3 Nov 2022

A Palermo in un terreno confiscato alla mafia torna il Festival energie alter-native

Energie alter-native è un festival dedicato alle energie rinnovabili. Dopo una pausa dovuta alla pandemia ritorna a Palermo nei quartieri periferici di Cruillas e della VI circoscrizione. Antonella Folgoretti, responsabile comunicazione Hryo, ci racconta in questo articolo tutte le novità di questa edizione.

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Palermo - Il mondo è vario e fatto di voci diverse, tutte ugualmente interessanti per chi conosce la differenza tra sapiente e saggio. E allora, per ascoltare questa varietà, conoscerla e tesserne una rete, la Human Rights Youth Organization, innervata a Palermo, ha aderito con entusiasmo al Festival energie alter-native a Cruillas, denominazione che indica il ritorno del primo e unico festival in Italia interamente alimentato da energie private e dedicato ai temi delle energie rinnovabili.

Partito da Gibellina, in provincia di Agrigento, nel 2007, il festival ha avuto una battuta d’arresto di qualche anno, complice anche la pandemia. Adesso la nuova edizione, col desiderio di riscatto, trova come palcoscenico il quartiere periferico di Cruillas, a Palermo. Da metà ottobre e fino a dicembre si realizzeranno attività teatrali, musicali e laboratoriali rivolte ai giovani della periferia palermitana di Cruillas e della VI circoscrizione, attività che si concluderanno a dicembre con una tre giorni di spettacoli, concerti e performance artistiche per tutte le età.

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«Energie alter-native è felice di tornare a Palermo con il festival in collaborazione con HRYO in un terreno confiscato alla mafia che è luogo di educazione ambientale e prassi sostenibile», dichiara il direttore della manifestazione, Dario Ferrante, che aggiunge: «Il Festival manca da Palermo da sette anni; ci tenevamo, dopo il rallentamento della pandemia, a riprendere il filo interrotto. Crediamo molto nelle applicazioni pratiche delle energie rinnovabili attraverso musica, danza e spettacoli, su questo investiamo il nostro tempo e la nostra inventiva. Lavoriamo per offrire risposte coerenti a ciò in cui crediamo».

Può esistere un modo diverso di fare cultura in Italia capace di promuovere al grande pubblico il valore delle energie alternative? Su questo scommette HRYO. L’idea vincente del Festival sta nel coniugare la divulgazione di un tema complesso, quello dell’energia pulita, con il divertimento, in un’ambientazione alternativa anch’essa – in questo caso Terra Franca, il bene confiscato affidato ad Human Rights Youth Organization –, che prevede anche tanta musica e teatro.

Il compito che si è assunta in questa edizione l’organizzazione umanitaria palermitana, che promuove progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario di elevato impatto, è quello di dare sostanza ai laboratori per i giovani. Una delle grandi battaglie su cui si discute da decenni è l’inclusione dei giovani e dei giovanissimi a rischio di povertà educativa, tema molto caro ai volontari dell’organizzazione palermitana.

Occorre far raccontare i quartieri caratterizzati da degrado o da marginalità da chi li abita

«Studiamo da anni i ragazzi e i bambini delle periferie – dice Marco Farina, direttore di HRYO – e le loro potenzialità non sono meno alte ed evidenti di quelle dei loro coetanei residenti in quartieri centrali. Per una presa di consapevolezza collettiva occorre far raccontare i quartieri caratterizzati da degrado o da marginalità da coloro che li abitano, per capire chi sono, come vivono e quali sono i loro bisogni. Questo passaggio, riteniamo, è indispensabile per poter offrire risposte efficaci di inclusione».

I laboratori attivati da HRYO sono incentrati sull’analisi di due prospettive: essere o vivere. Si tratta di due modi di abitare il mondo, di accostarsi all’altro. Invece di spingere verso il confronto accanito con il sistema, i laboratori mirano ad accompagnare le tante trasformazioni possibili, che in ogni istante si ridistribuiscono, come dice il filosofo Jullien. L’ecosostenibilità trasformata in gioco permette di capire fino a che punto si è responsabili, a causa delle proprie scelte, del mondo in cui si vive, che comunque è plasmato anche da un’evoluzione d’insieme.

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Tra i laboratori proposti ai ragazzi e ai bambini, oltre all’applicazione dei primi elementi della permacultura – tipo di agricoltura mirata alla progettazione e gestione di paesaggi antropizzati che soddisfi i bisogni quali cibo, fibre ed energia e al contempo presenti ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali –, ci sono la piantumazione di erbe aromatiche, la manutenzione dell’apiario olistico, la cura delle piante grasse, la realizzazione di un orto a lasagna, la stesura di una sceneggiatura per uno spettacolo teatrale conclusivo.

Come tutte le esibizioni, anche lo spettacolo finale dei ragazzini si svolgerà negli spazi confiscati alla mafia. In programma anche i concerti dei Matrimia, di Enzo Rao – Shamal e quello dei Radio Dervish e lo spettacolo di danza Tech No Trash a cura della compagnia Zappulla DMN. Lo scopo ultimo del Festival è quello di creare una community di enti, associazioni, artisti e aziende che portino avanti la cultura e le applicazioni pratiche delle energie rinnovabili. «La scoperta di obiettivi comuni e l’incontro – conclude Farina – permetteranno che si operi un risveglio non più singolare ma collettivo. Ci crediamo molto, è il nostro futuro».

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