19 Mar 2024

Mare Libero, battaglia per l’accesso libero alle spiagge di Napoli

La città di Napoli insorge contro le limitazioni all'accesso alle spiagge, dovute all'inquinamento e alla privatizzazione crescente. Il movimento "Mare Libero Napoli" nasce per difendere il diritto di tutti all'accesso al mare, e da anni porta avanti una serie di iniziative volte a restituire il mare alla comunità.

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Campania - C’è un’immagine precisa che viene in mente probabilmente a chiunque quando si parla della città di Napoli: il golfo blu e le curve del Vesuvio all’orizzonte. Eppure, sebbene il mare abbia un ruolo identitario fortissimo per i cittadini napoletani, che si sentono legati a lui come fosse un parente, le spiagge non sono (più) un luogo che fa parte del vissuto quotidiano, che sia per l’inquinamento o per la privatizzazione sempre più incalzante. Per questa ragione, cittadini e cittadine hanno deciso di unirsi in un collettivo, Mare Libero Napoli, per difendere il diritto di tutti all’accesso al mare.

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IL COORDINAMENTO NAZIONALE MARE LIBERO

Mare Libero Napoli fa pare di una realtà più grande: un coordinamento nazionale nato nel 2019 dall’unione di comitati e associazioni già attive singolarmente in diversi territori. Infatti, quella della privatizzazione delle spiagge è un problema che non riguarda solo Napoli, ma ogni regione italiana. Per molti anni le amministrazioni comunali hanno favorito gli interessi dei gestori degli stabilimenti balneari, trasformando quelle che dovrebbero essere concessioni temporanee in proprietà private. Uniti intorno al Manifesto per il mare, sono state organizzate nel tempo una serie di iniziative volte a restituire il mare alla comunità.

A Napoli, l’autorità portuale mantiene il controllo sulle concessioni, impedendo ancora l’accesso libero al mare e alle spiagge, e proteggendo solo gli interessi dei concessionari privati.

IL MARE LIBERO A NAPOLI E UNA SPIAGGIA PER TUTTI

A Napoli, la situazione è particolare. Oltre ai lidi privati che impediscono -illegalmente – l’accesso alla battigia, alcune spiagge, teoricamente libere, sono inaccessibili a causa di lucchetti, sbarre e cancelli, serrati da proprietari di lidi o dai condomini circostanti. È il caso, ad esempio, della spiaggia libera di baia Donn’Anna, alla quale si accede attraversando un parco privato, o da un cancello secondario del Bagno Elena, un lido adiacente, che però restava aperto solo d’estate.

Molte sono le spiagge libere a Napoli alle quali si arriva attraversando parchi privati. La servitù di passaggio permette di attraversare una proprietà privata se questa costituisce l’accesso a un bene pubblico, ma questo diritto non viene quasi mai garantito. In questo modo, l’accesso a molte spiagge di Napoli è limitato a una piccola élite che condivide il privilegio di avere una spiaggia libera gratuita solo per sé.

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La lotta per il libero accesso al mare, a Napoli, va avanti da diversi anni. Infatti, il comitato Mare Libero e Gratuito riprende la battaglia di un collettivo formatosi precedentemente, tra il 2011 e il 2013, chiamato “Una spiaggia per tutti”, che realizzò una campagna referendaria a livello comunale per realizzare una grande spiaggia pubblica a Bagnoli. I referendum furono anche approvati, ma purtroppo la spiaggia non fu mai realizzata. Numerose furono le iniziative anche nella zona di Bacoli e del centro.

Questa lotta è stata recuperata dal Comitato Mare Libero, a partire da quelle che furono le delibere di contingentamento apparse durante il periodo del Covid, ma utilizzate anche prima dalla Gaiola ONLUS, per limitare l’accesso alle spiagge libere tramite un sistema di prenotazione. Secondo gli attivisti di Mare Libero e molti cittadini, una misura del genere poteva trovare giustificazione in un periodo di emergenza sanitaria, ma tale limite non ha più ragione d’esistere ora che l’emergenza è terminata.  

La severità con cui si vieta di entrare in spiaggia senza prenotazione dovrebbe piuttosto essere diretta verso i gestori dei lidi che insistono nel posizionare lettini e ombrelloni nei primi cinque metri di spiaggia, cosa vietata per legge, e verso chi impedisce l’accesso alla battigia, che per legge è consentito anche a chi non usufruisce dei servizi dello stabilimento balneare, e così via.

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L’OCCUPAZIONE DEL LIDO POLA

Una delle realtà promotrici di Mare Libero e Pulito Napoli è il collettivo del Lido Pola. «Abbiamo occupato il Lido Pola perché è un luogo simbolico, uno degli stabilimenti più importanti di Bagnoli. Volevamo accendere l’attenzione sulle questioni legate al mare e abbiamo occupato un posto che richiamava quell’immaginario. La nostra battaglia è rigenerare il Lido Pola in modo che sia compatibile con la balneabilità, con gli usi civici e collettivi, con il benessere sociale e fuori dalle logiche di mercato. 

Siamo attivi su due piani, quello territoriale di Bagnoli, che sta sotto il cappello dell’Osservatorio popolare per la bonifica, per cui interagiamo con il soggetto attuatore e con i Commissari straordinari di governo per fare pressione su questioni strettamente legate a Bagnoli, e un altro, quello di Mare Libero, dove si lotta in maniera più generale per il libero accesso al mare in tutte le zone della città, da Bagnoli, al centro, a San Giovanni, alla periferia ovest», mi ha raccontato Lorenzo, uno degli attivisti di Mare Libero.

All’inizio di quest’anno, il coordinamento nazionale Mare Libero si è riunito in una manifestazione fuori la sede dell’autorità portuale, per comunicare l’invio di una diffida. Infatti, mi ha spiegato Lorenzo: «Al momento, l’Italia è in sanzione da parte dell’Unione europea, perché secondo la normativa italiana, le concessioni balneari non possono più essere prorogate senza l’indizione di una nuova gara conforme agli standard europei, ma la lobbie dei balneari è un potere costituito nel nostro paese». A Napoli, l’autorità portuale mantiene il controllo sulle concessioni, impedendo ancora l’accesso libero al mare e alle spiagge, e proteggendo solo gli interessi dei concessionari privati.

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In questi due anni, le proteste degli attivisti di Mare Libero hanno ottenuto alcuni successi. Lo scorso febbraio, una sentenza del TAR ha riconosciuto il diritto dei cittadini ad accedere tutto l’anno alla Spiaggia di Donn’Anna, deliberando l’apertura del cancello del Bagno Elena, revocando il provvedimento dell’Autorità Portuale che consentiva al gestore del lido di tenere chiuso il cancello per ragioni di pubblica incolumità. L’apertura del cancello del Bagno Elena è una piccola vittoria, ma soprattutto è il simbolo di una breccia verso un mare libero e accessibile a tutti.

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