2 Set 2022

Legatrici di storie: dal libro al multimediale, la sfida di due giovani artiste

Scritto da: Davide Artusi

Dalla materialità del libro all’immaterialità del digitale, una distanza solo relativa che Valentina e Celeste sono riuscite a colmare nella loro mostra padovana Legatrici di storie - carta, libri, tracce. Storie, racconti e ricordi si uniscono per dar vita a nuove dimensioni stilistiche e narrative dove il visitatore può perdersi, ma anche imparare e conoscere nuove arti grazie ai vari workshop proposti.

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Padova, Veneto - Legatrici di storie – carta, libri, tracce è una mostra di libri d’artista, pezzi unici fatti a mano, realizzata a Padova presso la sede dall’associazione di promozione sociale Artemisia, uno spazio accogliente situato in via Barbarigo, l’antico cardo romano, tra il Duomo e il Castello, nel cuore di Padova.

L’esposizione vuole offrire ai visitatori la possibilità di esplorare luoghi e storie legati a delle visioni molto personali del mondo che ci circonda. Pilastro centrale è l’universo poetico e riflessivo dell’artista Maria Luisa Grimani, che evoca ricordi e impressioni di spazi e tempi al confine tra reale e virtuale. Tutt’intorno, i libri di Valentina Buonanno, monzese, e Celeste Correale Santacroce, padovana, propongono delle esperienze multisensoriali che legano la tangibilità delle pagine a dei racconti visivi e sonori.

Le due giovani artiste organizzatrici, Celeste e Valentina, hanno voluto unire percorsi artistici differenti in tecnica e stile, mescolando diversi elementi – dall’illustrazione digitale al collage, dalla rilegatura a mano ai mondi virtuali del metaverso – per stravolgere il concetto di libro così come lo si conosce. Legatrici di storie ha avuto inizio il 26 agosto e terminerà il 4 settembre, ma nel prossimo periodo potrebbero prendere vita nuove mostre inerenti a queste tematiche e realizzate delle nostre due ragazze.

Legatrici di storie 3 1
Cosa significa “legatrici di storie”?

È un titolo che ci siamo inventate e che sentiamo molto nostro. La parola “legatrici” si ricollega alla “legatura”, ovvero l’arte di confezionare un libro attraverso la cucitura delle pagine. Nel nostro caso ha un significato più ampio in quanto “confezioniamo” storie, impressioni, ricordi, catturando i contenuti, tutto attraverso la carta, la stoffa, il digitale e il materico.

Ci siamo laureate in realizzazione multimediale a Milano, dunque amiamo raccontare ciò che ci circonda e ciò che sentiamo tramite l’utilizzo di video, foto e proiezioni. Tuttavia entrambe sentiamo nostri anche mezzi comunicativi più tradizionali, come la scrittura (per Valentina), la rilegatura e il collage (per Celeste) e ci è subito sembrato nelle nostre corde unire questi mondi, collegando diversi livelli di narrazione e rendendoli complementari gli uni con gli altri.

Come viene inteso il concetto di libro in Legatrici di storie?

Il libro in Legatrici di storie non è un oggetto creato in serie, industriale, con spazi e confini ben precisi, ma è un opera di artigianato che si espande attraverso diversi materiali di ogni forma e tipologia fino ad arrivare a intrecciarsi con proiezioni, suoni e racconti di un mondo digitale. Il visitatore può perdersi tra le storie, i ricordi e le emozioni suscitate dalla mostra, da esplorare muovendosi tra diverse dimensioni stilistiche e narrative.

Legatrici di storie

Maria Luisa Grimani invece che ruolo gioca nella mostra?

Maria Luisa rappresenta la colonna dorsale di Legatrici di storie, durante la sua carriera artistica di anni e anni ha giocato con il concetto di libro in innumerevoli modi, divertendosi a creare delle piccole opere a tutto tondo, occupandosi della loro progettazione e costruzione pratica.

