29 Set 2016

Bill Mollison e la permacultura in Italia

Scritto da: Veronica Tarozzi

Abbiamo intervistato Ignazio Schettini che sta portando avanti un ambizioso progetto di traduzione del manuale pubblicato nel 1988 da Bill Mollison, co-fondatore della permacultura scomparso pochi giorni fa.

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Se n’è andato appena qualche giorno fa il padre fondatore della permacultura, Bill Mollison; il grosso di questo articolo invece è stato creato più di un mese fa. Spiace doverlo pubblicare dopo la scomparsa dell’uomo al quale si è ispirato. La redazione di Italia che Cambia ha deciso di rendergli omaggio in questo modo, sicura del fatto che contribuendo a diffondere gli studi sulla permacultura non si possa che giovare all’intero pianeta. Oggi pubblichiamo infatti l’intervista realizzata un mese fa ad Ignazio Schettini proprio sull’ambizioso progetto di traduzione del manuale di permacultura che Bill Mollison pubblicò nel 1988.

 

Chi è (era) Bill Mollison?
Bill Mollison è (era, n.d.r.) un nonnetto di 88 anni che ha co-fondato con David Holmgren la permacultura. Poi la disciplina nel corso degli anni ’80 è diventata un vero e proprio movimento. Holmgren a dire il vero era un alunno di Bill Mollison, poiché Mollison è sì uno scienziato, ma è anche prevalentemente un accademico. Dopo aver co-fondato il movimento ha diffuso la disciplina viaggiando per il mondo e facendo dei corsi, i noti Permaculture Design Certificate (PDC): i famosi corsi da 72 ore di progettazione in permacultura.

 

Bill Mollison

Bill Mollison


 

Cos’è la permacultura?
Mollison ha ideato una disciplina che viene definita come “una scelta di progettazione”: progettando o ri-progettando le fondamenta di una società in modo tale che questa possa soddisfare i propri bisogni senza però intaccare l’ambiente naturale e in molti casi rigenerandolo. Inizialmente si chiamava “permacoltura”, ma poiché non è solo una questione di coltura o di agri-coltura, il termine è poi stato ribattezzato“permacultura”, poiché necessita di un vero e proprio cambiamento culturale.

 

La permacultura è appunto un sistema di progettazione che indica alla società come soddisfare le proprie esigenze nel rispetto dell’ambiente. Oggi purtroppo consumiamo tutto, senza pensare a cosa rimarrà alle generazioni future, dunque nel momento storico in cui ci troviamo applicare i metodi della permacultura non significa solo essere sostenibili, ma significa anche essere rigenerativi rispetto al danno che abbiamo causato sino ad oggi all’ambiente ed alle risorse naturali.

 

Dovremmo riorganizzarci e fare delle 3 etiche il nostro motto, 1: cura della terra, 2: cura delle persone 3: ritorno del surplus alle prime 2 etiche; infatti qualsiasi surplus tu produca come individuo, coppia, famiglia, comunità, tanto di informazioni, quanto di energia, moneta, prodotto, qualunque surplus esso sia, deve ritornare alle altre 2 etiche. Quest’ultimo punto viene anche chiamato quello del “fair share” ovvero dell’equa condivisione. Basandosi su queste 3 etiche tutti quanti insieme, siamo in grado di riprogettare la società facendo in modo che questa si preoccupi anche di ciò che lasceremo alle generazioni future. Da qui il nome permacultura, ovvero cultura permanente. Un qualcosa che sappia vedere più in là e più a lungo delle normali politiche a cui siamo abituati.

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Quindi la permacultura non ha a che vedere esclusivamente con l’organizzazione degli orti e dei giardini, dico bene?
Esatto, anche se è vero che il tutto parte da una questione agricola, visto che l’agricoltura è uno di quei settori che ha causato più danni all’ambiente. Lo stesso Bill Mollison dice che: “Non puoi definirti un rivoluzionario se non sei in grado di produrti del cibo” e aggiunge: “Se metti la tua opera, la tua energia, il tuo lavoro al servizio di un’industria che distrugge, sei un distruttore!”. Ma anche continuando a comprare o vendere prodotti plastificati ed imballati, non facciamo altro che contribuire alla distruzione.

