Child Safeguarding Policy

INTRODUZIONE:

Attraverso il documento Child Safeguarding l’associazione Italia che Cambia si impegna con responsabilità a tutelare sempre e da ogni forma di violenza e condotta inappropriata, le bambine, i bambini e gli adolescenti con i quali entrerà in contatto. Prevenire ogni forma di violenza o abuso richiede non solo protocolli e procedure ben precise, ma anche leadership, responsabilità e cambiamento culturale, capacità di ascolto per mettere i loro diritti, la loro dignità, la loro sicurezza e i loro bisogni alla base di ogni programma o condotta. 

Da diversi anni la nostra associazione è impegnata in progetti educativi con minori all’interno delle scuole. L’incessante attività formativa rivolta agli staff educativi, in metodologie e approcci specifici e adeguati ha permesso di dimostrare l’importanza della centralità di lavorare in modo orientato sulla persona per favorirne il cambiamento sociale. 

Questa Child Safeguarding Policy, composta da riflessioni, modelli e strumenti, rappresenta la presa di responsabilità di Italia che Cambia e di monitoraggio delle proprie attività, per essere ragionevolmente sicuri che gli staff educativi e progettuali, i progetti e i programmi di realizzino quanto è in loro potere per segnalare e rispondere ai rischi di abuso e violenza a danno dei minorenni. 

VISIONE, MISSIONE

L’associazione Italia che Cambia racconta, mappa e mette in rete quella parte di Paese che si attiva concretamente per cambiare le cose. Offre strumenti di facilitazione dei processi di trasformazione positiva per fare emergere le potenzialità di coloro che vogliono cambiare fornendo l’esempio. La visione e i valori che hanno dato vita al progetto Italia che Cambia sono racchiusi nei “Sette Sentieri” che sono quindi alla base della selezione delle realtà presenti nella mappa e delle notizie proposte ogni giorno. Sette sentieri di transizione verso una società più equa, giusta e sostenibile. I vari punti non li abbiamo scelti noi dal nulla: ci sono stati segnalati, raccontati, trasmessi dalle realtà che abbiamo incontrato lungo il cammino. Li abbiamo voluti scrivere, raggruppandoli e organizzandoli per rendere espliciti gli obiettivi e gli ideali che ci muovono e che stanno alla base del nostro progetto. Non sono dei punti di partenza ma di arrivo. Le realtà che raccontiamo, che abbiamo incontrato e che potete trovare sulla mappa, pur seguendo ciascuna il suo sentiero particolare, condividono con noi questo percorso e mirano verso la stessa meta.

Il nostro obiettivo, quindi, è duplice: da un lato far emergere questa italica moltitudine – che abbiamo potuto incontrare in anni di incontri in giro per le venti regioni italiane – e dall’altro contribuire alla costruzione di un nuovo paradigma culturale che metta al centro la demercificazione della realtà, le relazioni umane, la facilitazione, i processi non giudicanti, la sostenibilità umana, ambientale, economica e sociale. Per farlo abbiamo realizzato un giornale, una mappa, dei portali territoriali e una campagna di attivazione dei territori attraverso le proposte emerse dalle “visioni 2040”. Nei nostri progetti educativi nelle scuole questa biodiversità culturale si iscrive all’interno di principi e valori comuni quali la non offensività, la centralità del bambino nel suo insieme, la cura e il supporto di tutti quegli elementi “educanti” quali genitori, insegnanti e comunità in cui il bambino si trova a crescere, il rispetto delle differenze culturali, della natura e della vita stessa nella sua molteplicità e natura ecosistemica.

Impegno di tutela 

APPLICAZIONE DELLA CHILD SAFEGUARDING POLICY

La CSP rispecchia l’organizzazione dell’associazione e si applica dove vengono svolte le attività di Italia che Cambia. ICC opera in particolare su diversi livelli in cui la CSP può essere applicata: 

La CSP si applica:

TESTI DI RIFERIMENTO E PRINCIPI ISPIRATORI

Si prendono come riferimenti per la redazione del presente documento 

OBIETTIVI

La CSP si prefigge di garantire il massimo impegno di ICC nella protezione dei bambini beneficiari dei suoi progetti, in tutte le circostanze; sintetizza, infatti, tutti i valori e i principi che lo staff di ICC, così come i suoi donatori, i volontari, i consulenti, i visitatori e i fornitori devono rispettare nel loro rapporto di lavoro quotidiano con la Fondazione. La CSP fissa i principi operativi condivisi e le regole volte ad assicurare la sicurezza e il benessere dei bambini che beneficiano del lavoro di ICC. Il documento punta, altresì, a prevenire ogni forma di abuso su di loro, da parte di ICC o dei suoi partner. In quest’ottica, la CSP fornisce procedure semplici e mirate cui fare riferimento per la prevenzione degli abusi e per impostare una pronta risposta ogni qualvolta un abuso si verifichi nei confronti di uno dei bambini beneficiari dei progetti di ICC. 

