14 Apr 2022

Il WWF denuncia la pandemia dei pesticidi: ogni anno 385 milioni di persone avvelenate

Scritto da: WWF

In UE, quasi la metà dei campioni alimentari presenta uno o più residui di pesticidi e 146 miliardi di euro l'anno se ne vanno in spese sanitarie per le ripercussioni sulla salute. Sono alcuni dei dati del report del WWF dal titolo Pandemia dei pesticidi, che lancia l'allarme e chiede soluzioni immediate a questa situazione.

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In preda ai timori del conflitto e delle crisi economiche e sotto la pressione delle industrie dell’agrochimica e delle lobby agricole, l’Europa rallenta il processo verso la sostenibilità agroalimentare avviato con le Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, rinviando la presentazione della riforma della Direttiva UE sull’uso sostenibile dei pesticidi.

In occasione della Giornata mondiale della salute – giovedì 7 aprile – all’interno della campagna Food4Future, il WWF ha lanciato l’allarme con il nuovo report Pesticidi: una pandemia silenziosa, un’approfondita analisi sugli impatti dell’inquinamento da pesticidi che non risparmiano nessuno e contro i quali dobbiamo agire subito, promuovendo una autentica transizione ecologica dell’agricoltura.

A livello globale, circa un terzo dei prodotti agricoli viene prodotto utilizzando pesticidi e il loro uso continua a crescere. Solo nel 2019 sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate di pesticidi, circa 0,6 kg a persona, ed è previsto un incremento di circa 3,5 milioni di tonnellate per sfamare la futura popolazione.

Solo circa il 5% dei pesticidi irrorati sul campo raggiunge in genere l’organismo bersaglio, mentre oltre il 50% si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con forti impatti sulla biodiversità. Cibo e acqua sono le principali vie di esposizione cronica umana ai pesticidi e possono causare effetti a lungo termine anche a dosi infinitesimali.

L’Italia è al sesto posto nella top ten mondiale dei Paesi che utilizzano più pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse. Nel nostro Paese, una percentuale piuttosto alta (64%) di campioni è senza residui, ma un terzo dei cibi che arriva sulle nostre tavole ogni giorno è contaminato da pesticidi. La categoria più esposta è risultata la frutta. Anche la contaminazione delle acque è preoccupante: nel 2019, l’ISPRA ha evidenziato che il 25% delle acque superficiali e il 5% di quelle sotterranee sono risultate inquinate e con concentrazioni di residui oltre i limiti consentiti.

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EFFETTI DEI PESTICIDI SULLA SALUTE UMANA

9 milioni di morti premature ogni anno, circa 385 milioni di casi di avvelenamento acuto non intenzionale da pesticidi in tutto il mondo e circa 11.000 decessi. Questi i numeri di una pandemia nascosta generata per la massimizzazione dei profitti dell’industria dell’agricoltura intensiva.

Lavoratori agricoli, donne in gravidanza e bambini sono i soggetti più a rischio di esposizione ai pesticidi sia in maniera acuta, sia cronica con effetti a breve e a lungo termine. I bambini sono particolarmente vulnerabili all’esposizione ai pesticidi a causa della loro fisiologia, del comportamento e dell’esposizione prenatale. Sui feti e neonati la tossicità dei pesticidi risulta amplificata rispetto agli adulti.

Gravidanza, allattamento, vita fetale, infanzia e pubertà sono fasi di grande fragilità. Le donne incinte possono infatti trasmettere i pesticidi ai feti attraverso la placenta e il liquido amniotico e poi ai neonati attraverso il latte materno, con il risultato che i feti e neonati ricevono dosi maggiori di pesticidi a causa della mobilizzazione delle riserve di grasso materno durante la gravidanza e l’allattamento al seno.

Particolare preoccupazione è legata all’esposizione non a singole sostanze ma a un cocktail di pesticidi che può indurre diversi effetti cronici che possono comparire anche decenni dopo, tra cui disturbi del neurosviluppo e del comportamento, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Pericolosi anche gli effetti a livello ormonale dei pesticidi con proprietà di interferenti endocrini, come ad es. alcuni insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), le triazine (atrazina), i carbammati e il glifosato.

Il glifosato, simbolo dell’agricoltura industriale, è l’erbicida più usato al mondo in agricoltura, inserito nel 2015 dalla IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”. Studi epidemiologici segnalano un possibile aumento del rischio di sviluppare linfomi non-Hodgkin e di interferenza con il sistema endocrino, con particolare apprensione verso i bambini. Tutto ciò ha implicazioni non solo sociali ma anche economiche: è stato infatti calcolato che in Europa i pesticidi organofosfati, potenti interferenti endocrini, generano i costi sanitari maggiori, pari a 146 miliardi di euro l’anno.

LE RICHIESTE DEL WWF AI DECISORI POLITICI

«L’approccio agroecologico, come nel caso dell’agricoltura biologica, è il più efficace per ridurne l’impatto ambientale causato dai pesticidi, rispetto alla sola regolamentazione normativa o alla sola innovazione tecnologica», afferma Franco Ferroni Responsabile Agricoltura di WWF Italia. «Il WWF chiede alla Commissione UE una seria riforma della Direttiva UE Pesticidi, rendendo vincolanti per gli Stati membri gli obiettivi della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030».

L’Italia è al sesto posto nella top ten mondiale dei Paesi che utilizzano più pesticidi, con 114.000 tonnellate l’anno

Fra le richieste, anche il divieto della pratica del diserbo chimico per l’agricoltura integrata e la cessazione del rinnovo dell’autorizzazione per l’uso del glifosato in tutti gli Stati membri, in scadenza nel mese di dicembre 2022. Al Governo il WWF chiede infine una rapida approvazione del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ormai scaduto dal febbraio 2019».

«Le diete sane principalmente vegetali, varie e provenienti da sistemi sostenibili, sono una chiave per risolvere il trilemma dieta-ambiente-salute. Passare dalle diete attuali a quelle vegetariane, infatti, ridurrebbe fino al 40% il rischio relativo di cancro, diabete e malattie cardiovascolari, ridurrebbe la mortalità globale fino al 23%», aggiunge Eva Alessi Responsabile Sostenibilità di WWF Italia.

Con la campagna Food4Future il WWF mostra che il futuro del Pianeta e delle persone è nelle mani del cibo e ognuno, modificando le proprie scelte alimentari, può fare la sua parte.

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