 

Dovremmo invece essere in grado di auto-produrci ciò di cui abbiamo bisogno partendo dal cibo, infatti uno dei principi più importanti della permacultura è: “prima di tutto metti a posto il tuo stomaco” in modo tale che tu possa anche ragionare sul resto. Poi si può riorganizzare ad esempio l’architettura, utilizzando materiali naturali e locali, sempre con la preoccupazione di rigenerare ciò che già esisteva e non di consumare. La permacultura ti dà una maggiore lungimiranza sulle scelte che ognuno di noi intraprende oggi. In definitiva si tratta proprio di buonsenso, nel senso più profondo del termine. Di occuparsi della popolazione presente e quella futura. Quindi per forza di cose la permacultura non è incentrata solo sulla questione agricola, ma indica strategie economiche, legali, amministrative etc. a supporto di una società che sviluppa una cultura permanente.

 

Parlaci del progetto di traduzione del manuale di permacultura che incredibilmente non era mai stato tradotto prima nella nostra lingua
La traduzione di “Permacultura – manuale di progettazione” (dal testo originale in inglese: “Permaculture – A Designer’s Manual”; Tagari, 1988) è praticamente ultimata, grazie al fatto che ci stiamo lavorando dall’aprile del 2015. Abbiamo creato un team di 10 persone, tra cui traduttori professionisti e tecnici permacultori. Come dici tu stessa è incredibile che in 30 anni questo preziosissimo libro, in tutto il mondo sia stato tradotto solo dai tedeschi e la Russia è il secondo paese che sta portando avanti una traduzione, ma non l’ha ancora completata. Noi abbiamo chiesto la possibilità di tradurre il testo direttamente alla casa editrice australiana, “Tagari”, fondata proprio da Bill Mollison e dalla moglie Lisa e abbiamo ottenuto il mandato per la traduzione con 12 mesi di tempo per poterla ultimare. Per questo abbiamo iniziato autonomamente prima, sapendo che l’opera sarebbe stata molto impegnativa e che i tempi per portarla a termine sarebbero stati ristretti.

 

Ora, dopo la traduzione, c’è la fase di rilettura e revisione, proprio perché sono state 10 persone a tradurlo, con 10 cervelli diversi, che devono essere armonizzati in un unico stile. Anche noi tecnici abbiamo tradotto, a supporto dei traduttori ogni qualvolta non capissero i concetti, che sono abbastanza complessi, soprattutto se spiegati in inglese. Abbiamo dovuto fare le nostre ricerche e dobbiamo ancora farne delle altre. Ora appunto dovremo far fare la revisione di tutti e 14 i capitoli, rilegare il volume, confezionarlo e darlo ad un’agenzia di traduzioni esterna. Il 16 giugno 2017 è la data ultima entro la quale dobbiamo aver finito tutto.

Ignazio Schettini e Bill Mollison

Ignazio Schettini e Bill Mollison


 

Perché avete deciso di lanciare una campagna di crowdfunding a sostegno del progetto?
Non avendo finanze a sufficienza per dar vita a questa start up si hanno a disposizione le banche e la raccolta fondi dal basso come strumenti per finanziar il progetto. Tu che faresti? Noi abbiamo deciso di affidarci alla sensibilità di coloro che di questo già si occupano, di coloro che sono le locomotive di questo movimento e che sono coloro che oggi nella nostra Italia che cambia fanno continuamente cultura. E’ con loro, insieme, che riusciremo nella realizzazione di questo progetto.

 

Quindi il vostro è in tutto e per tutto un lavoro di squadra
Certamente, la casa editrice “Laboratorio di Permacultura Mediterranea” è l’associazione stessa che ha raccolto queste persone, le ha messe insieme: sono tutti soci. Con la campagna di crowdfunding siamo appena partiti e nel contempo cerchiamo di dare la maggior diffusione possibile a quest’opera che potrebbe definirsi ragionevolmente “la Bibbia della permacultura”.

 

Chi è Ignazio Schettini e come mai ti sei appassionato di permacultura?
Ho studiato agraria fino all’età di 25 anni e poi ho lavorato per delle aziende vitivinicole dell’agro-alimentare. In seguito lasciai un lavoro redditizio a Londra per dedicarmi ad altro ed avere più tempo libero per pensare, perché sono convinto che molte delle problematiche di questa società siano legate proprio alla mancanza di tempo. Allora feci una lunga ricerca che mi portò finalmente a scoprire la permacultura. Un anno dopo organizzai un primo corso di permacultura di 72 ore che è visibile sul canale youtube  della nostra associazione, “MEDIPERlab” (Laboratorio di Permacultura Mediterranea).

