11 Ott 2018

Che tipo di fame ho quando dico di avere fame?

La pratica Mindfulness portata nel campo dell’alimentazione apre le porte all’osservazione sul come e "da dove" ci nutriamo. Ci permette di essere più consapevoli del contesto emotivo che sta dietro la sensazione di fame e di comprendere il modo in cui ci relazioniamo al cibo. Mangiare con attitudine Mindfulness è, in realtà, un processo di auto-consapevolezza e trasformazione.

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Tutti abbiamo provato quell’impulso che ci porta a mangiare e che chiamiamo “fame”. Un impulso che possiamo considerare di base, poiché è legato alla nostra sopravvivenza e ai nostri istinti più primitivi. Nel corso della vita, il modo in cui viviamo e sperimentiamo questo impulso cambia, ma è innegabile che faccia parte della nostra natura, sin da quella prima ricerca istintiva di cibo che avviene subito dopo la nascita.

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Alcune persone, a volte, sperimentano questo impulso come incontrollabile, irrefrenabile o eccessivo, e sentono di essere in gran parte alla loro mercé, il che può essere la causa di molte sofferenze. Altre persone, invece, affermano di aver perso l’appetito e raramente si connettono con quell’impulso naturale, ma mangiano perché “è la cosa giusta da fare”.

 

Per alcuni, l’atto del mangiare è un piacere e un godimento come pochi altri, per altri, è un processo necessario che alcune persone considerano quasi una tortura. E questo approccio può cambiare durante la vita in ogni momento. Ogni esperienza è unica e la gamma di possibilità è infinita.

 

Forse una delle pratiche Mindfulness più interessanti e rivelatrici , è proprio quella che possiamo realizzare portando la nostra attenzione al processo dell’alimentazione, tenendo conto di tutto questo insieme di sensazioni che accompagnano l’atto del mangiare. Essere presenti e attenti mentre mangiamo è un esercizio potente che ci apre a comprensioni profonde.

 

Portare la pratica Mindfulness nel mangiare è sintonizzarsi con i nostri sensi ed esplorare attraverso di essi; permettiamoci di scoprire in ogni boccone ciò che quel cibo ci offre, con mente da principiante e con genuina curiosità; osserviamo le sensazioni fisiche, i nostri pensieri ed emozioni, rendendoci conto dell’impatto che l’esperienza del mangiare ha in tutte queste aree.

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Se concentriamo la nostra attenzione sulla sensazione di fame, cercando di scoprire l’attenzione da cui è nata: Cosa osserviamo? Dove sentiamo la fame? Esiste una parte del corpo in cui viene percepita la sensazione di fame? È una sensazione generalizzata o può essere delimitata? Il corpo mostra segni di fame? E, in tal caso, quali?

 

Oltre al corpo e alle sensazioni fisiche, c’è qualche altro punto da cui nasce l’impulso di mangiare? Forse la nostra mente ha un ruolo in questo? Cosa dicono i nostri pensieri? Esprimono giudizi sull’atto del mangiare o sulla scelta del cibo? Sono forse i pensieri che ci portano a rifiutare o scegliere certi cibi rispetto ad altri? E se poniamo l’attenzione oltre il corpo e la mente, rileviamo qualche altra fonte di fame? Che ruolo gioca il nostro stato emotivo? È il nostro cuore che ha fame? …

 

Un intero campo di auto-indagine che ci permetterà di scoprire che ciò che chiamiamo fame è in realtà una complessa rete di sensazioni, pensieri ed emozioni che avvengono all’interno dei nostri corpi, menti e cuori. Un quadro che possiamo osservare per diventare consapevoli degli elementi coinvolti in questo processo.

 

La prossima volta che sento l’impulso di mangiare posso chiedermi: Chi ha fame lì dentro?

 

Tipi di Fame

Potrei quindi scoprire che è stato il mio naso che ha risvegliato in me un’attrazione irresistibile per un cibo che emana un profumo squisito (fame olfattiva); o che è piuttosto la mia mente che mi spinge a mangiare, usando argomentazioni inconfutabili sulla convenienza di farlo in questo momento e in un certo modo (fame mentale).

 

È anche possibile che la mia attenzione sia stata attratta dal rumore di alcuni biscotti che qualcuno vicino a me sta masticando, attivando immediatamente il mio desiderio di mangiare (fame uditiva).

 

Possiamo distinguere fino a nove diversi tipi di fame, che non sono altro che esperienze; esperienze che possiamo osservare da quell’atteggiamento di accettazione e non giudizio che caratterizza l’approccio Mindfulness. In questo modo apriamo la porta a comprensioni profonde e ai movimenti di trasformazione che possono derivare da esse.

 

Tra questi nove tipi di fame, sento che la fame del cuore merita una considerazione speciale a causa delle sue peculiarità e del suo impatto. Hai mai osservato che, in un certo stato d’animo, tendevi a mangiare di più? Mangi con la speranza di liberarti delle emozioni che ti danno disagio? Mangi perché ti senti solo, annoiato, triste o ansioso? È così che si manifesta la fame del cuore, una fame che difficilmente può essere soddisfatta con il cibo fisico e che pretende di essere curata in modo più profondo.

 

Di che cosa ha realmente fame il tuo cuore? Accogli con amore questa domanda e la risposta che emergerà, coloro che si aprono ad essa, lungo la strada dell’alimentazione consapevole, hanno in dono liberazione ed espansione.

 

 

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