24 Mag 2023

Chiara Colosimo: la nuova commissaria antimafia che non piace all’antimafia – #734

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Ieri, nell’anniversario della strage di Capaci, il parlamento ha eletto, con le opposizioni fuori dall’aula per protesta, la nuova presidente della commissione antimafia, incarico che è andato a Chiara Colosimo, fra mille polemiche. Scopriamo chi è e perché il suo nome fa così discutere. Parliamo anche del decreto maltempo varato dal governo, delle nuove azioni di Ultima generazione a Roma e infine di alcune novità interessanti che riguardano Julian Assange.

Ieri, in una data molto simbolica perché ricorreva il trentunesimo anniversario della strage di Capaci nella quale vennero uccisi in un attentato dinamitardo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, è stata eletta dal parlamento su proposta del governo la nuova commissaria antimafia.

Si chiama Chiara Colosimo e la sua elezione è stata circondata da una coltre enorme di polemiche, con i parlamentari di tre fra le principali forze di opposizione (Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra) che hanno lasciato l’aula per protesta. Come scrive Giuseppe Pipitone sul Fatto Quotidiano “Per la prima volta il presidente della commissione Antimafia è un politico sgradito ai familiari delle vittime delle stragi che hanno insanguinato l’Italia”.

Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera racconta come è andata, e soprattutto spiega il motivo di tante polemiche: è stato, scrive, “Un Aventino annunciato. Cinquestelle e il Pd  infatti avevano fatto sapere se fosse rimasto quello il nome indicato non avrebbero partecipato al voto. Ma da FdI era giunta, informalmente, la conferma: «Chiara Colosimo era e resta il candidato presidente. Anche perché le polemiche che l’hanno investita sono prive di fondamento».

Sullo sfondo le accuse nate dopo la pubblicazione in un servizio di Report con una foto della deputata FdI assieme all’ex terrorista nero Luigi Ciavardini. Una foto, aveva precisato lei in un’intervista al Corriere, organizzata dall’associazione di Ciavardini Gruppo Idee, cui aveva partecipato da consigliere regionale, assieme ad altri esponenti politici anche di altre forze politiche (inclusa la vice di Elly Schlein Bonafoni, avevano aggiunto dalla maggioranza a riprova che non fossero incontri opachi). «Nessuna ombra. Non ho avuto mai nulla a che fare con lui o altri terroristi», aveva affermato Colosimo.

Lo scatto, però aveva sollevato l’indignazione di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e altri familiari delle vittime di mafia, che avevano chiesto di salvaguardare credibilità e autorevolezza dell’organismo parlamentare. 

A questo appello si sono accodati i parlamentari di 5 Stelle, Pd e AVS, che hanno espresso la richiesta di avere a capo della commissione antimafia un uomo o una donna al di sopra di ogni sospetto, cosa che non varrebbe per Chiara Colosimo. Fra l’altro, come racconta su Repubblica Liliana Milella, anche FdI si è divisa internamente sulla candidata e una frangia interna al partito spingeva per i nomi di Carolina Varchi e Wanda Ferro. Ma Meloni non avrebbe fatto concessioni sulla candidata presidente e sarebbe andata dritta per la sua strada affermando che Chiara Colosimo ha tutti i requisiti necessari per svolgere quel ruolo.

Ora, cerchiamo di vederci più chiaro. Stando alla ricostruzione fatta dal Corriere, che vo ho appena letto, il fatto della foto sembra irrilevante e le proteste delle associazioni e delle opposizioni appaiono un po’ strumentali. Tuttavia le cose sono un po’ più complesse e sfumate. Vi leggo un pezzetto della lettera delle associazioni delle vittime delle mafie e del terrorismo di una settimana fa riportata da Domanii: «Rimaniamo sbigottiti e increduli di fronte a questa prospettiva. Grazie alla trasmissione “Report” sono ormai pubblici i rapporti tra la suddetta deputata di Fratelli d’Italia e il terrorista dell’eversione di destra Luigi Ciavardini», ex  Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), condannato definitivamente per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e del magistrato Mario Amato (che aveva preso in mano le indagini del collega Vittorio Occorsio – assassinato dal terrorista neofascista Pierluigi Concutelli – sui legami tra destra eversiva, P2 e apparati dello Stato)».

