22 Giu 2022

Cosa succede a Kaliningrad fra Russia e Lituania? – #546

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Che cos’è Kaliningrad e perché di colpo è così importante? Cosa sta succedendo fra Russia e Lituania e perché c’è l’ennesimo rischio di escalation? Cerchiamo di ricostruire la vicenda. Parliamo anche della Georgia che vuole aderire all’Unione europea e del Canada che bandisce diversi prodotti in plastica usa e getta.

COSA SUCCEDE A KALINIGRAD?

Che sta succedendo in Lituania? Che roba è Kaliningrad? E perché ogni settimana devo imparare il nome di una nuova città o regione sconosciuta che d’improvviso diventa la chiave di volta geopolitica del conflitto? Andiamo per gradi e partiamo esattamente dalla seconda domanda, ovvero che cos’è Kaliningrad. 

Come spiega la Repubblica Kalinigrad è una città che ha cambiato varie volte nome e dominazione nel corso della sua storia. Ed è una città che ha una caratteristica peculiare. Appartiene alla Russia, anche se è geograficamente staccata da essa. È una cosiddetta exclave, ovvero un prolungamento del territorio nazionale al di fuori della nazione. 

In realtà non si tratta della sola città, ma anche dell’omonima regione (Oblast), che non è nemmeno piccolissima, sarà grande poco meno della Slovenia o della Macedonia, che fa parte della Russia ma si trova un bel po’ distante, affacciandosi sul Mar Baltico fra Polonia e Lituania.  

Ora, data questa sua caratteristica strana, tutti i rifornimenti di qualsiasi cosa, merci, cibo, eccetera che la Russia invia, passano via ferrovia prima per la Lettonia e poi per la Lituania, due paesi che fanno parte sia della Nato che dell’Ue. O per meglio dire – almeno per parte di esse – passavano. Infatti le ferrovie lituane hanno notificato due giorni fa alle ferrovie della regione di Kaliningrad limiti al transito di un certo numero di merci dalle regioni russe, sulla base delle sanzioni europee contro la Russia. 

È stato così colpito il 40-50% del transito di merci, specie per quanto riguarda metalli e materiali da costruzione. A Kaliningrad la popolazione allarmata – scrive Rai News – starebbe da giorni cercato di fare scorte recandosi in massa presso i supermercati. Il governatore Alikhanov ha invitato la popolazione a non precipitarsi a svuotare gli scaffali e ha spiegato che i prodotti colpiti dalle restrizioni arriveranno via mare, Anche se in modo più lento e costoso. 

Comunque, fatto sta che questa cosa, come un’ulteriore scintilla, sta generando l’ennesima piccola/grande esclalation, e solo i giorni e le settimane ci diranno se è un fuoco di paglia o se è una miccia che farà detonare qualcosa di più ampi. Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha detto che la situazione è più che seria, definendo «senza precedenti e illegale» la decisione del Governo lituano di vietare il transito ferroviario attraverso il proprio territorio, nei due sensi. 

La domanda che in molti si pongono in queste ore è: c’è il rischio che si apra un secondo fronte, ben più pericoloso perché coinvolgerebbe direttamente l’Alleanza Atlantica, visto che la Lituania fa parte della Nato, accanto a quello ucraino? 

I segnali sono contrastanti. Da un lato nella Tv russa si sentono da giorni appelli a costituire “un corridoio” fra l’exclave e il resto del paese. Il che significherebbe un attacco militare contro Lettonia e Lituania, due stati membri dell’Ue e la Nato. Inoltre Lavrov, ministro degli esteri russo, ha comunicato  al capo della rappresentanza diplomatica lituana a Mosca che se il suo paese non farà immediatamente marcia indietro su una decisione considerata «apertamente ostile», ricostituendo completamente il transito merci, Mosca si riserva il diritto di prendere dopo attenta analisi «decisioni senza precedenti a difesa dei propri interessi nazionali».  

Al tempo stesso secondo la maggior parte degli analisti Putin non avrebbe voglia di lanciarsi in una seconda sfida con l’Occidente, con la prima ancora in corso. Ciò non toglie che la situazione sia molto tesa. 

ANCHE LA GEORGIA VUOLE ENTRARE IN EUROPA

Intanto, riporta Euronews, anche la Georgia bussa con sempre più insistenza alle porte della Ue. Migliaia di georgiani si sono riuniti davanti al loro Parlamento per esprimere il desiderio di entrare a far parte dell’Unione europea. La Georgia attende la posizione del Consiglio europeo, che questa settimana si riunirà per definire le tappe che porteranno il Paese più vicino all’Unione.

La Georgia ha fatto richiesta di adesione all’Ue il 3 marzo 2022, lo stesso giorno in cui anche la Moldova ha avanzato la sua domanda e quattro giorni dopo la proposta del governo ucraino. La Commissione venerdì scorso ha raccomandato di concedere lo status di candidato all’Ue a Ucraina e Moldova (pur suggerendo alcuni interventi di contrasto alla corruzione), ma non alla Georgia, che avrebbe bisogno di mettere in atto riforme in una serie di ambiti come la lotta alla corruzione, l’indipendenza dei media e il sistema giudiziario.

