22 Nov 2017

Fabio Pinzi: cambiare vita attraverso la permacultura

Secondo Fabio Pinzi, la società in cui viviamo ci ha fatto perdere la capacità di progettare il nostro futuro. Proprio per questo la permacultura, che si occupa di progettazione sistemica, è lo strumento ideale per chi vuole cambiare la propria vita rendendola più sostenibile, equilibrata e felice.

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Fabio Pinzi è un nome di riferimento per la permacultura italiana. E – come lui stesso ricorda – permacultura equivale a cambiamento, significa riprogettare la propria vita per renderla più sostenibile, più equilibrata e anche più felice.

 

Fabio è anche uno dei docenti del prossimo appuntamento del corso “Dalla teoria alla pratica” che si terrà a Roma a inizio dicembre (clicca qui per scoprire le altre sedi e le altre date). Ne abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande sul messaggio che trasmetterà ai partecipanti e su come questo messaggio potrà produrre dei cambiamenti reali e tangibili.

 

Quali saranno i concetti di cui si parlerà nel corso e in che modo serviranno a produrre un cambiamento nella vita dei partecipanti?

 

I concetti base che tratterò sono tutti racchiusi nella definizione – o nelle definizioni – di permacultura. La cosa che faccio normalmente è attualizzare e ridare vita a ogni parola e vedere se quello che attualmente percepiamo corrisponde o meno al valore effettivo. Questo serve ed è uno stimolo per riposizionarsi nel proprio mondo che diventerà poi il punto di partenza per iniziare a cambiare. “Metodo di progettazione per la creazione e gestione di società umane sostenibili” e “buon senso applicato” sono due delle tante definizioni che io ho scelto e che utilizzo per lo scopo prefissato.

 

Logicamente si apre un mondo! Partiamo ad esempio dalla parola sostenibile: cosa intendiamo? Quali sono le interpretazioni dei più? Quale la definizione adottata nella permacultura, ma anche in molti testi? Dobbiamo verificare se quello che ci viene propinato corrisponde al vero, salvo poi scoprire che è una delle parole più usate dalla pubblicità, spesso in maniera fuorviante. Ridare valore, riappropriarsi della capacità di progettare, serve a farci capire dove siamo e cosa fare per attuare il nostro cambiamento.

 

Quali sono a tuo avviso gli ostacoli principali che chi vuole cambiare vita deve superare, sia dal punto di vista pratico che da quello mentale?

 

Gli ostacoli principali sono legati alla percezione errata o meglio bizzarra della realtà. Come diceva Enzo Tiezzi in “La bellezza e la scienza”, conosciamo il costo di tutto e il valore di niente. La realtà che ci circonda è figlia di proiezioni di mercato ed è molto distante dalle aspettative reali e umane delle persone. Ma la cosa peggiore è che è molto semplice e soddisfacente, se hai uno stipendio commisurato. Tutto il resto richiede tempo, fatica, pensiero. Paradossalmente è un sistema conservativo, ma al ribasso. Quindi gli ostacoli nascono ogniqualvolta si cerca di avere la propria visione. E noi per primi, ma anche chi ci circonda, ci diamo la famosa giustificazione – “ma tutti fan così!” – e quel “così” è semplice da realizzare, ma rende complicato il resto.

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Pensare altrimenti, realizzare piccole grandi cose diverse e progettarle creerà tensione e stress, ma proprio per questo quando ci si affranca tutto diventa speciale. Drogati dal denaro abbiamo perso la memoria storica evolutiva e avendo paura di progettare il nostro futuro ci siamo buttati a consumare il presente. Forse storicamente non è neanche originale tutto questo, ma essendo tanti come non mai e avendo a disposizione un quantitativo mai visto di energia stiamo riuscendo nell’impresa di incidere fortemente sull’ambiente e sulle menti. La permacultura è ascolto, ricentramento e progettazione; forse l’opposto di quello che stiamo vivendo come masse, ma proprio per questo affascinante. I suoi principi etici sono la forza quelli di progettazione gli
strumenti.

 

Pensi che il territorio di Roma sia un buon posto per mettere in pratica un percorso di cambiamento?

 

Roma e il suo territorio sono un ottimo posto dove cominciare e portare avanti la permacultura e di conseguenza il cambiamento. Come direbbe l’amico Daniel Tarozzi, “le persone sono molto più belle di quello che si raccontano”. Così, Roma è molto più bella di come viene raccontata. Il suo clima favorevole, l’energia che si respira e l’umanità sono punti di forza oggi come un tempo per progettare e realizzare una nuova società sostenibile. Sono condizioni fantastiche ma non facilmente ritrovabili in molti posti.

 

Che ruolo rivestono in questo percorso gli esempi di chi l’ha già fatto? Ce ne puoi citare qualcuno?

 

Ho amici romani che hanno cominciato a praticare e sperimentare la permacultura – e di conseguenza – il cambiamento diversi anni fa, partendo dall’idea di fare la dovuta esperienza per poi scappare nel paradiso tanto sognato ma lontano dalla città eterna. Hanno studiato, sperimentato, progettato e cambiato anche i loro rapporti sociali con questo obiettivo e alla fine hanno scoperto che anche dentro Roma era possibile ricavarsi il proprio piccolo grande bel mondo. Quello che è rivoluzionario è il modello: Mollison diceva che “i permacultori costruiscono piccole cose, ma la loro somma è gigantesca e rivoluzionaria”.

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Penso al mio amico Gianni Marotta, che addirittura si era comprato un podere in Toscana per soddisfare la sua “fame” di cibo e di rapporti sani, oltre che un ambiente e una casa salutare. Fantasticamente dopo anni di pratica non solo si è liberato del podere, ma ha rilanciato il proprio progetto di vita su Roma creando PURO, un centro urbano di Permacultura romano che sta diventando un centro di aggregazione, di progettazione e di applicazione dei principi di Permacultura. La palazzina che ha messo a disposizione dei permacultori che stanno compiendo un percorso di crescita e di cambiamento è diventata un laboratorio aperto per dare forma ai sogni e ai progetti dei partecipanti, une specie di palestra che cura il corpo e la mente e produce risultati visibili. Inoltre è un luogo-no-logo dove la gente si incontra per il piacere di farlo a prescindere da tutto il resto. Dopo un anno i risultati sono fantastici: ognuno ha voglia di riprogettarsi e sa che non è da solo e se vuole – e spesso lo vuole – ha amici pronti a supportarlo senza altri fini.

 

Tutti coloro che cominciano a riprogettarsi si incamminano nel percorso di cambiamento e ognuno ci mette il suo tempo e la propria energia, ma in questo viaggio ogni giorno ci si arricchisce. Non solo potenzialità, ma azioni concrete e crescita di singoli e di gruppo. Sapendo quello che ci circonda non è poca cosa.

 

Se questo articolo vi ha incuriosito e anche voi volete avvicinarvi alla permacultura per cambiare la vostra vita seguendo le indicazioni di Fabio Pinzi, cliccate qui

 

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