Femminicidio: in Sardegna un aumento del 200% rispetto al 2023 – INMR Sardegna #55
Questa settimana è iniziata con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, una data che da tempo racchiude le istanze e anche la rabbia delle mobilitazioni femministe e transfemministe, contro la violenza maschile e una cultura patriarcale che sistematicamente, opprime, abusa, molesta, viola e uccide. I dati in merito alla violenza di genere continuano a evidenziare una realtà drammatica: la Sardegna è ugualmente travolta come riporta Sardegna Live, da un fiume di sangue e violenza che ha segnato la morte di 28 donne negli ultimi sette anni. Le vittime di femminicidio nell’Isola nel 2024 sono state 7 , con un aumento del +200% rispetto al 2023. Maria Atzeni, Francesca Deidda, Maria Dolores Cannas, Ignazia Tumatis, Giusi Massetti, Martina Gleboni, queste ultime rispettivamente uccise dal marito e padre, che poi ha ucciso anche il figlio Francesco Gleboni, vittima anche lui di un femminicida, e Maria Esterina Riccardi. Questi i nomi delle persone uccise da una violenza maschile che non si ferma. Non dimentichiamo i loro nomi, come ribadiscono soprattutto da non una di meno, anche perché la violenza di genere non è un fatto privato, ma un fenomeno sistemico e radicato che ci riguarda come comunità. Ulteriori dati diffusi in settimana in merito riguardano il fatto che la presenza femminile ai vertici delle amministrazioni pubbliche è ancora limitata, solo nel 16,3% dei casi le donne rivestono un ruolo apicale, come sindaca nei Comuni o rettrice nelle Università. Sono i dati (anno 2022) riportati nella relazione Cnel sui servizi pubblici. Ricordiamo però che la questione delle posizioni apicali riguarda solo una parte delle rivendicazioni sulle garanzie di diritto per le donne: sotto l’apice c’è una realtà di spazi negati, ruoli definiti, dipendenza economica che nega l’autodeterminazione, violenza domestica o mancata garanzia di accesso ai diritti fondamentali – pensiamo ad esempio alle lacune della sanità in sardegna – che rende la realtà tutta complessa e opprimente, non solo l’apice. In merito al 25 novembre, abbiamo chiesto al collettivo transfemminsta di Nuoro Istravanadas un contributo audio a partire dalla domanda: che cosa è per voi il 25 novembre?
Le aziende sarde entro gennaio saranno alla ricerca di quasi 3mila lavoratori e lavoratrici, ma da offrire, nella quasi totalità dei casi, avranno solo contratti a scadenza. L’ha riportato in settimana L’unione sarda con un articolo di Luca Mascia che riporta come nell’Isola, l’87% del lavoro sarà precario. Come scrive, l’onda di precarietà coincide con le festività e l’esigenza da parte delle imprese di assumere un numero extra di dipendenti. Dietro questo fenomeno ricorrente si nasconde però la difficoltà di trovare le figure professionali richieste. I dati arrivano dal report trimestrale di infocamere, che ha stimato in sardegna 29mila 180 posti vacanti da novembre a gennaio. Secondo il Cna, la problematica relativa alla mancanza di figure specializzate nei profili ricercati, determina il fatto che le imprese siano costrette a ripiegare su assunzioni temporanee di persone che durante il contratto devono dimostrare di poter essere formati. Le maggiori criticità si concentrano tra profili professionali come ingegneri, analisti e specialisti nella progettazione, ma non solo: mancano anche tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e della salute, operatori della cura estetica saldatori e carpentieri. Quello che ci auguriamo è che come sempre si inizi a guardare ai dati come fotografie di una realtà che necessità di azioni concrete: se mancano sistematicamente categorie di lavoratori e lavoratrici, il problema non può riguardare la persona, non può essere individuale ma comunitario e politico. La speranza è che quindi a questi report, seguano azioni di risposta e non colpevolizzazione a quelle che sono le necessità della comunità.
