8 Mag 2024

Il presidente della regione Liguria arrestato: è possibile un nuovo modello di politica? – INMR Liguria #6

Scritto da: Emanuela Sabidussi
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Giovanni Toti, il presidente della Regione Liguria è stato arrestato ieri mattina per corruzione e si trova attualmente ai domiciliari. Per altre persone molto vicine a lui sono state disposte misure cautelari. Parliamone! Ma non solo: parliamo delle tante e tante opere edili contestate in Liguria e di una possibile via per contrastare la bruttura e la decadenza: ovvero la cultura.

La Guardia di Finanza ha arrestato Giovanni Toti per corruzione. Toti, agli arresti domiciliari, è accusato dalla Procura di Genova di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e promesse elettorali. Oltre a lui sono state disposte misure cautelari per altre persone di spicco: ovvero Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona, per cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

Ai domiciliari anche l’imprenditore portuale Aldo Spinelli, conosciuto per essere stato il presidente dei club calcistici Genoa e Livorno, e Matteo Cozzani, braccio destro di Toti e suo capo di gabinetto. Finisce nelle indagini anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Le accuse sono tante.

Il presidente della Regione Toti è stato accusato dalla Procura di Genova di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e promesse elettorali. Roberto Spinelli e suo figlio Aldo sono accusati di aver finanziato con un totale di 74.100 euro il comitato elettorale di Toti in cambio di vari provvedimenti favorevoli, tra cui il rinnovo trentennale della concessione del Terminal genovese per la merce rinfusa (ovvero destinato alle merci trasportate in grandi quantità senza imballaggio, come carbone, sale da disgelo, sabbie silicee) e l’assegnazione di altri spazi portuali, nonché di un intervento nella vicenda della riqualificazione delle ex Colonie Bergamasche di Celle Ligure, un complesso destinato a diventare un resort di lusso.

Nel leggere la notizia riportata ieri mattina dalle principali testate nazionali e non solo, il primo commento che mi è venuto in mente a caldo è stato: davvero? ancora? Ancora a parlare di una politica ingarbugliata in interessi economici e scambi di favore? Ancora a giocare al più furbo e a chi riesce a farla franca più a lungo possibile? Ancora all’interno degli articoli che riportano la notizia leggere di escort, gioielli, mazzette. Spesso negli articoli pubblicati su Italia che Cambia parliamo di quanto i politici siano lontani dai cittadini, e per fare un esempio concreto mi viene in mente l’inchiesta sul rigassificatore di Vado Ligure.

Dal disegno che continua a riprodursi in diversi contesti, città e regioni appaiono due mondi, vicini ma che mai di sovrappongono, che vivono nello stesso territorio ma con idee, priorità, esigenze totalmente diverse: da una parte la classe politica che rincorre sempre più voti e sempre più intrecciata con interessi di tipo economico. Dall’altra i cittadini che nonostante che si trova a fare i conti con le conseguenze non scelte delle decisioni conseguenti a questi interessi politici.

In queste settimane sono molte le grandi opere o piccoli interventi edili, ma non solo, che sono state criticate e per cui sono state sollevate polemiche più o meno grandi. Una concentrazione di malumore che raramente si è vista così intensa nella nostra Regione. Non abbiamo tempo e modo per approfondirle tutte ,ma ve le vorrei anche solo citare scorrendo le diverse notizie per farvi capire l’entità.

Il primo è ormai di conoscenza per tutti noi, ovvero parliamo del Rigassificatore previsto a Vado Ligure, e a riaccendere le polemiche (o meglio a far continuare, visto che non si sono mai spente) è un comunicato diffuso dal wwf che denuncia un fatto abbastanza insolito e inquietante. Leggo dal comunicato: “Nel nuovo progetto del rigassificatore, dalla planimetria nautica che deve mostrare l’impianto e le zone di pregio circostanti in una mappa sola, sono stati rimossi gli habitat e le vita vegetale e animale che caratterizza l’area”.

Nel comunicato molto lungo e dettagliato, che trovate come gli altri articoli sotto Fonti e articoli sulla pagina dedicata di Liguria che Cambia, si legge infatti di come nel nuovo progetto del rigassificatore non siano più visibili elementi fondamentali da tenere non solo in considerazione, ma che sono elementi prioritari nella valutazione delle singole opere. Tali elementi sono stati o cancellati o sostituiti con terminologie superficiali che rischiano di essere un volano (ovviamente negativo) per valutazioni e azioni. Che sia un caso? Una svista? Gli esperti del Wwf credono di no,

Cambiamo località e ci spostiamo a Noli, dove a far discutere è il nuovo Tunnel di Capo Noli: negli ultimi mesi alcune frane hanno infatti nuovamente interessato l’Aurelia fra Noli e Finale, sempre però all’esterno del tracciato della galleria progettata. Sempre il Wwf, ma non solo, chiede chiarimenti: dal comunicato leggo “Il Wwf si oppone da sempre a questo progetto perché esistono soluzioni alternative molto meno costose, di molto più veloce realizzazione, con minore impatto ambientale ed in grado di coprire il rischio frane anche al di fuori del tracciato della progettata galleria, e quindi è come sempre attento ad ogni novità.

