12 Gen 2024

Sanità pubblica, siamo senza medici – INMR Sardegna #13

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Tredicesima puntata di “Io non mi rassegno Sardegna”: nella rassegna stampa settimanale oggi parleremo di mobilità e diritto alla salute che nell’Isola diventa sempre di più un privilegio per pochi. Ritorneremo poi sull’emergenza siccità con dati che non rincuorano e infine, parleremo di ludopatia. Avremo con noi Sara Demurtas Corona, archeologa e divulgatrice sarda che questa settimana ha inaugurato la sua collaborazione con Sardegna che cambia con un articolo che confuta una teoria che da tempo viene diffusa dai principali media sardi, sul presunto legame – sancito da alcuni reperti archeologici – tra la Sardegna e Israele.

Lo stop treni che dividerà in due la Sardegna fino a maggio. Quaranta chilometri di binari sono infatti stati messi a riposo con l’obiettivo di installare un nuovo sistema di supervisione e controllo del distanziamento dei treni, che permetterebbe un miglioramento nella regolarità della circolazione e un risparmio sui costi di gestione e manutenzione rispetto ai tradizionali sistemi di segnalamento. Col cantiere aperto però, si preannunciano spostamenti da incubo per i passeggeri: i viaggi sui bus sostitutivi hanno orari di arrivo lievitati rispetto ai treni. La circolazione dei treni sarà infatti sospesa nella tratta Macomer – Chilivani dove il servizio sarà effettuato tramite bus. La puntualità dei mezzi non è garantita mentre quella dei conseguenti disservizi, è meticolosa: a Macomer lunedì mattina, primo giorno di chiusura della tratta, la piazza delle due stazioni era intasata dai pullman sostitutivi, disagi anche per le attività commerciali e per i residenti: impossibile trovare un parcheggio. Per non parlare dell’odissea dei pendolari sardi. Il caso limite è la Cagliari-Olbia: nella sua corsa più lunga, passerà da quattro ore e 10 minuti a 5 ore e 49 perché da questa settimana, chi parte da Olbia verso cagliari deve prendere prima il treno fino a Chilivani, poi accomodarsi sul bus e infine, una volta a Macomer, ritornare sul treno.

Vi abbiamo già accennato nell’ultima rassegna al fatto che la nostra Isola vive già da adesso problemi legati alla siccità. Bene, le notizie di questa settimana in merito non sono state rincuoranti: in Sardegna è quasi emergenza idrica; complessivamente, secondo il monitoraggio effettuato ogni mese dall’Autorità di Bacino, i serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna contengono attualmente il 49,7% della capacità massima. Le criticità maggiori si hanno nel Sulcis, con il sistema idrico dell’alto Cixerri all’8,9%. In affanno anche tutta la parte settentrionale dell’Isola e l’Ogliastra. Per tutti questi l’indicatore di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità a dicembre 2023 registra il segno rosso di “emergenza”. Questo significa che oltre ad attivare ulteriori restrizioni nelle erogazioni, probabilmente sarà ridotta l’erogazione di acqua per usi non domestici. La speranza è di recuperare qualcosa con la massa d’aria artica che è presente sulla Sardegna e che sta portando neve e piogge.

Mancano medici di famiglia e pediatri. La sanità resta un tema bollente nell’Isola, con dati e testimonianze che raccontano un’Isola in cui il diritto alla salute, è in realtà un privilegio per pochissimi. I medici di famiglia non bastano: ne mancano all’appello circa 500. E i pediatri non ci sono in numerose zone dell’Isola. I camici bianchi sono sottoposti a pressioni mai viste: c’è chi per tutto dicembre ha visitato una media di 50 pazienti al giorno, passando a gennaio a 100 in circa 36 ore di servizio ininterrotto. Questo cosa determina? Il fatto che ora un sardo su due si rivolge ai privati per essere curato: prima il rapporto era di uno a cinque. In Sardegna poi serve la terapia intensiva pediatrica. L’appello viene lanciato dall’Associazione dei genitori oncoematologia pediatrica e dalla Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in quanto ad oggi nell’Isola non c’è neppure un letto a disposizione. Ed è un caso che balza ancora di più agli occhi per la condizione di isolamento e lontananza dalla penisola. L’appello è un coro di voci forti e chiare che arriva anche da decine di famiglie sarde: “La richiesta è ineludibile, per un’indispensabile salvaguardia della vita dei più piccoli”.

