8 Giu 2022

Verso un salario minimo europeo? – Io Non Mi Rassegno #536

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È stato effettivamente trovato l’accordo, come anticipavamo ieri, sul salario minimo europeo. Allora guardiamo meglio che cosa prevede e cosa potrebbe cambiare anche per il nostro paese. Parliamo anche di un altro accordo europeo, quello sul caricabatterie universale, della campagna dell’Associazione nazionale Comuni Virtuosi “A buon rendere” per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale nel nostro paese e del greenwashing delle compagnie aeree denunciato da Greenpeace.

SALARIO MINIMO EUROPEO, RIPARLIAMONE

Ne avevamo parlato ieri, di reddito minimo europeo, e in effetti l’accordo è arrivato ed è stato annunciato ieri mattina in conferenza stampa. Non ci sono grosse novità rispetto a quanto discusso ieri, ma qualche dettaglio in più sì, e allora vediamolo meglio, commentando un articolo del Post.

Premessa, si tratta di un accordo fra Parlamento, Commissione e consiglio Ue, non ancora di una legge. Per entrare in vigore, la direttiva dovrà essere approvata dalla plenaria del Parlamento Europeo e poi ratificata dal Consiglio. Infine, dovrà essere recepita dai singoli paesi membri: è un processo che probabilmente richiederà almeno qualche mese. 

Come dicevamo, la direttiva non imporrà un salario minimo uguale su tutto il territorio europeo né l’obbligo di introdurlo per legge all’interno degli stati membri, ma stabilirà una serie di criteri e procedure che i paesi dovrebbero seguire per garantire salari adeguati.

Ad esempio: periodicamente i governi e le parti sociali dovranno aggiornare il valore del salario minimo: almeno ogni due anni per i paesi che hanno un salario fisso e almeno ogni quattro anni per i paesi che hanno un salario minimo legato al costo della vita.

Come dicevamo ieri, l’accordo oltre a promuovere e normare a livello europeo il salario minimo, promuove l’utilizzo della contrattazione collettiva, in cui i sindacati e le parti sociali partecipano assieme alla definizione dei contratti di lavoro per varie categorie. 

E secondo varie indiscrezioni, nei paesi dove la contrattazione collettiva è molto diffusa – come in Italia – l’accordo prevede che l’istituzione di un salario minimo non sia obbligatoria.

Non è ancora chiaro, scrive il Post, come sarà applicata la direttiva – se e quando entrerà in vigore – e secondo quali criteri sarà adottata dai vari stati. 

Quindi cosa cambierà per l’Italia? Anche il nostro paese introdurrà un salario minimo o si accontenterà dei contratti collettivi? Difficile dirlo. Quello che è sicuro è che il dibattito nel nostro paese al momento è piuttosto acceso. Lo stesso governo è diviso, con PD e M5S favorevoli all’approvazione di norme sul salario minimo e i partiti di centrodestra contrari. 

CARICABATTERIA UNIVERSALI?

Sempre nella giornata di ieri le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo, dopo anni di discussioni, sulla proposta legislativa per introdurre un caricatore unico di tipo Usb C, indipendentemente dal produttore, per i dispositivi mobili nell’Unione europea. Le nuove norme riguarderanno telefoni cellulari, tablet, e-reader, fotocamere digitali, cuffie e auricolari, console per videogiochi portatili e altoparlanti portatili ricaricabili. Ma non computer portatli, almeno per adesso, come invece richiesto inizialmente dal legislatore. 

La direttiva segna una sconfitta per Apple, che ha un diverso caricatore per i suoi iPhone e alcuni iPad e che si è battuta a lungo contro l’adozione di uno standard universale. 

Oltre a introdurre uno standard unico per i caricabatterie aldilà della marca e della tipologia di device, il decreto introduce anche la separazione della vendita dei caricatori da quella dei dispositivi, allo scopo di ridurre i rifiuti elettronici. La norma prevede l’adozione del caricabatterie universale entro l’autunno 2024, ha annunciato il Parlamento europeo. Passetti in avanti, direi.

A BUON RENDERE, IL CONVEGNO SUL VUOTO A RENDERE

Ieri c’è stato anche un convegno molto interessante e importante di lancio della campagna “A buon rendere” per introdurre anche in Italia, sulla scia di molti paesi europei, sistemi di deposito cauzionale per bottiglie e contenitori di bevande di qualsiasi materiale. 