Non sfugge quindi che in questi giorni si sia martellati da pressanti annunci non solo di finanziamento dell’opera, ma addirittura di apertura del cantiere a breve. Stupiti da tanta solerzia, si chiede allora ai sindaci dei due Comuni interessati, Noli e Finale, qual è la loro decisione in merito. Sorprende la notizia giornalistica che un viceministro possa annunciare l’avvio dell’opera senza che risulti esistere il nullaosta dei due consigli comunali”.

A far discutere è anche un’opera che coinvolge Vado Ligure e Genova: ovvero la realizzazione della nuova diga foranea di Genova. Leggo da Primo Canale: “Cresce in elevazione il primo cassone nell’impianto di prefabbricazione “Dario” ormeggiato nel bacino portuale di Vado Ligure”. Avevamo accennato a tale opera quando abbiamo trattato il tema della situazione congestionata di Vado Ligure, scelta spesso come deposito, parcheggio e sede per differenti opere. Vi segnalo l’articolo in cui ne abbiamo parlato, in cui ve lo foste persi.

Ci spostiamo a Pietra Ligure dove un progetto sta facendo molto parlare: ovvero quello dell’ex Cantiere Navale Rodriquez. Si tratta di un ampio spesso da molti anni dismesso e inutilizzato, in attesa di una nuova destinazione d’uso. I numeri sono importanti: si parla infatti di un investimento complessivo di oltre 150 milioni di euro, 11mila mq di spazi verdi pubblici e soprattutto privati, oltre 4 mila mq di spazio dedicato al wellness, 200 unità residenziali, oltre 2 mila mq di spazi commerciali, un albergo da circa 100 camere, 770 posti auto e una marina da diporto privata con circa 500 posti barca totali, due aree dedicate ad attività ludico-sportive e un percorso dedicato a jogging, bike e skating.

Un progetto che mira ad attrarre quindi un tipo di turismo molto specifico. Ma c’è chi non è d’accordo: a dar voce ad essi è l’architetto Cristina Vignone che ha vissuto per parecchi anni a Pietra Ligure. Vi faccio sentire un suo audio in cui ci spiega il suo punto di vista su quest’area e sul progetto presentato dal sindaco.

Fortunatamente per noi la regione Liguria non è solo interessi economici e grandi opere, ma molto altro. Parliamo infatti della cultura. Tre notizie, seppur molto diverse tra loro, hanno attirato la mia attenzione negli scorsi giorni:

La prima è la candidatura della città di Savona come Capitale Italiana della Cultura 2027: da poco si è infatti tenuto un evento di presentazione alla cittadinanza locale della candidatura. La partecipazione al bando “Capitale italiana della Cultura”, prevista per luglio, vede Savona unita ad altri 20 comuni della provincia, uniti per nuovi focus, tra cui ponti tra generazioni, culture, religioni, sostenibilità, ambiente e scienza, cambiamenti climatici, valorizzazione ambientale e territoriale. Tante belle parole a cui ci si aspetta che seguiranno anche azioni concrete. Attendiamo il responso e nel frattempo incrociamo le dita che ciò avvenga davvero.

La seconda notizia è la partecipazione della regione all’appuntamento annuale con il Salone del Libro a Torino. Su Ansa leggo: “Saremo protagonisti essendo stati invitati come regione ospite e i numeri parlano chiaro rispetto alla grandezza di questa edizione: 500 i titoli che verranno presentati dai nostri editori, 37 gli editori presenti e 36 i panel organizzati nel nostro stand che ricorderà un borgo Ligure, i cui muri saranno appunto i nostri libri all’esterno dello stand – è ciò che ha spiegato la coordinatrice della cultura di Regione Liguria Jessica Nicolini-.

E per ultima, ma non ultima, la notizia (almeno per me e per chi non lo sapeva) che la Liguria è tra le prime regioni per numero di biblioteche in correlazione al numero di abitanti: si parla infatti di una biblioteca ogni 2.200 abitanti, contro la media italiana di 1 ogni 8 mila. Leggo dall’articolo riportato dal quotidiano Il Secolo Decimo Nono “Più di seicento biblioteche tra pubbliche e di interesse pubblico, diversi milioni di libri a disposizione di chi vuole consultarli. La Liguria ha un patrimonio culturale pazzesco. La media tra gli abitanti (1,5 milioni) e le biblioteche iscritte all’anagrafe del Ministero (664), dice che nella nostra regione c’è una biblioteca ogni 2.200 abitanti. Moltissimo considerato che la media italiana è 1 ogni 8 mila.

Per la cronaca la più antica è l’Aprosiana di Ventimiglia (del 1648) mentre nel capoluogo Genova la “nonnina” è la Franzoniana di via Madre di Dio (1749). Dal punto di vista quantitativo è ovviamente la grande Genova che fa la voce grossa tra i Comuni con la bellezza di 310 biblioteche; a seguire La Spezia (36), Savona (34) e più distanziata Sanremo (16).”

Ecco dopo aver visto e letto tanta bruttura, credo che la strada per uscirne sia davanti a noi: se la classe politica punta ad interessi economici e purtroppo spesso attraverso vie poco legali, abbiamo un’arma più forte che ci portiamo dentro da secoli: la cultura, la storia e forse è proprio ciò che può farci uscire da tutto questo, facendoci riscoprire la bellezza e le nostre radici.

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