6 Set 2022

Chi è Liz Truss, nuova premier britannica – #576

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Chi è Liz Truss, la nuova premier britannica, e qual è il suo programma? Come mai in Russia è stato chiuso un giornale di un premio Nobel? Quali sono le ambiguità del piano di Biden per il clima? E quali sono le 3 buone notizie, e una cattiva, sulle rinnovabili?

CHI È LA NUOVA PREMIER BRITANNICA?

Una delle principali notizie con cui titolano i quotidiani oggi è l’elezione della nuova premier britannica, che prende il posto del dimissionario Boris Johnson. Si chiama Liz Truss, era fino a ieri la ministra degli Esteri del Regno Unito, ed ha sconfitto in maniera piuttosto netta l’altro candidato, l’ex ministro dell’Economia Rishi Sunak. Un margine piuttosto ampio, dicevamo, 57% contro 43, ma meno ampio di quanto dicevano i sondaggi che davano una forbice fino a 30 punti percentuali. 

Giusto due parole su come funziona il sistema inglese. Nel Regno Unito, il leader del partito di maggioranza assume automaticamente l’incarico di primo ministro. È un sistema maggioritario puro, in cui non esistono alleanze parlamentari, governi tecnici e robe del genere. Ne consegue che se un premier viene sfiduciato dal suo partito (o quasi sfiduciato) come successo a Johnson dopo lo scandalo Partygate (e altri scandali minori) deve essere eletta una nuova figura in entrambi i ruoli. E funziona così: prima i soli parlamentari conservatori selezionano due candidati fra una serie più ampia di candidature (erano 8 all’inizio, questa volta), successivamente la votazione viene estesa a tutti gli iscritti al Partito Conservatore (i tories), 160mila persone. 

I due candidati rappresentavano due anime diverse dei Tories, Truss più vicina e in continuità con l’operato di Boris Johnson, Sunak invece molto più critico, tant’è che era stato uno dei primi a dimettersi. Ha vinto la continuità. Il che ci dice che alla fine all’elettorato conservatore inglese le politiche di Johnson piacevano. Una sensazione confermata anche dai sondaggi, che mostravano chiaramente  il rimpianto degli elettori per l’uscita di scena di BoJo. Scrive Ispi: “Nonostante il partygate e gli scandali connessi, e una prima fase di gestione confusa della pandemia, oltre metà dei conservatori (55%) pensa che il partito abbia sbagliato a costringere il premier uscente a dimettersi. Soprattutto mentre il paese è alle prese con la più grave crisi economica degli ultimi 40 anni. L’aumento dei prezzi dei generi alimentari ha accelerato la spirale inflazionistica: non solo pane e cereali, ma anche latte e derivati, hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 14 anni, trascinando il tasso d’inflazione oltre il 10%, il più alto tra le nazioni del G7”.

Ma quindi, chi è? Di lei, scrive Ispi online, i detrattori sostengono: dice quello che gli altri vogliono sentire e cambia idea a seconda di dove soffia il vento. Una critica alimentata da un certo trasformismo, che l’ha portata da presidente degli studenti Liberal Democratici dell’Università di Oxford, quando sosteneva la legalizzazione della cannabis e l’abolizione della famiglia reale, a posizioni conservatrici e una rapida ascesa nel partito Tory. Con David Cameron, prima, Theresa May e Boris Johnson poi ha ricoperto praticamente tutte le caselle dell’esecutivo: dall’Istruzione all’Ambiente, dalla Giustizia al Commercio internazionale sino alle Pari opportunità e gli Affari esteri. 

La sua è stata una campagna elettorale aggressiva che ha portato non pochi commentatori a paragonarla a Margaret Thatcher, paragone certamente apprezzato dalla Truss (annamo bene!). Le sue promesse in campagna elettorale? Abbassare le tasse, sospendere il protocollo Brexit sull’Irlanda del Nord (incasinando di brutto le i rapporti con l’Europa), continuare il sostegno senza se e senza ma all’Ucraina, sospendere il cosiddetto “Green levy”, una tassa imposta sulle bollette che serve a finanziare programmi governativi per la sostenibilità ambientale, creare «zone a bassa tassazione e regolamentazione» per favorire l’innovazione e l’impresa, impedire il fotovoltaico a terra. 