Nella nostra esposizione inoltre sono presenti due suoi lavori molto particolari, Landscapes e Pret’à Porter, i quali raccontano dell’espansione della sua ricerca artistica anche nel mondo digitale. Si tratta di raccolte visive di esperienze che Maria Luisa ha provato a partire dal 2007 su Second Life, una piattaforma di vita virtuale sulla quale si è divertita a sperimentare la rottura delle leggi della fisica e a immortalare immagini creabili unicamente in un universo digitale. Per noi è davvero una precorritrice dei tempi!

Valentina, che ruolo giocano sia le componenti digitali che le componenti materiche nei vostri lavori? È stato difficile conciliarle?

Per quanto mi riguarda, prima di questa mostra mi sono sempre e solo interessata alla parte digitale, è stata una bella sfida e una grande opportunità mettere in gioco i miei racconti e le mie illustrazioni, collaborando con Celeste che si è occupata di rilegarli e dare loro una forma materiale che non ricalcasse la solita immagine stereotipata del libro, ma che avesse un senso narrativo ben preciso. È stato anche molto interessante creare un contesto visivo e sonoro sotto forma di proiezioni e suoni d’ambiente che bene si integrasse con il contesto circostante delle altre opere. Abbiamo cercato di amalgamare le varie parti della mostra, pur non snaturando i singoli lavori.

Invece per te, Celeste, come si sono potuti unire questi due mondi, a primo sguardo così distanti, della materia e del digitale?

I miei lavori spesso nascono già con l’idea di accostare carta e video. Sono sempre stata affascinata dalle forme di multimedialità che uniscono qualcosa di materico a immagini proiettate, analogiche o digitali. I lavori che ho presentato a questa mostra sono legati a ricordi, dunque l’utilizzo di elementi intangibili come possono essere delle proiezioni mi sono sembrati particolarmente calzanti. In alcuni casi mi capita di progettare un libro e un video in parallelo, come cose a sé stanti, ma con un tema comune. Altre volte, come in “Sull’orlo di una zuppa”, le due cose sono integrate dall’inizio della progettazione e sono pensate per essere una cosa sola.

Legatrici di storie 0
Qual è stato il riscontro che avete avuto dal pubblico che ha visitato Legatrici di storie?

L’inaugurazione è stata molto bella e soddisfacente in quanto abbiamo riscontrato tanta curiosità da parte di chi è venuto a trovarci. Molti dei nostri visitatori sono soci, iscritti o conoscitori di Artemisia, l’associazione che ci ospita nel suo spazio e che organizza corsi artistici inerenti a pittura, disegno, acquerello, eccetera. Si tratta dunque di persone tendenzialmente più vicine alle forme d’arte più tradizionali, ma che davanti ai nostri lavori “ibridi” hanno mostrato comunque molto interesse.

Il pubblico ha posto numerose domande sia sul contenuto dei lavori che sulle tecniche di realizzazione e questa è stato davvero una delle cose più belle di questa esperienza: poterci confrontare con chi, attraverso occhi diversi, vive la nostra esposizione e porta nuove tematiche per aprire un dialogo.

Per concludere rivolgo l’ultima domanda a Celeste, che si è occupata della realizzazione dei workshop. Che ruolo hanno avuto questi ultimi in Legatrici di storie?

I workshop sono stati molto importanti per mettersi in contatto con la realtà dell’associazione Artemisia, che ci ha ospitato nel suo spazio. Questa realtà fa uno splendido lavoro di divulgazione di arte e bellezza attraverso tantissime iniziative e corsi durante tutto l’anno. Quindi, proponendo dei workshop creativi sul tema della creazione di libri, io e Valentina abbiamo potuto conoscere alcune delle persone che partecipano regolarmente alle loro attività. Siamo state molto felici del riscontro di chi ha partecipato e, personalmente, penso che ci sia sempre tanto da imparare dalla creatività degli altri.

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