E in effetti, guardando la puntata di Report, il dubbio che non si tratti solo di una foto scattata durante un incontro pubblico nasce. È un dubbio, non è una prova. Ora la domanda è: un dubbio è sufficiente per bloccare una candidatura in un ruolo così sensibile e delicato come quello di Commissaria antimafia? Non è una domanda retorica, e la risposta non è scontata. Perché da un lato rinunciare a una carica per qualcosa di non provato, è qualcosa che concettualmente è un po’ rischioso, perché apre la strada alla possibilità di diffondere illazioni e pretendere che queste siano sufficienti per eliminare dai giochi qualcuno.

Dall’altro, per una carica così delicata, in cui c’è bisogno di qualcuno/a al di sopra di ogni sospetto, e se il dubbio sembra un dubbio non campato in aria… forse bisogna chiedersi se il gioco vale la candela.

Restando in Italia, ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge maltempo, con misure per l’emergenza che ha colpito l’Emilia-Romagna e le Marche. Non posso non notare come prima cosa che già nel nome del decreto si continua a commettere questo errore concettuale, nonostante le moltissime richieste da parte delle organizzazioni ecologiste, di chiamare “maltempo” quelli che in realtà sono i frutti della crisi climatica.

Ma a parte ciò, che cosa prevede? Torniamo sul Fatto Quotidiano che ci racconta che “Complessivamente questo primo provvedimento prevede uno stanziamento di oltre 2 miliardi di euro per le zone colpite, a detta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Nel testo è prevista, per le persone colpite dal disastro, la sospensione dei versamenti tributari e contributivi fino 31 agosto e la sospensione del pagamento delle utenze da parte di Arera. Come spiegato dalla presidente del Consiglio nel decreto legge è stata inserita anche la cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, e c’è anche un contributo una tantum fino a 3mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere l’attività. Viene inoltre rifinanziato il fondo emergenze con 200 milioni di euro che saranno interamente destinati alle due regioni.

Il ministero degli Esteri ha previsto un contributo a fondo perduto per le imprese esportatrici danneggiate. Il ministero dell’Agricoltura ha stanziato 100 milioni di euro per gli indennizzi a favore delle imprese agricole e ulteriori 75 milioni per l’acquisto dei macchinari per le aziende danneggiate. Previsto anche “un rafforzamento dell’accesso al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese”, con previsione di un “aumento della garanzia anche fino al 100%”.

Il ministero della Cultura ha introdotto un aumento temporaneo di 1 euro dei biglietti di ingresso ai musei, utilizzando i proventi di questa misura per ripristinare i beni culturali interessati. Per la scuola c’è un fondo da 20 milioni di euro per garantire la continuità didattica, e si dà facoltà al ministro dell’Istruzione di permettere una certa flessibilità nello svolgimento degli esami di maturità negli gli istituti superiori coinvolti, mentre il ministero dell’Università prevede una possibilità di didattica e esami a distanza.

Insomma tutte o quasi norme tese a tamponare il disastro ed evitarne gli effetti peggiori sulla popolazione. Serviranno poi anche molti altri fondi per la ricostruzione, come ha fatto notare il presidente della regione Bonaccini. E soprattutto lì, sarebbe fondamentale inquadrare molto accuratamente la situazione nella cornice della crisi climatica che stiamo vivendo. Perché non possiamo più permetterci di ricostruire tutto come prima, rifare gli stessi errori, mi sembra evidente. E allora è importante che la ricostruzione tenga conto del fatto che siamo nel mezzo di una enorme crisi climatica e che dobbiamo ripensare le nostre infrastrutture per reggere l’urto del clima che cambia.

Visto che siamo in tema, e sempre a proposito di cose che non dobbiamo ricostruire come prima, ne approfitto per segnalarvi un articolo interessante, e anche piuttosto angosciante, del Post sugli animali da allevamento morti durante l’alluvione. 

