17 Mag 2022

L’India vieta l’esportazione di grano – #522

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L’India decide di bloccare l’esportazione del grano rischiando di far collassare l’approvvigionamento di cibo mondiale. Negli Usa – e in tutto il mondo – tiene banco la sparatoria di un diciottenne suprematista bianco che ha ucciso dieci persone in un supermercato. Finlandia e Svezia sono sempre più vicine a entrare nella Nato mentre in Spagna potrebbe essere introdotto il congedo mestruale.

INDIA BLOCCA L’EXPORT DI GRANO

Torniamo a parlare di cibo e guerra. Come abbiamo visto più volte, il conflitto russo-ucraino rappresenta una minaccia per l’approvvigionamento di risorse alimentari che coinvolge anche i Paesi occidentali, in quanto, ad esempio, da Russia e Ucraina arrivano circa il 30% delle esportazioni mondiali di grano.

Ecco, questa situazione già delicata è destinata ad aggravarsi ulteriormente dopo l’annuncio dell’India di bloccare l’export di grano, con effetto immediato. Ne parla GreenMe. L’India è il secondo esportatore di grano al mondo e solo qualche settimana fa il Ministro del Commercio aveva rassicurato le economie mondiali affermando che l’India era pronta a sfamare il mondo. E invece a quanto pare non è così. 

Il motivo? Provate a indovinare. Vi ricordavate quando dicevamo, tempo addietro, che la crisi climatica è una sorta di delta che aggiunge un +5 di difficoltà a ogni crisi? Ecco, è così anche in questo caso. Il passo indietro dell’India è dovuto all’anomala ondata di caldo che ha investito il Paese nelle ultime settimane di aprile: le temperature roventi hanno ridotto i raccolti e fatto salire i prezzi della materia prima, costringendo all’improvviso dietrofront.

Questo fatto, a mio avviso, dovrebbe aprire tutti i Tg ed essere al centro delle agende politiche di tutti i governi occidentali. Unito alla crisi energetica. Qui non si tratta di cose superflue si tratta di cibo. Servirebbe un piano speciale, d’emergenza, per incentivare la produzione di cibo localmente su piccola e media scala. Servirebbe un piano integrato, urgente, per cibo e energia. 

Anche a livello comunale ci sono tante cose che si possono fare. Ad esempio un’idea potrebbe essere una mappatura degli spazi urbani residuali che a seconda delle occorrenze potrebbero essere dedicati alla produzione di cibo e/o di energia da fonti rinnovabili (magari anche in maniera integrata, perché i pannelli fotovoltaici possono anche fornire l’ombra adatta per alcune coltivazioni). Tetti terrazzi, balconi, aree abbandonate. 

SPARATORIA NEGLI USA

Stacchiamo un attimo dal tema del conflitto, poi ci torniamo. Ci spostiamo intanto negli USa per parlare di quello che è stato il fatto di cronaca più discusso nel fine settimana. Sabato un ragazzo di 18 anni di nome Payton Gerdon armato con un AR-15 è entrato in un supermercato a Buffalo, nello stato di NY, e ha aperto il fuoco uccidendo dieci persone. 

Secondo la Stampa americana il giovane ha effettuato un live streaming su Twitch dell’attacco sui social e postato un manifesto in cui si identifica come un suprematista bianco e antisemita, seguace della teoria del Great Replacement. Che roba è? Trattasi di una teoria cospirazionista di estrema destra – piuttosto affine a QAnon – che sostiene che le elite mondiali vogliano sostituire in Europa e negli Usa la razza bianca con con altre razze. 

Nel video trasmesso su Twitch, racconta il Sole 24 Ore, si vedono scene raccapriccianti. Il killer, aggiungono i media locali, aveva messo online un manifesto suprematista e cospirazionista di 106 pagine in cui tra le altre cose affermava: «Voglio che capiate una sola cosa da questo scritto. Devono cambiare i tassi di natalità dei bianchi. La popolazione bianca diminuisce. Per mantenere la sua popolazione bisogna arrivare a un tasso di fertilità… che nell’occidente dev’essere di circa 2.06 figli per donna».

A scatenare polemica, soprattutto in Europa, è stato anche il fatto che Payton Gerdon ha usato il simbolo esoterico – molto amato dai nazisti – del “sole nero” utilizzato in passato anche dai combattenti ucraini del reggimento ultra nazionalista Azov. Non si sa se quel simbolo fosse un riferimento proprio al battaglione ucraino oppure semplicemente un simbolo adottato da suprematisti e neonazisti di mezzo mondo. Fatto sta che l’uso del simbolo ha scatenato un dibattito, con alcuni che accusano gli Stati Uniti di finanziare i suprematisti ucraini con l’invio di miliardi di dollari di aiuti.

Al di là di questo aspetto, è indubbio che la questione delle teorie cospirazioniste è molto molto attuale. Negli Usa dopo l’exploit dell’assalto al congresso da parte dei seguaci di QAnon la questione è tornata sottotraccia, ma è tutt’altro che risolta. Ci sono migliaia, forse milioni di persone convinte di queste teorie. Che nascono e crescono su un humus molto fertile, che è quello di uno stato americano in cui le commistioni fra affari privati e pubblici, fra potenti lobby, classe politica, élites hollywoodiane creano delle enormi distorsioni e tanti conflitti di interessi. 

