20 Feb 2024

Cause del riscaldamento globale: la fisica Sabine Hossenfelder ci spiega perché i responsabili siamo noi

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Quali sono le cause del riscaldamento globale? È di origine antropica o naturale? Esistono evidenze scientifiche in grado di rispondere a questa domanda? Sì, esistono e la fisica tedesca Sabine Hossenfelder ha avuto il merito di spiegarle in maniera chiara e accessibile. Vediamo quindi quali sono le conclusioni che ha tratto, se siamo noi esseri umani a provocare i cambiamenti climatici e, se sì, in che modo.

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Quando si parla di cambiamenti climatici ci sono due step che spesso sono molto difficili da superare nel dibattito pubblico: individuare le cause del riscaldamento globale e capire se sono imputabili a processi naturali o dovuti all’azione dell’essere umano. Per quanto possa essere arduo, sono due passaggi che è indispensabile compiere poiché, una volta appurato che la responsabilità è nostra, dovremmo correre ai ripari con rapidità e decisione.

Un aiuto arriva – ed è naturale che sia così – dalla scienza. Fra le tante fonti che si possono trovare in rete per cercare di individuare le cause del riscaldamento globale abbiamo trovato quelle fornite dalla fisica tedesca Sabine Hossenfelder, molto attenta agli aspetti divulgativi della sua disciplina oltre che all’attività accademica, particolarmente chiare ed efficaci.

Sabine Hossenfelder
Sabine Hossenfelder
CHIEDIAMOLO A GOOGLE

Sabine parte domandandosi se le cause del riscaldamento globale siano di origine antropica o meno e gira la domanda ai due interlocutori che oggi vanno per la maggiore sul web: Google e Chat GPT. Nessuno dei due però fornisce risposte precise e questo le fa capire la necessità di fornire alcune prove scientifiche e attendibili sui processi in atto per indagarne le origini.

Entrambe le ricerche effettuate dalla scienziata su Google e Chat GPT evidenziano che le evidenze principali del cambiamento climatico in atto sono: incremento delle temperature, innalzamento del livello dei mari, acidificazione degli oceani, scioglimento dei ghiacci, aumento degli eventi climatici estremi e altri fattori, ma questo lo sapevamo già. Come facciamo a capire che la responsabilità è nostra?

Il carbonio immesso in atmosfera non proviene dalle rocce o dai vulcani, bensì da piante che sono state stoccate per molto tempo, cioè i combustibili fossili

CINQUE PROVE SULLE CAUSE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE

Per prima cosa, sappiamo che le molecole di CO2 hanno un effetto “riscaldante” sul clima perché possiamo osservarlo in laboratorio, spiega Sabine. L’anidride carbonica assorbe la luce infrarossa ed è per questo che funziona molto bene per tenere al caldo il nostro pianeta. La seconda prova è il fatto che possiamo misurare il livello di CO2 in atmosfera, che è cresciuto costantemente da quando abbiamo iniziato a riportare i risultati delle misurazioni.

La terza prova è che gli oceani assorbono la CO2 dall’atmosfera e questo abbassa il loro PH rendendoli più acidi. Altre ipotetiche cause del riscaldamento globale – ad esempio un improvviso aumento dell’energia che arriva dal sole – non avrebbero questo effetto. Se mettiamo insieme queste prime tre prove nella nostra “indagine” sulle cause del riscaldamento globale, scopriamo che è molto, molto probabile che la responsabile sia la CO2, osserva Sabine Hossenfelder.

Cause del riscaldamento globale

Ma come facciamo a sapere che l’aumento di CO2 in atmosfera è imputabile proprio all’azione umana? La quarta prova svela che l’eccesso di anidride carbonica in atmosfera è imputabile ai combustibili fossili. Lo sappiamo perché non c’è solo un tipo di carbonio, ma ce ne sono tre con tre isotopi diversi: 12C, 13C e 14C. Le piante sono in grado di assorbirli tutti. Il 14C è un isotopo radioattivo con un tempo di dimezzamento di quasi 6000 anni, ma la datazione al 14C non funziona bene in atmosfera perché gli esperimenti nucleari degli anni ’60 l’hanno riempita di 14C rendendo incerto il punto di partenza per le misurazioni.

Il 13C è stabile ma non piace molto alle piante, che preferiscono il 12C, che è meno pesante e fa funzionare più velocemente alcuni processi biochimici. Per questo motivo il 13C nelle piante si trova in livelli minori rispetto al 12C. Se bruciate molte piante, insieme a loro bruciate anche molto 12C che torna così in atmosfera, modificando il rapporto fra 12C e 13C. Ce lo dicono i dati: il rapporto fra 12C e 13C sta aumentando notevolmente e questo vuol dire che il carbonio immesso in atmosfera non proviene dalle rocce o dai vulcani, bensì da piante che sono state stoccate per molto tempo, cioè i combustibili fossili.

La quinta prova è il raffreddamento della stratosfera. L’anidride carbonica riscalda la superficie terrestre, ma se sale verso l’atmosfera ha un effetto raffreddante. È un fenomeno studiato sin dal 1967 e i dati satellitari confermano il progressivo raffreddamento. Se le cause del riscaldamento globale fossero da attribuirsi a variazioni nell’azione solare, anche la stratosfera si riscalderebbe, ma ciò che avviene è l’esatto contrario.

QUINDI, IN CONCLUSIONE…

Ora abbiamo le prove che la responsabilità del riscaldamento globale è dell’anidride carbonica e sappiamo che essa deriva dai combustibili fossili. Per chi volesse ulteriormente approfondire il discorso esistono molti strumenti per farlo, fra cui proprio i vari canali di Sabine Hossenfelder, che cerca di rendere questi aspetti scientifici divulgabili, chiari e accessibili a tutti, ovviamente nel limite del possibile.

Ma non finisce qui: dobbiamo cercare soluzioni, ma nella consapevolezza che i cambiamenti climatici sono già in atto. Quello che possiamo fare giunti a questo punto è cercare di mitigarli e di adattarci al meglio delle nostre capacità. Più che di rimedi al surriscaldamento globale parliamo quindi di obiettivi da perseguire per limitare i danni, dalla riduzione delle emissioni di gas serra alla tutela della biodiversità, dall’implementazione dei sistemi di monitoraggio alla responsabilizzazione delle singole persone attraverso un coinvolgimento attivo nelle decisioni politiche attraverso processi partecipativi.

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