Le cronache in merito questa settimana hanno scosso l’isola, e anche in questo caso, anche i dati mostrano che abbiamo un problema. La Sardegna si conferma purtroppo al primo posto in Italia per il tasso di mortalità sulle strade. Gli ultimi tragici eventi, tra quelli che hanno risuonato maggiormente la morte dei fidanzati diciassettenni in un incidente in motorino Iglesias, e i quattro ragazzi di Fonni morti in un incidente stradale sulla provinciale 69, sottolineano una realtà sempre più preoccupante. Secondo i dati del 2024, il numero di vittime stradali in Sardegna è in costante aumento, con oltre 112 morti registrati da gennaio a novembre. Una tendenza che preoccupa profondamente e che spinge associazioni, famiglie e istituzioni a richiedere interventi più incisivi per migliorare la sicurezza stradale. Come riporta Radiolina, il 2024 si prospetta come un anno nero per le strade sarde. Con oltre 106 vittime registrate sino ad oggi, l’Isola rischia di superare il tragico bilancio del 2023, quando si contarono 110 morti. Solo nell’ultimo mese, si sono verificati più di dieci incidenti mortali. La Sardegna non solo guida la classifica italiana per tasso di mortalità stradale, ma registra anche un preoccupante aumento degli incidenti in generale. La mancanza di infrastrutture sicure e di un’adeguata prevenzione rende la situazione ancora più critica. L’aumento delle vittime sulle strade richiede risposte rapide e decise da parte delle istituzioni. Sono indispensabili le campagne di sensibilizzazione ma ancora prima, è necessario il miglioramento delle infrastrutture stradali. In merito, vi leggo in conclusione le dichiarazioni del referente di Ruote Libere per la Sardegna, Piero Muscas, rilasciate a Sardegna Reporter: “L’inefficienza della rete infrastrutturale sarda è un tema atavico che con gli anni, lungi dall’essere migliorato, si è ulteriormente aggravato. Abbiamo a che fare con strade indegne di un paese civile e che, in particolare nella stagione turistica, trasformano gli spostamenti in odissee con rischi di incidenti elevatissimi. A fronte di cantieri continui, le Statali che attraversano le dorsali dell’isola sono costantemente congestionate con attraversamenti a raso e carreggiate ristrette pericolosissime – continua Muscas – Gli utenti della strada in Sardegna sono esposti a rischi enormi.”
Chiudiamo la parte di cronaca settimanale con il nostro punto a tema energia. Sicuramente al centro del dibattito in merito c’è stato il fatto che è arrivata l’approvazione unica del progetto di potenziamento del Parco eolico Nulvi Ploaghe, più volte balzato alle cronache perché vicino alla monumentale basilica di Saccargia. In merito però stiamo preparando un approfondimento che spieghi bene la questione e che pubblicheremo lunedì sul nostro portale, perché ci sono diverse questioni da affrontare e lo faremo con l’associazione di protezione ambientale gruppo di intervento giuridico. Nel frattempo, è successo anche che la commissione nazionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), ha espresso parere negativo al progetto dell’impianto agrivoltaico Palmadula Solar da 360 MW di potenza e un sistema di accumulo di capacità pari a 82,5 MWh, il più grande mai proposto in Italia per potenza e dimensione. L’infrastruttura, che avrebbe occupato oltre 1.043 ettari nel Comune di Sassari, ma è stata giudicata incompatibile con le esigenze di tutela ambientale e della biodiversità. L’area interessata dall’impianto infatti è caratterizzata da habitat naturali di alto valore ecologico, inclusi territori contigui a siti della Rete Natura 2000, fondamentali per la conservazione di specie protette e per il mantenimento dell’equilibrio ecosistemico. è arrivato poi anche il parere negativo su un altro impianto agrivoltaico, denominato “Guspini”, proposto in territorio del comune di Guspini in un’area di circa 80 ettari e per una potenza di 64,40 MW. Le ragioni del diniego, anche in questo caso, sono riconducibili a motivi di incompatibilità con aree di pregio naturale e culturale per il rischio che tale impianto potesse determinare un’alterazione del paesaggio rurale e impatti su aree protette e siti ad alta valenza ecologica. Novità per quanto riguarda anche il disegno di legge sulle aree idonee, molto atteso, che come vi abbiamo anticipato la settimana scorsa ha avuto non pochi rallentamenti. L’accordo è stato ratificato, maggioranza e opposizione hanno infatti certificato in settimana in Aula un’intesa per l’accelerazione dell’iter del ddl aree idonee. Come riporta Ansa si è arrivati così all’approvazione del primo articolo della norma, superando la prima prova rappresentata da un emendamento presentato da Fdi, su cui è stata inserita anche la firma del gruppo dei Riformatori: è il correttivo che inserisce uno dei punti cardine chiesti proprio dal partito della premier Meloni, il riferimento allo Statuto sardo nell’articolo tre che ribadisce quelle che sono le competenze della regione in materia urbanistica. La modifica ha ricevuto subito il favore della maggioranza. “La proposta permette di fare ordine – ha