1 Set 2022

La sedicenne Bianca Barchiesi e il suo progetto di riconversione delle raffinerie marchigiane

Bianca è una giovanissima attivista da tempo in prima linea per difendere l'ambiente e favorire il protagonismo giovanile. Il suo progetto più importante – sostenuto da Gen C, l'iniziativa per giovani changemaker – riguarda la riconversione delle raffinerie dell'area dove vive, un problema molto sentito per risolvere il quale Bianca ha coinvolto tutte le parti in causa.

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Ancona, Marche - Tempo fa durante un dibattito televisivo tra una economista e un politico di “vecchio stampo”, quest’ultimo sorrideva ascoltando i racconti di “certe scelte ecologiche” fatte dai giovani figli della stessa economista. Decidere di spostarsi in treno, anche per lunghi viaggi tra l’Italia e l’Europa, era a suo avviso fattibile solo da chi aveva molto tempo a disposizione e non aveva bisogno di lavorare per portare il pane a casa, proprio come faceva lui. Sorrisi sarcastici e commenti fuori luogo, lontani dal significato più profondo di quelle scelta

Questo siparietto racconta il divario e la dicotomia tra una classe politica che parla, si riempie la bocca di ecologia, fonti rinnovabili, transizione ecologica senza rendersi conto per davvero del disastro ambientale in corso e dell’eredità che lascerà ai propri figli, e la nuova generazione di giovani ben cosciente delle battaglie che dovrà purtroppo affrontare

Proprio da loro arrivano le idee più rivoluzionarie e innovative. È il caso di Bianca Barchiesi, 16 anni, marchigiana di Jesi, una delle giovani changemaker di Gen C, iniziativa promossa da Ashoka Italia e Agenzia Nazionale per i Giovani che si propone di identificare le storie di giovani che, attraverso le loro innovazioni, si stanno impegnando per realizzare azioni e iniziative di protagonismo nei propri territori.

bianca barchiesi

Sin da quando era piccola Bianca è appassionata al tema della biodiversità marina, poi si è avvicinata a quello del cambiamento climatico, diventato centrale anche nei dibattiti internazionali, anche per i problemi che toccano direttamente i territori vicino a lei. Jesi si trova vicino Falconara Marittima, una delle zone ad alto rischio di crisi ambientale marchigiane dove si rileva un inquinamento atmosferico molto alto e negli ultimi anni pure un aumento di mortalità a causa di patologie che sembrano essere ricondotte ai vari sversamenti di stabilimenti altamente inquinanti. 

Bianca ha ideato un progetto di riconversione dell’intera area che potrebbe essere vantaggioso per l’industria stessa. Da anni attivista di Unicef – un modo per impegnarsi per la sua comunità con il sostegno di Younicef, il programma dedicato ai giovani, e di altre associazioni del territorio – ha gettato le basi per una proposta durante un hackathon organizzato nella sua città che ha coinvolto coetanei e studenti universitari sul tema del climate change.

L’obiettivo è la riconversione di parte della produzione energetica del sistema di raffinerie che si trova sul litorale marchigiano attraverso il loro inserimento in una classifica nazionale di raffinerie. Tale classifica si dovrà basare su una serie di criteri ecologici migliorabili e/o in atto e sull’uso di energie rinnovabili. Tramite apposite piattaforme inoltre permetterà di rilevare miglioramenti nella qualità dell’aria e raccoglierà feedback e informazioni da parte della popolazione locale. Chi occupa la posizione più elevata avrebbe maggiore pubblicità e possibilità di aiutare le raffinerie più in basso e più lontane dal modello nel processo di riconversione. 

«L’idea è mia, ma parlo sempre al plurale perché tutto questo non sarebbe stato possibile senza il supporto di una squadra che si è costituita durante l’hackathon nazionale. Insieme abbiamo pensato a qualcosa che potrebbe spronare un cambio radicale di mentalità: nessuna raffineria sarebbe disposta a rinunciare a parte della produzione industriale senza ricevere nulla in cambio. Pubblicità o incentivi da parte dello stato per favorire il processo di riconversione con l’aiuto di una classifica potrebbero essere un’alternativa», racconta Bianca.

Io do molta importanza al ruolo dei giovani nella società: generalmente si dice che sono il futuro, ma in realtà sono il presente

Grazie all’appoggio di Unicef, Bianca è riuscita a presentare il progetto durante la Pre-COP 26; da allora la rete si è allargata ancora inglobando altre realtà locali e associazioni dei territori. Si tratta di un problema partecipato e sentito non solo dalla popolazione locale, ma anche dai lavoratori delle raffinerie. Sempre più associazioni si fanno portavoce di questo malcontento, una lotta che va avanti da tempo per cercare di migliorare la qualità di vita di questo territorio. 

«Io avverto una grande sensibilità sul tema tra i miei coetanei. Penso che si possa fare di più perché, non si è mai abbastanza consapevoli. Stiamo cercando, come associazione Younicef, di organizzare workshop e nuovi hackathon per dare voce ai giovani, per pensare a delle soluzioni condivise da proporre alle istituzioni locali, per una partecipazione attiva fin dai 12 anni, per accrescere la propria consapevolezza e allo stesso arricchirsi grazie a un continuo confronto che possa generare soluzioni realistiche e realizzabili».

L’obiettivo di Bianca è proseguire con la progettazione e creare un network ancora più esteso per trattare tematiche che riguardano la società e la vita del giovani nella società. Entrare a far parte di Gen C è sicuramente per lei una grande opportunità che le ha permesso di crescere umanamente e personalmente oltre a condividere momenti ed esperienze con realtà altrettanto stimolanti.

raffineria
La raffineria di Falconara Marittima

«Queste sono proprio le tematiche verso cui il mondo deve effettivamente essere solidale e unirsi. Io do molta importanza al ruolo dei giovani nella società: generalmente si dice che sono il futuro, ma in realtà sono il presente perché la loro energia, forza e innovazione devono essere al centro delle decisioni politiche e non, per portare sempre a nuovi cambiamenti e arricchimenti per la società. Sono i temi sui quali si deve ancora lavorare molto. Dobbiamo essere educati non solo noi giovani, ma anche i più grandi che oggi si trovano a prendere decisioni per noi», conclude Bianca.

Chissà cosa direbbe o quale sorriso sarcastico assumerebbe ascoltando le parole di Bianca quel famoso politico che parlava di “certe scelte ecologiche” come di un passatempo per chi non aveva altro a cui pensare. Forse pensa di vivere su un pianeta parallelo o di essere egoisticamente fortunato perché i problemi maggiori saranno affrontati quando sarà già più in là con l’età? Per fortuna una nuova massa critica è sempre più visibile e pronta a cambiare le sorti di questo pianeta. Ci riuscirà? Lo scopriremo solo andando avanti, ma di certo la volontà e l’urgenza di farlo sono più vivi che mai. 

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