12 Lug 2022

Di quarte dosi e Uber files – #560

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Ieri il Ministro della Salute ha aperto alla quarta dose di vaccino per gli over sessanta, che si aggiungono così agli over 80 per cui lo stesso vaccino era disponibile già da aprile, ma fra cui solo pochi hanno scelto di effettuarlo. Intanto scoppia lo scandalo degli Uber files, che coinvolgono anche il presidente francese Macron, mentre in Germania l’esperimento di mezzi pubblici a 9 euro al mese sembra funzionare molto bene.

VACCINO OVER 60

La nuova ondata di casi di Covid ha sorpreso un po’ tutti, perché è arrivata in piena estate e il governo è corso ai ripari aprendo alla quarta dose di vaccinazione. Sia i governi che le case farmaceutiche sembravano abbastanza impreparati, e queste ultime stavano approntando dei vaccini aggiornati alle nuove varianti per l’autunno. 

Per nuove varianti s’intende soprattutto una sottovariante di Omicron, chiamata BA5, che sembra aver raggiunto ormai circa il 60% dei casi, e contro la quale i vaccini sviluppati fin qui si sono mostrati molto poco efficaci.

La quarta dose del vaccino era già disponibile da metà aprile per le persone con più di 80 anni o con particolari problemi di salute, tali da rendere necessarie maggiori precauzioni per ridurre i rischi di ammalarsi di COVID-19. Viene somministrata non prima che siano passati 120 giorni dalla terza dose. 

Ieri (su consiglio dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali) ha aperto anche alla fascia fra i 60 e i 79. La mossa, come riporta Euronews, sembra essere preventiva, anche se ha suscitato qualche perplessità. Se da un lato i vaccini, stando ai dati, sembrano aver avuto un ruolo importante nel contenere i casi più gravi nelle fasce più anziane e fragili della popolazione, quelli sviluppati nella prima ora sembrano avere un’efficacia piuttosto scarsa nel contrastare la nuova variante. E infatti le prime reazioni, fra i 13 milioni di potenziali richiedenti, sembrano molto tiepide. Fin qui solo un quinto della popolazione con più di 80 anni ha deciso di sottoporsi nuovamente al vaccino. 

Secondo il Post parte dell’esitazione a sottoporsi a una seconda dose di richiamo deriva anche, per molti, dalla sensazione di avere già ricevuto sufficienti dosi e in un tempo relativamente breve rispetto ad altre vaccinazioni.

Aggiungo altre due considerazioni. La prima, visto che non leggevo più niente sulle terapie intensive, sono andato a vedermi i dati ufficiali del ministero e i livelli di occupazione sono molto bassi, nonostante la nuova ondata. Attorno al 4% come media nazionale. È vero che la curva delle terapie intensive segue in genere di qualche giorno la curva dei contagi, ma qui siamo di fronte a una curva abbastanza piatta.

La seconda è che tanto le fonti istituzionali quanto la maggior parte dei giornali si riferiscono alla quarta dose come alla seconda somministrazione del richiamo. Che forse è un modo per imbrogliare o far perdere il conto alla fascia degli over 80. Scherzo,ma fino a un certo punto, nel senso che seconda dose fa un effetto diverso rispetto a quarta. a livello psicologico. 

UBER FILES

Cambiamo argomento. Forse nelle ultime ore avrete sentito parlare degli Uber files. Che roba sono? Domenica un consorzio di giornali internazionali guidato dal britannico Guardian ha pubblicato una grossa quantità di documenti (124mila) trafugati a Uber, il servizio statunitense di noleggio di auto con autista, e riferiti al periodo tra il 2013 e il 2017, quello di maggior crescita internazionale per l’azienda.

Parliamo di email, sms, presentazioni a uso interno dell’azienda e altro materiale, e mostrano come Uber, sotto la guida del cofondatore e amministratore delegato Travis Kalanick, avesse adottato tecniche di pressione politica estremamente aggressive, che in alcuni casi sembrano aver superato i limiti dell’etica, sviluppando rapporti molto stretti con politici e istituzioni e usando sistemi tecnologici per nascondere la propria attività alle autorità dei paesi in cui operava. 

Queste accuse non sono poi così nuove, nel senso che Uber è famosa per l’atteggiamento spregiudicato e poco rispettoso delle leggi soprattutto sotto la guida dell’ex amministratore delegato Kalanick, dimessosi nel 2017 per via di una serie di scandali, dopodiché l’azienda cambiò radicalmente atteggiamento.