dichiarato il capogruppo di fratelli d’italia Paolo Truzzu, che prosegue: “se prima il riferimento del ddl 45 era il Decreto Draghi, ora la norma principe è rappresentata dallo Statuto Sardo, che dà alla Sardegna competenza primaria in materia urbanistica”. Quello che recita ora il testo del disegno di legge, ve lo leggo, è che “La presente legge individua le aree idonee e le superfici idonee, non idonee e ordinarie al fine di favorire la transizione ecologica, energetica e climatica nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 9 della Costituzione, nonché delle disposizioni di cui all’articolo 3 della legge costituzionale 3 del 26 febbraio 1948 (in merito allo Statuto speciale per la Sardegna)”. Emendamento approvato quindi e ostruzionismo terminato: ora la strada per l’approvazione appare spianata, tanto che l’Aula è stata riconvocata per martedì prossimo, e il via libera finale potrebbe arrivare già nei primi giorni della settimana.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme
Anche noi abbiamo deciso di dedicare il 25 novembre a una pubblicazione in merito, e infatti lunedì siamo usciti con un’intervista della nostra Lisa Ferreli alla storica, docente di storia contemporanea all’università di cagliari e esperta di colonialismo italiano Valeria Deplano. Come scriviamo, il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, rappresenta un momento di lotta ma anche di riflessione e consapevolezza sulle radici di una violenza che non è un panno sporco da lavare a casa, bensì fenomeno radicato in strutture sociali, culturali e storiche che attraversano epoche e contesti geografici differenti, ma che trovano un denominatore comune nella disuguaglianza e nell’oppressione sistemica. In questo contesto, l’intersezionalità – introdotto dalla giurista Kimberlé Crenshaw per spiegare come diverse forme di discriminazione quali razzismo, sessismo o classismo, non agiscano separatamente ma si sovrappongano, creando esperienze specifiche di oppressione – diventa fondamentale per affrontare non solo il patriarcato come sistema di potere, ma anche le sue connessioni con altri fenomeni storici, come il colonialismo, per comprendere come la violenza di genere non sia un fenomeno isolato bensì frutto dell’intersezione con storie di dominio, razzismo e sfruttamento. Un’intervista molto interessante che vi consigliamo di leggere affinché lo sguardo sui fenomeni radicati nella nostra società ci porti a sradicare quelle pratiche che alimentano l’oppressione.
Martedì invece Laura Tussi ci ha raccontato Theandric, il Teatro Nonviolento dove l’arte diventa veicolo di pace e trasformazione comunitaria. Il teatro infatti come sappiamo non è solo un’arte, ma può diventare uno strumento di trasformazione sociale, un mezzo per educare, sensibilizzare e costruire comunità. Theandric lo fa ispirandosi ai principi della nonviolenza. Theandric Teatro Nonviolento nasce con la missione di creare un teatro che oltrepassando la semplice rappresentazione artistica sia veicolo di riflessione e cambiamento, mettendo al centro la scelta della nonviolenza – quella lotta politica e sociale che rifiuta ogni atto di violenza – come principio etico e poetico. Da un anno la sede è il Teatro Sant’Eulalia di Cagliari, uno spazio che accoglie la ricerca teatrale e permette di costruire una comunità attiva e consapevole, impegnata in una visione trasformativa dell’arte e della vita. Leggetelo e se potete, andate a seguire le pagine di questa bellissima realtà in modo da restare aggiornati sulle produzioni in arrivo
Mercoledì poi la nostra Sara Brughitta ci ha emozionato con un racconto del podcast “Villa Clara, memorie di un manicomio”. L’ex manicomio di Cagliari, Villa Clara appunto, è un luogo che rischia di scomparire dalla memoria collettiva. Per questo motivo, il podcast ridà voce a chi ha vissuto tra quelle mura, intrecciando testimonianze di sofferenza, speranza e resistenza. Come scriviamo, il progetto nasce dall’intento di esplorare appunto la storia di Villa Clara attraverso le voci di chi ha vissuto tra le sue mura, restituendo loro la dignità che segregazione e pregiudizi hanno minato. È un viaggio nel passato di un luogo che è fondamentale riportare alla memoria per evitare che le sue ombre svaniscano. Il podcast, prodotto da Nemesis Magazine, fa parte di un progetto culturale ampio che include la rassegna omonima Villa Clara: Memorie da un Manicomio, curata da Trip Sardinia in collaborazione con l’associazione Terra Atra, Su Tzirculu e Radio X e con il contributo del Comune di Cagliari. Un progetto che non si limita a raccontare la sofferenza dei pazienti e la durezza di un sistema sanitario che li emarginava, ma vuole porre in evidenza i loro vissuti in quanto individui, in modo da sensibilizzare la collettività al tema della stigmatizzazione, della reclusione e dell’abbandono, affinché le mura che ci separano gli uni dagli altri, siano esse reali o del pensiero, vengano abbattute. Trovate come sempre l’articolo sul nostro portale, leggetelo e se potete, ascoltate anche il podcast, non ve ne pentirete
