3 Mar 2017

Come fermare il bracconaggio?

Scritto da: Tamara Mastroiaco

I campi antibracconaggio assidui e periodici, svolti dalle diverse associazioni ambientaliste italiane, insieme alle attività di sensibilizzazione nelle scuole, sono azioni utili e necessarie per contrastare il fenomeno del bracconaggio così diffuso nel nostro paese.

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Si è appena concluso il campo antibracconaggio nel basso Sulcis, in provincia di Cagliari, organizzato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU), partner italiano di BirdLife International,  la più grande federazione mondiale di associazioni per la conservazione degli uccelli e della biodiversità. I volontari, in collaborazione con il Corpo forestale Vigilanza ambientale della Regione Sardegna, hanno battuto le coste del sud nel cagliaritano, dove i bracconieri, attirati dall’intenso passaggio migratorio di tordi, hanno steso lunghe reti per la cattura illegale degli uccelli.

 

I volontari della Lipu

I volontari della Lipu

Durante l’incursione, gli uccellatori sono riusciti a fuggire, ma i volontari hanno trovato un sacchetto contenente 16 merli già spennati, destinati a essere venduti o congelati. 38 le reti smontate lungo la costa e nella macchia mediterranea, 26 nel territorio montano del Gutturu Mannu, dove sono state anche rimosse, nell’arco di due settimane, 1.500 trappole per l’uccellagione. Numerosi esemplari di tordi, merli e verdoni sono stati fortunatamente trovati vivi e liberati.

 

A fine gennaio, nel Sulcis, nel Sarrabus e nella Giara, grazie all’intensa collaborazione tra LIPU e Corpo forestale Vigilanza ambientale della Regione Sardegna e all’uso di nuove tecnologie, sono stati raggiunti importanti risultati: 900 uccelli sequestrati, di cui 430 pettirossi e 500 tordi, 50 chili di carne di cervo sardo e 2.500 lacci e tagliole.

 

“Siamo fieri del lavoro dei nostri volontari nel Sulcis, ma c’è ancora tanto da fare in quest’area così vasta e importante per la migrazione. Conforta, dà fiducia e forza la collaborazione preziosa con il Corpo forestale sardo, che, con la sua presenza, ci permette di denunciare i bracconieri e intervenire nei punti più caldi del bracconaggio. Al Governo chiediamo attenzione verso il grave fenomeno che nel Mediterraneo miete ancora, secondo stime recenti tratte dal dossier ‘Illegal Killing’ di BirdLife International, 25 milioni di vittime, di cui fino a 7,8 milioni di uccelli solo in Italia”, dichiara Fulvio Mamone Capria, Presidente della LIPU.

 

 

I campi antibracconaggio sono indispensabili per contrastarlo, ma azioni di sensibilizzazione nelle scuole sono altrettanto fondamentali, per educare al sentimento della natura, i bambini e i ragazzi, i quali sono sempre più lontani da essa, avendo pochissime occasioni per entrare in contatto con l’ambiente e gli animali. I volontari dell’associazione hanno organizzato un incontro presso l’Istituto Comprensivo di Teulada, con la partecipazione del sindaco di Teulada, Daniele Serra e il neopresidente del Parco regionale Gutturu Mannu e un appuntamento con quattro classi del Liceo di Muravera (Cagliari), in collaborazione con il Comando Stazione Forestale del luogo, per coinvolgerli riguardo la strage che ogni anno si pratica nella loro terra.

 

“Abbiamo informato i giovani sulla biodiversità presente in quest’area e sui fattori che la minacciano, ribadendo l’importanza della Sardegna come luogo di sosta e ristoro per la migrazione degli uccelli lungo la direttrice Europa-Africa” dichiara Gigliola Magliocco, coordinatrice del campo della LIPU. I campi antibracconaggio si svolgono in diversi periodi dell’anno e sono seguiti da volontari di diverse associazioni, che, spesso, collaborano insieme per contrastare le azioni crudeli dei bracconieri. A dicembre si è conclusa la ventesima campagna antibracconaggio nel cagliaritano, condotta dai tenaci volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), provenienti da Lazio, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, con lo scopo di “bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri”.

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L’operazione ha sventato 1.200 trappole per avifauna e 66 per ungulati. Il materiale illecito usato per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della LAC sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, quali corpi di reato. I numeri italiani del bracconaggio sono ancora inquietanti. Da gennaio 2011, Committee Against Bird Slaughter (CABS), in collaborazione con le principali associazioni ambientaliste italiane, raccoglie tutte le informazioni disponibili relative a reati commessi da cacciatori e bracconieri di nazionalità italiana ai danni della fauna selvatica.

 

Dai dati raccolti nasce, ogni anno, il “Calendario del Cacciatore Bracconiere”,  la più completa raccolta di informazioni “dei crimini compiuti ai danni della biodiversità da chi persegue per lucro o divertimento gli animali selvatici”. L’obiettivo del lavoro è monitorare il fenomeno della caccia illegale, l’evoluzione delle sue forme, identificare il territorio dove vengono commessi i reati e analizzare l’impatto sulla biodiversità. Dal rapporto emerge che l’Italia è il secondo “Stato Canaglia” del Mediterraneo, dopo l’Egitto, per il bracconaggio.

 

 

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