Leggo: “L’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane in cui ci sono più allevamenti: circa 4.000 di suini e 3.400 di bovini (parliamo di numero di allevamenti, non di animali). Secondo i dati più recenti diffusi dall’ISTAT, aggiornati allo scorso dicembre, nella regione vengono allevati 579mila bovini e un milione di suini, oltre a 27mila cavalli, 4.600 tra asini e muli, 49mila pecore.

Molti di questi animali vivono in allevamenti intensivi, dove vengono cresciuti per le loro carni e per altri prodotti come latte e cuoio. È una modalità di allevamento sempre più impiegata, con enormi stalle o porcili che ospitano migliaia di animali, spesso in condizioni che provocano loro sofferenze e malessere.

Moltissimi sono morti proprio perché si trovavano in ambienti angusti, da cui non è semplice uscire in caso di un evento estremo come un’alluvione. Non ci sono dati aggregati di quanti animali sono morti, non ancora, se mai ci saranno. Ma solo i racconti di singoli episodi. 

A Faenza ad esempio 600 maiali sono morti nell’allevamento all’interno dell’azienda agricola La Panighina. Il proprietario, Paolo Mazzotti, ha detto che i capannoni sono stati travolti dall’acqua in modo così violento da rendere impossibile qualsiasi operazione di salvataggio. 

A Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena, è stato trovato un allevamento ancora parzialmente allagato: all’interno ci sono migliaia di suini costretti a stare con l’acqua a 50 centimetri di altezza. I volontari hanno trovato alcune cataste di animali morti all’esterno di un capannone, in particolare una in cui se ne erano ammassati oltre 100. E così via. Sono decine, forse centinaia gli episodi di questo genere riportati in queste ore. Che testimoniano una volta per tutte l’insostenibilità – oltre all’atrocità – degli allevamenti intensivi.

Chi ormai da diversi mesi denuncia le pratiche insostenibili delle aziende e l’inazione climatica del governo sono gli attivisti e attiviste di Ultima generazione, che dopo il bliz alla Fontana di Trevi, a Roma, nel quale hanno gettato un liquido nero a base di carbone vegetale nella Fontana di Trevi, esponendo uno striscione per la campagna ‘non paghiamo il fossile’, ieri mattina hanno compiuto un’altra azione di disobbedienza civile nonviolenta.

In pratica, leggo dal comunicato diffuso dall’organizzazione, “undici cittadini e cittadine di Ultima Generazione hanno bagnato con dell’acqua la facciata di Palazzo Madama; nel mentre un altro gruppo ha sversato del fango vicino al portone e due attiviste si sono versate il fango addosso; fango come quello che ha travolto l’Emilia Romagna a seguito della devastante alluvione, a testimoniare in questo modo la vulnerabilità che tutte e tutti noi abbiamo nei confronti della crisi climatica e agli eventi estremi a questa correlati. L’azione è durata qualche minuto. Le Forze dell’ordine sono intervenute immediatamente, e in poco tempo hanno portato via i presenti. Le testimonianze video evidenziano una risposta sempre più violenta delle forze dell’ordine a danno degli attivisti, alcune di loro sono state trascinate sull’asfalto a schiena nuda. Sul posto è intervenuta anche un’ambulanza. 

L’azione vuole essere una risposta all’invito/ricatto del presidente del Senato Ignazio La Russa di andare a spalare il fango in Emilia Romagna come condizione affinché Palazzo Madama ritiri la costituzione di parte civile nei confronti di Ultima Generazione, “avendo dato prova di voler concretamente fare qualcosa per l’ambiente”. Ma – aggiungo io sintetizzando il resto del comunicato – è anche un messaggio all’intera classe dirigente che ha avuto un atteggiamento molto autoassolvente e deresponsabilizzante. 

