14 Mar 2024

Vivere ecologico in città è facile, bastano poco impegno e tanta allegria. Parola di Lucia Cuffaro – Dove eravamo rimasti #30

Intervista di: DANIEL TAROZZI
Video realizzato da: PAOLO CIGNINI

Dai gesti quotidiani a un cambio di mentalità, le strade indicate dalla scrittrice, divulgatrice e portavoce del Movimento per la Decrescita Felice Lucia Cuffaro sono tante. Il suo entusiasmo è contagioso e, raccontati da lei, tutti i piccoli e grandi cambiamenti che ci permettono di vivere in maniera più ecologica e consapevole sembrano davvero facili come schioccare le dita. Sono proprio queste le domande che le abbiamo rivolto in occasione del nostro ultimo incontro: si può essere sostenibili anche in città? Quali sono i gesti quotidiani da cui partire? Quali i canali migliori per divulgare le buone pratiche?

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Cesena, Emilia-Romagna - Spesso si pensa che per vivere ecologico e abbassare il nostro impatto sull’ambiente sia un’impresa titanica, che può avere successo solo se ci si impegna, si rivoluziona ogni aspetto della quotidianità, si affrontano rinunce e sacrifici. Ma secondo Lucia Cuffaro non è così. «Non serve molto: poco impegno e un po’ di allegria!», ci spiega mentre chiacchieriamo nell’allegro bailamme del Macrolibrarsi Fest, dove buone pratiche e idee ecologiche sono la normalità.

Da anni Lucia è impegnata nel pratica e divulgare la sostenibilità, le modalità del vivere ecologico, l’autoproduzione e i principi della decrescita, con la sua attività nel Movimento per la Decrescita Felice ma anche attraverso libri, televisione, corsi e incontri pubblici. E da anni è amica di Italia Che Cambia, un’amicizia che ha dato luogo anche a diverse collaborazioni.

VIVERE ECOLOGICO IN CITTÀ

Le chiediamo anche di sfatare un altro mito, quello che per essere sostenibili bisogna per forza vivere in mezzo alla natura. «L’ecologia città è possibile, basta farlo in piccoli passi, approcciandosi al mondo ecologico attraverso le associazioni e le reti», risponde. «Io sono di Roma e qui si può fare consumo critico, abbiamo gruppi d’acquisto solidali, la CSA, i mercati contadini, la possibilità di imparare l’autoproduzione, io sono riuscita a frequentare naturopatia. La città ti permette di ripensare il tuo modo di vivere per capire qual è il passo che ti consente di impattare di meno e soprattutto di vivere con più felicità, consapevolezza e leggerezza».

L’IMPORTANZA DEI PICCOLI GESTI

Pur senza riconoscere il valore di chi rivoluziona la propria esistenza per spostarsi verso un vivere ecologico, Lucia ritiene che spesso siano i piccoli gesti a fare la differenza e che per alleggerire la nostra impronta sul pianeta non servano necessariamente scelte radicali. A volte si può fare anche con calma, con lentezza. Anzi, proprio con pigrizia: «Si può essere degli ecologisti pigri, non è vero che dobbiamo scervellarci per trovare un modo per fare percorsi ecologici. Spesso è più semplice di quello che sembra: le associazioni, le reti, le pratiche “spicce” ti permettono di farlo».

Chiediamo a Lucia di farci qualche esempio di piccoli gesti da compiere nella quotidianità. «Io mi lavo con la farina d’avena che non inquina e non contamina l’acqua, basta prenderla e lavarsi il viso. Oppure prendiamo l’insalata: dopo che l’ho mangiata il cespo non lo butto via, lo metto all’interno di un barattolo e mi cresce una nuova insalata. O ancora, io giro con un mio bicchiere così ogni volta che devo bere lo uso, non ne prendo un altro, magari usa e getta. Non serve molto: poco impegno e un po’ di allegria!».

Ogni volta che pensiamo “ho paura di farlo” è l’occasione giusta: lo dobbiamo fare

LA TELEVISIONE: BUONA, CATTIVA O…?

Fra i molti canali attraverso cui Lucia diffonde e divulga le buone pratiche c’è la televisione. Da anni infatti cura una rubrica su autoproduzione e riduzione dei rifiuti sulla RAI, nel programma “Uno mattina in famiglia“. Alla luce delle critiche che spesso si levano contro questo media all’interno dei mondi della sostenibilità e dell’attivismo ambientale le chiediamo di esporci il suo pensiero. «Io credo molto nella divulgazione fatta assieme, senza giudizio, nei percorsi di vicinanza alle persone», risponde senza tentennamenti.

«Quando la RAI chiamò il Movimento per la Decrescita Felice e propose di parlare di autoproduzione e riduzione degli sprechi ne discutemmo tantissimo anche con Pallante, capendo che sarebbe potuto essere un buon metodo di divulgazione se fatto con coerenza e amore. Io penso che sia un mezzo come un altro dove lavorano persone come noi. Per me è importante tanto visitare gli ecovillaggi quanto partecipare alle conferenze, andare in televisione o scrivere libri, sempre rimanendo attaccati alla terra e alla semplicità».

vivere ecologico
COSA POSSIAMO FARE NOI?

Inevitabilmente, avviandoci verso la conclusione della chiacchierata, la discussione giunge alla domanda fatidica: quindi cosa possiamo fare noi per vivere ecologico? Prima di rispondere Lucia fa una breve premessa riflettendo anzitutto sul perché sentiamo questo bisogno. «Le persone hanno perso la capacità di mettere le mani in pasta. Per tanti anni il saper fare è stato visto come qualcosa di basso livello, ma adesso emergono con forza la felicità che le persone hanno di partecipare al cambiamento, di fare il pane, di coltivarsi l’orto, di creare magari una comunità energetica, di riavvicinarsi al contatto fisico».

Detto ciò, come fare a cambiare? Ovviamente non c’è una ricetta, né una lista della spesa del vivere ecologico. Seguendo Lucia – e le tante altre persone che come fanno attivismo e divulgazione – gli spunti che troverete sono davvero innumerevoli, ma per partire col piede giusto forse è sufficiente la frase con cui la nostra amica si congeda da noi: «Per me per cambiare bisogna lasciar andare le vecchie abitudini, buttarsi, fare esperienze, sperimentare. Ogni volta che pensiamo “ho paura di farlo” è l’occasione giusta: lo dobbiamo fare».

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