Licenziarsi a 50 anni per inseguire un sogno. La storia di Mariella
A 51 anni Mariella Lacatena ha lasciato il suo lavoro e si è iscritta a un corso di coaching. Questa scelta ha cambiato la sua vita e ora, a 59 anni, la sua missione è aiutare altre persone a compiere questo percorso.

Ci sono momenti in cui si ha voglia di cambiare vita in un’età adulta in cui l’unico orizzonte possibile sembra essere il tramonto piuttosto che l’alba. La nostra società è piena di convinzioni limitanti che condizionano – in una sorta di manipolazione invisibile – non solo l’ identità, ma anche il percorso di vita della maggioranza delle persone. Eppure, negli ultimi tempi si sta dando più spazio al concetto di consapevolezza di sé e del mondo e alla possibilità di scegliere un percorso di vita giusto per sé stessi e non per gli altri.
Ho intervistato Mariella Lacatena, una donna molto dinamica di 59 anni, dall’aspetto molto giovanile, che a un certo punto della sua vita ha deciso di sfidare le convenzioni sociali andando controcorrente. Si è licenziata a 51 anni per rincorrere i suoi sogni. Da allora sono passati otto anni e lei non si è mai pentita di questa scelta, anzi, ora aiuta gli altri a trovare il coraggio di scegliere la propria felicità.
Mariella quanto contano l’età anagrafica e le convenzioni sociali nel cambiare vita per realizzare dei propri sogni?
Sono pienamente convinta che l’età anagrafica non conti nulla nella realizzazione dei propri sogni. Le regole sociali possono certamente influire sulla realizzazione dei propri obiettivi, ma il loro impatto dipende molto da come lo percepiamo e da quanto permettiamo loro di condizionarci. Personalmente, non credo che rappresentino un ostacolo insormontabile alla realizzazione dei propri sogni, piuttosto, siamo noi stessi a lasciarci limitare dalle convenzioni e dalle aspettative altrui. Serve coraggio, determinazione e talvolta la capacità di andare controcorrente. In definitiva, credo che la chiave stia nel non lasciare che siano gli altri a decidere cosa possiamo o non possiamo fare, solo noi possiamo davvero capire cosa ci rende felici e realizzati.

Raccontami un po’ di te.
Ho 59 anni e mi occupo di consulenza fiscale e aziendale. Sono una persona molto curiosa e questa mia natura mi ha sempre spinta a frequentare nuovi corsi per acquisire competenze in ambiti anche molto diversi tra loro, esplorando con entusiasmo ogni sfaccettatura dello scibile umano. Come dicono spesso i miei amici, ho la “sindrome della crocerossina”: mi piace aiutare le persone a stare bene e a migliorare la propria vita. Proprio per questo, nel 2021, a 55 anni e contro ogni convenzione sociale, ho deciso di iscrivermi a un corso di coaching.
Questo percorso mi ha permesso di acquisire una maggiore consapevolezza del mio valore come persona e mi ha aiutato a comprendere che possiamo davvero realizzare i nostri sogni, perché dentro di noi possediamo tutte le risorse e le capacità necessarie per farlo. Il corso mi ha anche portata a superare i miei limiti mentali e fisici, grazie a prove impegnative tra cui un’esperienza che non dimenticherò mai: il Campo di Sopravvivenza. Per sviluppare capacità decisionali, agilità mentale e spirito di squadra, ho trascorso una settimana in un bosco del Molise, sotto una pioggia battente, senza cellulare né contatti con l’esterno, con cibo razionato – solo quattro scatolette da 150 grammi di legumi e tonno.
Ho imparato a costruire un bivacco per dormire, una barella per il trasporto dei feriti utilizzando solo corde, ad accendere un fuoco con l’acciarino, a intagliare bastoni di legno, a scalare una montagna con la sola corda e persino a immergermi fino al collo nelle acque gelide di un fiume. E tutto questo l’ho fatto io, che fino ai 55 anni non ero mai stata nemmeno in un campeggio estivo! Sono tornata a casa con una profonda consapevolezza: come esseri umani possediamo una resilienza straordinaria, che troppo spesso ignoriamo.
Ci puoi raccontare un’altra esperienza che ti ha aiutato a decostruire la visione limitata e limitante che avevi di te stessa?
Un’altra sfida importante è stata quella di correre la maratona: a Berlino nel 2022 e a New York nel 2024. Non ho mai amato correre – ogni volta che incontravo i runner al mattino pensavo: “Ma chi glielo fa fare? Devono essere tutti un po’ matti!”. Eppure, per ottenere la certificazione di coach, dovevo iniziare anche io a correre e soprattutto a imparare ad amare la corsa.