DEFINIZIONI

Di seguito le definizioni tenute in considerazione per l’applicazione della presente Policy; si ricorre alla terminologia utilizzata dalla maggior parte delle Agenzie Internazionali e di altre organizzazioni che si occupano di protezione dell’infanzia. Con bambino, in linea con la Convenzione dei diritti dell’Infanzia, articolo 1 (UNCRC), si intende ogni essere umano di età inferiore ai diciotto anni. Con violenza si intende qualsivoglia comportamento non fortuito posto in essere da genitori, tutori, altri adulti, adolescenti o bambini, a cui consegue un pregiudizio potenziale o reale per la salute, lo sviluppo o la dignità del bambino o dell’adolescente. Tali comportamenti possono essere intenzionali o non intenzionali e comprendono sia atti omissivi (es. negligenza), sia atti commissivi (es. abuso). All’interno di questa vasta definizione si possono individuare cinque principali categorie di maltrattamento: il maltrattamento fisico, l’abuso sessuale, il maltrattamento psicologico, la trascuratezza o trattamento negligente e lo sfruttamento. 

Maltrattamento infantile 

È qualsiasi atto deliberatamente posto in essere da un genitore o da un soggetto con una posizione di potere, responsabilità e fiducia nei confronti del bambino o del ragazzo e che possa procurare un danno potenziale o reale alla sua sicurezza, al suo benessere, alla sua dignità e al suo sviluppo. Esso ricomprende tutte le forme di pregiudizio fisico e psicologico, accomunate da un abuso di potere e dal tradimento della fiducia del bambino da parte dell’adulto. 

Maltrattamento fisico 

Si intende qualsiasi condotta che arrechi danno fisico reale o potenziale ad un bambino o ad un adolescente e che viene realizzata da un adulto o da un coetaneo. A differenza delle altre forme di maltrattamento, nel maltrattamento fisico si è in presenza dei seguenti elementi: 

Abuso sessuale 

Si intende il coinvolgimento, come oggetto di gratificazione, di un bambino o di un adolescente in attività sessuali, con o senza contatto fisico, da parte di un adulto o di un coetaneo. Alcuni esempi di abuso sessuale: toccare i genitali, masturbazione, sesso orale, penetrazione vaginale o anale, esposizione alla pornografia etc. 

Maltrattamento psicologico 

È un comportamento ripetuto nel tempo che pregiudica lo sviluppo affettivo, cognitivo e relazionale del bambino o dell’adolescente e la sua percezione di sé. Può assumere diverse forme e accompagna spesso gli altri tipi di maltrattamento. Non comportando normalmente un pregiudizio fisico, risulta difficile da dimostrare e richiede talvolta l’intervento delle autorità. 

Alcuni esempi di maltrattamento psicologico a cui può essere sottoposto un minorenne: 

Trascuratezza e negligenza 

È l’inadeguata attenzione, rispetto ai bisogni materiali ed emotivi del bambino o dell’adolescente, da parte dei genitori o di chi ha il compito di prendersene cura, pur disponendo dei mezzi. La fattispecie ricomprende l’incapacità di proteggere il bambino o l’adolescente da potenziali pericoli e di garantire e tutelare i suoi bisogni primari quali le cure mediche, l’istruzione e una crescita emotiva adeguata, spesso fino al punto di esporlo a un pregiudizio fisico ed emotivo. 