Cambiamo argomento. Parliamo di Julian Assange. Vi segnalo due cose. La prima è che Patrick Boylan, un docente di teoria e pratica della traduzione all’Università Roma Tre, autore del libro Free Assange e co-fondatore del gruppo “Free Assange Italia”, ha pubblicato su L’Indipendente un articolo in cui sostiene una tesi un po’ bislacca ma anche abbastanza affascinante, ovvero che la lettera inviata da Assange al Re Carlo III in occasione della sua incoronazione contenga in realtà dei messaggi in codice che celerebbero una sorta di trattativa segreta per la liberazione di Assange stesso.

Ora, la tesi è molto azzardata, e gli inidizi a suo sostegno non sono così ferrei, anzi diciamo che sono abbastanza deboli, ma interessanti. Ad esempio, è molto strano che un carcerato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza da cui praticamente non può comunicare con il mondo riceva il permesso dal carcere di pubblicare una lettera in cui fra l’altro infama pesantemente la struttura stessa.

Insomma, ci sono degli elementi un po’ strani. E la teoria è come dicevo affascinante. Le darei un 5% di probabilità che si avvicini alla realtà. Se vi interessa conoscerla meglio la trovate su L’Indipendente.

La seconda è che il V Municipio di Roma è stato il primo municipio capitolino e una delle prime istituzioni in Italia ad approvare una mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria della città di Roma ad Assange

Come ha dichiarato la consigliera Monia Maria Medaglia (della Lista Civica Virginia Raggi)  “Siamo il primo Municipio a Roma a raggiungere questo obiettivo, ma presto ne seguiranno ancora molti altri”. E sottolineo anche un altro passaggio, quando Medaglia ringrazia “tutte le colleghe ed i colleghi consiglieri della maggioranza e dell’opposizione del Municipio Roma V che lo hanno sinceramente, coraggiosamente e convintamente sottoscritto e votato favorevolmente”.

Ora, ovviamente parliamo di un Municipio, per quanto grande quanto una città. Ma mi colpisce come la causa di Assange, di colpo, stia diventando la causa di tutte e tutti, una causa trasversale. Credo che qualche punto critico sia stato superato e adesso l’opinione pubblica mondiale sia pronta a sostenere e difendere questa causa. Il che di certo è un passo importantissimo verso una sua eventuale liberazione.

#Colosimo
Il Fatto Quotidiano – Antimafia, la destra vota Colosimo. Pd e M5s non partecipano per protesta: “Ignorati i timori dei parenti delle vittime delle stragi”
Corriere della Sera – Antimafia, eletta Chiara Colosimo. Il Pd e i 5 Stelle non partecipano al voto contro la sua candidatura
la Repubblica – Antimafia, eletta Colosimo: “Non ho amicizie con Ciavardini”. L’opposizione abbandona l’aula
Domani – Commissione Antimafia: Chiara Colosimo (FdI) presidente, vice D’Attis (Fi) e Cafiero De Raho (M5s)

#Romagna
il Post – Le migliaia di animali morti nell’alluvione in Romagna
Corriere della Sera – Il governo approva il decreto legge sull’emergenza maltempo. Meloni: «Oltre 2 miliardi per le zone colpite»

#Ultima Generazione
Corriere della Sera – Ancora un blitz di Ultima Generazione, versato liquido nero dentro la Fontana di Trevi

#Assange
L’Indipendente – La lettera scritta da Assange a re Carlo III contiene probabili messaggi in codice

#Sudan
il Post – In Sudan è stata violata l’ennesima tregua

#Amazzonia
La nuova ecologia – Brasile, Lula: “Sì a estrazione petrolifera al largo dell’Amazzonia”

#Colorado
The Guardian – Historic Colorado River deal not enough to stave off long-term crisis, experts say

#Turchia
il Post – Il candidato che era arrivato terzo al primo turno delle elezioni turche ha annunciato il proprio sostegno a Erdoğan

#aerei
Rinnovabili.it – In Europa, gli aerei a idrogeno saranno più convenienti già nel 2035
la Repubblica – “Aereo a emissioni zero viaggia controvento”. Lo studio: rischio ritardi nel decollo, servono 300 miliardi

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