Per prepararmi alle due maratone mi sono affidata a un preparatore atletico, che mi ha insegnato a correre nel modo corretto per evitare infortuni. Per mesi, tre o quattro volte a settimana, mi svegliavo all’alba, indossavo le scarpe da corsa e uscivo, che ci fosse sole, pioggia, caldo o freddo e a prescindere dalla voglia. Prepararsi per correre 42 chilometri senza mai fermarsi richiede un lungo e intenso allenamento, una corretta alimentazione e soprattutto una forte tenuta mentale.
La felicità che si prova nel tagliare il traguardo di una maratona è indescrivibile. Ti fa sentire capace di affrontare qualsiasi sfida perché se sei riuscita a completare una maratona puoi superare qualunque ostacolo la vita ti presenti. La maratona mi ha insegnato molto: resistenza alla fatica fisica e mentale, pianificazione e gestione delle risorse, capacità di restare focalizzata sull’obiettivo anche sotto stress. Ora sto preparando la mia terza maratona, che correrò a Berlino il 21 settembre. Negli ultimi quattro anni, grazie a queste esperienze, ho imparato che se lo vogliamo davvero, possiamo raggiungere traguardi che all’inizio ci sembrano impossibili.
Secondo te è vero che dopo una certa età non è più possibile rimettersi in gioco perché la società e il mondo del lavoro chiudono le porte se sei troppo avanti con gli anni?
Personalmente non credo sia vero che dopo una certa età non è più possibile rimettersi in gioco. È indubbio che il mondo del lavoro e la società spesso pongono barriere e pregiudizi legati all’età, come se ci fosse una “scadenza” per essere considerati validi. Ma la realtà è che la capacità di reinventarsi, di imparare cose nuove e di dare valore alle proprie esperienze non ha limiti di età. Anzi, molte persone trovano proprio dopo i 50 o i 60 anni – o anche oltre – una nuova forza e motivazione per affrontare cambiamenti importanti o avviare percorsi professionali completamente diversi.
Sono pienamente convinta che l’età anagrafica non conti nulla nella realizzazione dei propri sogni
Il vero limite spesso è mentale: la società può imporre etichette, ma sta a ciascuno decidere se accettarle o superarle. Le porte chiuse da altri possono essere sfidate con determinazione, curiosità e resilienza. E oggi, con tante possibilità di formazione, networking e supporto, rimettersi in gioco è più accessibile di quanto si pensi.
Cosa ti ha aiutato a superare questi limiti sociali?
Quello che mi ha aiutato a superare questi limiti sociali è stato prima di tutto un lavoro profondo su me stessa, reso possibile grazie al coaching, che mi ha aiutata a riconoscere e affrontare le convinzioni limitanti che la società spesso ci impone, permettendomi di trasformare quei limiti in vere e proprie leve di crescita. Mi ha dato competenze pratiche e una nuova consapevolezza che mi hanno permesso di andare oltre quei limiti, aprendo nuove strade per me stessa.
Cosa consiglieresti a tutti coloro che vorrebbero cambiare vita?
Il mio consiglio è: inizia da te stesso. Il cambiamento esterno parte sempre da un cambiamento interiore. Non aspettare che le condizioni siano perfette o che tutto sia chiaro fin da subito, perché quel momento raramente arriva. Comincia con piccoli passi, ma muoviti nella direzione che senti giusta per te. In particolare, consiglierei di intraprendere un percorso di coaching, perché aiuta a fare chiarezza, a superare le paure e a trasformare i desideri in obiettivi concreti. Cambiare vita non significa stravolgere tutto da un giorno all’altro, ma decidere ogni giorno di fare qualcosa che ti avvicini alla tua versione migliore. Servono coraggio, determinazione, ma anche metodo, visione e fiducia nel fatto che è sempre possibile ricominciare a qualsiasi età.
Informazioni chiave
Una scelta senza età
Secondo l’esperienza di Mariella, non esiste un’età “giusta” a cui si può cambiare vita, ma questo può accadere a 50, 60 anni o anche dopo.
Condizionamenti sociali
Il mondo esterno spesso ci pone di fronte a degli ostacoli, ma sta a noi decidere se fermarci o provare a superarli.
Esperienze formative
Due esperienze che hanno aiutato molto Mariella nel suo percorso per cambiare vita sono state una settimana nel bosco con pochissimi strumenti e l’allenamento per correre la maratona.
Qualche consiglio
Inizia da te stesso o te stessa, non aspettare che le condizioni siano perfette, procedi per piccoli passi prestando attenzione a scegliere la direzione giusta.
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