11 Mar 2024

Missione Aspides, l’Italia in guerra contro gli Houthi. Cosa succederà ora?

Scritto da: Laura Tussi

Da giorni l'Italia ha preso parte alla missione Aspides, per tutelare gli interessi commerciali occidentali nel Mar Rosso difendendo le navi che transitano su questa rotta dagli attacchi dei filo-palestinesi Houthi. Il tutto nonostante il Parlamento non avesse ancora approvato nessun intervento. Il giornalista e attivista per la pace Antonio Mazzeo analizza la situazione, evidenzia le criticità e prospetta i rischi e le contraddizioni che questo intervento militare contempla.

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La missione Aspides viene annunciata nel febbraio 2024, in contrapposizione alla minaccia degli Houthi, un gruppo guerrigliero yemenita che controlla la regione di Taiz e che ha iniziato ad attaccare i mercantili in rotta sul Maro Rosso – ufficialmente solo quelli diretti battenti bandiere di Israele e di paesi alleati di Israele – in solidarietà con la causa palestinese.  L’obiettivo della missione Aspides – approvata ufficialmente dal Parlamento il 5 marzo – è proteggere e tutelare i mercantili dell’Unione Europea da possibili aggressioni militari, con un mandato ufficiale strettamente difensivo, limitato alla sorveglianza e al pattugliamento. L’Italia è stata scelta per partecipare alla missione grazie al suo ruolo di portaerei atlantica nel Mediterraneo e alla sua esperienza nel Mar Rosso. 

«Il voto favorevole bipartisan alla “missione di pace” nel Mar Rosso segna un ulteriore passo verso il coinvolgimento del nostro paese in un conflitto, quello in atto nell’area mediorientale, che rischia di portare l’umanità all’orlo del baratro della guerra mondiale globale, come se già non bastasse la belligeranza italiana nel teatro russo-ucraino», chiarisce Antonio Mazzeo, insegnante, peace-researcher e giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani e della lotta alle criminalità mafiose. «Già il nome “Aspides” assegnato alle operazioni della flotta aeronavale UE – in verità subalterna alla controffensiva anti-Houthi e anti-Iran di Stati Uniti d’America e Regno Unito – ne enfatizza la pericolosissima ambiguità». 

Aspides

Con Aspides scopriamo allora un’Europa sorprendente, che si delinea come potenza marittima, assecondando le linee guida della strategia navale del 2014, aggiornata l’anno scorso e focalizzata dal 2022 anche sull’Oceano. Invece di concentrarsi sul cessate il fuoco, sul sostegno di un negoziato e di una diplomazia inclusivi, si preferiscono la contrapposizione, il rischio e la guerra. «Aspides viene presentata come un’operazione meramente difensiva, uno “scudo” – dal greco ἀσπίς – contro gli attacchi alle navi mercantili e alle petroliere che attraversano il Mar Rosso dirette al Mediterraneo; ma aspides è anche il velenosissimo cobra egiziano, venerato e temuto nella religione dell’antico Egitto», osserva ancora Mazzeo.

«Si desume quindi che questa è un’operazione dual: da una parte ci si difende dalla “pirateria”, dando seguito alla falsa narrazione con cui si delegittima un’entità politico-militare, quella Houthi, che ha il controllo di buona parte dello Yemen, ma scomoda per gli interessi delle transnazionali dell’energia fossile e dei suoi principali alleati regionali, la petrolmonarchia saudita e gli Emirati Arabi; dall’altra si è pronti a sferrare un attacco mortale contro il “nemico”, oggi gli Houthi, probabilmente domani l’Iran».

crosetto
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto

Ma questo è uno scenario veritiero? Secondo Antonio Mazzeo no, piuttosto «è in atto un’altra grande mistificazione per giustificare l’ennesima operazione di guerra delle nostre forze armate, in palese violazione delle norme costituzionali e dello stesso diritto internazionale – non dimentichiamo che ad oggi le Nazioni Unite non hanno assunto qualsivoglia posizione in merito all’escalation bellica in Mar Rosso. Le operazioni USA e britanniche che hanno dato il via all’intervento italiano e UE nella regione sono state determinate dall’”esigenza” di fornire una copertura al genocidio israeliano contro la popolazione palestinese di Gaza, dopo il 7 ottobre 2023, fornendo una “difesa” alle spalle di Tel Aviv da eventuali controffensive Houthi alle unità navali coinvolte nel riarmo di Israele».

È importante fare luce sul ruolo dell’Italia sin dall’inizio dell’escalation bellica nel Mar Rosso che ha portato alla decisione di varare Aspides. Mazzeo è convinto che il coinvolgimento italiano sia cominciato già il 19 dicembre 2023, cioè una ventina di giorni prima dall’attacco con missili e droni scatenato in Yemen da Washington e Londra, quando il ministro Guido Crosetto si era sentito telefonicamente con il segretario alla difesa Llyod Austin per assicurare il pieno sostegno italiano alla decisione USA di “militarizzare” il Mar Rosso. 

È in atto un’altra grande mistificazione per giustificare l’ennesima operazione di guerra delle nostre forze armate

«L’Italia farà la sua parte, insieme alla comunità internazionale, per contrastare l’attività terroristica di destabilizzazione degli Houthi, e per tutelare la prosperità del commercio e garantire il diritto internazionale», dichiarava il ministro Crosetto dopo il colloquio con Austin. «È necessario aumentare la presenza nell’area al fine di creare le condizioni per la stabilizzazione, evitare disastri ecologici e prevenire, inoltre, una ripresa della spinta inflazionistica».

L’esercito italiano sta quindi partecipando alla missione Aspides da diversi giorni, anche se il Parlamento l’ha approvata solo il 5 marzo. Questo ovviamente è un problema e per inciso è illegale. «Le affermazioni di Crosetto sono chiare e nette – conclude Antonio Mazzeo –, una vera e propria dichiarazione di guerra in nome del libero commercio così come si faceva ai tempi delle campagne coloniali, che ha bypassato del tutto il Parlamento. Martedì scorso le Camere hanno “sanato” il folle protagonismo bellico del complesso militare-finanziario ed energetico nazionale, schiacciandoci ancora di più verso un’economia di guerra che ha già impoverito milioni di persone nel nostro paese e nell’intero continente europeo». 

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