26 Ago 2022

Il piano per il clima di Biden (e tanto altro) – #569

Salva nei preferiti

Seguici su:

Cosa prevede il maxi piano di investimenti per il clima, le tasse e la sanità approvato da Biden? E cosa c’è dietro la perquisizione dell’enorme villa californiana di Donald Trump, su cui l’Fbi ha fornito fin qui pochi dettagli? Come mai il video della premier finlandese Sanna Marin che si diverte ha suscitato tutto quello scandalo? E cosa dicono i sondaggi sull’approvazione della costituzione cilena?

Oggi, accantonati i due macro temi a cui abbiamo dedicato le prime due puntate post vacanze, ovvero conflitti/geopolitica e caro energia, facciamo una puntata più miscellanea, o minestrone, in cui inseriamo una selezione delle notizie sparse più interessanti, importanti, curiose accadute nell’ultimo mese.

IL PIANO AMBIENTALE DI BIDEN

Partiamo con una notizia che arriva dagli States. Il 13 agosto Joe Biden ha firmato l’Inflation Reduction Act un pacchetto da 740 miliardi di dollari per il clima, le tasse e la sanità. Lo stesso Biden, in conferenza stampa lo ha definito “Il più grande passo in avanti di sempre nella lotta al cambiamento climatico”. 

Al di là delle dichiarazioni di Biden, il piano ha diversi aspetti interessanti e, anche in virtù del suo iter molto travagliato, spiega il Post, è considerato una grande vittoria politica del presidente statunitense. 

La sua genesi risale a oltre un anno fa, quando aveva un altro nome  – si chiamava Build Back Better Act – e prevedeva un investimento di cinque volte superiore: 3500 dollari. Il piano iniziale di Biden era talmente dispendioso e ambizioso che era osteggiato anche da una frangia più centrista del partito Democratico. Considerate che stiamo parlando di un paese come gli Usa, dall’economia liberale, dove ogni intervento dello stato è visto con sospetto anche dalla sinistra più moderata. 

Pare che il subito dopo averlo visto, il senatore democratico Joe Manchin si fosse alzato e se ne fosse andato, rinunciando a qualsiasi tipo di dialogo sul provvedimento. Chi se ne frega di Manchin, direte voi, e invece a Biden fregava eccome, perché al Senato i democratici hanno un vantaggio di un solo voto, 51 senatori contro 50, e questo ovviamente complica molto la situazione, visto che non è facile fare leggi che accontentino tutto l’arco politico interno al partito, che va da un socialista come Bernie Sanders a un centrista, quasi repubblicano su alcuni temi, come Joe Manchin. 

Fatto sta che la legge è rimasta bloccata al senato per mesi finché dopo un lungo lavoro di trattativa si è sbloccata nella forma attuale dell’Inflation reduction Act. Il nome, che tradotto significa Legge di riduzione dell’inflazione, è dovuto al fato che il pacchetto prevede alcune misure per ridurre i prezzi di alcuni beni considerati essenziali, come i medicinali.

Comunque ci sono diversi altri aspetti interessanti, oltre alla lotta all’inflazione. Ad esempio, come dicevamo all’inizio, il pacchetto include il più grande investimento della storia americana in iniziative per combattere il riscaldamento globale, con 370 miliardi di dollari (metà del budget complessivo) di finanziamenti per sgravi fiscali per auto elettriche, produzione di energia da fonti rinnovabili e riconversioni di impianti inquinanti, con l’obiettivo di ridurre del 40 per cento rispetto al 2005 le emissioni di gas serra entro il 2030.

Inoltre il piano prolunga fino al 2026 l’ampliamento dell’assistenza medica gratuita per le fasce più deboli della popolazione, inizialmente prevista solo come risposta all’emergenza pandemica. Riduce attraverso una modifica normativa i prezzi dei farmaci per i cittadini. E finanzia parte di queste misure con una tassa minima del 15 per cento per i profitti delle grandi aziende, che finora pagavano di meno.

Ora, si possono dire un sacco di cose. Che il 15 per cento è una tassazione comunque bassa. Che le misure per il clima non sono ancora sufficienti a rientrare negli accordi di Parigi, cosa che hanno già detto attivisti e climatologi, che non si mettono minimamente in discussione il paradigma della crescita economica e del consumismo, cosa che invece almeno in piccola parte sta avvenendo nella pancia delle istituzioni europee (cosa che aggiungo io). Ma voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e riconoscere a Biden – una volta tanto – di aver ottenuto probabilmente il miglior risultato possibile in una situazione oggettivamente complicata. 

PERQUISIZIONI IN CASA TRUMP

Un’altra roba strana successa questa estate è stata l’irruzione dell’Fbi, nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 agosto, nella casa dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Florida. Gli agenti sono entrati nell’enorme villa di Trump chiamata Mar-a-lago mentre l’ex Presidente si trovava nel suo appartamento a New York.

Si tratta di un evento senza precedenti, che ha destato e sta destando qualche perplessità. Anche perché l’Fbi e il giudice che gli ha dato il permesso di fare la perquisizione all’inizio non hanno detto niente sulle motivazioni, e dopo tre giorni hanno desecretato solo alcuni dei documenti. manca ancora all’appello l’incartamento con cui l’Fbi ha chiesto il mandato di perquisizione, in cui è contenuta l’ipotesi accusatoria.

Secondo la Cnn Donald Trump è sospettato dall’Fbi di aver “volontariamente sottratto carte relative alla sicurezza nazionale Usa”, aver “nascosto o sottratto documenti pubblici” e aver “ostruito un’indagine federale”. Sembrerebbe infatti che il presidente nell’abbandonare la Casa Bianca abbia portato con sé dei documenti riservati ed importanti per la sicurezza nazionale. Documenti che l’Fbi sperava di trovare nella villa, evidentemente.

