2 Set 2022

Una maxi retata all’alba contro la ‘ndrangheta – #574

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All’alba di ieri la procura antimafia di Catanzaro, quella diretta da Nicola Gratteri, per intenderci, ha svolto una grande operazione antimafia, ponendo in custodia cautelare 202 persone. In molti hanno applaudito all’operazione, che però ha suscitato anche qualche critica, vediamo come mai. Parliamo anche di gas e rinnovabili, della fine dell’abbondanza, di alcune novità sull’Ucraina e di Sarah Palin sconfitta in Alaska dalla nativa americana Mary Peltola.

BLITZ ANTI ‘NDRANGHETA

Ieri mattina all’alba c’è stata una grande operazione contro la ‘ndrangheta, con circa duecento arresti a Cosenza e dintorni. Ne parlano molti giornali, fra cui la Repubblica e il Fatto Quotidiano. L’operazione è stata Coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro, quella diretta da Nicola Gratteri di cui abbiamo più volte parlato su Italia che Cambia. 

Ne abbiamo parlato anche recentemente per via delle minacce di morte che ha ricevuto – o meglio del piano per farlo fuori scoperto nientepopodimeno che dall’Fbi, la polizia federale statunitense – e della grande manifestazione contro la ‘ndrangheta e in suo sostegno che di è tenuta a Milano il 5 luglio scorso.

Nell’operazione di ieri mattina, eseguita da  Carabinieri, polizia e Guardia di finanza sono coinvolti amministratori locali, professionisti, imprenditori ed esponenti della criminalità organizzata di Cosenza. 

C’è anche il sindaco di Rende, l’avvocato Marcello Manna, scrive il Fatto Quotidiano, già indagato per corruzione, che è anche il presidente dell’Anci (l’Associazione dei comuni italiani) della Calabria. Al momento non è stato possibile sapere quale sia il fatto al primo cittadino e se si riferisca alla sua attività di amministratore o di professionista. L’uomo si trova agli arresti domiciliari.

Le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare sono, secondo l’accusa, responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, organizzazione illecita di giochi anche d’azzardo e di scommesse, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori. Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal magistrato, che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro.

Fra l’altro vi ricordo che sempre la procura di Catanzaro ha imbastito il primo maxiprocesso contro la ndrangheta. Un processo ancora in corso, che si chiama Rinascita-Scott e ha portato a giudizio 355 imputati, tutti affiliati alle cosche calabresi. È il più importante processo a un’organizzazione criminale mai celebrato in questo paese dopo il maxi processo a Cosa Nostra dell’86. Ne hanno parlato giornali e tv di tutto il mondo, ci hanno fatto persino dei documentari, tranne che da noi. A parte qualche rara eccezione. 

Anche la notizia del blitz di questa mattina è comparsa per qualche ora sulle homepage dei principali quotidiani, per poi scomparire. Questo in parte è dovuto alla legislatura italiana che vieta di diffondere particolari dettagli su questo genere di operazioni, in quanto vige la presunzione di innocenza e quindi non vanno diffusi troppi dettagli sulle persone coinvolte. In conferenza stampa Gratteri ha ironizzato su questo fatto:

Ha detto, scrive il Fatto Quotidiano, che la legge “bavaglio” sulla presunzione di innocenza gli impedisce di illustrare cosa è emerso nella maxi-inchiesta che ha colpito le cosche del cosentino. A parte l’elenco dei reati contestati agli indagati, infatti, il magistrato calabrese non ha potuto dire molto: “ La stampa è potente ed ha potere. Chiedete ai vostri editori di dire ai referenti politici di cambiare la legge. Io non intendo essere né indagato né sottoposto a procedimento disciplinare”.

Questo tipo di dichiarazione si inserisce nel solco di uno scontro fra chi, com Gratteri, sostiene che in certi contesti vadano usati i metodi forti e non si possa badare tanto per il sottile, e chi è più garantista e vorrebbe un maggior rispetto per le persone coinvolte, finché non c’è la prova del reato. C’è un articolo su Il Dubbio molto critico su operazioni di questo genere, che spiega bene questo punto di vista. L’articolo è dei primi di luglio ed era uscito proprio in occasione della manifestazione di Milano, ma il ragionamento è ancora valido.

Lanfranco Caminiti, sul Dubbio, fa a pezzi questo modo di procedere, portando dati su cui riflettere: innanzitutto, la Calabria detiene il record nazionale di persone dichiarate innocenti dopo gli arresti e il processo; record di errori giudiziari, insomma. In alcuni casi, si è calcolato che meno del 20 percento degli arrestati sia stato poi considerato colpevole, l’altro 80 per cento è risultato innocente dopo anni di carcere duro. 

