3 Apr 2017

Dal PIL alla Felicità Interna Lorda: la lezione del Bhutan

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Il Bhutan occupa il 160° posto nella classifica mondiale del PIL, che misura la ricchezza economica. Eppure i suoi abitanti sono felici, tanto che il benessere viene calcolato attraverso un indicatore chiamato "felicità interna lorda". Abbiamo intervistato il dottor Saamdu Chetri, direttore del GNH, il centro che si occupa della diffusione di questo concetto.

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Fra i relatori del NESI Forum di Malaga, di cui Italia Che Cambia è media partner italiano, ci saranno anche i rappresentanti del GNH Centre del Bhutan. GNH sta per Gross National Happiness, che possiamo tradurre alla lettera come “felicità interna lorda”. Si tratta infatti di un indice che misura il benessere di un popolo attraverso la felicità e la consapevolezza e non calcolando la ricchezza economica.

 

Ne abbiamo parlato con il dottor Saamdu Chetri, direttore esecutivo del GNH Centre. Oltre a spiegarci come funziona questo indicatore – che trova un omologo anche il Italia: il BIL, benessere interno lordo –, il dottor Chetri si sofferma su alcuni aspetti fondamentali come il rapporto con la natura, la decrescita e il percorso di cambiamento interiore da cui deve partire tutto.

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Una domanda un po’ scontata, ma che offre l’opportunità di spiegare meglio la vostra filosofia: perché i due concetti di PIL e Felicità Interna Lorda sono divergenti?

 

Se guardiamo questi concetti dal punto di visa olistico, sono divergenti al punto da diventare opposti. In ogni caso, l’idea di PIL nella sua accezione squisitamente economica è inglobata nel concetto di FIL. Mi spiego meglio: il GNH riguarda lo sviluppo olistico dell’Uomo grazie al bilanciamento del benessere materiale e spirituale dei bhutanesi. La crescita del GNH si misura attraverso l’incremento o il decremento della felicità sociale e diventa così indice di progresso. Noi sosteniamo che se un bhutanese ha dal 50% al 65% delle condizioni a sua disposizione nei nove domini allora accede al livello di persona appena felice. Se queste condizioni si verificano in una percentuale dal 66% al 76%, è abbastanza felice. Se questa percentuale supera il 76% è profondamente felice. Non consideriamo la felicità soggettiva, che è individuale, effimera e momentanea – la felicità misurata dal GNH è servire gli altri, vivere in armonia con la Natura e realizzare la bontà dei valori e della saggezza delle persone.

 

Il GNH si basa sui concetti di confini planetari, di un’economia fondata sui bisogni e non sull’avidità e di una crescita sostenibile che prosegua anche quando arriveranno le generazioni future.  D’altra parte, il PIL si basa sulla distruzione e sull’eccessivo consumo delle risorse naturali. L’80% del territorio del Bhutan è verde e il 72% è coperto da foreste. Gli alberi vivi non hanno valore secondo la logica del PIL, ma se li uccidiamo e li abbattiamo gli indicatori economici salgono improvvisamente… ma qual è il prezzo da pagare in termini di equilibrio biologico e biodiversità? Allo stesso tempo, per esempio, se ci sono dei conflitti, se cresce il consumo di droghe, l’alcolismo, il fumo, allora la compravendita di armi e di sostanze che creano dipendenza fa aumentare automaticamente il PIL. E ancora: se uno dei due genitori smette di lavorare e rimane a casa per curare il futuro del Paese, che sono i figli, non c’è alcuna crescita economica. In altre parole, come abbiamo visto, ciò che fa progredire l’economia non si traduce in felicità e benessere per le persone.

 

Dunque il PIL non è un concetto negativo di per sé…

 

Non siamo contrari al PIL, nella misura in cui ha una ricaduta positiva sull’Uomo e sulla Natura, sulla lotta ai combustibili fossili o sul contenimento delle emissioni, in modo che il riscaldamento globale si riduca; in questi termini, può continuare a crescere! Ma per chi stiamo costruendo? Quale sarà l’utilità per le generazioni future se tutto verrà esaurito mentre ci siamo noi? Stiamo vivendo per noi stessi o per i posteri? Se è per loro che lo stiamo facendo, allora dobbiamo modificare il nostro stile di vita, mentre se è per noi, non abbiamo alcun diritto di mettere al mondo dei figli e lasciare loro in eredità un futuro di sofferenza. Scienza e tecnologia possono continuare a crescere finché noi saremo capaci di essere rigenerativi e sostenibili nel nostro approccio alla crescita, che sia legato al PIL o ad altri concetti equivalenti. “Sviluppo” è una parola fluida senza confini precisi. Uno dei nove domini del GNH è lo stile di vita e mira a un concetto sostenibile di PIL: crescere ma in modo sensato e non essere solo dei voraci consumatori.

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Abbiamo ancora la possibilità di recuperare il nostro rapporto con la Natura? 

 

Sì, possiamo ancora farlo. Sappiamo tutti che noi siamo la Natura e la Natura è noi. Quando distruggiamo la Natura, stiamo distruggendo noi stessi. Circa l’80% della superficie coltivabile è usata per produrre cibo per nutrire 1000 miliardi di animali ogni anno. 700 miliardi di essi vengono uccisi e macellati per soddisfare la voracità di una popolazione di 7,5 miliardi di persone. Gli allevamenti contribuiscono a circa l’11% dell’inquinamento atmosferico attraverso il metano prodotto dagli animali. Non abbiamo bisogno di carne e prodotti di origine animale per sostentarci e se qualcuno è convinto del contrario, lasci che chiediamo ai cavalli, agli elefanti, ai rinoceronti, alle giraffe, alle zebre e ad altri animali che tipo di carne mangiano e mangiamola anche noi!

 

Se smettessimo di mangiare carne e altri prodotti di origine animale, restituiremmo alla Natura questo 80% di terra fertile ed essa si rigenererebbe. Il 20% della superficie coltivata secondo metodi biologici sarebbe sufficiente per mantenere il triplo dell’attuale popolazione terrestre. Questo è stato dimostrato dalla dottoressa Vandana Shiva presso la fattoria Navdanya dell’Università della Terra nel Deharadun indiano e dal professor Ganesh Bagaria dell’Istituto Indiano di Tecnologia di Kanpur attraverso il concetto del valore umano. Ciò che l’America Settentrionale e l’Europa sprecano ogni anno sarebbe abbastanza per il fabbisogno di tre anni dell’intera popolazione mondiale.

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Quali sono quindi le misure più urgenti da adottare?

 

Abbiamo bisogno di superare le barriere imposte dal pensiero attuale e imparare a condividere e curarci degli altri, ovvero redistribuire. La Terra si vendicherà presto con l’aumento del livello dei mari, calamità naturali e il ritorno di antiche malattie e la comparsa di nuove. Per l’umanità è arrivato il momento di distaccarsi dal vecchio paradigma e abbracciarne uno nuovo e siamo convinti che il GNH possa essere di grande aiuto in questo.

 

Dobbiamo anche placare la nostra sete di consumo, condividere l’uso delle auto alimentate a combustibili fossili, usare di più il trasporto pubblico, non utilizzare gli impianti di condizionamento se non quando è strettamente necessario, utilizzare la luce elettrica il minimo indispensabile – dal momento che la maggior parte di essa è generata da fonti fossili –, non comprare una quantità eccessiva di vestiti, scarpe e altri oggetti – prima di acquistarle dobbiamo chiederci se ne abbiamo davvero bisogno, mangiare per nutrire il nostro corpo e smetterla con il cibo spazzatura… e molte altre cose!

 

…continua qui.

 

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