Come affermano i promotori l’introduzione di sistemi di vuoto a rendere sono gli unici che attualmente sembrano in grado di garantire il raggiungmento degli obiettivi europei nel campo dell’economia circolare, ovvero del 90% di raccolta selettiva di imballaggi in plastica monouso entro 2029.

Un’iniziativa davvero importante, organizzata dall’associazione nazionale dei Comuni Virtuosi e sposata da decine e decine di altre organizzazioni, sia del mondo ambientalista come WWF, Lipu, Zero Waste Europe, sia del mondo della produzione e del retail.

Nei prossimi giorni pubblicheremo un articolo a riguardo ma intanto vi invito a visitare il sito buonrendere.it. 

GREENWASHING DELLE COMPAGNIE AEREE

È uscito un nuovo report di GreenPeace che denuncia il greenwashing delle compagnie aeree secondo il quale le sette maggiori compagnie aeree in Europa non hanno adottato misure sufficienti per ridurre le emissioni di gas serra in linea con l’Accordo di Parigi. 

Il rapporto in questione è stato commissionato da Greenpeace Central and Eastern Europe (CEE) che analizza gli impegni sul clima di Lufthansa, Air France-KLM, International Airlines Group (IAG), Ryanair, easyJet, SAS e TAP Air Portugal.

Secondo quanto emerge, gli impegni presi da queste sette compagnie sarebbero per l’appunto niente di più e niente di meno di greenwashing. Infatti le soluzioni messe in pista (è prorpio il caso di dirlo) dalle compagnie sarebbero false e inefficaci: ad esempio la compensazione di CO₂, o i cosiddetti “combustibili sostenibili per l’aviazione”. Inoltre, nessuna delle società esaminate si è impegnata ad azzerare realmente le emissioni di gas serra. Nel 2019, queste sette compagnie aeree europee erano responsabili da sole di 170 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra, più delle emissioni annuali totali di tutti i Paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia) messi insieme.

E stiamo parlando di sole 7 compagnie. Che nonostante il loro impatto vengono foraggiate di finanziamenti. Il settore aereo europeo ha ricevuto più di 30 miliardi di euro di fondi pubblici per la ripresa post-Covid. “Ciò rende ancora più urgente riformare il settore per renderlo più sostenibile da un punto di vista climatico e sociale – dice il comunicato stampa con cui GreenPeace presenta il rapporto – riducendo le inefficienze ed eliminando ad esempio i voli a corto raggio che hanno già una valida alternativa in treno. 

GreenPeace ha approfittato della pubblicazione del report per rilanciare una petizione che si chiama “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti”, in cui chiede all’Europa di proibire le pubblicità delle aziende che con le proprie attività contribuiscono alla crisi climatica. Vi leggo il testo della campagna: “Le multinazionali dell’auto, del trasporto aereo e i colossi energetici come Eni e Shell, continuano indisturbate a farsi pubblicità, mentre immettono nell’ambiente enormi quantità di CO2, inquinano l’aria e generano un rischio per la nostra salute e per il Pianeta. E pensano di continuare a farlo. Nel 2003 l’Unione Europea, riconoscendo il rischio per la salute, vietò alle aziende del tabacco di farsi pubblicità. Firmando questa Petizione Europea, possiamo ottenere lo stesso risultato contro le multinazionali più inquinanti del mondo”.

La petizione è sostenuta da più di trenta organizzazioni internazionali e se raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda ingannevole dell’industria fossile, inclusi i settori automotive e aviazione. 

Ora, diciamoci la verità, difficilmente le petizioni servono a cambiare qualcosa di strutturale, e a volte ci danno anche la falsa sensazione di starci mobilitando davvero per cambiare il mondo. Ma tentar non nuoce. L’importante è che non usiamo la firma di una petizione per metterci a posto la coscienza ma al contrario per approfondire l’argomento e fare scelte consapevoli.

FONTI E ARTICOLI

#salario minimo
il Post – L’accordo per una legge sul salario minimo nell’Unione Europea

#caricabatterie
la Repubblica – Caricabatterie universale, l’Ue trova l’accordo

#aerei
Greenpeace – Le compagnie aeree come easyJet, Ryanair e Lufthansa fanno greenwashing mentre continuano ad aggravare la crisi climatica

#vuoto a rendere
A buon Rendere – Sito web

#Twitter
il Post – Elon Musk vuole ancora comprare Twitter?

#eutanasia
il Post – Fabio Ridolfi ha scelto la morte con la sedazione profonda

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