Insomma, una Boris Johnson meno attenta alla sostenibilità. O, detta in altre parole, il male.

Che succede adesso? Innanzitutto, l’insediamento, che avverrà oggi dopo aver ricevuto formalmente l’incarico dalla regina Elisabetta. Tuss sarà così la terza donna nella storia del Regno Unito a ricoprire questo ruolo, dopo Margaret Thatcher e Theresa May (tutte del partito Conservatore).

Poi la priorità saranno le prossime elezioni. Ah sì, oltre alla crisi economica e all’inflazione galoppante. Nei due mesi di vuoto di potere, determinato dalla caduta del governo e dalla scelta di un nuovo premier, il partito laburista ha maturato un vantaggio di oltre 10 punti. Le prossime elezioni politiche sono previste al più tardi per il gennaio 2025, ma potrebbero arrivare anche prima: secondo l’Huffington Post “il nuovo premier non è ancora stato nominato ma oltre metà degli elettori vorrebbe un voto entro l’anno”.

MOSCA, CHIUSO IL GIORNALE DEL NOBEL MURATOV

Intanto a Mosca una corte ha revocato la licenza di pubblicazione per il giornale indipendente Novaya Gazeta, diretto dal Premio Nobel per la pace Dmitry Muratov. A riferirlo è l’agenzia russa Ria Novosti, riportata da diversi quotidiani. La decisione è stata presa su richiesta dell’ente statale per il controllo sui media, nonostante il giornale avesse già sospeso le pubblicazioni per decisione autonoma fin da marzo denunciando pressioni delle autorità per la sua posizione critica contro la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina.

Questa notizia si inquadra nell’ambito di un ulteriore stretta di vite sull’informazione. Il 5 marzo scorso la Duma, il Parlamento russo, ha approvato con larga maggioranza una nuova legge sulla disinformazione: un modo per imbavagliare le opinioni che vanno contro la linea imposta dal regime. Secondo i sostenitori del nuovo testo, lo scopo era limitare la diffusione di informazioni “false” sulle forze armate. Si arrivava appunto a rendere reato – punito con un massimo di 15 anni di reclusione – anche l’uso di termini come “guerra” o “invasione”, in favore della formula imposta dal Cremlino.

“Rappresenta un “nuovo colpo” all’indipendenza dei media russi”, ha commentato l’Onu. “Siamo profondamente preoccupati per la decisione del tribunale di Mosca di revocare la licenza di Novaya Gazeta, un rispettato quotidiano nazionale il cui caporedattore ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace 2021. La corte ha ritenuto che il giornale avesse ripetutamente omesso di rispettare i requisiti della legislazione sugli agenti stranieri”, ha commentato la portavoce dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Ravina Shamdasani. La sentenza “è l’ennesimo colpo all’indipendenza dei media russi, le cui attività sono state ulteriormente compromesse dalle restrizioni legali e dall’aumento dei controlli statali imposti a seguito dell’attacco della Federazione Russa all’Ucraina”, ha aggiunto.

LE AMBIGUITA’ DEL PIANO DI BIDEN

Parliamo un po’ di rinnovabili. Il Fatto Quotidiano pubblica un’analisi del piano per il clima di Biden, di cui abbiamo parlato giorni fa dicendo che sembrava il miglior compromesso possibile per avere l’approvazione da parte di tutti i senatori democratici. Il che forse è ancora vero, ma l’analisi del fatto mostra anche le tante obre del piano che di primo acchito i giornali non avevano colto. 