Ecco, questo è quello che sappiamo. Ovviamente potete immaginare come ciò abbia scatenato i sostenitori del presidente e fatto fiorire nuove teorie dietrologiche su cosa ci fosse in quei documenti. C’è anche chi si preoccupa di quali reazioni potrebbe avere l’elettorato si Trump, soprattutto la sua frangia più estremista, legata teorie cospirazioniste come Qanon – la stessa dell’assalto a Capitol Hill del 2018 – di fronte a questo fatto, facilmente percepibile come un affronto o un boicottaggio.

Secondo il giornalista Tim Alberta, che scrive per The Atlantic, vista la profonda sfiducia degli Americani (soprattutto degli elettori di Trump) nelle istituzioni democratiche un po’ di trasparenza in più non avrebbe fatto male. Nel suo articolo fra l’altro, tradotto da internazionale, ho letto un dato che mi ha colpito. Nel 2021 un sondaggio condotto dall’università della Virginia ha riscontrato che la maggior parte degli elettori di Trump (52 per cento) e una solida minoranza di quelli di Biden (41 per cento) concordava con l’idea che fosse auspicabile una secessione in cui gli stati democratici si potessero separare da quelli repubblicani e creare due paesi diversi. 

Su questo sono curioso di leggere California, il libro di Francesco Costa, vicedirettore del Post, in uscita a settembre.

SANNA MARIN, PREMIER FINLANDESE, A VOLTE SI DIVERTE

Un’altra notizia che ha tenuto banco nelle ultime settimane è quella della premier finlandese Sanna Marin che a volte si diverte. Già, la notizia era all’incirca questa. In pratica è spuntato un video in cui la premier (classe 1985, ha 35 anni) balla e fa la scema con le amiche, poi un altro in cui si bacia con un uomo in un club di Helsinki mentre balla, e in seguito altre foto di lei che partecipa o ospita feste. Tutto qui.

Si è scatenato una sorta di putiferio mediatico mondiale, in cui si è iniziato a insinuare che fosse drogata, che certi atteggiamento non sono adatti ad una premier (in particolar modo donna!) e cose di questo tipo. Giornali scandalistici tipo il Sun ovviamente sono andati a nozze dedicandoci copertine intere, ma quasi tutti i giornali ne hanno parlato, anche qui da noi, in Italia. 

La premier si è sottoposta a un test antidroga per smentire le accuse e si è scusata pubblicamente dicendo che quei video dovevano rimanere privati. Ma ha anche ribadito il suo diritto a divertirsi come qualsiasi essere umano (“Sono umana ed anche io a volte ho bisogno di gioia, divertimento e allegria nel mezzo di questi tempi bui”) e la sua fiducia nel fatto che i finlandesi e le finlandesi sapranno a cosa dar peso nel giudicare il suo operato (“Voglio fidarmi e credere che le persone guarderanno a ciò che facciamo al lavoro piuttosto che a ciò che facciamo nel nostro tempo libero”; “Non ho perso un solo giorno di lavoro, non ho lasciato un solo compito ancora da svolgere e non lo farò nemmeno in mezzo a tutto questo”).

COSTITUZIONE CILENA

In conclusione accenno e basta al fatto che domenica 4 settembre si voterà per l’approvazione della nuova costituzione cilena, il cui iter abbiamo seguito molto da vicino qui su INMR e su Italia che Cambia. Una costituzione molto innovativa, di rottura col passato, che sconfessa un modello economico neoliberale di cui il Cile è stato culla e che riconosce ampi diritti alle popolazioni indigene e introduce con forza la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi. 

Tutto molto bello, senonché i sondaggi danno da mesi in vantaggio il NO all’approvazione della nuova costituzione. Molte associazioni, gruppi sociali, popolazioni indigene si stanno attivando per sponsorizzare l’approvazione del testo, ma per ora il vantaggio del No sembra saldo. Vediamo quello che succede, ovviamente ci teniamo aggiornati.

Ci sarebbero in realtà un sacco di altre notizie da dare, e alcune di queste le daremo nel corso della prossima settimana, perché sono troppo importanti per essere lasciate indietro.

FONTI E ARTICOLI

#Clima #Biden
Domani – Stati Uniti, Biden firma il pacchetto da 740 miliardi di dollari per il clima, le tasse e la sanità
il Post – I molti successi di Biden, nonostante tutto

#Trump #perquisizione
il Post – L’FBI ha perquisito la casa di Donald Trump in Florida
Internazionale – La perquisizione nella casa di Trump apre una fase nuova e spaventosa
Panorama – Dubbi e incognite sulla perquisizione dell’Fbi a casa di Trump

#Sanna Marin
Open – Finlandia, Sanna Marin risponde (ancora) alle polemiche: «Sono umana. Anche io a volte desidero gioia e divertimento» – Il video

#Cile #costituzione
l’America Latina – Cile, a rischio il sì alla nuova Costituzione

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace


Piscinas, l’arsenico in mare – INMR Sardegna #24

|

Il borgo di Castel del Monte rinasce grazie alla cooperativa di comunità

|

Silvia Mecca: “Superare il lutto e la paura della morte ci permette di tornare a vivere”

|

Anche Roma sostiene il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

|

La gestione dei rifiuti in Sicilia, tra esperienze virtuose e assenza di governance

|

Santa Maria La Palma, quando nel vino batte un cuore sardo – Io Faccio Così #401

|

Zappa Social, la storia di una comunità che ha trasformato una discarica abusiva in un’oasi verde

|

Salute e autosufficienza, i corsi all’insegna della consapevolezza e dell’equilibrio

string(9) "nazionale"