2 Nov 2021

Non abbiate paura a raccontarvi, perché può essere terapeutico. Ecco perché

Scritto da: Brunella Bonetti

La scrittura può guarire tanti mali, aprire la strada al confronto con il prossimo, aiutare a ripercorre a ritroso la propria vita apprezzando anche i momenti di dolore e tormento. Brunella Bonetti rivolge un nuovo invito alle donne che, come lei, hanno una storia difficile da raccontare e spiega loro perché dovrebbero farlo.

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Storie di un mito moderno

Il mito di Persefone simboleggia il mistero della vita e la bellezza della natura che rifiorisce dopo la stagione invernale nel rigoglio della primavera e dell’estate. È un mito di morte, ma anche di rinascita. È una storia esemplare, uno dei molti racconti di come dalla sofferenza, se gestita con forza, tenacia, costanza e resilienza, si possano trarre giovamenti e raggiungere traguardi ed obiettivi inaspettati. Quella di Persefone, come la Storia di BB, sono solo alcune delle molte vicende in cui da una situazione di grande difficoltà e dolore si possono trarre benefici e soddisfazioni incredibili. Proprio come il lavoro nei campi: tanto maggiore è la fatica, migliore il risultato. Migliori i frutti dei raccolti. Abbondante la soddisfazione.

Ogni storia è una miccia per avviare un fuoco di vite in rinascita alimentate dalla forza della parola e dalla tenacia della scrittura autobiografica. Scrivere di sé è ri-scoprire quanto nella nostra storia ci sia la presenza degli altri fino a costruire un racconto corale e a tessere una rete di storie in continuo divenire. L’incontro con l’altro durante la scrittura dell’io e mentre si scrive di sé è un’azione evidentemente legata al rapporto e alla relazione con gli altri, fondamentale per interiorizzare e rielaborare la propria storia come parte di una rete di storie connesse e in continuo divenire.

Who – le protagoniste

Le moderne Persefone sono tutte donne con una storia caratterizzata da un momento di profonda sofferenza, a cui segue una svolta che porta risultati insperati e permette di raggiungere traguardi prima inaspettati. Donne ribelli, tenaci e resilienti. La loro storia sarà raccontata seguendo un canovaccio fisso: di ognuna si dirà chi era, cosa faceva e come si sentiva su un piano emotivo; poi c’è il momento in cui accade un fatto, quando qualcosa dentro o fuori si rompe e niente è più come prima.

Dopo questa frattura si compiono delle scelte che hanno un forte impatto su di sé e sugli altri. Perciò, la frattura può rappresentare il punto più alto o quello più basso della propria esistenza: l’oblio o la luce in fondo al tunnel. Questi sono i punti cardinali all’interno dei quali si orientano le storie di miti moderni, di quelle donne che, come Persefone, hanno vissuto nell’Ade per poi tornare a fiorire in una nuova e rigogliosa primavera.

scrivere penna

What – le Storie

Eredi della prima eroina Persefone, le protagoniste di questi racconti incarnano e rappresentano la forza della Natura che rinasce dopo il gelo e le tempeste invernali. La loro è una primavera della vita difficile, ma anche rigogliosa, costellata di ostacoli, ma anche di piante e fiori meravigliosi.

Le Moderne Persefone è:

  • Un progetto di eco-comunicazione
  • Una rubrica di eco-narrazione;
  • Un contenitore di storie di rinascita;
  • Una rete di vite in continuo divenire;
  • Un gruppo di persone che cambiano;
  • Un libro di storie esemplari e resilienti;
  • Una ricerca etnografica di esperienze uniche;
  • Una vetrina di artigianato artistico e arte-terapia;
  • Una lampada di aladin@ per esprimere e plasmare desideri e progetti sostenibili;

Why – Perché raccontare e raccontarsi

Perché raccontare storie è taumaturgico e scrivere la propria autobiografia è perfino terapeutico. È un potente mezzo per ricompensare il debito enorme nei confronti del destino e di coloro che fanno parte della propria rete della vita. Raccontare è mettere in circolo storie di rinascita che siano da esempio per gli altri e da supporto per sé stessi. È condividere esperienze di profonda sofferenza vissute come punto di partenza per una nuova e meravigliosa avventura. Raccontarsi e raccontare è dare un senso alla propria storia e legittimare la propria esistenza.

Scrivere il proprio dolore serve a identificarlo e poi a combatterlo a colpi di parole di rinascita e resilienza. Raccontare di sé agli altri per mezzo della scrittura autobiografica è anche un potente mezzo per rivedere la propria storia nello specchio dell’Altro che ce la restituisce carica di un valore superiore e di trasparente veridicità. Ed è proprio attraverso la scrittura corale del sé che è possibile prendersi cura delle ferite più profonde della propria anima consacrandole attraverso parole di sofferenza ma anche di amore e gratitudine. Raccontarsi per cristallizzare quanto accaduto in modo da non perderlo e riuscire poi a viverlo con distacco come davanti la messa in scena di un miracoloso e magnifico film.

Raccontarsi è la cura. Scriversi è la strada. Le emozioni sono l’ancora che salva da ogni naufragio e le parole sono la bussola. Si diventa sé stessi parola dopo parola, procedendo sul sentiero dell’autobiografia: strada di pagine emozionanti e di narrazioni resilienti. Allora sì che si scopre la veridicità del proprio “Io molteplice”.

Ecco che accade così, come in natura: il terremoto arriva, spacca tutto e poi se ne va. Non si può fare nulla per fermarlo. Ma si può fare molto per imparare dalle sue scorre. Perché non c’è insegnamento più grande che quello dato dagli eventi catastrofici della vita: che siano un disastro o una rinascita dipende solo da noi. E, in fondo, noi siamo Natura!

persefone 2

When – tempi e metodi

L’incontro con le moderne Persefone è sempre un evento causale e mai casuale. È uno scambio di doni a siglare un patto di amicizia e di ri-conoscenza. Un gioco di specchi vincente e suadente. Perché ascoltare o leggere la propria storia dalla voce o nel testo di un altro è un’emozione unica e sorprendente. Un atto formativo. Un incontro empatico. Una condivisione commossa.

Tu mi hai raccontato questo e quello; io ti restituisco quel che mi hai detto. Te lo restituisco però rimettendo in ordine qualche tassello, mostrandoti quella che è stata la tua avventura umana, quali le tue avventure concluse o ancora in corso. Mi hai dato spunti e indicazioni per trasformare la storia che mi hai raccontato, che ti appariva simile a mille altre, nella tua storie, nata e trascorsa in un dato tempo, che ha incontrato questo e quello e che ha deciso, ha creduto – o non ha creduto di credere in nulla – ha amato, ha sofferto, ha rinunciato e ricominciato, ha raggiunto alcune mete e non altre. È comunque cresciuta ed è arrivata a questo punto”.

Where – geografia delle storie

Spesso è nei percorsi più lunghi e faticosi che si scoprono paesaggi mozzafiato. Tuttavia la costrizione a procedere lentamente rende il dettaglio più sbalorditivo. I sensi, desti e più acuti, permettono di scoprire tesori inaspettati. Io li annoto tutti sul mio inseparabile taccuino dipingendo pennellate di parole e schizzi di natura. Ed è così che si compie un altro miracolo: l’incontro tra due storie di dolore e di rinascita. La geografia delle storie segue un orizzonte comune a creare una mappa mitica che testimonia quanto fitta e connessa sia la rete di donne eroiche che, con la loro testimonianza, rappresentano un esempio di resilienza, di forza e di immenso amore, pari solo a quello della Natura che rinasce ad ogni primavera.

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