quel caso le richieste della procura federale non erano state accolte perché, così aveva detto la Corte d’Appello, è impossibile stabilire in modo univoco il valore di un calciatore, in assenza di una legge o di un ente regolatore. Cioè, una società può anche comprare me per 120 milioni di euro anche se mi faccio uno strappo muscolare anche a salire sull’autobus. Ma non c’è una legge a cui appellarsi per dire che quella cifra è sproporzionata.

A complicare la situazione della Juventus, tuttavia, sono subentrati fattori esterni. A fine 2021 la procura di Torino — quindi la giustizia ordinaria — iniziò a indagare la società per falso in bilancio e false fatturazioni dopo essere entrata in possesso di elementi, tra cui documenti societari e intercettazioni tra dirigenti, che potevano evidenziare l’intenzionalità di queste manipolazioni finanziarie.

In alcune intercettazioni si sentono alti dirigenti (in alcuni casi lo stesso John Elkann, proprietario, e Andrea Agnelli, presidente) che dicono abbastanza esplicitamente di “giocare” con le plusvalenze. Questi elementi sono stati ritenuti molto rilevanti dalla procura, che ha ripreso le proprie indagini fino ad arrivare a venerdì, giorno in cui ha chiesto la riapertura del processo avanzando nuove richieste: 9 punti di penalizzazione per la Juventus, inibizioni per i suoi dirigenti e sanzioni economiche fino a 360mila euro per le altre squadre coinvolte.

Poi nella serata di venerdì, la Corte d’Appello non solo ha accolto le richieste della procura federale, ma ha disposto 6 punti di penalizzazione in più rispetto ai 9 richiesti dopo aver accertato la validità dei nuovi elementi emersi. Parallelamente, ha invece respinto le richieste di sanzioni per le altre società coinvolte, presumibilmente non avendo a disposizione nuovi elementi che le coinvolgevano direttamente rispetto a quelli esaminati a maggio. Inoltre, questo l’ho capito leggendo altri articoli, sembra che la Corte abbia valutato l’operato della Juventus più sistematico e continuativo, mentre quello delle altre società più sporadico. 

Per definire tutti i dettagli del caso, comunque, si dovranno attendere le motivazioni della sentenza. È probabile che la società faccia ricorso al Collegio di garanzia del CONI. Detto ciò, i problemi della vecchia signora non finiscono qui. 

A fine gennaio la FIGC dovrà esprimersi sulle cosiddette “manovre stipendi” con cui la società avrebbe stipulato degli accordi privati con alcuni suoi calciatori per la restituzione di un totale di 67 milioni di euro di stipendi apparentemente tagliati in precedenza, di comune accordo con i giocatori, durante la pandemia. Queste restituzioni però non risulterebbero nei bilanci societari.

Il 27 marzo ci sarà poi l’udienza preliminare della giustizia ordinaria che dovrà stabilire se la società e dodici indagati tra dirigenti ed ex dirigenti dovranno andare a processo per falso in bilancio, manipolazione del mercato, e altre accuse.

Nel frattempo, anche la UEFA — l’organizzazione che governa il calcio europeo — sta indagando sulla Juventus per possibili violazioni del Fair play finanziario, cioè l’insieme di regole sul pareggio di bilancio a cui sono sottoposte le squadre europee.

Insomma, la situazione della Juventus non è delle più semplici. E questa è quella che si può definire una buona notizia. Scherzo eh (più o meno).

IRAN, MANIFESTANTI RILASCIATI?

Torniamo a parlare di Iran. Ci sono alcune novità successe negli ultimi giorni, un po’ contraddittorie, come spesso succede quando abbiamo a che fare con il regime di Teheran. La prima ve la riporto dal sito dell’Ansa: “secondo le autorità circa 5.200 persone arrestate nella provincia di Teheran durante le manifestazioni antigovernative iniziate in settembre sono state scarcerate.

Lo ha affermato mercoledì scorso il portavoce della Magistratura iraniana Massoud Setayeshi, aggiungendo che questo numero equivale a oltre il 98% dei manifestanti arrestati nella capitale e “pare che sia lo stesso anche nel resto del Paese”.

Il funzionario non ha fornito il numero totale degli arresti per le proteste mentre per l’agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, da settembre oltre 19.500 manifestanti sono stati incarcerati”. La notizia è stata ripresa da relativamente pochi giornali, fra cui Avvenire, e in rete non si trovano conferme né smentite. Il che è abbastanza strano e mi fa propendere per un’estrema cautela.

Nel frattempo, le proteste tanto quanto la repressione vanno avanti. E ci sono stati due casi che hanno fatto particolare scalpore in questi giorni. Che mi pare assumano un significato ulteriore se letti assieme. 

