5 Apr 2023

Mangiare può essere un atto profetico e rivoluzionario

Dal cristianesimo al buddhismo, sono numerose le religioni e i pensieri in cui il mangiare assume un ruolo sociale, spirituale e conviviale, andando oltre la sua funzione fisiologica. Mario Bonfanti, dell'associazione Spiritualità del Creato, riflette sul fatto che il modo in cui acquistiamo e consumiamo il cibo riveste un valore fondamentale nel percorso individuale e collettivo verso una sempre maggiore consapevolezza.

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La Pasqua riporta la nostra attenzione alla tavola dell’Ultima Cena di Gesù e al nostro banchettare allegramente insieme con parenti e/o amici il giorno di Pasquetta: un momento conviviale tradizionale che spesso si svolge all’aperto in mezzo alla natura, talvolta anche tra musiche e danze.

Il tema della festa è centrale nella proposta della Spiritualità del Creato, sia come assaporamento della Vita – “Il vero contemplativo ci insegna l’arte di assaporare”, scrive Matthew Fox nel libro In principio era la gioia, tema secondo – sia come celebrazione dell’interdipendenza – “Condividiamo il piacere, la conversazione e anche l’estasi”, aggiunge Fox nel libro Compassione. Spiritualità e Giustizia sociale.

Non solo. Fare festa per Fox diviene uno dei criteri per discernere se la nostra sia o meno vera compassione. Egli scrive: “Il modo più sicuro per discernere se si ha pietà o compassione nei confronti di qualcun altro è quello di rispondere a questa domanda: sono capace di fare festa insieme a questa persona?”. Mangiare insieme ad altri non è solo uno spartire ciò che si ha, ma anche – e prima di tutto – onorare la comune umanità che ci porta a sentirci fratelli e sorelle attorno all’unica mensa imbandita dall’esistenza.

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Dio creatore da venti miliardi di anni ha preparato per la nostra gioia un banchetto di fiumi e laghi, di giornate di pioggia e di giornate di sole, di terra feconda e fiori meravigliosi, di alberi e pasci che danzano, di animali che contemplano e venti che fischiano, di stagioni umide e stagioni secche, di climi caldi e climi freddi”, sottolinea Matthew Fox in In principio era la gioia, tema nono.

L’archetipo fondativo della proposta foxiana è la condivisione del pane di evangelica memoria. Gesù lascia ai suoi come testamento un simbolo altamente profetico: sostituendo il coltello mosaico fino ad allora utilizzato per sgozzare l’agnello pasquale con lo spezzare del pane, egli rivoluziona in modo radicale il rito antico, eliminandone ogni forma di violenza; su nessuna mensa dei suoi seguaci sarà mai più versato sangue innocente, ma si condividerà con chiunque è presente del cibo in allegria. Una vera rivoluzione!

Anche oggi il cibo che consumiamo sulle nostre tavole può essere profetico e rivoluzionario. Scrive il monaco zen Thich Nhat Hanh nel suo Mangiare in consapevolezza: “Dovremmo riflettere a fondo su quel che compriamo e che mangiamo. I nostri acquisti alimentari possono contribuire ad aggravare i cambiamenti climatici oppure a fermarli”. Sappiamo bene infatti quanto incida il consumo della carne sul depauperamento delle risorse idriche e sull’inquinamento dell’aria. Scegliere quali cibi acquistare oggi può avere un impatto positivo o negativo sul futuro nostro e delle prossime generazioni.

La spiritualità ha a che fare con le scelte che compiamo ogni giorno. Anche a partire dalla spesa al mercato

Jon Kabat-Zinn, ideatore della Mindfulness, aggiunge: “Il modo in cui scegliamo di vivere e agire momento dopo momento influenza il mondo in piccoli modi che possono essere estremamente vantaggiosi, soprattutto se la motivazione da cui nascono le nostre scelte è sana ed etica e le nostre azioni sagge e compassionevoli”, scrive in La mindfulness è per tutti.

Non a caso il suo protocollo MBSR – Mindful Based Stress Reduction apre il ciclo di pratiche in otto settimane proprio con il mangiare in consapevolezza: una meditazione antica, che ci invita ad essere pienamente presenti all’atto del nutrirci per coltivare quella Retta Visione sa cui scaturisce spontaneamente una Retta Azione secondo il Nobile Ottuplice Sentiero del Buddhismo. Nella nostra quotidianità possiamo infatti mangiare sbadatamente, trascinati da emozioni o vuoti interiori da colmare; oppure possiamo essere consapevoli e prestare attenzione alle nostre scelte. Un’attenzione che parte già dal supermercato.

mangiare

Scrive il Maestro Tetsugern Serra nel libro Zen 3.0: “Siamo sempre di fretta quando entriamo in un negozio o al supermercato (…) Facciamo un passo indietro e, scorrendo le merci con gli occhi, cerchiamo di osservarle con consapevolezza. Cerchiamo di non farci catturare da tutte le inutili offerte che troviamo pe non riempire il carrello della spesa con cibo che poi non mangeremo (…) Una spesa consapevole è una spesa equosolidale ed ecosolidale”.

La spiritualità non è una faccenda relegata solamente alle chiese, ai templi e monasteri. La spiritualità ha a che fare con la nostra vita quotidiana. Non è nulla di empireo, evanescente o altisonante. Ha invece a che fare con le scelte che compiamo ogni giorno. Anche a partire dalla spesa al mercato.

Non a caso il Vangelo dice che “il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché si fermenti tutta” (Matteo 13,33). Ed è per questo che il rito per eccellenza che ci è stato trasmesso da Gesù, per fare “memoria di lui”, sia proprio una cena tra amici e amiche: mangiare insieme, con Retta Visione e Retta Azione, può essere davvero anche oggi per noi un atto rivoluzionario e profetico, che cambia il corso della storia umana e incide su una futura prospettiva di pace e armonia. Mangiare non è quindi solo nutrire il corpo. Può anche divenire un atto profetico e rivoluzionario.

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