Giovedì abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un testo di Marta Serra, antropologa, studiosa di pratiche ancestrali dell’Isola e curatrice della nostra rubrica sull’esoterismo in Sardegna. Questo mese ci parla di luoghi, del concetto di spazio nella cultura sarda ma soprattutto, ci parla dei cosiddetti non-luoghi. L’antropologo Marc Augè ha coniato il termine “non-luogo” in contrapposizione ai luoghi antropologici di cui è espressione privilegiata il paesaggio. Il non-luogo invece è un luogo di passaggio, senza identità e caratterizzazione: luoghi per vendere e comprare, luoghi per comunicare in cui l’individuo non è membro di un gruppo, ma utente di un servizio e mero medium comunicativo. Come scrive la nostra Jana, ciò che smuove corpi, menti, animi e spiriti sardi in questo impegnativo e pregnante dibattito sulla speculazione energetica è l’orrore verso la trasformazione della Sardegna intera in un non-luogo istituzionalizzato. A causa della devastazione del territorio sulcitano a scopo minerario, si è reso un non-luogo una regione meravigliosa e antichissima. A causa di decenni e decenni di occupazione militare straniera, si son resi i selvaggi e energetici territori del Salto di Quirra un non-luogo. La costa smeralda intesa come complesso turistico è un non-luogo, forse un parco giochi mediterraneo, ma di certo fatica a esprimere l’identità dello splendido popolo gallurese che tentano di relegare e addomesticare, con fatica. Sarà un non-luogo il Thirrenian Link come stanno trasformando in un non-luogo Uta. Anche questo, lo trovate su www.sardegnachecambia.org
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Dal 29 novembre al 1° dicembre 2024, il Teatro Doglio di Cagliari ospiterà la nona edizione del Lei Festival (Lettura, Emozione, Intelligenza). Un appuntamento imperdibile per chi ama la cultura e desidera esplorare il valore del gioco come rifugio creativo e spazio di libertà. Quest’anno il tema centrale sarà il gioco, non solo come attività ludica ma come strumento di resistenza alla frenesia quotidiana. Secondo la direttrice artistica Alice Capitanio, il gioco rappresenta un’opportunità per riconnettersi con sé stessi e gli altri, riscoprendo creatività e spontaneità. Un viaggio che unisce filosofia, letteratura e cultura ludica in una tre giorni di dialoghi, riflessioni e performance. Il festival vedrà la partecipazione di ospiti che contribuiranno a esplorare il tema del gioco in tutte le sue sfaccettature, come Sara Simeoni, campionessa di salto in alto, intervistata da Simona Rolandi (venerdì 29 alle 19) e Umberto Galimberti, filosofo di fama internazionale. Un bell’evento, da non perdere
- sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre sarà possibile immergersi in un percorso autentico fatto di tradizioni millenarie, uno dei paesi più suggestivi del Goceano, Burgos, che rivive il medioevo aprendo le porte delle proprie case per accogliere i visitatori e far conoscere i profumi, i sapori e le tradizioni più antiche. Stiamo parlando dell’evento PRENDAS DE ADELASIA 2024, una manifestazione che prevede l’esposizione dell’artigianato locale, degustazioni di prodotti tipici, dimostrazioni arti e mestieri medievali; ma anche l’interazione con falchi e rapaci di corte e ovviamente punti ristoro con vari menù. Tra le attività anche il laboratorio “TIRO CON ARCO STORICO” presso accampamento Corporazione Arcieri Sanluri, Via Castello. Tutte le info sulla pagina Facebook dedicata a PRENDAS DE ADELASIA
- Questo fine settimana ÌSULA, il festival – viaggio esperienziale nelle meraviglie della Sardegna, fa tappa a Siddi con l’evento ‘Il futuro è la natura’, in programma Domenica primo dicembre. Si parlerà di sostenibilità ambientale e uso di energie da fonti rinnovabili ma sono previsti anche laboratori come quelli di intreccio da materiali naturali o di recupero, sugli antichi suoni delle launeddas e poi la tappa al Museo Ornitologico della Sardegna per conoscere le tecnologie usate dagli uccelli nelle varie fasi della loro vita come la costruzione dei nidi, veri esempi di architettura naturale. Anche questo, un appuntamento da non perdere
- In conclusione vi ricordiamo che questa domenica si rinnova l’appuntamento di domenica al museo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali. I musei visitabili gratuitamente in Sardegna sono a Cagliari il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, a Sassari l’Altare prenuragico di Monte d’Accoddi, la Pinacoteca nazionale di Sassari e il Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna”
#25novembre
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#lavoro
L’unione sarda, cartaceo del 27 novembre 2024, “Lavoro, nell’Isola l’87% sarà precario” di Luca Mascia
#mortalitàstradale
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Piero Muscas: “Incidenti stradali, mortalità record in Sardegna”
#energia
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Stop a mega impianto agrivoltaico 360 MW a Sassari
#SACC
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L’orrore del non-luogo e il concetto di spazio nella cultura sarda