Il primo è quello Javad Rouhi, 35 anni, affetto da una grave malattia mentale arrestato, torturato nel modo più brutale e infine condannato a morte (senza che si sia potuto scegliere un avvocato) dal regime di Teheran. Secondo l’accusa sarebbe entrato nel quartier generale della polizia stradale della città, avrebbe appiccato un incendio e bruciato un Corano. 

Il secondo invece  è quello di Sajjad Heidarnava, condannato soli 8 anni di carcere nonostante abbia ucciso (anzi, decapitato) la moglie a febbraio 2022 e abbia fatto una serie di cose atroci, nonostante la moglie fosse una sposa bambina di soli 17 anni che in precedenza aveva provato a scappare. La pena sarebbe stata più severa, probabilmente capitale anche per lui, ma la famiglia della moglie lo ha perdonato, cosa che per la legge islamica comporta una riduzione nettissima della pena.  

Resta una differenza di trattamento a fronte di due fatti la cui gravità è bilanciata in maniera del tutto inversa. Ovvio che la mia operazione non è molto corretta, ho preso due fatti, li ho estrapolati dal contesto e li ho paragonati fra loro così. Tuttavia mi pare che questo confronto forzato ci possa dare il polso del perché delle proteste dei giovani e soprattutto delle giovani iraniane. Che racchiudano tutto ciò contro cui si stanno battendo.

CALO DEMOGRAFICO IN CINA

Un’altra notizia uscita nei giorni scorsi è quella riferita al calo demografico in Cina.

Come scrive Rossana Miranda sulla rivista di geopolitica Formiche! “Per la prima volta in 60 anni, nel 2022 la popolazione in Cina è diminuita. Secondo i dati ufficiali diffusi dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, alla fine del 2022 i cinesi erano 1 miliardo e 411,75 milioni, registrando una decrescita di 0,85 milioni rispetto alla fine del 2021.

L’indice di natalità del Paese è caduto a livelli storici, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. Inoltre, la Cina ha registrato l’indice di mortalità più alto dal 1976, con 7,37 ogni 1000 persone (nel 2021 era 7,09 morti).

Nel 2022 in Cina sono nati 9,56 milioni di bambini cinesi, mentre nel 2021 sono nati 10,62 milioni. Dietro il calo ci sarebbe la decisione delle coppie di non avere figli, o comunque ritardare le gravidanze durante la crisi sanitaria e il rallentamento dell’economia. Secondo gli esperti, il declino è iniziato ufficialmente nel 2022, quando i decessi hanno superato le nascite, ma probabilmente questo è solo l’inizio.

L’ultima volta che in Cina c’è stata una diminuzione della popolazione era il 1960, quando il Paese ha dovuto affrontare la peggior carestia della storia moderna per la politica agricola imposta da Mao Zedong, conosciuta come il Grande balzo in avanti.

Il declino delle nascite in Cina è avvenuto nonostante dal 2016 il governo abbia soppresso la politica del figlio unico, imposta nel 1980. La legge è stata una risposta al timore di sovrappopolazione e limitava il numero di figli per coppia. Nel 2021 le autorità hanno cominciato a permettere fino a tre figli per coppia. Tra gli incentivi ad aumentare i membri della famiglia ci sono anche agevolazioni fiscali, permessi più lunghi di maternità e anche sussidi per le case.

La decrescita demografica cinese potrebbe avere delle conseguenze sul mercato internazionale. Alcuni economisti credono che con una diminuzione del numero di lavoratori, i costi della mano d’opera potrebbero aumentare. Ma questo potrebbe comportare un miglioramento nella qualità del lavoro e dei livelli di istruzioni degli impiegati”.

Sul Sole 24 Ore Luca Tremolada spiega che “Secondo uno studio delle Nazioni Unite dal titolo The World Population Prospects 2022, curato dal Dipartimento degli Affari Sociali ed Economici, l’India supererà la Cina nel 2023 diventando il Paese più popoloso del mondo. Gli indiani sono oggi 1 miliardo 412 milioni, mentre i cinesi sono 1 miliardo 426 milioni. 

Nell’ottobre scorso, in occasione del Congresso del Partito comunista, il presidente Xi Jinping aveva parlato dell’aumento del tasso di natalità come di un obiettivo prioritario del suo terzo mandato, annunciando “una strategia nazionale pro-attiva” da parte del governo”.