Ci colleghiamo con l’archeologa Sara Demurtas Corona, che questa settimana su Sardegna che cambia ha pubblicato un articolo – che vi racconteremo meglio tra qualche minuto – su una notizia che in Sardegna circola da tempo, in merito al presunto legame tra Israele e la Sardegna. A convalidare il rapporto sarebbero i risultati degli scavi nel sito di El Ahwat, i quali reperti rivelerebbero un insediamento costruito e abitato da popoli nuragici, gli Shardana. Alcune interpretazioni sono però state accolte con scetticismo fuori da Israele e a spiegarci perché è l’archeologa e divulgatrice Sara Demurtas Corona. Per la studiosa – fra le varie motivazioni elencate – “questa interpretazione è problematica perché basata in larga parte su fonti bibliche, testo religioso, non storico”.

Chiudiamo la rassegna stampa della settimana parlando di ludopatia. Dal Libro blu dell’Agenzia Dogane e Monopoli i dati sono in fortissimo aumento anche in Sardegna. Nell’isola infatti nel 2022 sono stati spesi nel gioco fisico 1,37 miliardi di euro. Sono invece 751,9 i milioni di euro che i sardi spendono alle varie tipologie di macchinette. Quello che però vogliamo ricordare, è che lo stigma o il giudizio non servono. La ludopatia o gioco d’azzardo patologico, rientra infatti – come riconosce l’Organizzazione Mondiale della Sanità – nel grande tema della salute mentale. È una patologia con sintomi specifici e spesso impulsi incontrollabili. Le terapie anche nella nostra Isola esistono, così come i gruppi di auto-aiuto. Da una semplice ricerca su Google è possibile scoprire associazioni, realtà istituzionali, formali e non impegnate nel garantire supporto a chi sente di aver bisogno di aiuto. Ricordiamoci però, anche in questo caso, che siamo comunità, e che quando si parla di salute mentale l’ascolto, la vicinanza e il sostegno come persone, può essere fondamentale.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo. Abbiamo inaugurato la settimana con un articolo in collaborazione con Helis Blog. Nicola Meloni Marongiu, attivista indipendentista, ci ha raccontato come negli ultimi anni, i movimenti politici indipendentisti in Sardegna e Corsica abbiano unito le forze per affrontare il problema delle servitù militari congiuntamente. Hanno infatti proposto un percorso che mira a far valutare l’impatto economico della presenza militare, mettendo in luce costi, benefici, danni ambientali e per la salute, nonché i ricavi derivanti dall’affitto dei poligoni. L’iniziativa si è concretizzata con la richiesta di uno studio internazionale e indipendente sull’occupazione militare, mirando a quantificarne costi, mancato sviluppo, danni per Sardegna e Corsica e i ricavi per gli Stati italiano e francese. In merito, il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato un ordine del giorno che impegna il presidente della Regione a identificare un soggetto terzo, autorevole e di alto prestigio scientifico, per commissionare una valutazione indipendente sulle basi militari in Sardegna negli ultimi 50 anni.

Secondo articolo della settimana una preziosa intervista di Alessandra Ghiani a Nicolò Migheli, sociologo esperto di geopolitica, per parlare di narrazione del conflitto con uno sguardo a quanto sta accadendo nel mondo e alle dinamiche di politica internazionale. I conflitti sono fenomeni che incidono in maniera sempre più determinante sulla vita di tutti noi, e che anche se non ci coinvolgono in prima persona ci riguardano. Con Migheli abbiamo parlato di come e perché vengono raccontati alcuni conflitti e altri no, e di ciò che accade in un’Isola come la nostra dove non c’è la guerra eppure, siamo palestra per eserciti da tutto il mondo.