Gli Uber files però mettono nero su bianco anche tutti i protagonisti politici di quei tempi, e ci sono diversi nomi scottanti. Ad esempio il presidente francese Emmanuel Macron, che quando era ministro dell’Economia, tra il 2014 e il 2016, sviluppò una relazione molto stretta con Kalanick e promise all’azienda che avrebbe modificato le regolamentazioni sui trasporti per favorire l’ingresso di Uber nel mercato francese.

Contatti ugualmente stretti ci furono con l’olandese Neelie Kroes, che era stata commissaria europea per la Concorrenza e che aiutò Uber a ottenere influenza dentro al governo dei Paesi Bassi.

Gli Uber files contengono anche varie conferme di come Uber abbia usato accorgimenti tecnologici per sfuggire ai controlli delle autorità. Per esempio, l’azienda aveva fatto installare su tutti i suoi sistemi informatici un “kill switch”, un “interruttore d’emergenza”, cioè un sistema che rendeva immediatamente non accessibili tutti i computer di una determinata sede, nel caso in cui fosse in corso un controllo delle autorità negli uffici. Insomma, non sarà un nuovo caso Watergate, o un Wikileaks, ma è roba che scotticchia. E che mette in imbarazzo più di un politico.

ESPERIMENTO TRASPORTI A 9 EURO IN GERMANIA

A proposito di trasporti, spostiamoci in Germania, perché ci sono i primi risultati dell’esperimento di cui parlavamo tempo fa del biglietto unico per i mezzi di trasporto pubblico a 9 euro al mese. Per chi se lo fosse perso parliamo di una promozione che consente di viaggiare sui mezzi pubblici in città e sui regionali in tutto il paese pagando solo 9 euro al mese, fino alla fine di agosto. 

L’iniziativa è stata introdotta dal governo tedesco per compensare il recente aumento dei costi della vita, compresi quelli del carburante, e offrire una forma di sostegno economico (ecologico) a chi deve usarli per lavoro oppure vuole provarli per le vacanze e il tempo libero. Ed è stata accolta con grande favore.

I biglietti da 9 euro permettono di viaggiare su tutti i mezzi di trasporto pubblici tedeschi, tra cui treni, metropolitane, bus e tram, e valgono anche per prendere alcune linee di traghetti attive a Berlino e ad Amburgo. Mentre non valgono né per i viaggi su lunghe distanze, come quelli a bordo di treni Intercity ed Eurocity, né sui mezzi di trasporto di compagnie private.

Ecco, qualche giorno fa “Tom-Tom International” ha presentato per conto dell’agenzia Deutsche Press Agentur un primo studio che monitora gli effetti della misura In Germania grazie al biglietto a nove euro al mese sono aumentati i mezzi ed è diminuito il traffico.

C’è stato un boom di passeggeri su treni, bus e metropolitane e una parallela riduzione del traffico su gomma. Dall’inizio del mese in Germania sono stati venduti ben 21 milioni di abbonamenti al prezzo «politico» fissato dal governo Scholz in nome della svolta ecologica e della lotta al caro-vita.

Risultato: in 23 delle 26 principali città della Repubblica federale le lunghe code di auto nelle ore di punta sono praticamente scomparse. Forse è ancora presto per osservare tutti gli effetti, ma per ora sembra aver funzionato molto bene, direi. Offrire servizi semigratuiti è un altro modo di fare un buon welfare e incentivare le persone a fare scelte ecologiche.

FONTI E ARTICOLI

#quarta dose
Euronews – Covid 19: verso la quarta dose di vaccino per over 60 e fragili
il Post – La quarta dose per chi ha più di 60 anni

#Uber files
il Post – Cosa sono questi “Uber files”

#gas
il Post – La Russia ridurrà di un altro terzo il gas all’Italia
Rinnovabili.it – Stop al Nord Stream: come si stanno preparando i paesi europei?

#Giappone
il Post – Il Partito Liberal Democratico giapponese ha rafforzato la sua maggioranza parlamentare

#Sri Lanka
il Post – In Sri Lanka non si sa più chi comanda

#G20
Internazionale – Al G20 emergono le ambiguità dei nuovi  non allineati

#Brasile
GreenMe – Sentenza storica, il Brasile è il primo Paese al mondo a dichiarare che l’Accordo di Parigi è un trattato sui diritti umani

#CO2
il Post – Cos’è questa storia della mancanza di anidride carbonica

#musica
il Post – La musica è davvero universale?

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