LE CONSEGUENZE GIUDIZIARIE DELL’ATTIVISMO CLIMATICO

Proseguiamo con due notizie legate all’attivismo climatico e le conseguenze giuridico-legali delle azioni. Come immaginate parliamo di Ultima Generazione, movimento nato da una campagna di XR che poi ha proseguito sulle sue gambe con azioni di disobbedienza civile, tipo imbrattare con la vernice alcuni luoghi istituzionali o comunque significativo come il Minstero della Transizione ecologica, il Senato, il Teatro della Scala e così via.

Forse vi ricordate che era stata richiesta la Sorveglianza Speciale per un attivista di Ultima Generazione, Simone Ficicchia, che aveva realizzato una serie di blitz negli ultimi mesi, tra cui quello del 7 dicembre con vernice lanciata sull’ingresso del teatro alla Scala, alcuni blocchi stradali a Roma e un’azione agli Uffizi di Firenze. La novità è che venerdì La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di Sorveglianza Speciale.

La decisione – scrive Ansa – è stata presa dal collegio Rispoli-Cernuto-Spagnuolo Vigorita della Sezione presieduta da Fabio Roia. È stata accolta l’istanza di respingere la richiesta di sorveglianza formulata dall’avvocato Gilberto Pagani.

Questa buona notizia tuttavia arriva in un momento in cui si stanno moltiplicando le conseguenze giuridiche delle azioni climatiche dei giovani attivisti/e. Domani, martedì 24 gennaio, inizierà il primo processo ad Extinction Rebellion, in seguito alle proteste nonviolente avvenute alla PreCop di Milano a settembre 2021.

Per chi si trovasse in zona e volesse portare la sua solidarietà, il movimento ha indetto un presidio di solidarietà, dalle 9:30 fuori dal tribunale di Milano, per la parte iniziale del processo, in cui avverrà l’incontro tra i legali di XR e i magistrati.

Dall’altra parte della Manica invece, fa molto discutere la decisione del governo britannico di aumentare il livello di repressione delle proteste climatiche, con l’introduzione di nuove pene per i manifestanti.

In particolare – leggo sul canale Telegram di FFF – gli attivisti per i diritti umani lo ritengono un vero e proprio affronto alla democrazia, indegno per una nazione liberale e democratica come il Regno Unito. Se a questo si aggiungono le misure preventive, che prevedono pesanti restrizioni per gli attivisti e la possibilità di stroncare le proteste sul nascere, è legittimo pensare che il diritto di protesta sia in pericolo. 

Stroncando queste azioni con metodi di lotta al terrorismo, si avranno pesanti ripercussioni su quello che fino ad oggi conosciamo come l’attivismo per il clima. Insomma, anche il governo inglese – così come abbiamo visto quello tedesco nel paesino di Lutzerath, così come quello italiano, sembra voler adottare il pugno duro nei confronti dell’attivismo climatico. Il che è davvero paradossale. Le generazioni più giovani non solo vivono la grave inazione climatica dei governi, ma pagano scotto per farlo notare.

FONTI E ARTICOLI

#Juventus
il Post – Come si è arrivati alla penalizzazione della Juventus
la Repubblica – Cosa sono le plusvalenze nel calcio. Ecco perché è stata penalizzata la Juventus e le altre squadre no

#Iran
Ansa – Iran, ‘rilasciato 98% dei manifestanti arrestati a Teheran’
Avvenire – La repressione. In Iran condannato a morte anche un disabile (senza prove)
la Repubblica – Iran, la repressione del governo contro i manifestanti continua senza tregua tra processi sommari, esecuzioni e suicidi sospetti
Open – Iran, condannato a soli 8 anni di carcere l’uomo che ha decapitato la moglie di 17 anni e ha mostrato la testa ridendo

#Cina
Il Sole 24 Ore – Cala la popolazione in Cina, è la prima volta dal 1961
Formiche! – Come la demografia cinese cambierà l’economia globale

#Ucraina
il Post – Perché la Germania esita sui carri armati per l’Ucraina

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace


C’è speranza per Assange? Cosa dice la sentenza e cosa succede adesso – #903

|

Santa Maria La Palma, quando nel vino batte un cuore sardo – Io Faccio Così #401

|

Zappa Social, la storia di una comunità che ha trasformato una discarica abusiva in un’oasi verde

|

Salute e autosufficienza, i corsi all’insegna della consapevolezza e dell’equilibrio

|

Giornata nazionale delle disabilità intellettive: ecco perché è urgente parlarne

|

A Caltanissetta la ciclofficina sociale che promuove mobilità lenta e cicloturismo responsabile

|

Mourning circle, il cerchio delle lacrime: fare uscire il dolore può guarire

|

Chiusa Grande e i vini biologici concepiti con “vinosophia”

string(9) "nazionale"