Mercoledì invece è uscito l’articolo di cui vi abbiamo accennato qualche minuto fa, sul presunto legame tra Sardegna e Israele sancito da alcuni reperti archeologici del sito di El Ahwat. L’archeologa Sara Demurtas Corona nel suo articolo spiega quali sono gli aspetti problematici della teoria diffusa dai principali media sardi, facendo inoltre una ricostruzione che sottolinea come l’uso politico dell’archeologia da parte di Israele sia prassi consolidata e rivendicata. La questione attorno a El Ahwat potrebbe infatti essere semplicemente uno dei tanti casi in archeologia in cui non si è ancora raggiunta una teoria che metta d’accordo tutte le esperte e gli esperti, ma la narrazione intorno a questo sito mostra una realtà molto più problematica di un semplice dibattito accademico e ha a che vedere col controllo e monopolio dell’archeologia da parte di Israele nei territori occupati della Palestina.

Ieri abbiamo pubblicato invece un’intervista del direttore di Italia che cambia, Daniel Tarozzi, a Marta Serra, antropologa, attivista politica e studiosa di esoterismo, simbolismo, tradizioni e pratiche sarde. Sarà inoltre curatrice a partire dalla settimana prossima di una rubrica che ospiteremo fra le nostre pagine e che ci darà l’opportunità di navigare, accompagnati da lei, attraverso temi trasversali che andranno dalle tematiche di genere all’antropologia, dalle tradizioni sarde al sincretismo spirituale. Dice di sé Marta Serra: Oggi per me essere strega significa essere colei che utilizza la sua oscurità, il suo intuito, per creare fuori da sé.

E anche questa settimana iniziamo col segnalarvi alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola.
Nel cuore del centro storico di Thiesi il 13 gennaio le antiche cantine, i piatti tipici locali e di altre tradizioni, i suoni e i canti popolari, i laboratori artigianali ed enogastronomici animeranno l’evento Rochitas in festa.
A Cagliari invece in occasione della data liturgica del martirio di Sant’Efisio, il 15 gennaio la pro loco città di Cagliari e l’associazione di rievocazione storica Memoriae Milites di Cagliari presenteranno per il secondo anno consecutivo Storia e martirio di Sant’Efisio.
Nell’Isola sono in arrivo poi i vari eventi collegati alla festività di Sant’Antonio. Il 16 e 17 gennaio ad esempio a Macomer, Ottana ma anche a Mamoiada ci sono i Fuochi di Sant’Antonio Abate.
A Oliena il 20 gennaio vi segnaliamo la prima uscita collettiva assoluta del 2024 delle Maschere tradizionali della Sardegna, a cura della Leva 1994, mentre nella stessa data a Sinnai si terrà il rito del fuoco accompagnato dalla maschera de Is Cerbus.
Fino al 3 marzo invece al MAN di Nuoro troverete la mostra “Giotto e Fontana. Lo spazio d’oro”, come il passato costruisce lo spazio del presente, un inedito dialogo fra classico e contemporaneo.
In chiusura vi ricordiamo anche che è in corso a Cagliari l’evento UrbanFest- Generazioni Metropolitane, festival di arte urbana e arti visive promosso dall’associazione culturale Asteras che prevede una serie di incontri, visite e mostre in città. A Stampace al Temporary Storing della Fondazione per l’arte Bartoli-Felter fino al 26 gennaio sarà visitabile la mostra ‘Biocene’, la mostra bipersonale di Matteo Ambu e Freom, che insieme offrono una visione futura del pianeta in cui la natura si riappropria dei suoi spazi, danneggiati dagli effetti dell’azione umana.
Oggi invece sempre legato all’Urbanfest al Castello di San Michele aprirà le porte la mostra collettiva ‘Bucolica Urbana’, che coinvolge gli artisti Pietrina Atzori, Gianni Casagrande, Roberto Chessa, Ciredz, Michele Mereu, Marco Rea e Laura Saddi.
Non perdetevi poi il 13 gennaio mattina l’ ‘UrbanFest Mural Tour’, visita guidata alle opere di arte urbana nel quartiere di Sant’Elia.

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