Questo problema, che è un problema serio e reale, tuttavia, invece di generare delle risposte sane – o perlomeno oltre a generare delle risposte sane, che esistono – genera anche, paradossalmente, un problema altrettanto grave che è appunto il proliferare delle teorie del complotto. Che portano a degli assurdi davvero difficili da comprendere. La potenza di una storia per la nostra specie è davvero incredibile – a volte bellissima, a volte come in questo caso terrificante. E ogni volta me ne sorprendo. Perché pur conoscendo il meccanismo, non riesco comunque a decifrare come uccidere dieci persone che non hanno fatto niente possa apparire a qualcuno un gesto sensato.

RUSSIA E NATO

Tornando a parlare del conflitto, il 15 maggio il presidente finlandese Sauli Niinistö ha ufficializzato la candidatura della Finlandia alla Nato. Lo stesso giorno il Partito socialdemocratico svedese, la formazione guidata dalla premier Magdalena Andersson, ha approvato l’adesione della Svezia all’alleanza atlantica, a condizione che il paese non ospiti basi permanenti o armi nucleari. La candidatura dei due paesi nordici è una conseguenza diretta dell’invasione russa dell’Ucraina.

Sulla scia di questi fatti, il Post pubblica un articolo interessante dal titolo “La Russia ha fatto rinascere la Nato”, in cui analizza come una delle principali conseguenze dell’aggressione russa all’Ucraina sia stata quella di donare una nuova giovinezza all’Alleanza atlantica, che  fino a pochissimo tempo fa era considerata un’organizzazione obsoleta. 

Al netto delle responsabilità della Nato stessa, e in particolare degli Usa, nel creare delle condizioni favorevoli a questo conflitto, alla luce degli eventi recenti sembra che la mossa russa stia ottenendo il risultato opposto a quello. si presume – sperato. E forse era anche prevedibile. Dopo l’invasione dell’Ucraina la NATO è tornata ad assumere un’importanza vitale: non soltanto nel dibattito pubblico, ma anche nelle decisioni strategiche dei paesi che partecipano all’alleanza, e di quelli confinanti: nei prossimi mesi, la NATO approverà importanti spostamenti di truppe sul suo fronte est, sovrintenderà a un complessivo riarmo dei paesi europei e, con ogni probabilità, accoglierà Finlandia e Svezia come nuovi membri, un’eventualità che ancora pochi mesi fa era ritenuta praticamente impensabile.

A proposito della Russia, vi segnalo un articolo molto interessante uscito su ICC a firma di Elisa Elia che parla di come la guerra sia percepita sull’altro fronte, dando parola a un giornalista e una giornalista che la Russia la conoscono bene che mostrano i vari aspetti della propaganda.

CONGEDO MESTRUALE IN SPAGNA?

Riporta il Fatto Quotidiano che ci sarebbe accordo all’interno della coalizione di centrosinistra al governo in Spagna per introdurre congedi per dolori mestruali, coperti dallo Stato, in un nuovo progetto di legge: “È così. Saremo il primo Paese in Europa a proporlo”, ha affermato la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero, in un’intervista concessa alla radio Cadena Ser.

La ministra ha aggiunto che il congedo verrà garantito come “permesso speciale”, senza limiti di giorni (quindi variabile a seconda delle indicazioni mediche per ogni caso) e senza necessità di contributi precedentemente versati dalla richiedente. Il progetto di legge, che comprenderà un più ampio spettro di misure di supporto “ai diritti delle donne”, dovrebbe essere approvato domani 17 maggio in Consiglio dei ministri. In seguito, passerà al vaglio del Parlamento. Secondo quanto confermato da Montero, non includerà tuttavia l’Iva ridotta al 4% su prodotti igienici femminili come gli assorbenti, un provvedimento inizialmente contemplato.

FONTI E ARTICOLI

#grano
GreenMe – L’India blocca l’export di grano a causa del caldo inedito che ha investito il Paese

#Ucraina
Italia che Cambia – Guerra in Ucraina: come viene raccontata e percepita in Russia?
il Post – La Russia ha fatto rinascere la NATO

#sparatoria
il Sole 24 Ore – Usa, sparatoria al supermarket di Buffalo: suprematista 18enne uccide 10 persone

#congedo mestruale
il Fatto Quotidiano – Congedo mestruale, in Spagna c’è l’accordo nel governo. La ministra Montero: “Sarà un permesso senza limiti di giorni”

#Cile
Il Caffè Geopolitico – Il nuovo Cile di Gabriel Boric

#tassonomia verde
Valori – Dalla Germania no al nucleare nella tassonomia europea

#vaccini
il Post – Ora le regioni hanno il problema dei vaccini in scadenza

#El Salvador
Valori – El Salvador fa i conti con il crollo del bitcoin. Rischio default

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