Ovvero che, oltre ai tanti incentivi per la riduzione delle emissioni, ci sono anche degli incentivi (meno, ma ci sono) ai combustibili fossili. La legge infatti non mira solo a contenere le emissioni ma anche ad aumentare la produzione di energia e per raggiungere questo obiettivo il pacchetto prevede l’espansione delle esplorazioni alla ricerca di combustibili fossili in Alaska e nel Golfo del Messico. Oltre a una strana disposizione secondo cui, sembrerebbe, si vieterebbe l’installazione di impianti solari o eolici su terreni federali o fondali marini se non siano stati prima utilizzati per le esplorazioni di petrolio e gas. In altre parole il Dipartimento degli Interni, cioè il dicastero del Governo che controlla la maggior parte delle terre appartenenti allo Stato e provvede alla gestione dei parchi nazionali, dovrebbe mettere a disposizione milioni di acri di terre e acque pubbliche per l’esplorazione ai fini dell’estrazione di petrolio e gas, prima che vengano assegnati a progetti di energia rinnovabile. Devo dire che quest’ultimo punto mi suona davvero bizzarro e strano per un piano sul clima, e vi dico anche che non ho trovato conferme da altre parti, quindi mi limito a riportare la notizia come data da Felice Meoli sul fatto, con l’impegno a verificare nei prossimi giorni. Se trovo qualcosa di strano, ne riparliamo.

RINNOVABILI, BUONE E CATTIVE NOTIZIE

Ad ogni modo, il dato ancora più preoccupante è quello contenuto nell’ultima analisi dell’International Energy Agency: I sussidi pubblici globali ai combustibili fossili sono quasi raddoppiati nel 2021, raggiungendo la cifra di 700 miliardi di dollari. E trattandosi del 2021 non c’entra la guerra, bensì il tentativo di ripresa della produzione post covid.

A fronte di questo dato preoccupante, però, ci sono anche diverse buone notizie. Le racchiude Ugo Bardi in un post sul suo blog sul Fatto Quotidiano. Dice Bardi, parlando dell’Italia, che ci sono 3 buone notizie sulle rinnovabili:

  1. la prima è che si comincia a rendersi conto che non possiamo basare l’economia del paese tutta sui combustibili fossili. Non solo per ragioni ambientali, ma anche perché ne abbiamo pochissimi, e quindi saremmo costretti a dipendere dall’estero. Che in questa situazione di instabilità internazionale non è il massimo. 
  2. le energie rinnovabili (solare e eolico) sono oggi una risorsa che può veramente sostituire i combustibili fossili. 
  3. in questi giorni (terza buona notizia) il governo si è finalmente deciso a sbloccare l’impianto eolico di Villore, la cui costruzione era stata impedita da anni di lungaggini burocratiche di ogni tipo. Sono circa 30 MW di potenza elettrica che ci faranno enormemente comodo in questi tempi bui (letteralmente!). Peccato che non sarà possibile metterlo in funzione prima del 2023.
FONTI E ARTICOLI

#Liz Truss
il Post – Liz Truss, del partito Conservatore, è la nuova prima ministra del Regno Unito
Ispi online – Uk: Il dopo BoJo

#energia
Lifegate – Abbiamo raddoppiato i sussidi pubblici ai combustibili fossili nel 2021

#rinnovabili
il Fatto Quotidiano – L’energia rinnovabile non è più ‘alternativa’: tre buone notizie

#piano sul clima Biden

il Fatto Quotidiano – Usa, le ambiguità del piano di Biden contro il cambiamento climatico. Punta sulle rinnovabili, ma durante la transizione potrebbe aprire alle trivellazioni

#Russia
il Fatto Quotidiano – Mosca revoca la licenza di pubblicazione a Novaya Gazeta. La redazione: “Così hanno ucciso il giornale”

#siccità
The Guardian – Drought likely to push parts of Somalia into famine by end of year, warns UN

#tifone
il Post – Il principale porto merci di Shanghai è fermo a causa di un tifone

#ansia climatica
Greenreport – L’ansia climatica fa bene all’azione climatica

#strage
GreenMe – Orrore in una comunità indigena del Canada, accoltellate e uccise 10 persone

#Cile
Internazionale – Perché i cileni hanno detto no alla nuova costituzione progressista

#elezioni
il Post – Com’è andato l’unico dibattito tra i leader politici

#Sri Lanka
il Post – L’ex presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, è tornato nel suo paese dopo quasi due mesi

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