28 Nov 2022

Giù le mani dal punto nascite del Villa Scassi: scatta la mobilitazione a Genova

Scritto da: Valentina D'Amora

A Genova il punto nascite dell’ospedale Villa Scassi rischia di chiudere i battenti: la bozza del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale prevede un drastico taglio dei reparti che penalizza fortemente non solo il quartiere più popoloso della città, ma anche le aree interne che ha alle spalle, valle Scrivia e val Polcevera.

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Genova - La Giunta Regionale vorrebbe chiudere il reparto maternità dell’ospedale Scassi: si tratta di un polo di eccellenza, che segue bambini e mamme non solo al momento del parto, anche nel delicato periodo post-nascita, coprendo una vastissima area cittadina e il territorio che Sampierdarena ha alle spalle, la valle Scrivia e la val Polcevera.

Ed è anche il primo ospedale genovese in cui è stata utilizzata la Culla Per La Vita: a luglio 2021 il campanello è suonato nel reparto di pediatria e tutto il personale sanitario in turno ha ricevuto un alert. All’interno della culla è stata ritrovata una bambina appena nata: una mamma in grave difficoltà ha deposto sua figlia all’interno della culla, con il dolore di chi non vede altre soluzioni, ma con l’intenzione di fare tutto il possibile per lei. Infatti, così facendo le ha salvato la vita.

piedini ospedale
LA PETIZIONE

“Mamme e bambini non sono pacchi postali che possono essere spediti ovunque: il punto nascita dell’ospedale Villa Scassi non si tocca!”, si legge sulla petizione lanciata dall’associazione Assoutenti per salvare il reparto maternità dell’ospedale. “Un punto nascite davvero d’eccellenza, ecco perché continuiamo a tenere altissima l’attenzione sul destino di questo reparto”, spiega l’avvocato Rosanna Stifano, presidente di Assoutenti.

Con due bollini rosa come ospedale a misura di donna, attribuito dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N.Da), il Villa Scassi si è distinto negli anni per la presenza di servizi dedicati alle esigenze femminili: dai percorsi diagnostico-terapeutici e servizi dedicati alle patologie femminili e punti di forza come la documentazione informativa multilingue, la mediazione culturale, la dieta personalizzata per particolari esigenze o motivi religiosi, servizio di assistenza sociale.

“Ora siamo appoggiati anche dal municipio II Centro Ovest, che ha deciso di aderire alla mobilitazione, infatti nei prossimi giorni sono previsti presidi e manifestazioni a tutela del punto nascita”, scrivono. Ne ho parlato con Amedeo Lucia, presidente seconda commissione del Municipio: «Il Villa Scassi in tutti i suoi reparti non deve essere depotenziato, ma anzi ha bisogno di essere reso ancora più efficace».

Il consigliere municipale Lucia, che sta seguendo in prima persona la vicenda, sottolinea che non si tratta di una battaglia territoriale, perché «questo ospedale non è l’ospedale di Sampierdarena, ma di tutta la val Polcevera e la valle Scrivia e la sua utenza è quasi di trecentomila abitanti. Tutti gli ospedali territoriali di quest’area della città, senza che esista un nuovo ospedale del ponente, ad oggi ancora ben lontano dalla realizzazione, non vanno toccati».

Il Villa Scassi in tutti i suoi reparti non deve essere depotenziato, ma anzi ha bisogno di essere reso ancora più efficace

Ecco perché tra pochi giorni verrà organizzata una manifestazione [presumibilmente a inizio dicembre in mattinata, comunicheremo la data non appena sarà confermata, ndr] proprio davanti allo Scassi. «Esprimeremo, così, la nostra contrarietà a questa decisione e inviteremo a partecipare il personale sanitario in turno, che ci ha già mostrato profonda gratitudine per quello che stiamo facendo», conclude Lucia. «E poi al mattino ci sono tanti cittadini che vanno a effettuare analisi e visite ambulatoriali, quindi il nostro intento è coinvolgere proprio tutti».

L’IMPORTANZA DEL PUNTO NASCITE SUL TERRITORIO

Rosanna Stifano mi spiega che l’associazione Assoutenti ha sportelli in tutta Genova, tra cui uno proprio nel quartiere di Sampierdarena, in piazza Vittorio Veneto: «Ci occupiamo di diversi servizi a tutela del cittadino su questo territorio, che conosciamo bene ormai. Quando abbiamo letto sul giornale la notizia della possibile chiusura del reparto ci siamo tutti molto allarmati». Ecco perché Rosanna ha subito pensato di attivarsi, lanciando la petizione online per coinvolgere più cittadini possibili, del quartiere e non.

La difesa di un reparto delicato come quello di ginecologia è una delle battaglie che si combatte con ancora più energia e vigore se ci coinvolgono in prima persona: «Sono un giovane avvocato, mamma di due bambini e ho partorito al Villa Scassi proprio in lockdown», mi racconta Rosanna. «In un momento in cui tutti gli ospedali erano al collasso, il villa Scassi è rimasto un punto di riferimento in città sia nella fase del pre-parto che in quella ancora più delicata post-parto, fornendo servizi essenziali sia al bambino che alla mamma, anche nel pieno dell’emergenza Covid».

villa scassi facciata
IL REPARTO A SOSTEGNO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Oltre a fornire un servizio fondamentale per le famiglie, è proprio il reparto di ginecologia e ostetricia ad assistere le donne che hanno subito violenza: in questo momento sul territorio si stanno mobilitando in tantissimi proprio perché quel punto nascite è importante anche a tal fine. Un filo rosso che non si è spezzato nemmeno in era Covid.

«Ci vuole un investimento su un servizio sanitario pubblico di qualità – conclude Stifano – anche perché altrimenti, se si continua a tagliare, si rischia davvero di far partorire sempre più donne in macchina, considerando anche lo stato attuale delle nostre infrastrutture. Il punto fondamentale è che bisogna tenere presente anche come cambia la demografia di un territorio e Sampierdarena è la zona dove si registrano più nascite. In questo senso ritengo che la qualità dei servizi forniti sia stata sottovalutata nel momento in cui è stata presa la decisione».

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