È un dato indicativo, scrive Caminiti, “di un “modo” di procedere – che è stato anche definito “pesca a strascico” – in cui si fanno operazioni “spettacolari” con grancassa mediatica, con centinaia di arresti, con abuso nell’applicazione e mantenimento delle misure cautelari, che però poi non reggono alla prova dei fatti e del giudizio. Ma quelle vite, e le comunità dove sono inserite, ne rimangono ferite a morte per sempre”.

Insomma, la domanda di fondo è: vale la pena fare queste operazioni massicce con alto rischio di mettere dentro persone innocenti, pur di fermare la ‘ndrangheta? E soprattutto, questo aiuta a fermare la ‘ndrangheta?

Il giornalista condanna anche la “presunzione di colpevolezza” che è tipica di questo genere di operazione, per cui basta avere uno zio o un parente invischiato in situazioni mafiose per essere automaticamente accusato, o commissariato (nel caso di un amministratore). Il che è il contrario dello stato di diritto, in cui vale la presunzione di innocenza. 

Ora, io non ho un’opinione esatta su questo argomento, e capisco da un lato la necessità di usare metodi più drastici del solito per eradicare un fenomeno, così come comprendo bene anche il rischio di trasformate tutto ciò in un tritacarne. Ad ogni modo trovo molto stimolante parlarne. Anzi se volete ditemi cosa ne pensate nei commenti (se state guardando il video su YT).  

RINNOVABILI, UNICA SOLUZIONE AL CARO GAS

Annunciazione, annunciazione: forse ho trovato una persona che irride Cingolani più di me. Si tratta di Giovanni Battista Zorzoli, storico esperto di energia in Italia, che intervistato dal manifesto non usa mezze parole. 

Vi faccio un riassunto, perché oltre alla derisione di Cingolani ci sono altri aspetti interessanti nell’articolo. Zorzoli afferma che il prezzo folle del gas è frutto principalmente della speculazione sul mercato Ttf di Amsterdam che fissa il prezzo del gas in Europa e che di fatto si basa sui futures con pochi operatori e un volume di scambi di un solo miliardo al giorno. un mercato molto volatile per definizione. Va bene, fin qui niente di particolarmente nuovo.

Quello che aggiunge però è che da mesi ha personalmente sollevato il problema e fatto una proposta semplice e precisa, trovando ascolto quasi esclusivamente nel presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto (Senatore, persona effettivamente seria e competente). La proposta è quella di sospendere il prezzo, come succede in ogni borsa quando un titolo fluttua troppo. “Ho provato anche a spiegarlo al governo Draghi – dice Zorzoli – ma nessuno mi ha ascoltato”.

Ed ecco la domanda del giornalista che chiede se ha provato a parlarne con il ministro Cingolani. “Cingolani è un incompetente che è stato messo lì per togliere il posto a Giovannini, che invece conosce il tema della transizione energetica e avrebbe disturbato certi interessi. Cingolani invece va benissimo: non capendoci niente, ascolta i consigli interessati di chi non vuole la transizione”. Bum.

Invece, il citato Enrico Giovannini, ricordo per chi non lo sapesse, è il ministro delle infrastrutture e dei trasporti dell’attuale governo, nonché Ex portavoce di Asvis, l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile italiana, che al netto del nome fa cose molto interessanti e che personalmente ritengo uno dei pochi – se non il solo – buon ministro del governo attuale. 

Zorzoli fa anche anche un sacco di considerazioni interessanti sul nucleare (di cui è stato un fan della prima ora per poi cambiare idea considerandolo insostenibile economicamente per via dei costi legati a sicurezza e smaltimento), sulle politiche energetiche dell’ultimo quinquennio, facendo a pezzi il mercato libero dell’energia e la “sbornia da liberalizzazione£ del nostro paese, e tante altre cose. Vi consiglio vivamente la lettura dell’articolo.

FINE DELL’ABBONDANZA

Un altro articolo che ho trovato sorprendente lo pubblica Avvenire. È a firma di Mauro Magatti e si chiama “Addio al sonno della ragione”. Magatti, che è un docente universitario di scienze politiche, prende spunto dalla recente dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron «È finita l’epoca dell’abbondanza». 

L’affermazione di Macron in effetti è una fredda(ma onesta) presa d’atto del fatto che l’abbondanza intesa come abbondanza economica e di beni di consumismo, è un concetto giunto al capolinea. 

“Fine dell’abbondanza significa, molto concretamente, l’uscita forzosa dalla lunga stagione di una crescita quantitativa pensata come illimitata, cioè senza vincoli dal punto di vista finanziario, energetico, delle risorse naturali e umane. A cui nell’immediato rischia di seguire una grandinata di cattive notizie: scarsità di energia e materie prime, inflazione a due cifre, recessione economica. La paura (giustificata) è che le difficoltà annunciate possano scatenare un’ondata di protesta e destabilizzare le democrazie. A cominciare da quella italiana. Esattamente ciò che spera Putin, che ha saputo rivoltare contro l’Occidente le sanzioni decise dopo l’invasione dell’Ucraina”.