Tuttavia giovedì 23 e venerdì 24 giugno dovrebbe esserci un secondo pronunciamento del Consiglio europeo e molti georgiano sono in trepidante attesa. I cittadini in piazza, hanno anche esortato il proprio governo ad accelerare sulle riforme politiche necessarie per avvicinare la Georgia agli standard delle altre democrazie europee, perché temono che non far parte della famiglia europea significherà lasciare il Paese da solo nel confronto con la Russia. Secondo i sondaggi condotti da organizzazioni internazionali, circa l’80% della popolazione sostiene l’adesione del Paese all’Unione europea. 

Certo che da questo punto di vista l’invasione russa dell’Ucraina è stata un flop totale. Putin voleva “denazificare” l’Ucraina e – come spiega Internazionale – con la sua invasione ha “contribuito a solidificare il ruolo e la presenza delle fazioni di estrema destra all’interno dell’esercito ucraino, rinvigorendo una forza politica in difficoltà che era stata bocciata dalla maggioranza degli ucraini”.

Voleva – presumibilmente – ricreare l’Unione sovietica e sta spingendo tutti i paesi a fare disperati appelli all’Ue e alla Nato per allontanarsi dalla Russia. Qualche giorno fa sempre su Internazionale leggevo un articolo interessante di Pierre Haski che parlava di come Putin, Lavrov, Medvedev e in generale molti leader russi abbiano una visione molto novecentesca della politica estera, basata esclusivamente sulla geopolitica dei rapporti di forza fra superpotenze. Ma il mondo è cambiato molto nel frattempo.

CANADA VIETATI ALCUNI PRODOTTI IN PLASTICA MONOUSO

Va bene, concludiamo con un’ultima notizia di tenore completamente diverso. Lunedì il governo canadese ha annunciato che a partire dal prossimo dicembre vieterà la produzione e l’importazione di una serie di prodotti di plastica usa e getta, e che da dicembre del 2023 – per dare alle aziende canadesi il tempo di esaurire le scorte esistenti – ne vieterà anche la vendita. 

Il divieto introdotto dal Canada riguarderà prodotti come sacchetti, posate, cannucce e altri utensili di plastica: è stato reso possibile anche dal fatto che l’anno scorso il governo canadese ha incluso gli oggetti di plastica tra i materiali che possono essere classificati come tossici dalla sua legge sulla protezione dell’ambiente. Non ho capito se le bioplastiche e le plastiche compostabili sono o meno incluse in questo divieto. Prometto di approfondire, perché il dettaglio non è da poco visto che, come ripetiamo spesso, il problema non è la plastica ma l’usa e getta.

FONTI E ARTICOLI

#Russia-Lutuania
Il Sole 24 Ore – Tensioni Russia-Lituania, Mosca: se non riprende il traffico merci per Kaliningrad agiremo
Rai News – La Lituania ferma il transito verso Kaliningrad delle merci sanzionate dall’Ue, l’ira di Mosca

#Ucraina
il Post – La russificazione violenta di una città ucraina

#Di Maio
il Fatto Quotidiano – M5s, la scissione di Di Maio: “Oltre 60 parlamentari nel nuovo gruppo”. C’è già il nome: “Insieme per il futuro”. Di Battista: “Il futuro? Il suo”

#Georgia
Euronews – Tbilisi vuole l’Europa. Migliaia di georgiani in strada per chiedere una rapida adesione all’Ue

#Canada #plastica
il Post – Il Canada vieterà la produzione, l’importazione e poi anche la vendita di una serie di prodotti di plastica usa e getta

#gas
L’Essenziale – Un nuovo gasdotto contro i tagli russi

#Sri Lanka
Internazionale – La crisi che sta trasformando lo Sri Lanka

#Berta Caceres
il Post – Il funzionario pubblico Roberto David Castillo è stato condannato per l’omicidio della nota ambientalista honduregna Berta Cáceres

#Ecuador
il Post – Perché gli indigeni stanno protestando in Ecuador

#Mediterraneo
GreenMe – L’ondata di calore non risparmia il mare: il Mediterraneo è più caldo di 5 gradi, l’anomalia termica fa paura

#Clima
Ansa – Clima:in Artico 15,4°C a maggio, temperatura rara a luglio
GreenMe – Oggi al via la seconda udienza della storica causa climatica contro lo Stato italiano

#Colombia
Rinnovabili.it – La Colombia sarà il prossimo paese a dire stop al carbone e al petrolio?

#carbone
Rinnovabili.it – Anche i Paesi Bassi rispondono alla crisi energetica con il carbone

#metaverso
Valori – Metaverso, cos’è e cosa potrebbe diventare
Valori – Quanta energia consuma il metaverso

#inquinamento chimico
Rinnovabili.it – Inquinanti chimici, i grandi assenti dall’accordo globale sulla biodiversità

#foreste
Nigrizia – Le foreste africane falcidiate dall’industria della gomma

#carta igienica
GreenMe – Le scorte di carta igienica stanno davvero per finire: il costo di produzione è troppo alto, l’allarme dalla Francia

#bovini
Lifegate – La Nuova Zelanda tassa le flatulenze di bovini e ovini per ridurre l’inquinamento

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