 

Fatto questo corso dovevo decidere se occuparmi sul serio della permacultura o meno. È una disciplina che ti strega nel momento in cui la conosci perché ti dà una visione del mondo completamente diversa, che pur facendo riferimento a precisi fondamenti scientifici, si basa fondamentalmente anche sul buonsenso e su una serie di principi etici insiti appunto nella permacultura (v. sopra).

 

Decisi allora di partire per l’Australia perché è lì che è nata la permacultura. Girai tutto il continente con il Woofing  e andai a finire proprio nell’azienda agricola di colui che oggi si occupa di diffondere la permacultura a livello mondiale: Geoff Lawton e proprio lui mi mandò a lavorare da Bill Mollison in persona! Sono stato estremamente fortunato in quanto Bill non fa più corsi da anni ormai, ciononostante, grazie a Geoff ho potuto lavorare per tre mesi nell’azienda agricola di Bill Mollison, in Tasmania, a stretto contatto con lui; così stretto che in quel periodo sono diventato la sua ombra ed ho avuto un’opportunità davvero unica per conoscere da vicino il fondatore del movimento della permacultura.

 

Tornato in Italia mi sono rimboccato le maniche ed ho deciso di partire proprio con la traduzione del manuale di permacultura, poiché mi sembra un passaggio dovuto per quanti in Italia si interessano di permacultura e non solo ed ho cominciato a cercare i traduttori che mi permettessero di realizzare questo sogno.

 

Ed arriviamo ad oggi: dal 7 all’11 settembre scorso si é tenuta per la prima volta in Italia e più precisamente a Bolsena (VT) la Convergenza Europea di Permacultura (EUPC), un evento che ha rappresentato un importante momento di incontro e scambio per tutti coloro che si interessano di permacultura. Lì abbiamo ufficialmente presentato il nostro progetto per la prima volta al pubblico.

 

Convergenza Europea di Permacultura (EUPC). Bolsena, 7-11 settembre 2016

Convergenza Europea di Permacultura (EUPC). Bolsena, 7-11 settembre 2016


 

Tornando a Bill Mollison, ti ha detto da dove gli è venuta l’ispirazione per ideare la permacultura?
A Bill l’ispirazione gli è venuta dal fatto che l’Australia vive una situazione ambientale disastrosa a causa degli allevamenti bovini e della deforestazione ad essi strettamente legata ed anche a causa dell’industria estrattiva. Nel breve lasso di tempo che parte dall’epoca coloniale, l’Australia ha subito una distruzione ambientale estremamente accelerata. Bill Mollison ha vissuto questo scempio sin dalla nascita. Ecco perché i suoi studi scientifici lo portarono a cercare il modo per creare un sistema che potesse sostituirsi a quello vigente.

 

Quindi la lettura di questo libro la si può consigliare a tutti coloro che hanno a cuore il benessere delle persone e del pianeta, è così?
Proprio così: non è solo un per appassionati di permacultura. Bill Mollison in questo libro è stato capace di cogliere ed illustrare tutti gli aspetti di progettazione di un territorio e della società che vi risiede. È un libro che richiede tutta la tua attenzione e che ti appassiona se sei veramente interessato e motivato al cambiamento. Ed in questo particolare periodo storico di transizione da un sistema obsoleto ed ottuso il cambiamento è tangibile. Io stesso nel mio piccolo, nella mia transizione ad un’esperienza di vita più consapevole, mi accorgo di quanta gente stia compiendo questa transizione ed attuando il cambiamento. Il fatto che siamo in tanti ci permette di capire che le cose stanno effettivamente cambiando.

 

L’appello che faccio quindi, non è rivolto solo alla comunità italiana che si occupa di permacultura, ma a quanti hanno a cuore il futuro del pianeta: aiutateci a divulgare i temi affrontati nel libro: solo cooperando possiamo riuscire a pubblicare in Italia questo libro con tutti gli oneri e l’impegno che questo prevede.

 

 

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