20 Mag 2022

Combustibili fossili: censura mediatica e repressione colpiscono Italia Che Cambia e Fridays For Future

Fra la giornata di ieri e la mattinata di oggi, Italia Che Cambia e Fridays For Future Milano sono stati colpiti da due provvedimenti diversi per intensità e mano che li ha eseguiti ma accomunati da un messaggio chiaro e inquietante: la lobby del petrolio e i suoi sostenitori politici stanno reagendo con forza alle azioni di chi chiede la fine dei combustibili fossili e delle scelte politiche ed economiche che stanno avvelenando il Pianeta su cui viviamo.

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Questa mattina stavo leggendo la notizia della “disavventura” – usiamo questo eufemismo, anche se leggendo le righe che seguono vi potrete rendere conto che si tratta ben di peggio – occorsa a tre attivisti di Fridays For Future, quando il mio collega Andrea Degl’Innocenti, curatore della nostra rassegna stampa quotidiana, mi ha comunicato che c’era un problema con la puntata oggi.

Il titolo sarebbe dovuto essere – ed è ancora – “Le relazioni pericolose di Cingolani”. Nel corso della puntata Andrea analizzava i risultati emersi da un’inchiesta di Report sui rapporti dubbi fra l’industria del petrolio e ministeri chiave. Nell’occhio del ciclone l’attuale Ministro per la Transizione Ecologica e una serie di dichiarazioni mendaci che ha rilasciato, accompagnate dalle tristemente note parole di endorsement per il carbone.

censura

Tutto bene? In teoria sì, trattandosi dell’analisi di un’inchiesta giornalistica che peraltro è andata in onda su una delle reti nazionali delle televisione di Stato. Ma non per YouTube. “Il nostro team ha esaminato i tuoi contenuti e ritiene che potrebbe essere necessario apportare delle modifiche per assicurarsi che non violino le norme relative a spam, pratiche ingannevoli e frodi“, è scritto nel messaggio che riceviamo.

Vi invito a visitare comunque la pagina della rassegna stampa con il testo scritto e il podcast della rassegna per leggere e ascoltare i contenuti. Purtroppo non è possibile fare un ricorso contro il provvedimento di YouTube, ma un’azione utile che potete compiere è condividere attraverso i canali social questa notizia e i contenuti della rassegna stampa e dell’inchiesta di Report.

Ma spostiamo ora a Milano: alle 6:30 di ieri mattina tre attivisti di Fridays For Future Milano sono stati perquisiti nelle proprie abitazioni da 18 carabinieri – 6 ognuno – a seguito di un mandato di perquisizione. Sono state perquisite le loro case, sequestrati telefonini e abiti, ed è stato chiesto di spogliarsi e fare flessioni.

Questo intervento è avvenuto su richiesta di Gazprom, la multinazionale del gas russa, che accusa gli attivisti di aver oscurato le telecamere di sorveglianza con l’accensione di un fumogeno e di aver imbrattato di vernice l’esterno della sede di un rivenditore milanese della compagnia, durante la partecipazione a un’azione organizzata da collettivi studenteschi in data 19 marzo. Il movimento globale Fridays For Future, nell’esprimere il proprio supporto agli attivisti coinvolti, evidenzia l’intento intimidatorio delle operazioni e noi di Italia Che Cambia ci uniamo alla solidarietà e alla denuncia del movimento, invitando anche voi a fare lo stesso.

Tre attivisti di Fridays For Future Milano sono stati perquisiti nelle proprie abitazioni da 18 carabinieri

Fridays For Future Milano ha invitato la cittadinanza a una conferenza stampa che si terrà di fronte alla sede di Gazprom a Milano sabato 21 maggio alle ore 15 in solidarietà agli attivisti colpiti e per denunciare gli accordi commerciali tra il nostro Paese e la multinazionale russa, che è la terza compagnia per emissioni di gas climalteranti al mondo e la principale beneficiaria dell’importazione europea di gas e petrolio russo. I rapporti commerciali con il nostro paese non si sono interrotti neppure con la guerra: l’Europa ha continuato ad acquistare combustibili fossili da Gazprom, finanziando direttamente la guerra in Ucraina e le aggressioni militari russe.

Sembra che il livello si sia ulteriormente alzato. La condotta ecocida di aziende e istituzioni che pongono il profitto e il potere politico davanti al benessere delle persone e del pianeta è inaccettabile. Ciascuno di noi ha sempre potuto, può e potrà apporre il propri tassello grazie alle scelte quotidiane – quale e quante energia usare, che prodotti acquistare, come alimentare, dove investire il proprio denaro – ma questa escalation suggerisce che si sta avvicinando il momento in cui alle buone pratiche di vita ecologica sarà necessario unire la partecipazione attiva e concreta nella rivendicazione dei diritti nostri e della Terra.

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