Sfruttamento 

L’utilizzo del bambino, della bambina o dell’adolescente per il vantaggio, la gratificazione o il profitto di soggetti terzi. Tali attività espongono il bambino ad un trattamento ingiusto, crudele e pericoloso e comportano pregiudizio per il suo sviluppo emotivo, sociale, morale e per la sua salute psico-fisica. Possiamo individuare due principali categorie di sfruttamento dell’infanzia e dell’adolescenza: 

PROCEDURE MINIME PREVISTE DALLA CSP DI ICC

La Fondazione adotta un Codice di Condotta che descrive il comportamento adeguato che i suoi collaboratori e i suoi partner devono adottare. Il Codice di Condotta è strategico per garantire il benessere e la sicurezza dei bambini beneficiari dei progetti di ICC, fornisce a tutte le persone un modello di comportamento che ICC ritiene appropriato per impostare una relazione tra adulti e bambini. 

Codice di Condotta 

Lo staff di ICC, i suoi partner e visitatori che entrano in contatto con i bambini, sono tenuti a: 

Lo staff di ICC, i suoi partner e i visitatori che entrano in contatto con i bambini, sono tenuti a NON: 

NOMINA E COMPITI DI UN CHILD SAFEGUARDING MANAGER 

Il Child Safeguarding Manager-Focal Point è la persona incaricata di sorvegliare che la Policy sia applicata correttamente, implementata e che le sue indicazioni siano rispettate. Il ruolo deve conformarsi alla natura e alla struttura dell’organizzazione e la persona designata deve poter contare su un supporto sufficiente a svolgere il suo incarico. In ICC abbiamo un Child Safeguarding Manager-Focal Point, per i programmi e per i servizi. A ogni livello dell’organizzazione e contesto di lavoro devono essere nominate una o più persone con cui poter discutere di eventuali questioni inerenti la tutela dei bambini. Le modalità per contattare tali persone devono essere rese note a tutti, in modo tale che chiunque, qualora riscontri problemi in materia, possa recarsi da loro per riferire le proprie preoccupazioni. La persona nominata Child Safeguarding Focal Point ha il compito di ascoltare tutte le segnalazioni di problemi inerenti alla materia all’interno dell’organizzazione, e quindi di attivarsi per affrontarli. La figura del Focal Point viene inoltre nominata affinché i bambini possano fare riferimento a un adulto fidato e abbiano l’opportunità di essere ascoltati se vogliono riportare un problema. Il Child Safeguarding Manager viene supportato dall’area risorse umane e dal Quality Assurance Manager. 

Il Child Safeguarding Manager di ICC si impegna ad assicurare supporto, supervisione e una formazione periodica, appropriata rispetto alle conoscenze del personale e al contesto locale. Viene condivisa con modalità partecipative, così da incoraggiare i membri del personale a manifestare eventuali problemi e criticità. Questo vale anche per i responsabili progetto fuori dalla sede che hanno il compito di: 

Il Child Safeguarding Manager si occupa di erogare una formazione ad hoc, diretta oppure a cascata, verso persone da lui incaricate, articolata in alcune componenti essenziali, quali: 

Oltre alla dimensione di promozione culturale e preventiva/formativa, iL Child Safeguarding Manager ha il compito di ricevere le segnalazioni (garantire che le persone coinvolte nei progetti e nelle attività di ICC abbiano chiare le misure da adottare e segnalino prontamente potenziali situazioni di pericolo per i bambini e gli adolescenti) e dare seguito/prendere le necessarie misure di tutela e protezione del minore. 

Infine, è responsabilità dei Child Safeguarding Manager: 

CATENE DELLE RESPONSABILITÁ

Il Children Safeguarding Manager, nella sua funzione di Responsabile della suddetta Policy:

Meccanismo di segnalazione 

In caso di sospetto non confermato: 

Sospetto confermato: 

In caso di figura interna: 

In caso di figura esterna: 

Possibili attività del CSM 

Nessuna forma di coercizione, intimidazione o ritorsione nei confronti dei soggetti segnalatori è concessa. ICC si assicura che i nuovi assunti siano a conoscenza della presente CSP.

VALUTAZIONE E RINNOVO 

La Policy viene aggiornata almeno una volta ogni tre anni. ICC dovrà effettuare ogni anno un’autovalutazione sull’applicazione della Policy per tracciare il processo a garanzia della tutela dei bambini e per identificare aree di miglioramento. Sulla base degli esiti dell’autovalutazione viene quindi preparato uno specifico piano di miglioramento.

COMUNICAZIONE E MEDIA

Al fine di minimizzare ogni possibile situazione di rischio di diffusione di immagini, video o contenuti che violino la tutela dei minori e la loro dignità, personale e fornitori di ICC sono tenuti a: 

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