Tuttavia, prosegue il giornalista, “le difficoltà che abbiamo davanti sono un invito a cercare la via di uno sviluppo migliore rispetto a quello alle nostre spalle”. Magatti definisce anche le condizioni che a detta sua sono necessarie affinché ciò avvenga: 

  • declinare crescita economica e giustizia sociale. Se finché tutto cresce potevamo far finta che tutti si arricchissero (non era comunque così) con una torta che cresce meno, o forse decresce c’è bisogno di ricomporre le divaricazioni che spaccano le nostre società, dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. 
  • uno slittamento da un’idea di crescita quantitativa illimitata (non più possibile) a una qualitativa, del benessere e ben vivere, con lo “sviluppo è fatto di tutte quelle dimensioni immateriali, qualitative e relazionali che abbiamo messo tra parentesi e che invece, alla fine, sono essenziali per la nostra vita, individuale e collettiva”. 
  • la capacità di gestire e trasformare costruttivamente il forte risentimento che cresce in una società abituata ad avere tutto ed è perciò insofferente all’idea stessa di limite. 

In definitiva – conclude – la ‘fine dell’abbondanza’ potrebbe essere il vincolo esterno per avviare quella trasformazione di cui si sente il bisogno ma che non si sa come realizzare. 

Anche qui, non è niente di sconvolgentemente nuovo, ma il fatto che l’Avvenire pubblichi un pezzo come questo mi pare un fatto molto interessante.

NOVITA’ DALL’UCRAINA

In chiusura, ribaltando un po’ l’agenda setting, vi do una serie di aggiornamenti e notizie flash. Partendo dall’Ucraina. Per Gorbaciov, alla fine ci saranno quelli che la Repubblica definisce “mezzi” funerali di Stato. Putin non ci sarà e si limiterà a rendere omaggio (ieri) alla salma presso l’ospedale. Paradossale che per la morte di Boris Eltsin proclamò il lutto nazionale, organizzò esequie ufficiali e tenne un discorso molto accorato.

Intanto è iniziata l’ispezione della AIEA alla centrale nucleare di Zaporizhzhya. La delegazione ha documentato un’intensa attività militare, e si continua a non capire chi stia effettivamente portando i pericolosi attacchi che rischiano di compromettere e mandare fuori controllo i reattori. 

SARAH PALIN SCONFITTA IN ALASKA

Negli Usa Sarah Palin – che forse ricorderete come candidata vicepresidente repubblicana nel 2008 con McCain, che poi perse con Obama, o come leader dell’ala ultraconservatrice del partito repubblicano detta Tea Party, o come ex governatrice dell’Alaska – ecco Sarah Palin ha perso la sfida per un seggio rimasto vacante alla Camera dei rappresentanti Usa a causa della morte del deputato repubblicano Don Young. La sconfitta è stata contro Mary Peltola, prima democratica dell’Alaska eletta al Congresso dal 2008, nonché prima persona con origine nativa americana dell’Alaska a vincere un seggio al Congresso. 

REFERENDUM IN CILE

Al volo prima di chiudere, domenica si voterà in Cile per l’approvazione della nuova Costituzione. Quindi può essere che lunedì mattina, per avere dei risultati solidi, e per via del fuso orario, la rassegna vada in onda con un po’ di ritardo.

FONTI E ARTICOLI

#ndrangheta
Il Fatto Quotidiano – Cosenza, maxi operazione contro la ‘ndrangheta: 200 arresti, c’è anche il sindaco di Rende Marcello Manna
la Repubblica – ‘Ndrangheta, scommesse e droga: maxioperazione a Cosenza, oltre 200 arresti. Anche il sindaco di Rende e due assessori https://www.repubblica.it/cronaca/2022/09/01/news/ndrangheta_scommesse_e_droga_maxioperazione_a_cosenza_oltre_duecento_arresti-363716640/?ref=RHUO
Il Dubbio – Tifa Gratteri, o stai coi boss: l’alternativa umilia l’Antimafia
Il Fatto Quotidiano – Gratteri e gli effetti della legge ‘bavaglio’: “Non posso dare i dettagli del blitz o mi indagano. Dite agli editori di parlare con la politica”

#discriminazione
Valori – Goldman Sachs andrà a processo per discriminazione verso le donne

#Sarah Palin
Next – Mary Peltola: la nativa americana che ha sconfitto l’ultraconservatrice Sarah Palin in Alaska

#gas
il manifesto – Zorzoli: «Cingolani, un incompetente messo lì contro le rinnovabili»

#frugalità
Avvenire – Fine dell’abbondanza, illusioni e iniquità. Addio al sonno della ragione

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